Accesso utente

Nuovi utenti

  • Tata Zia
  • manuela76
  • liliana
  • guarda donatella
  • Vittoria

Twitter

Seguiteci anche su Twitter!

Paper Blog

Wikio

Wikio - Top dei blog - Letteratura

Banner

 

 

Home | Archivio mensile ed annuale

settembre 2010

Untitled

RECENSIONE : IL SANGUE NERO DEL VAMPIRO ( Blood Is the New Black ) di Valerie Stivers

Prima edizione: Three Rivers Press

Edito in Italia da: Newton Compton editori 2009 (collana Vertigo) 


Formato: Paperback

Ambientazione: New York giorni nostri

Grado di sensualità: subtle (sottile)

Voto/rating: 7/10

Kate McAlliston, giovane studentessa, accetta di lavorare come stagista presso una prestigiosa rivista di moda, "Tasty". Dopo le prime angherie e umiliazioni inferte dalle colleghe e dalla direttrice, LiIIian, quando finalmente Kate sta conquistando un piccolo spazio per sé, all'improvviso si trova di fronte a una rivelazione terrificante: l'intero staff della rivista sarebbe composto da vampiri.

Incredula, Kate decide di investigare a fondo, con l'aiuto dell'amica Sylvia, per appurare la vera natura dei suoi colleghi. In effetti, tra strane abitudini e sotterfugi rivelatori scoprirà la verità; LiIIian è davvero a capo di un esercito di vampiri. Ma non ha intenzione di lasciare che un testimone possa diffondere la notizia, così Kate sarà costretta con il ricatto ad allearsi con i colleghi e ad aiutare, con le sue doti umane, le forze sovrannaturali nella loro assurda vita.


Lavorare facendo quello che più ci piace non è il sogno di ognuno di noi?
Chi non accetterebbe un lavoro interessante e ben retribuito?
Lo farebbero tutti e Kate, la protagonista de Il sangue nero del vampiro, non è da meno.
Kate è una ragazza indipendente, è cresciuta praticamente da sola, ha una passione sfrenata per la moda, ereditata dalla madre stilista, scomparsa quando lei era piccola. Kate non solo  crea abiti che sono un’esplosione di colore e creatività,  ma  si cuce i vestiti da sola, abiti originali e trendy ammirati da tutti.  La moda, però, le ha procurato problemi durante l’adolescenza: tante sono state le serate passate in solitudine per l’assenza di una madre sempre impegnata con il suo lavoro, un lavoro fatto di sfilate, riunioni ed incontri mondani che le hanno sottratto l’attenzione materna. 
Per esorcizzare la passione per la moda, Kate decide di studiare medicina. Durante le vacanze scolastiche, per guadagnare qualche soldo, anche se molto indecisa, ma convinta soprattutto dalla   zia, sorella della mamma e personaggio  stravagante quanto simpatico, accetta di lavorare presso una rivista di moda molto importante.
 
Il primo giorno di lavoro per la giovane Kate è stressante, ambientarsi, specialmente all’inizio, non è facile  per nessuno, ma lei ci mette tutta la sua buona volontà. Essendo una persona  solare e simpatica,  prova a stringere amicizia almeno con le sue colleghe di scrivania, ma loro, ahimè,  si fanno lo sgambetto a vicenda pur di emergere!
Il suo capo, una donna molto bella, tratta tutti come schiavetti: è la classica strega, che pare non le vada mai bene nulla di quello che i suoi dipendenti fanno.
Giorno per giorno Kate capisce che in quell’ambiente c’è qualcosa di inquietante, qualcosa che va oltre il semplice arrivismo lavorativo, e cerca di scoprire cosa caspita succede a tutti quanti. Il personale della rivista, soprattutto i pezzi grossi, sono proprio strambi. Sono tutti elegantissimi,   perfettissimi,  naturalmente vestiti all’ultimissima  moda e senza mai un capello fuori posto, ogni loro personale dettaglio è curatissimo  e, ciliegina sulla torta, fisicamente sono tutti magrissimi! Insomma gli issimi abbondano!! Oltretutto a parte bere del succo di barbabietola rossa (l’unico alimento di cui, a quanto sembra, tutti si nutrono),  Kate non li ha mai visti mangiare.  Altra stranezza costoro lavorano solo la sera perché la mattina dormono, comportamento che Kate attribuisce  alle troppe a troppe feste che durano quasi tutta  la notte .
La nostra Kate  inizia a  osservare con attenzione tutti i colleghi, sino a quando scopre che quello che si vede non sempre è quello che è. Che fare poi quando all’interno dell’azienda si consumano  alcuni omicidi? La nostra eroina comincia a indagare aiutata da James, fotografo della rivista e ragazzone simpatico che, per fortuna, non sembra avere nulla in comune con il resto dello staff. Al pari di Kate anche James comincia a nutrire dei sospetti e trai due nasce una simpatia che presto sfocia in qualcosa di più serio.

I protagonisti del sangue nero del vampiro compreso l’intero staff, sono  una girandola di personaggi tanto normali all’apparenza quanto anormali all’occorrenza! 
Vi siete abituati  ai vampiri di Twiligth o ai meravigliosi guerrieri di J.R. Ward ????
Bene, scordateveli perché qui sono decisamente diversi! Ce ne sono di buoni, ma anche di molto cattivi, adorano la moda, il potere dei soldi, la fama e il successo… oltre all’onnipresente succo di barbabietola !

Malizia ed umorismo: sono queste le caratteristiche di una storia scritta con uno stile scorrevole e coinvolgente, che mischia grottesco e ironia, rosa e giallo. Nonostante sia al suo primo romanzo, l’autrice è riuscita a scrivere una storia interessante. Definito un chick lit stile vampiresco “Il sangue nero del vampiro” è un romanzo che consiglio a tutte e che, a parer mio, lascia aperta la porta a un proseguo della storia. Perche si sa… i vampiri non muoiono facilmente, no?

 

Untitled

AND THE  WINNERS ARE...

Coi complimenti del blog,

siamo felicissime di poter regalare ben quattro libri questa settimana e più precisamente:

le due copie di LA DODICESIMA VITTIMA di Iris Johansen, gentilmente offerte da Leggereditore, sono andate rispettivamente a  Valis e Liaelaluna.

Mentre le due copie di UN AMORE INDISSOLUBILE di J.R. Ward, gentilmente offerte da Euroclub, sono andate a Veronica Palm e Miss Gabrielle.

Congratulazioni alle vincitrici!
Contattateci in privato per fornirci i vostri recapiti.

N.B. Se le vincitrici non ci contatteranno entro 2 settimane procederemo a una nuova estrazione. 

 

Untitled

RECENSIONE : TABOO di Jess Michaels

 
Publisher / Editore: Avon Red

Publication date: 2009

Genre and setting / Genere e ambientazione: Historical, Regency England 1820 circa / Storico, Inghilterra periodo Regency 1820s

Format: Paperback

Sensuality Rating / Livello di Sensualità: burning / estremo

Collegamenti con altri libri / Connection to other books :
E' lo spinoff della trilogia dedicata alle Sorelle Albright, la protagonista è una ex amante di Rothschild e compaiono sia Rothschild sia Kilgrath con le rispettive mogli, Miranda e Penelope. Temporalmente la storia si inserisce tra Something Reckless e Nothing Denied.

1- EVERYTHING FORBIDDEN, storia della sorella maggiore, Miranda, e del conte di Rothschild
per chi volesse leggere la recensione :
http://romancebooks.splinder.com/post/22683946
2- SOMETHING RECKLESS, storia di Penelope e del duca di Kilgrath,
per chi volesse leggere la recensione :
http://romancebooks.splinder.com/post/22998660
3- NOTHING DENIED, storia di Beatrice e del marchese di Highcroft
per chi volesse leggere la recensione : http://romancebooks.splinder.com/post/23116881

Rating : 9/10


Nathan Manning, conte di Blackhearth torna dall’India, dopo esservi rimasto quattro anni per dimenticare la donna che aveva amato con tutto se stesso, a dispetto della differenza sociale, ma che proprio la notte in cui avrebbero dovuto fuggire lo aveva rifiutato e umiliato: Cassandra. Quando arriva a Londra però la rivede inaspettatamente e si ritrova nuovamente travolto dalla rabbia e dal mai spento bisogno di lei.
Desideroso solo di vendicarsi, di farle pagare l’umiliazione subita usandola e poi liberandosene a sua volta, le impone di diventare la sua amante col ricatto. Nathan infatti sa ogni cosa che la riguarda, mentre era in India l’ha fatta tenere d’occhio ed ora conosce ogni più intimo dettaglio della sua vita, chi sono stati i suoi amanti, che la sua attività di sarta per l’alta società è solo la facciata che nasconde la sua attività segreta di creatrice di indumenti e oggetti erotici per un certo numero di “gentiluomini” e le loro amanti. Per obbligarla non deve far altro che minacciarla di rivelare il suo segreto e rovinarle la reputazione, e Cassandra non può permettersi di perdere il suo lavoro e la sua posizione conquistata così faticosamente.
E’ convinta che presto Nathan supererà il desiderio di punirla e che alla fine la lascerà per sempre, come era destino che fosse fin dal principio.
Presto però entrambi comprendono che la passione che li univa non è svanita, e se all’inizio Nathan usa la relazione e il sesso per punire Cassandra, con il passare del tempo, ad ogni loro incontro torna ad emergere il sentimento d’amore, che riporta in superficie anche l’intima sofferenza che entrambi hanno vissuto e stanno vivendo, credendo di essere stati deliberatamente abbandonati dall’altro.
Nathan infatti è convinto che Cassandra l’abbia lasciato per un altro uomo, come testimoniava una lettera che suo padre aveva intercettato e gli aveva mostrato proprio la notte in cui lui l’aveva aspettata invano per fuggire a Gretna Green. E Cassandra si è sentita ferita quando dopo quella notte infausta lui è partito per l’India, senza neppure darsi la pena di cercarla, senza neppure chiederle cosa era accaduto e dubitando in quel modo del suo amore per lui.
Attorno a quello che realmente è accaduto quella notte aleggia un segreto che Cassandra non può rivelargli. Tuttavia, quella mancanza di fiducia che Nathan ha dimostrato quattro anni prima, d’improvviso scompare. E Cassandra è spiazzata quando lui dimostra, a dispetto di tutto, di  credere in lei e nel loro amore.

Anche in questo romanzo l’autrice riesce a creare dei personaggi a tutto tondo, capaci di coinvolgere il lettore, di farlo partecipare ai loro dilemmi, alle loro sofferenze e alle loro delusioni. Come atmosfera è leggermente più drammatico dei precedenti, infatti sia Cassandra che Nathan hanno sofferto per essere stati manipolati, separati e ingannati, facendo loro credere di essere stati reciprocamente abbandonati dall’altro.
Nathan è realmente ossessionato da Cassandra, non è mai guarito dall’amore che provava per lei né ha superato l’umiliazione e la rabbia per essere stato lasciato quattro anni prima, vuole vendicarsi, umiliarla usando come arma il sesso e il ricatto, e poi disfarsene. Ma non può, non ci riesce. Cassandra è straziata nell’anima, combatte le proprie emozioni e i propri sentimenti, appare rassegnata e decisa a dare a Nathan la vendetta che vuole per poi lasciarlo andare definitivamente. Sa che per loro non c’è futuro, che non c’è mai stato, nonostante le loro speranze e l’audace decisione di fuggire insieme a Gretna Green quattro anni prima. E di quella notte, conserva dentro di sé il terribile incubo, un segreto che non può rivelargli, perché lo distruggerebbe. Ma l’amore tra queste due persone, che fanno di tutto per convincersi ad allontanarsi a vicenda ma che non possono fisicamente fare a meno l’uno dell’altro, rinasce più forte e più maturo, capace di spazzare il velo di omertà e di far uscire infine la terribile verità che li guarirà.
La trama è molto semplice, ma trattata come un percorso di intima sofferenza e rinascita, riscoperta dell’amore e della speranza.
Con questo romanzo la Michaels raggiunge a mio avviso il grado di erotismo più elevato nella serie, pur mantenendo lo spirito introspettivo che la caratterizza; le scene di sesso sono molte, spesso lunghe, dettagliate ed esplicite nelle descrizioni, soprattutto nella prima parte, dove il sesso è usato da Nathan, anche nelle sue forme più estreme, come strumento di vendetta. Per contro, nella seconda parte entra in gioco il sentimento, e le scene si ammorbidiscono, il sesso non è più controllo e punizione ma unione, condivisione, espressione d’amore.

Un lavoro sicuramente sopra la media, che ben si allinea ai primi romanzi della serie. E' proprio un peccato che l'autrice abbia deciso di sospendere le sue pubblicazioni per la Avon Red. Se non vi spaventano le scene di sesso estreme, non perdetevi questo romanzo.


Untitled

ESCE IN LIBRERIA DOPO DI TE ( After You ), di Julie Buxbaum, EDIZIONE PIEMME.


Per Ellie Lerner, la fedeltà viene prima di tutto. Non ha mai tradito suo marito Philip, neanche nei momenti più difficili del loro matrimonio, e, soprattutto, non ha mai sostituito la sua migliore amica Lucy, benché da tempo ci sia un oceano a separarle e Lucy sembri essere un po’ cambiata dopo il trasferimento a Londra. La loro amicizia è iniziata quando avevano quattro anni, a nove sono diventate sorelle di sangue e in più di trent’anni di amicizia hanno litigato solo due volte; per un uomo, ovviamente.

Così, il giorno in cui Lucy resta uccisa durante una rapina, la vita di Ellie viene stravolta. Non aveva mai pensato che potesse esserci un mondo senza Lucy, senza le loro confidenze, i loro ricordi. Durante il funerale, Ellie prende un’importante decisione: rimarrà a Londra con Sophie, la figlia di otto anni di Lucy, che dal momento dell’incidente ha smesso di parlare, e con Greg, il marito di Lucy, che non sembra in grado di prendersi cura di se stesso, figuriamoci di una bambina.

In realtà, tentando di rimettere insieme i pezzi della famiglia dell’amica, Ellie ha trovato un modo di sfuggire al suo matrimonio in crisi, al bambino che ha perso, al lavoro che detesta.

Nella nuova vita mette tutta se stessa, riuscendo persino, grazie a un libro magico, a far ritrovare a Sophie la parola e la forza di ricominciare, anche se una parte del suo cuore si è spenta con la sua mamma. Quando avrà finito di sistemare le vite degli altri, però, Ellie dovrà affrontare la sua e concedersi di poter essere nuovamente felice.

Nota di Paige79: Julie Buxbaum torna dopo il grande successo ottenuto col suo primo romanzo, VORREI CHE FOSSE AMORE (sempre pubblicato da Piemme e dal quale è in fase di realizzazione un film con protagonista Anne Hathaway). Se il primo libro era incentrato su una storia seria ma con venature umoristiche da commedia, questo nuovo romanzo invece è più drammatico e incentrato sulle conseguenze di una vera amicizia, le difficoltà e perplessità presenti in un matrimonio, e soprattutto il dolore per un lutto e la sua conseguente elaborazione. Con un pizzico di magia dovuta ad un libro molto speciale…

Untitled

ESCE IN LIBRERIA I SOGNI PERDUTI DELLE SORELLE BRONTE (The secret diaries of Charlotte Bronte), di Syrie James, EDIZIONE PIEMME.

Ho scritto delle gioie dell’amore. A lungo, nel mio cuore, ho sognato di legarmi intimamente a un uomo; ogni Jane, credo, merita il suo Rochester. Eppure, da tempo avevo perso ogni speranza di provare quell’esperienza in vita mia. Al suo posto mi sono dedicata alla mia professione e ora, che l’ho trovata, dovrei abbandonarla? È possibile che una donna si doni completamente sia a un lavoro sia a un uomo? Possono la sua mente e il suo spirito coesistere in pace? Così dev’essere; perché la vera felicità, ne sono sicura, non la si può raggiungere in altro modo.»

Ci sono segreti che una donna non può rivelare nemmeno alla più cara delle amiche, dubbi che possono essere sciolti soltanto cercando la verità più profonda del proprio cuore.

Per questo Charlotte Brontë amava così sinceramente il suo diario. Solo a lui poteva confidare i segreti più intimi del suo animo: la verità sull’uomo che era entrato nella sua vita in un giorno di tempesta, un uomo rude, quasi sgradevole, ma anche forte e in grado di proteggerla dal mondo, che Charlotte aveva iniziato ad amare in segreto.

Nei suoi diari, Charlotte Brontë racconta la propria vita, quella della sorella Emily, le loro aspirazioni come giovani scrittrici in un mondo di soli uomini. E, soprattutto, confida la storia del suo grande amore.


Nota di Paige79: dall’autrice de IL DIARIO PERDUTO DI JANE AUSTEN, ecco un altro diario segreto (inventato, mi raccomando: NON E’ il vero diario segreto di Charlotte Bronte!) di una delle più celebri e amate autrici della storia della letteratura, intrecciandola inevitabilmente con quella delle altre due celebri sorelle, Emily e Anne.
Grazie anche ad accurate ricerche storiche, l’autrice ci introduce nel mondo complicato, passionale e drammatico dell’intera famiglia Bronte, regalandoci il ritratto di tre giovani donne destinate a diventare a grandi autrici ma altrettanto sfortunate nella vita. Il tutto intersecando, come già nel romanzo precedente, realtà storica e finzione.


Untitled

ESCE IN LIBRERIA UNA SPOSA CONVENIENTE ( L’Heure De Juliette ), di Elsa Chabrol, EDIZIONE FRASSINELLI.


Dal balcone di casa sua, Juliette (centouno anni, un mese e quattro giorni) tiene sotto controllo i movimenti di ciascuno dei nove anziani residenti a Pouligeac, uno sperduto villaggio di montagna nelle Alte Cevenne: meglio della televisione. Tra un insulto e un convenevole trascorre la vita tranquilla e apparentemente immutabile di Robert, detto il Petoso, di Franz il Crucco, di Martine la Svampita, di Léonie la Talpa... soprannome misterioso, per una che a ottantasette anni ancora cerca disperatamente di perdere la verginità. Poi ci sono Ernest, Aurélie e sua madre la Vispetta, Ginette e Paulette, e infine c'è suo figlio Pierrot, il Piccinino. Un "ragazzo" di quarantasette anni, l'unico della sua generazione a essere rimasto in paese, per non lasciare sola la mamma. Pierrot è un generoso tuttofare, si occupa della spesa per gli anziani e di ogni sorta di riparazione e manutenzione nei loro vecchi casali: in altre parole, è una presenza vitale. Fin quando, all'improvviso, la madre viene meno, e lui decide di abbandonare il villaggio per cercare una moglie e farsi una famiglia in città. Come sopravvivere se Pierrot parte? Chi provvederà ai bisogni quotidiani? Il gruppetto di anziani non si rassegna all'amara prospettiva di perdere il Piccinine e con un guizzo di folle intraprendenza i novelli cospiratori allestiscono in casa di Juliette una postazione Internet e riescono ad attirare in paese Tatiana, una ragazza russa in cerca di fidanzato...


Nota di Paige79: Un romanzo (il primo di Elsa Chabrol, sceneggiatrice e regista) allegro, pieno di tenerezza e cattiveria sulla vecchiaia, la vita, i pettegolezzi e l’amicizia. Una storia brillante, piena di umorismo e tenerezza, una favola moderna imbevuta di ottimismo, che fa riflettere sull’autentico significato della vita.

 

Untitled

ESCE IN LIBRERIA LE PAROLE PERDUTE ( The Blind’s Contessa New Machine ), di Carey Wallace, EDIZIONE SPERLING & KUPFER.

Carolina è una giovane nobildonna, bella e solitaria, e fin da bambina trascorre la maggior parte del tempo nel capanno che il padre ha costruito per lei dentro il grande parco della villa di famiglia. Soltanto un'altra persona ha il permesso di fermarsi lì, ed è Pellegrino Turri, lo strano amico di dieci anni più vecchio di lei che ha conosciuto al suo primo ballo, e che da allora le è sempre stato vicino. Turri l'eccentrico, capace di inventare strumenti insoliti e mirabili, ma anche storie bellissime che la fanno sognare. Turri, con il suo animo sensibile, che è segretamente innamorato di lei. Solo lui può davvero comprendere il dramma che la sta divorando il giorno delle sue nozze con Pietro: Carolina sta diventando cieca, ma nessuno le crede e la prende sul serio. Sempre più sola, trova allora conforto nell'amore di Turri, l'unico che la capisca. Ormai per Carolina persino scrivere delle lettere con penna e inchiostro è impossibile, così Turri mette a punto una nuova straordinaria invenzione: la prima macchina per scrivere, grazie alla quale Carolina si riappropria delle parole che parevano irrimediabilmente perdute.

Nota di Paige79: Dietro ogni grande invenzione si nasconde una storia.  Basato sulla vera storia della donna che ha ispirato l'invenzione della macchina per scrivere all'inizio dell'Ottocento, “Le parole perdute” è un romanzo dei sensi e della natura che celebra il trionfo dell'immaginazione sulle difficoltà della vita, della creatività sui limiti umani e dell'amore, sempre, che muove il cuore e la mente.
E’ il romanzo d’esordio di Carey Wallace, nata  e cresciuta in Michigan, vive e lavora a Brooklyn. Appassionata d’arte, ha fondato un importante movimento di giovani artisti e ha collaborato con gallerie di pittura di Detroit e New York. Scrive da sempre, e i suoi racconti sono stati pubblicati su diverse riviste letterarie.

Untitled

ESCE IN LIBRERIA IL VENTO E LE ROSE ( Roses ), di Leila Meacham, EDIZIONE PIEMME.


 
Quando Mary Toliver, ricca proprietaria terriera, decide di cambiare il testamento e di escludere la giovane pronipote dalla successione alla grande proprietà su cui i Toliver hanno fondato la loro fortuna, sono in molti a stupirsi. Ma Mary vuole proteggere la nipote da quella che ritiene una sorta di maledizione legata a Somerset, il loro feudo. Aveva solo sedici anni quando il padre, morendo, l'aveva nominata unica proprietaria di Somerset e lei, nonostante fosse cosi giovane, aveva dedicato a quella terra tutte le sue energie. Ma la decisione aveva distrutto la famiglia, sua madre e suo fratello non le avevano mai perdonato di essere la prescelta ed entrambi erano scivolati lungo una china di autodistruzione. Poi c'era stato l'amore. Un amore appassionato e ricambiato per il giovane Percy Warwick, la cui famiglia era da sempre amica dei Toliver, interrotto solo dall'esplodere della Prima guerra mondiale. Ma quando Percy era tornato e le aveva chiesto di sposarlo, purché rinunciasse a Somerset, lei non se l'era sentita di tradire la promessa fatta al padre e così la sua vita aveva preso una piega diversa. Ma ora, passati gli anni, una decisione imprevedibile imprime una svolta fatale nella vita di chi le sta attorno.


Nota di Paige79: Il “Corriere della Sera” ha paragonato la protagonista di questo romanzo nientemeno che a Rossella O’Hara , paragone dovuto anche al fatto che molti critici hanno acclamato il romanzo stesso come “nuovo VIA COL VENTO” : È meraviglioso e coinvolgente» scrive il «Publishers Weekly», mentre il «Library Journal» lo definisce «un' opera mozzafiato d' amore, odio e vendetta». Una storia di conflitti e di passioni, che ci travolge e non si fa dimenticare.
L’autrice, Leila Mecham, è una simpatica signora che ha superato i settant’anni e vive a San Antonio, in Texas. Ha scritto Il vento e le rose mentre ancora faceva l’insegnante e, solo dopo essere andata in pensione, è riuscita a metterci le mani e a rivederlo. Colpita dall’immediato successo che il libro ha ottenuto dal giorno stesso della pubblicazione, il suo commento da vera texana è stato: «Mi sembra di aver vinto il mio primo rodeo.»

 

Untitled

ESCE IN LIBRERIA LA MOGLIE PEGGIORE DEL MONDO ( How To Be Married ),  di Polly Williams, EDIZIONE PIEMME.

Calzini sporchi, piatti da lavare, panni da stirare e un guardaroba che assomiglia più a quello di una teenager che a quello di una trentaquattrenne con un marito e un figlio. Sadie non è proprio un esempio di perfezione, anzi il contrario. E poi ha un dono davvero speciale: «essere nel posto sbagliato al momento sbagliato». Così quando si presenta in ritardo a un pranzo di lavoro del marito, indossando una maglietta con scritto a caratteri cubitali Leccami, la situazione precipita.

Fino a quel momento suo marito Tom l’ha sempre amata per quello che è. Sì, forse un po’ disordinata, costantemente in ritardo e scombinata nel conciliare il suo lavoro di floral designer con le necessità familiari. Ma è anche creativa, fantasiosa ed esuberante.

Eppure da qualche tempo suo marito non sopporta più le sue stravaganze. Il lavoro di Tom è diventato sempre più importante e lui vorrebbe al suo fianco una moglie più matura e meno pasticciona. Sadie non sa proprio che cosa fare. All’improvviso tutte le altre donne le sembrano più belle, più brave, più adeguate di lei. Che sia davvero la moglie peggiore del mondo?

Sarà Enid, un’anziana signora, sua cliente, a ridarle fiducia con i suoi preziosi consigli. Bastano pochi accorgimenti: un paio di ricette dolci e gustose, un finto amante e un look decisamente provocante per mettere un pizzico di pepe nella relazione. Ma dopo mille tentativi di diventare una moglie perfetta, Sadie scoprirà che l’unica ricetta per far funzionare il suo matrimonio è mescolare l’amore con una buona dose di pazienza, condendo il tutto con tante risate e ironia.

Nota di Paige79: Polly Williams È nata e cresciuta a Oxford, unica femmina in una famiglia con quattro figli. Proprio per sfuggire ai tre fratelli si è avvicinata alla scrittura, chiudendosi in camera per comporre poesie che oggi non esita a definire orrende.
Dopo aver studiato letteratura inglese all’università, ha iniziato a lavorare come giornalista, un modo per scrivere ed essere pagata, per di più curiosando nella vita degli altri.
La nascita del suo primo figlio, Oscar, ha sancito l’inizio della sua carriera come scrittrice. Il suo romanzo d’esordio, Vita bassa e tacchi a spillo (Piemme, 2006), è stato a lungo in classifica in Gran Bretagna e ha riscosso grande successo anche all’estero. Per Piemme ha pubblicato anche Baby o non baby? (2008) e Le brave ragazze combinano guai (2009). Vive a Londra con il marito e i tre figli.

Untitled

ESCE IN LIBRERIA PRINCIPI E PREGIUDIZI  ( The Perils of Pursuing a Prince ),  di JULIA LONDON - EDIZIONI EUROCLUB

Brucia la passione fra una giovane ereditiera e un principe dal cuore di ghiaccio

In cerca dell´eredità paterna, Greer s´imbatte in un vero tesoro: la più travolgente fra le storie d´amore. Dopo la morte dell´amata zia Cassandra, che l´ha cresciuta come una figlia, Greer Fairchild rischia grosso. Sì, perché l´avido zio, Lord Downey, non ha la minima in-tenzione di metter mano alla borsa per mantenerla ed è anzi disposto a "venderla" al miglior offerente pur di non doversene più occupare. Greer non può contare né su un ricco patrimonio né su una famiglia che si occupi di lei, ma è una ragazza brillante e ha le idee chiare: non intende finire sposata al primo che si farà avanti per chiedere la sua mano. Non le rimane quindi che una strada: raggiungere il Galles e andare in cerca dell´eredità che il padre le ha lasciato. È così che inizia un viaggio lungo e pericoloso, irto di imprevisti. Dapprima l´incontro con Percy Owen, un giovane ambiguo che si offre di accompagnarla fino alla meta: il castello del principe Rhodrick Glendower. Poi l´incontro col principe che, lungi dall´essere il raffinato gentiluomo che Greer si è figurata, è invece un uomo freddo e dai modi indisponenti. Che si dichiara disposto a concederle quanto le spetta, a patto che lei gli fornisca le prove di essere davvero chi dice di essere. Fra schermaglie amorose e colpi di scena, la passione si fa presto strada nei loro cuori...

Ambientazione : LLanmair, Galles, 1820
Livello di sensualità: warm (caldo)

Come promesso alle sue lettrici, Mondolibri sta pubblicando i libri in serie in ordine cronologico di lettura, infatti  PRINCIPI E PREGIUDIZI è il secondo libro di una   trilogia chiamata “Desperate Debutantes series” ossia le "Debuttanti Disperate, iniziata con il precedente DUCHI E IMPREVISTI.
La trilogia comprende:

- DUCHI E IMPREVISTI (The Hazards of Hunting a Duke) uscito nel maggio 2009, trovate le note al libro qui:
http://romancebooks.splinder.com/post/20606197

- PRINCIPI E PREGIUDIZI (The Perils of Pursuing a Prince)
- "The Dangers of Deceiving a Viscount"

Julia London Originaria del Texas, dove tuttora vive, è autrice di numerosi romanzi d’amore, che negli Stati Uniti sono diventati veri e propri best-seller.

Untitled

IN THE SPOTLIGHT - SOTTO I RIFLETTORI

E' uscito"Sul filo sottile del desiderio" il primo libro erotico di Nadia Turriziani, Casa editrice Diamond Editrice edizione 2010.

Il libro, alla sua prima uscita, ha sbancato con oltre 180 copie vendute alla fiera dell'editoria di Latina "Libri da Scoprire" tenutasi dal 28 al 30 maggio

NADIA TURRIZIANI


L'AUTRICE

Nadia Turriziani,Pugliese di nascita, nata a Massafra (Taranto) nel 1964, in tenera età si è trasferita con la famiglia a Latina, città dove attualmente vive e lavora come giornalista. È capo redattore centrale del portale web “Periodico Italiano” dove si occupa di cultura, teatro e novità letterarie. Per il web collabora inoltre con “Tifeo” e “Parvapolis”, mentre per il cartaceo con il “Settimanale di Latina” e con “Periodico Italiano” dove cura la rubrica "Tra gli scaffali". Ha partecipato e ottenuto riconoscimenti in vari concorsi letterari nazionali ed internazionali. Nel 2007 è stata insignita del diploma d´onore nel concorso Internazionale "Amico Rom" con la poesia Il tuo sorriso, e nel 2008 nel concorso Nazionale indetto dalla UNICAL-Università della Calabria con la poesia La mia sfida. È stata premiata in Campidoglio a Roma quale vincitrice del terzo posto nella "XX Edizione del Premio Internazionale Letterario d´Arte e Cultura Giuseppe Gioacchino Belli", con il racconto La villa degli orrori.
Ha all’attivo numerose pubblicazioni: "Le verità nascoste", racconto pubblicato nel 2006 per la Ego; le poesie "Ti regalerò una rosa", "Il coraggio di amare", "Vite sportive", "Il profumo del tuo corpo", "Filastrocca di Natale", "Lascia che io ti ami", "Il girotondo della pace", "Roma-Verona. L´austostrada del desiderio", "Nel triste ricordo di te" e "Io Barbara…O Charlie Sastre", pubblicate in varie Antologie per la Perrone Editore tra il 2007 e il 2008; la fiaba Il volo degli angeli per la Poggio Editore nel 2008; Il grande derby per la Bradipolibri nel 2008; Odo una musica, Indugio, La donna del poster, Pioggia e Nel silenzio terrificante della notte, pubblicati per Aletti Editore nel 2008.

Sul filo sottile del desiderio è il suo primo libro erotico. Una scommessa con sé stessa e con la casa editrice "Diamond" che l´ha voluta come apri fila delle pubblicazioni future.

Nella fantasia delle persone, la vita reale assume un aspetto diverso dalla realtà. Si intravedono orizzonti diversi, obiettivi diversi, amori diversi. Quello che rimane è la stima di sé stessi, che nessuno potrà mai togliere. Il primo amore, la passione, i piaceri della carne, l’erotismo e la sensualità. Un tradimento. La rinascita: l’amore. Dopo vent’anni di matrimonio e la nascita di tre figlie, Barbara si ritrova rassegnata ad affrontare il dolore e la nostalgia per la fine della sua vita coniugale. L’abbandono prima e il desiderio poi di riscoprirsi, la porteranno ad un nuovo grande e magico incontro, Marco. … una sintesi concreta di quello che molte donne hanno paura di conoscere…


È POSSIBILE CONTATTARLA: (link blog personali)

http://www.nadiaturriziani.ilcannocchiale.it/
http://www.culturalmente.ilcannocchiale.it/

Qusto è il link della casa editrice con punti distrubuzione euronics
http://www.diamondeditrice.it/?cat=13

PREFAZIONE

Non è sempre facile raccontare situazioni complicate con la semplicità che conta, perché è di questa che il romanzo che andrete a leggere ha bisogno e si compone.
A volte è difficile rendersi conto che si può e si deve dire "basta" a ciò che fa male, e che occorre agire e reagire alla realtà, se pur cruda. Bisogna quindi capire che è importante prima di tutto credere e contare su sé stessi prima degli altri. Conoscersi è la terapia più amara e difficile di ognuno di noi, ma diventa necessario per poter vivere e convivere con gli altri. Nell'unione non dobbiamo mai dimenticarci della nostra singolarità, sempre e comunque. Il coraggio deve essere visto come una forza e non come una parentesi.
Barbara, la protagonista di questo romanzo, racconta la storia attraverso lo sciogliersi dei nodi, attraverso il rapporto tra rassegnazione e soluzione. Il sesso, la passione, l'erotismo, la seduzione e l'amore, sono un labirinto attraente pieno di gioia e dolore. Il tradimento e il rispetto sono decisioni altalenanti che fanno da traino alle conseguenze chiamate in causa.
I ricordi a volte sono l'orrore della vita, altre invece, sono la conoscenza dei propri sbagli e migliorare diventa un'abitudine crescente. Non è mai troppo tardi per niente se il volere non tace e giace.
La donna ha una mente riflessiva ma se si lascia andare, il coinvolgimento è completo, e tra le righe di queste pagine emerge l'andamento confuso e di seguito deciso. Molti aspetti vengono evidenziati, dalla famiglia ai figli, i primi amori adolescenziali, la fiducia tradita, gli amori a volte impossibili, il desiderio e tanto altro. Tutti siamo liberi nella nostra vita, e tutti siamo responsabili delle nostre azioni in ogni modo e in ogni caso.
L'incoscienza è una coscienza messa da parte per un attimo e cercata in un secondo tempo, ma i propri comodi spesso non sono tolleranti ai pensieri di chi si ha vicino. Tutto inizia, continua e finisce, in fondo viviamo ogni giorno scrivendo i capitoli del nostro libro, che nel tempo qualcuno o qualcosa chiuderà.

Sul filo sottile del desiderio è una sintesi concreta di quello che molte donne hanno paura di conoscere, ma i dubbi tolgono qualsiasi certezza, così come può avvenire il contrario. Non è giusto perdonare chi persiste nelle proprie azioni, ma è giusto cambiare strada e conoscere il nuovo. La felicità è la ricchezza che più conta e non ha età o schemi. (Luciana Cameli – scrittrice erotica ed attrice)



IL LIBRO

SUL FILO SOTTILE DEL DESIDERIO


COLLANA: Red Passion
Pagine: 96
Prezzo: € 10,00
Anno di edizione: 2010
In libreria :Da Maggio
ISBN: 978-88-96650-03-5



Barbara ha conosciuto il suo primo grande amore ad appena diciotto anni. Prima di allora le sue erano state delle adolescenziali infatuazioni platoniche. Solo Stefano, un uomo di trentatré anni, riesce a sedurla e a farle scoprire i piaceri della carne, a renderla una donna passionale capace di amare senza riserve né timori di giudizi altrui. L’estate in cui si conoscono, Barbara e Stefano vivono una stagione rovente, e nell’eroticità trovano il collante della loro unione felice. Dopo vent’anni di matrimonio e la nascita di tre figlie, tuttavia, Barbara, donna di quarant’anni ancora affascinante quanto sensuale, scopre il tradimento di suo marito con una collega di lavoro. Da quel momento vive sentimenti contrastanti, combattuta tra il desiderio di restituire a suo marito il dolore ricevuto, e la nostalgia per i tempi passati, scanditi da complice focosità e solidi progetti di vita insieme. Proprio quando la passione sembra riaccendersi tra i due, compare nuovamente lei, l’amante, e Barbara non può fare altro che rassegnarsi alla fine del suo matrimonio. Si tuffa nel lavoro e riscopre una complicità con le figlie dopo un periodo di incomprensioni. Il suo desiderio ora è curarsi nuovamente di se stessa, riappropriarsi della sua vita, dei propri spazi che aveva trascurato per vent’anni al fine di curarsi delle bambine e del lavoro insieme al marito. Si iscrive ad una palestra e conosce Marco, un avvenente istruttore di vent’anni più giovane. Tra i due scatta la scintilla della passione, ma la storia inizialmente rende titubante Barbara a causa della differenza d’età, e quando decide di lasciarsi andare all’amore, il destino le gioca un altro duro colpo, ma questa volta, tra lei e il suo amore non c’è più un’amante, una donna qualsiasi, ma sua figlia.



ESTRATTO - dal romanzo "Sul filo sottile del desiderio"

"Anche Barbara è incosciente, nonostante la sua età, come incosciente potrebbe essere solo chi ama incondizionatamente. Ed è nell’oblio dell’incoscienza che accetta di incontrarlo nuovamente. Il cuore palpitante e il desiderio di amarlo clandestinamente le contrae le viscere. Si precipita all’appuntamento con la brama incontenibile di farsi baciare e accarezzare. Di lasciarsi amare. (...)Il giovane amante si avvicina a lei lentamente, quasi a non volere rompere il fragile incantesimo. Le bacia il seno avvolgendola in un caldo abbraccio, sale sul collo e le sfiora percettibilmente le spalle. Poi avidamente si accanisce sulle sue labbra, creandole un turbinio incontrollabile di emozioni. Le mani scivolano sulla schiena, le accarezzano i glutei sodi mentre la solleva lievemente per entrare in lei. (...)
Mentre si assaporano avidi di sensazioni, lui con l’impeto tipico dei giovani sembra quasi volerla spezzare. Brividi gelati accarezzano i corpi. I seni turgidi sembrano volerle esplodere, i pori della pelle aprirsi percettibilmente a quella emozione quasi assopita. All’improvviso Barbara avverte la sensazione di cadere da un precipizio. Sente nitidamente come parte del suo corpo il membro turgido di lui, i glutei sodi, le gambe ben tornite, il torace accuratamente depilato. Poi lentamente lo sente sgusciare ...


Casa editrice: Diamond Editrice.
La nostra linea editoriale si pone come obiettivo quello di scoprire e proporre nuovi talenti letterari meritevoli di visibilità, che non troverebbero altrimenti spazio presso i grandi colossi editoriali, più disposti a puntare su autori già conosciuti e sicuri commercialmente, prediligendo così la qualità delle opere alle consuete regole del business.
Non essendo interessati, inoltre, alle strategie di guadagno tipiche dell’editoria a pagamento, distanti dalla nostra idea di cultura, perché basate sulla pubblicazione dietro compenso economico a discapito della qualità dei testi, non chiediamo alcun contributo al fine della pubblicazione, né vincoliamo i nostri autori all’acquisto di copie della propria opera.
La nostra attenzione non è rivolta solo alla qualità del prodotto letterario, ma anche all’eleganza estetica, infatti, i nostri illustratori sono artisti di comprovata esperienza, che vengono scelti solo dopo una scrupolosa selezione dei loro lavori. Tanti tipi di autori per tanti tipi di lettori, perché come per i diamanti taglio e colore sono le caratteristiche fondamentali che li rendono diversi, speciali e unici, così, per la Diamond, le sue collane sono come gli scaffali di una libreria preziosa che raccolgono i libri secondo i vari generi.
Ogni libro, una sfaccettatura di diamante. Ogni autore, un riflesso di luce. Ogni edizione, una sfumatura di colore.

Untitled

ASPETTANDO... SPECIALE ROMANCE





Lo "Speciale Romance" è un'iniziativa nata da un'idea di Alessandra, owner del blog "Diario di Pensieri Persi" ed è mirata a promuovere il Romance, un genere denigrato nonostante sia il più venduto al mondo.
Questo progetto ha raccolto la collaborazione di molte persone, coinvolgendo lettrici, bloggers, autrici italiane e straniere che a breve uniranno la blogosfera romantica sotto un'unica bandiera, quella del Romance.

 


Autrici Italiane che partecipano

Elisabetta Bricca
Kathleen McGregor
Mariangela Camocardi
Miriam Formenti
Ornella Albanese
Roberta Ciuffi
Samanta Catastini
Sylvia Z. Summers
Cristina Contilli
Barbara Risoli
Theresa Melville
Eleonora Segatori


Autrici straniere che partecipano

Amanda Quick
Anne Stuart
Deanne Raybourn
Eloisa James
Jo Beverley
Julia Quinn
Kat Martin
Mary Jo Putney
Deborah Simmons
Loretta Chase


Per vedere tutti i blog che aderiscono all'iniziativa o per unirvi a noi potete contattare Alessandra sul suo blog cliccando sul bannerino.


Untitled

ESCE IN LIBRERIA IL SEGRETO  DEL VAMPIRO ( Vampire's Secret ), di Raven Hart- EDIZIONI DELOS, COLLANA ODISSEA VAMPIRI

Il secondo romanzo della saga dei vampiri di Savannah. La vendetta non è mai stata così dolce.

William Cuyler Thorne, un tempo mortale e premuroso padre di famiglia, è ora un vampiro a caccia di sangue e di donne bellissime e agisce sotto la copertura di stimato cittadino della società di Savannah.
Ma la sua esistenza è complicata dal fatto deve combattere contro i seguaci di Reedrek, spietato vampiro giunto negli Stati Uniti dal vecchio continente per distruggerlo.
A contrastare questa feroce banda di succhiasangue europei c'è un vero e proprio impero, che comprende Jack, vampiro dalle abilità notevoli, la voluttuosa seduttrice Eleanor, che William ha trasformato da poco in sua compagna per l'eternità, e Werm, deciso a calarsi nella parte del tipo tosto e aggressivo.
Mentre William e la sua squadra si preparano allo scontro, è una donna a rappresentare la loro unica speranza di vincere, una vampira dai poteri straordinari che tiene il destino dei vampiri nelle proprie calde, piccole mani.


Note di andreina65: secondo libro della serie chiamata  la "Savannah vampire series" sino a oggi così composta :

1. LA SEDUZIONE DEL VAMPIRO (The Vampire's Seduction)
2. IL SEGRETO  DEL VAMPIRO (The Vampire's Secret )
3. The Vampire's Kiss (inedito in Italia)
4. The Vampire's Betrayal (inedito in Italia)
5. The Vampire's Revenge (inedito in Italia)
+ altri a seguire

Susan Goggins è stata reporter di quotidiani, scrittrice di discorsi per personalità politiche e ha svolto numerosi altri incarichi nel settore giornalistico. Sotto lo pseudonimo di Raven Hart, insieme a Virginia "Gin" Ellis, ha scritto due romanzi del ciclo I Vampiri di Savannah: La seduzione del vampiro e Il segreto del vampiro. Dopo la scomparsa della sua collega ha continuato da sola. Attualmente ha completato cinque romanzi che sono già stati pubblicati negli Usa dalla casa editrice Ballantine.

 

 

 

Untitled

ESCE IN LIBRERIA ORGOGLIO E PERDONO ( Ain't Too Proud to Beg ), di Susan Donovan- EDIZIONI FANUCCI/LEGGEREDITORE

Josie Sheehan, trentacinque anni, ha collezionato una serie infinita di relazioni finite male: ne ha alle spalle tante quante sono le borse griffate che tiene nell’armadio. Ormai l’unico che frequenta assiduamente il suo letto è Genghis, il suo affezionatissimo labrador, e Josie ha giurato a se stessa di dimenticare per sempre l’esistenza degli uomini, sugellando la propria intenzione con una promessa fatta insieme a tre sue amiche, tutte rigorosamente single e padrone di altrettanti compagni a quattro zampe. Ma tutto cambia il giorno in cui conosce Rick Rousseau, il sexy e simpatico proprietario di un negozio di animali che perde letteralmente la testa per lei. E proprio quando Josie comincia a pensare che forse ha finalmente trovato qualcosa di più di una storia passeggera, scopre che Rick ha un passato piuttosto complesso... e un segreto che potrebbe mettere in pericolo anche lei.

“Susan Donovan è riuscita a dar vita a una commedia  romantica con un tocco di suspense.”
Publisher’s Weekly
 
“Humour, suspense e personaggi interessanti... Susan Donovan ha scritto davvero uno splendido romanzo!”
Romance Junkies.

Susan Donovan, che oggi ha quarant’anni, è cresciuta a Cincinnati; dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Northwestern University, ha lavorato come reporter a Chicago, Albuquerque e Indianapolis. I suoi romanzi sono stati tradotti in dodici Paesi, e sono costantemente ai vertici delle classifiche del New York Times.
 

Untitled

ESCE IN LIBRERIA JUSTIN IL RIBELLE ( Just in Case ), di Meg Rosoff- EDIZIONI FANUCCI/LEGGEREDITORE

David Case ha quindici anni ed è un ragazzo chiuso, che parla il meno possibile con i genitori – i quali a loro volta non sembrano voler fare uno sforzo per capire lui. Un giorno trova il suo fratellino in bilico sul balcone di casa, a malapena in equilibrio sulle gambe di bimbo, le braccia spalancate, sul punto di spiccare un volo mortale. D’istinto, lo afferra e lo riporta in salvo. Ma quell’episodio lo segna profondamente: David si rende conto all’improvviso di quanto fragile sia l’esistenza umana, e non riesce a liberarsi dalla sensazione che qualcosa di terribile possa accadergli da un momento all’altro. Decide così di lasciarsi ogni cosa alle spalle, cambia nome in Justin e assume una nuova identità, indossa nuovi vestiti e si fa nuovi amici, e osa perfino innamorarsi della seducente Agnes Day. Accompagnato dal suo cane immaginario, il greyhound Boy, tenta in ogni modo di calarsi nel ruolo che ha inventato per sé e, soprattutto, riuscire a sopravvivere in un mondo in cui tutto potrebbe andare perduto in qualsiasi istante. Nel frattempo, un’eccentrica giovane fotografa lo scopre, e lo immortala in un poster sulla ‘gioventù distrutta’... In una narrazione serrata, in cui i ragazzi sembrano più saggi e più grandi degli adulti, Meg Rosoff dà vita a una storia in parte surreale, in parte allegorica, mostrando come Justin Case, il personaggio creato artificialmente dal protagonista, tenti disperatamente di cambiare il proprio ineluttabile destino.

Romanzo vincitore della Carnegie Medal e del Costa Children’s Book Award.

 “Un realismo dai toni magici sbarca in Inghilterra con questo romanzooriginale e brillante, in cui Londra fa da sfondo alla lotta di un ragazzo contro le forze del destino.“
Marie Claire

Meg Rosoff, nata a Boston nel 1956, ha esordito con il romanzo Come vivo ora (Feltrinelli 2005), acclamato da uno strepitoso successo presso critica e pubblico e vincitore di numerosissimi premi, tra i quali il Guardian Children’s fiction Prize, il Michael L. Printz Award, il Branford Boase Award.

Untitled

ISN'T IT ROMANTIC?

WANTS

YOU

Isn't It Romantic? è alla ricerca di nuove bloggers!

e poiché ci avete seguito sempre con simpatia ed entusiasmo, siamo sicure che tra voi ci siano proprio le persone adatte ! :-)

Se siete lettrici accanite di romance, ma non solo, se vi piace condividere le vostre impressioni e le vostre idee, se vi piace scrivere e desiderate collaborare con noi, questo è il vostro momento!

contattateci alla mail del blog
Isnt_It_Romantic-owner@yahoogroups.com

parlateci di voi, di quello che vi piace leggere e che vorreste fare sul blog, mandateci un "articolo" di prova (o anche più d'uno) corredato di immagini, video ecc. su qualsiasi tipo di argomento che abbia a che fare con il romance e che non sia apparso in nessun altro blog/sito/forum.

I migliori articoli ricevuti verranno pubblicati sul blog durante i mesi di Ottobre e Novembre, e a Dicembre annunceremo i nomi delle nuove bloggers di Isn't It Romantic?


Untitled

DIRETTAMENTE DALLA VOSTRA INFILTRATA IN LIBRERIA

Per Ottobre, sono previste molte altre uscite interessanti oltre a quelle già segnalate nel precedente post dell'infilitrata (che se vi siete perse potete trovare qui: http://romancebooks.splinder.com/post/23237413).

La piu' degna di nota è GABBIA PER AMANTI di Dawn Powell edita da Fazi, che ha già pubblicato con successo 6 dei suoi numerossissimi romanzi e che tengo particolarmente a segnalarvi e a consigliarvi, se non aveste mai letto nulla di questa bravissima autrice vi esorto ad affrettarvi a farlo, magari cominciando proprio da quello che ritengo (e non solo io che non sono nessuno, ma fiori di artisti come Hernest Hemingway e Gore Vidal) essere il suo capolavoro. 

La Powell è riconosciuta quale la più grande scrittrice americana del Novecento, nata in Ohio (USA) nel 1896 e morta in circostanze misteriose nel 1965.
Visse un'infanzia che sembra trarre le sue vicende da un romanzo d'appendice di fine Ottocento: orfana di madre, lasciata dal padre in balia di una perfida matrigna che godeva nell'infliggerle atroci sofferenze, crebbe isolata dal mondo in una cittadina di provincia dove perfino andare a scuola poteva essere un privilegio. Come ogni protagonista di una storia con tutti i crismi, Dawn riuscì a fuggire che aveva appena tredici anni e da lì iniziò il riscatto di una personalità determinata ad attraversare la vita senza più lasciarsene sopraffare. In parte ci riuscì: frequentò il college e poi l'università potendo contare esclusivamente sulle borse di studio che il suo rendimento scolastico le assicurava. A farle forza, un'affettuosa zia che le insegnò il valore della libertà in un'epoca in cui essere donna era condizione non sempre conciliabile con il desiderio di indipendenza. E poi una passione: la scrittura.
Nel 1918, quando aveva appena ventun anni, Dawn approdò a New York, la città che amò sopra ogni altra e che sempre nella sua produzione letteraria viene contrapposta alla casa dell'infanzia nell'Ohio, dove piccole gioie e grandi dolori si mescolano e continuano a straripare oltre il limite della memoria, nella back-story di tanti personaggi dei romanzi della Powell.
Certo i primi tempi nel Village non furono facili, come lei stessa racconta: "Dio sa che ogni tanto il pensiero del mio metro e mezzo che si arrabatta nella città malvagia mi dà una sensazione di vuoto". Ma New York è anche il luogo dove i suoi primi romanzi presero vita, dove i suoi personaggi si muovono, dove Dawn incontrò e sposò Joseph Gousha nel 1920. A lasciar intendere la personalità della Powell e la sua irriverente voglia di non sottostare mai a regole preconcette e dogmatismi comportamentali, basti pensare allo scandalo creato da lei e il marito quando tornati dal viaggio di nozze presero una singolare decisione: tornare ognuno a casa propria. E se anche l'esperimento di condurre vite separate non durò a lungo, il loro matrimonio fu spesso movimentato da passioni extraconiugali di cui né Dawn né Joseph pensarono mai di privarsi.
Non mancarono di certo molti dolori nella vita di Dawn Powell. Fra questi non è secondario l'autismo di cui il suo unico figlio soffriva in anni in cui la malattia non era ancora riconosciuta: tanto maggiore dunque era la sofferenza per non riuscire a razionalizzare gli strani comportamenti di un bambino per molti versi più acuto dei coetanei, ma ufficialmente classificato come ritardato. Il suo matrimonio – stabile nonostante tutto – durò fino alla morte di Joseph nel 1962 ma la sorte delle finanze familiari subì le conseguenze di una dedizione all'alcol che travolse spesso Joseph e di frequente la stessa Dawn. Benché la Powell abbia sempre lavorato in case editrici e redazioni giornalistiche, nonostante le molte pubblicazioni e i lunghi periodi di scrittura cinematografica a Hollywood, quando la scrittrice si ammalò non aveva più sostanze su cui contare. Sistemato il figlio Jojo (Joseph junior) in clinica, Dawn Powell morì nel 1965.
Le vicende per cui le sue spoglie furono recuperate dopo diversi anni sull'isola di Hart, cimitero di derelitti senza nome, non sono chiare. (Fonte: http://www.fazieditore.it/)

Forse anche per questo i
suoi romanzi, storie d'amore appassionate e tormentate rispecchiano la sua difficile vita e i suoi protagonisti hanno quella meravigliosa profondità di spessore che hanno le persone nella "vita vera".

GABBIA PER AMANTI, 200 pagine circa per 18€, ci racconta la storia di Christine. Siamo a Parigi, negli anni cinquanta, Christine Drummond, una giovane americana, rievoca nella stanza dell’alberghetto dove ha preso alloggio i motivi che l’hanno spinta a fuggire. La ragazza, dopo aver rotto ogni rapporto con la madre, ha accettato un posto da segretaria e dama di compagnia presso Miss Lesley Patterson, un’arcigna riccona afflitta da varie malattie immaginarie. Tra le due donne si è creato un legame morboso, basato sulla dipendenza reciproca, e Christine si è sentita usata dall’anziana donna che ha continuamente escogitato nuovi e subdoli modi per tiranneggiarla, arrivando a impedire qualsiasi altro rapporto affettivo della ragazza, fino a stroncare sul nascere la sua relazione con Gordon McNeal, l’autista di casa. Dopo aver vagato in una Parigi piovosa e ostile, Christine viene raggiunta qui proprio da Gordon che le propone di andarsene con lui. In albergo, però, trova ad aspettarla Miss Lesley, che le ingiunge di tornare al suo servizio e, quando lei si ribella, viene colta da malore. L’ictus lascia la donna veramente bisognosa di cure e la ragazza decide di tornare al vecchio lavoro e di accettare l’amore di Gordon. In uno scenario per lei insolito, una Parigi conosciuta durante un viaggio in Europa, Dawn Powell ripercorre con la consueta maestria temi a lei cari: la perdita dell’innocenza, che qui più che altrove coincide con il passaggio dall’adolescenza all’età adulta; l’idealismo dei sogni e delle aspirazioni contrapposto alla ferocia di un mondo dominato dal denaro; le lusinghe e i pericoli dell’amore che, soprattutto per le donne, si rivela il più delle volte un’insidiosa trappola. A differenza che in altri romanzi Gabbia per amanti
ha però un lieto fine: i due protagonisti riescono a spezzare la gabbia che li teneva prigionieri e a rinchiudervi proprio colei che l’aveva costruita per loro. «Era la loro schiava e lo sarebbe rimasta fino alla morte; con la paura di essere abbandonata, la paura che gli altri si amassero, e più di ogni altra cosa la paura degli amanti».

Un libro assolutamente da non perdere!!!
Buona lettura!
Paola.

Untitled

ESCE IN LIBRERIA LOVER UNBOUND - UN AMORE INDISSOLUBILE di J.R.WARD - EDIZIONI EUROCLUB

Sangue... e passione. Continua l´entusiasmante saga

V come un vampiro di nome Vishous: con un passato violento alle spalle e un futuro d´amore impossibile. Bentornati nel sobborgo di Caldwell, avamposto segreto della Confraternita del Pugnale Nero nonché luogo in cui si combatte l´eterna lotta dei vampiri contro i lesser, ex umani privati dell´anima. In primo piano questa volta c´è Vishous, il Vizioso. Figlio del sanguinario Carnefice e cresciuto dal padre in un campo di addestramento, ha subito violenze fisiche e psicologiche di ogni tipo, tanto che ora si ritrova perseguita-to dai demoni di una sessualità oscura e brutale. Quando, a causa di una ferita mor-tale, Vishous viene portato d´urgenza al St. Francis Medical Center, viene operato dall´affascinante dottoressa Jane Whitcomb, che gli salva la vita. Fra i due è amore a prima vista, anche se lei è un´umana. E anche se lui è destinato a congiungersi soltanto con le sacerdotesse del tempio per generare vampiri dotati dei suoi stessi poteri. Ma Jane lo aiuterà a liberarsi dei suoi tormenti interiori e, per la prima volta, gli svelerà il piacere infinito di un erotismo senza vittime né carnefici...


TRA TUTTE COLORO CHE LASCERANNO UN COMMENTO VERRANNO ESTRATTE  DUE FORTUNATE LETTRICI CHE VINCERANNO UNA COPIA CIASCUNA DI   LOVER UNBOUND GENTILMENTE OFFERTE DA MONDOLIBRI !

 

Ambientazione : contemporanea - Caldwell, New York
Livello di sensualità : hot (bollente)

Note di andreina65: Finalmente! Laciatemi esultare un po'! è arrivato l’atteso quinto libro della La serie "La Confraternita del Pugnale Nero" ad oggi è così composta :

- DARK LOVER - UN AMORE PROIBITO, storia di Wrath;
- LOVER ETERNAL - UN AMORE IMMORTALE, storia di Rhage;
- LOVER AWAKENED - UN AMORE IMPOSSIBILE, storia di Zsadist;
- LOVER REVEALED - UN AMORE VIOLATO, storia di Butch;
- LOVER UNBOUND -UN AMORE INDISSOLUBILE, storia di Vishous
- LOVER ENSHRINED- storia di Phury; inedito in Italia
- LOVER AVENGED- storia di Rehvenge; inedito in Italia
-
Per chi fosse interessato a conoscere meglio questa fantastica serie, a cui abbiamo dedicato numerosi post, eccovi il link al concorso ”Libro del mese” dello scorso maggio:
http://romancebooks.splinder.com/post/20657752


Questo è il link del Concorso Libro dell'Anno 2008… indovinate chi ha vinto???
http://romancebooks.splinder.com/post/20047888 

Questo è il link del Concorso Libro dell'Anno 2009… indovinate chi ha rivinto???
http://romancebooks.splinder.com/post/22320665

Per chi volesse più informazioni su questa serie ed i suoi vari episodi ( e qualche anticipazione su quello che succederà negli episodi ancora inediti in Italia... ), eccovi i link alle nostre recensioni dei romanzo di J. R. Ward :

1 - DARK LOVER
http://romancebooks.splinder.com/post/17185361
http://romancebooks.splinder.com/post/19436408 
2 - LOVER ETERNAL
http://romancebooks.splinder.com/post/19547325 
3 - LOVER AWAKENED
http://romancebooks.splinder.com/post/19650093 
4 - LOVER REVEALED
http://romancebooks.splinder.com/post/20130525 
5 - LOVER UNBOUND
http://romancebooks.splinder.com/post/20348506 
6- LOVER ENSHRINED
http://romancebooks.splinder.com/post/22056356


J. R. Ward
Dopo aver lavorato a lungo come capo del personale di una delle più prestigiose cliniche universitarie degli Stati Uniti, ha deciso di dedicarsi alla scrittura, diventando autrice di apprezzati best-seller. Fra questi, i romanzi della saga di Dark Lover, che coniugano eros e paranormale e che stanno conquistando il pubblico anche in Italia.


E per gentile concessione di Mondolibri (tutti i diritti riservati) vi offriamo in anteprima il primo capitolo del libro!
Giusto un piccolo assaggio...buona lettura!



Dedicato a: Te.
All’inizio ti ho frainteso
e me ne scuso.
È proprio da te essere intervenuto comunque,
salvando così non solo lui,
ma anche me.
Con immensa gratitudine ai lettori
della Confraternita del Pugnale Nero
e in particolare alle ragazze!
Non tirerò neanche più in ballo il divano,
siete in troppi.



Prologo

Greenwich Country Day School
Greenwich, Connecticut
Vent’anni fa


«Dai, prendilo, Jane.»
Jane Whitcomb afferrò lo zaino. «Però vieni, vero?»
«Te l’ho già detto stamattina.
«Va bene.» Jane seguì con gli occhi l’amica che si allontanava lungo il marciapiede finché sentì un colpo di clacson. Sistemandosi la giacca, raddrizzò le spalle e si voltò verso una Mercedes-Benz. Al volante, sua madre guardava fuori dal finestrino, la fronte aggrottata.
Jane si affrettò ad attraversare la strada; lo zaino faceva troppo rumore per i suoi gusti – ci aveva nascosto dentro una cosa che doveva restare segreta. Saltò sul sedile di dietro nascondendolo ai suoi piedi; l’auto ripartì prima che avesse chiuso la portiera.
«Tuo padre torna a casa stasera.»
«Come?» fece Jane spingendosi gli occhiali in cima al naso.
«Quando?»
«Stasera. Quindi temo che…»
«No! Me l’avevi promesso!»
Sua madre le lanciò un’occhiata da sopra la spalla. «Scusi tanto, signorina.»
«Me l’avevi promesso per il mio tredicesimo compleanno», piagnucolò Jane con gli occhi lucidi. «Ero già d’accordo con Katie e Lucy…»
«Ho già avvertito le loro mamme.»
Jane si lasciò andare contro il sedile.
Sua madre la guardò attraverso lo specchietto retrovisore. «Levati quell’espressione dalla faccia, per favore. Credi di essere più importante di tuo padre? Eh?»
«No di certo. Lui è dio.»
La Mercedes sterzò bruscamente verso il ciglio della strada con uno stridore di freni. Sua madre si voltò completamente, alzò la mano e rimase in posa, il braccio tremante. Jane si ritrasse inorridita.
Dopo un attimo di violenza sospesa, sua madre si voltò, lisciandosi i capelli già perfettamente lisci col palmo fermo come acqua bollente. «Tu… tu non cenerai con noi, stasera. E darò ordine di buttare via la tua torta.»
L’auto ripartì.
Jane si asciugò le guance abbassando gli occhi sullo zaino. Era la prima volta che invitava le amiche a passare la notte da lei. Erano mesi che supplicava di poterlo fare.
Rovinato. Adesso era tutto rovinato.
Rimasero in silenzio per tutto il tragitto; dopo aver parcheggiato in garage sua madre scese dalla Mercedes ed entrò in casa senza voltarsi.
«Sai dove andare», fu tutto ciò che disse.
Jane rimase in macchina, cercando di riprendersi. Poi prese zaino e libri e si trascinò attraverso la cucina. Richard, il cuoco, chino sopra la pattumiera, stava spingendo giù da un piatto una torta ricoperta di glassa bianca con sopra dei fiorellini rossi e gialli.
Jane non gli disse niente perché aveva un groppo un gola. Neanche Richard le disse niente perché Jane gli stava antipatica. A lui piaceva solo Hannah.
Jane passò in sala da pranzo; non aveva voglia di incrociare la sua sorellina e si augurò che Hannah fosse già a letto. Quella mattina non stava bene. Forse perché doveva preparare il riassunto di un libro per la scuola.
Andando verso lo scalone, vide sua madre in salotto.
I cuscini del divano. Di nuovo.
Sua madre aveva ancora addosso il cappotto di lana celeste e stringeva in mano il foulard di seta e di sicuro sarebbe rimasta così finché non fosse stata soddisfatta di come apparivano i cuscini. Il che poteva voler dire parecchio tempo. Il termine di paragone era lo stesso dei capelli: la perfezione assoluta.
Jane salì in camera sua. La sua unica speranza, a quel punto, era che suo padre arrivasse dopo cena. Così almeno, pur sapendo che lei era in punizione, non sarebbe stato costretto a guardare la sua sedia vuota. Proprio come sua madre, anche lui detestava il minimo disordine, e non vederla a tavola era il massimo del disordine.
La ramanzina che le avrebbe riservato, in tal caso, sarebbe stata ancora più lunga perché avrebbe dovuto includere sia la delusione che aveva procurato alla sua famiglia con la sua assenza a cena sia il fatto che era stata sgarbata con sua madre.
Al piano di sopra, la sua camera da letto giallo ranuncolo era come tutto il resto, in casa: impeccabile come i capelli di sua madre, i cuscini del divano e il modo in cui ci si doveva esprimere.
Niente fuori posto. Tutto ingessato nella gelida perfezione delle riviste di arredamento.
La sola cosa che sfuggiva a quello schema era Hannah.
Lo zaino finì dentro l’armadio, sopra le file di mocassini e scarpe col cinturino; poi Jane si tolse l’uniforme scolastica e si infilò una lunga camicia da notte di flanella. Non c’era motivo di vestirsi diversamente, tanto non sarebbe andata da nessuna parte.
Portò la pila di libri sulla scrivania bianca. Aveva dei compiti di inglese. Algebra. Francese.
Lanciò un’occhiata al comodino. Le mille e una notte la aspettavano.
Non le veniva in mente modo migliore per passare il tempo mentre era in punizione, ma prima di tutto c’erano i compiti. Per forza. Altrimenti si sarebbe sentita troppo in colpa.
Due ore dopo era a letto con Le mille e una notte in grembo.
All’improvviso la porta si aprì e Hannah fece capolino nella stanza.
I suoi ricci rossi erano un’altra deviazione dalla norma. A parte lei, tutti in famiglia erano biondi. «Ti ho portato qualcosa da mangiare.»
Jane si rizzò a sedere, preoccupata per la sorellina. «Ti caccerai nei pasticci.»
«No.» Hannah sgattaiolò dentro; in mano aveva un cestino coperto da un tovagliolo di percalle con sopra un panino, una mela e un biscotto. «Me l’ha dato Richard; ha detto che così stasera potevo fare uno spuntino.»
«E tu?»
«Io non ho fame. Ecco, prendi.»
«Grazie, Han.» Jane prese il cestino mentre Hannah si sedeva in fondo al letto.
«Allora, cos’hai combinato?»
Jane scosse la testa, addentando il panino al roast-beef. «Mi sono arrabbiata con la mamma.»
«Perché non ti ha lasciato fare la tua festa?»
«Uh-huh.»
«Be’… ho qui qualcosa che ti tirerà su di morale», così dicendo, Hannah fece scivolare sul piumone un cartoncino colorato. «Buon compleanno!»
Jane guardò il biglietto e batté le palpebre un paio di volte.
«Grazie… Han.»
«Non essere triste, ci sono qua io. Guarda il biglietto! L’ho fatto per te.»
Su primo foglio, tracciate dalla mano maldestra di sua sorella, c’erano due figurine stilizzate. Una aveva i capelli biondi e lisci e ai suoi piedi c’era scritto Jane. L’altra aveva i capelli rossi e ricci e sotto c’era scritto Hannah. Si tenevano per mano e avevano un gran sorrisone sui faccini tondi.
Proprio mentre Jane si apprestava ad aprire il biglietto, un paio di fari spazzarono la facciata della casa risalendo il viale d’accesso.
«È arrivato papà», bisbigliò Jane. «Farai meglio ad andare via.»
Hannah non sembrava preoccupata come ci si poteva aspettare, forse perché non stava bene. O forse era distratta da… be’, dalle cose che la distraevano di solito. Hannah era quasi sempre immersa nelle sue fantasticherie, il che forse spiegava perché era sempre allegra.
«Vai, Han, sul serio.»
«Va bene. Ma mi dispiace davvero che la tua festa sia saltata», disse Hannah strascicando i piedi fino alla porta.
«Ehi, Han? Mi piace il biglietto.»
«Non lo hai neanche aperto.»
«Non ce n’è bisogno. Mi piace perché l’hai fatto per me.» Il volto di Hannah si aprì in uno dei suoi sorrisi radiosi; ogni volta che li vedeva, Jane pensava ai giorni di sole. «Parla di me e di te.»
Mentre la porta si chiudeva, Jane udì le voci dei suoi genitori nell’atrio. Divorò in fretta e furia lo spuntino di Hannah, nascose il cestino tra le pieghe delle tende vicino al letto e andò a rovistare tra i libri scolastici. Tornò a letto con Il Circolo Pickwick di Dickens.
Se entrando suo padre l’avesse trovata a leggere roba di scuola, forse la cosa le avrebbe fatto guadagnare dei punti.
I suoi genitori salirono di sopra un’ora dopo e Jane si irrigidì,aspettandosi di sentire bussare suo padre. Ma così non fu.
Strano. Nella sua mania di controllare sempre tutto, era preciso come un orologio svizzero e la sua prevedibilità aveva un che di stranamente confortante, anche se a Jane non piaceva avere a che fare con lui.
Mise da parte Il Circolo Pickwick, spense la luce e infilò le gambe sotto il piumone ornato di gale. Sotto il baldacchino del letto non riusciva a prendere sonno; a un certo punto sentì la pendola in cima alle scale battere dodici volte.
Mezzanotte.
Sgattaiolò giù dal letto, andò all’armadio, tirò fuori lo zaino e aprì la cerniera. La tavola ouija cadde fuori, aprendosi e atterrandoa faccia in su sul pavimento. Jane la raccolse con una smorfia, temendo che potesse essersi rotta o roba del genere, poi prese il puntatore.
La tavola ouija era una tavoletta con sopra le lettere dell’alfabeto e serviva per comunicare con gli spiriti e ricevere messaggi dall’Aldilà. Lei e le sue amiche morivano dalla voglia di giocare per scoprire chi avrebbero sposato. A Jane piaceva un ragazzo che si chiamava Victor Browne, che frequentava il suo corso di matematica.
Ultimamente avevano chiacchierato un po’ e lei era convinta che potessero fare coppia. Purtroppo non era sicura dei sentimenti di Victor nei suoi confronti. Forse lei gli piaceva solo perché gli suggeriva le risposte giuste.
Mise la tavoletta sul letto, posò le mani sul puntatore e fece un bel respiro. «Come si chiama il ragazzo che sposerò?»
Non si aspettava che quel coso si muovesse. E infatti non si mosse.
Dopo un altro paio di tentativi, si abbandonò contro la testiera del letto in preda alla frustrazione. Un minuto dopo picchiò sul muro alle sue spalle. Sua sorella rispose battendo a sua volta; poco dopo, Hannah sgattaiolò nella stanza. Appena vide il gioco, saltò sul letto euforica, lanciando per aria il puntatore.
«Come si gioca?»
«Shh!» Dio, se le beccavano adesso erano fregate. Per sempre.
«Scusa.» Hannah piegò le ginocchia contro il petto e strinse le braccia intorno alle gambe cercando di trattenersi. «Come si…»
«Tu fai delle domande e la tavola ti risponde.»
«Cosa possiamo chiedere?»
«Chi sposeremo.» E va bene, adesso Jane era nervosa. E se la risposta non fosse stata Victor? «Cominciamo da te. Appoggia le dita sul puntatore, però non spingere o roba del genere. Solo… così, brava. Okay… Chi sposerà Hannah?»
Il puntatore non si mosse. Neanche dopo che Jane ebbe ripetuto la domanda una seconda volta.
«È rotto», disse Hannah ritraendosi.
«Fammi provare con un’altra domanda. Rimetti su le mani.» Jane trasse un profondo respiro. «Chi sposerò io?»
Dalla tavola si levò come uno stridio e il puntatore cominciò a muoversi. Quando si fermò sulla lettera V, Jane fu scossa da un fremito. Col cuore in gola lo guardò spostarsi sulla lettera I.
«È Victor!» esclamò Hannah. «È Victor! Sposerai Victor.»
Jane non si curò di zittirla. Era troppo bello per essere…
Il puntatore si fermò sulla lettera S. S?
«È sbagliato», disse Jane. «Dev’essere sbagliato…»
«Non fermarti. Vediamo chi è.»
Ma se non era Victor, Jane proprio non sapeva chi potesse essere.
E poi chi, tra i maschi della sua classe, aveva un nome che iniziava per Vis
Jane lottò per deviare il puntatore, ma quello insistette per andare sulla lettera H. Poi sulla O, sulla U e infine ancora una volta sulla S.
VISHOUS.
«Te l’avevo detto che era rotto», farfugliò Hannah. «Chi sarebbe questo Vishous?»
Jane distolse lo sguardo dalla tavola, poi si accasciò contro i cuscini. Quello era il peggiore di tutti i suoi compleanni.
«Forse dovremmo riprovare», disse Hannah. Vedendo che Jane esitava, si accigliò. «Dai, non è giusto. Voglio una risposta anch’io.»
Rimisero le dita sul puntatore.
«Cosa riceverò per Natale?» chiese Hannah.
Il puntatore non si mosse.
«Comincia con un o con un no», suggerì Jane, ancora scossa dalla risposta di poco prima. Forse la tavoletta aveva dei problemi di ortografia?
«Riceverò qualcosa a Natale?» chiese Hannah.
Il puntatore cominciò a muoversi con un leggero cigolio.
«Spero che sia un cavallo», mormorò Hannah mentre il puntatore si spostava sulla tavoletta. «Avrei dovuto chiedergli questo.»
Il puntatore si fermò sul no.
Le due bambine lo fissarono.
«Anch’io voglio dei regali», piagnucolò Hannah, stringendosi le braccia intorno al corpo.
«È solo un gioco», disse Jane, chiudendo la tavola. «E poi dev’essere proprio rotto. Prima mi è caduto.»
«Io voglio dei regali.»
Jane abbracciò forte sua sorella. «Non preoccuparti di questa stupida tavola, Han. Io ti regalerò sempre qualcosa per Natale.»
Quando Hannah se ne andò, poco dopo, Jane si infilò di nuovo sotto le coperte.
Stupido gioco. Stupido compleanno. Stupido tutto.
Chiuse gli occhi e le venne in mente che non aveva letto il biglietto di sua sorella. Accese di nuovo la luce e lo prese dal comodino.
Dentro c’era scritto: Ci terremo sempre per mano! Ti voglio bene! Hannah.
Quella risposta sul Natale era sbagliatissima. Tutti adoravano Hannah e la riempivano di regali. Hannah riusciva addirittura a far cambiare idea a papà, a volte, e nessun altro ci riusciva. Quindi per forza avrebbe ricevuto qualcosa in regalo.
Stupido gioco
Dopo qualche minuto, Jane si addormentò. Doveva essere così perché venne svegliata da Hannah.
«Stai bene?» chiese Jane rizzandosi a sedere. Sua sorella era ferma accanto al letto con addosso la camicia da notte di flanella e una strana espressione sul viso.
«Devo andare», disse. Aveva una voce triste.
«In bagno? Ti viene da vomitare?» Jane spinse via le coperte.
«Vengo con t…»
«Non puoi», disse Hannah con un sospiro. «Devo andare.»
«Be’, quando avrai finito di fare quello che devi fare puoi venire a dormire qui con me, se vuoi.»
Hannah guardò la porta. «Ho paura.»
«Essere malati è una cosa che fa paura. Ma io sarò sempre qui per te.»
«Devo andare.» Quando Hannah si voltò a guardarla sembrava… molto più grande, in un certo senso. Non la bambina di dieci anni che era in realtà. «Cercherò di tornare. Farò del mio meglio.»
«Uhm… va bene.» Forse sua sorella aveva la febbre o roba del genere? «Vuoi andare a svegliare la mamma?»
Hannah scosse la testa. «Voglio vedere solo te. Rimettiti a dormire.»
Hannah uscì e Jane si rimise giù sui cuscini. Pensò di andare a controllare sua sorella in bagno, ma il sonno la vinse prima che avesse il tempo di seguire quell’impulso.

Il mattino dopo Jane venne svegliata da un rumore di passi pesanti che correvano, fuori in corridoio. All’inizio pensò che qualcuno avesse fatto cadere qualcosa che aveva lasciato una macchia su un tappeto, una sedia o un copriletto. Poi però sentì le sirene dell’ambulanza nel vialetto.
Scese dal letto e andò a guardare fuori dalla finestra, poi sbirciò in corridoio. Suo padre stava parlando con qualcuno, al piano di sotto, e la porta della camera di Hannah era aperta.
In punta di piedi, Jane si avvicinò camminando sulla passatoia orientale. Sua sorella di solito non si alzava così presto, al sabato.
Doveva essere proprio malata.
Si fermò sulla soglia. Hannah era stesa sul letto, immobile, gli occhi spalancati verso il soffitto, la pelle bianca come le lenzuola su cui era sdraiata.
Non batteva le palpebre.
Nell’angolo in fondo alla stanza, il più lontano possibile da Hannah, la loro madre era seduta nel sedile incassato nella finestra; la vestaglia di seta color avorio formava come una pozza sul pavimento.
«Torna a letto. Subito.»
Jane corse in camera sua. Mentre chiudeva la porta, vide suo padre salire le scale con due uomini in uniforme blu scuro. Parlava in tono autoritario e lei colse solo le parole … cardiaco congenito.
Balzò nel letto e si tirò le lenzuola fin sopra la testa. Tremante, al buio, si sentiva molto piccola e molto spaventata.
La tavola aveva ragione. Hannah non ricevette nessun regalo, quel natale, e non sposò nessuno.
La sorellina di Jane mantenne la promessa, però. Tornò per davvero.




E adesso care lettrici, mettete un bel collirio che vi idrati bene gli occhi e che tolga un po' di stanchezza alla vista ! Non sia mai che li avete affaticati con la lettura...
Mi raccomando, è obbligatorio stare sedute…sapete, avere un mancamento è possibile!




 



 

Untitled

RECENSIONE LA DODICESIMA VITTIMA (Blood Game) di Iris Johansen

 

Prima edizione: 2009 by St. Martins’ Press

 

Edito in Italia da: Leggereditore, agosto 2010,

 

Formato: Trade paperback

 

Traduzione di: Giulia Antioco

 

Ambientazione: contemporanea, USA

 

Genere: romantic suspense/ paranormal

 

Voto/rating: 7+/10

 

Se volete saperne di più ecco la nostra news:

 

http://romancebooks.splinder.com/post/23218562

                                             

 

 

 

  

 

RECENSIONE OLTRE LE APPARENZE (Blood Born) di Kathryn Fox

 

Prima edizione: 2009  by Harper

 

Edito in Italia da: Leggereditore, luglio 2010

 

Formato: Trade paperback

 

Traduzione di: Stefania Rega

 

Ambientazione: contemporanea, Australia

 

Genere: medical thriller

 

Voto/rating: 8,5/10

 

Se volete saperne di più ecco la nostra news:

 

http://romancebooks.splinder.com/post/23076309

 

 

 


TRA TUTTE COLORO CHE LASCERANNO UN COMMENTO SARANNO ESTRATTE DUE FORTUNATE LETTRICI CHE VINCERANNO UNA COPIA OMAGGIO CIASCUNA DI LA DODICESIMA VITTIMA GENTILMENTE OFFERTE DA LEGGEREDITORE!

 

 

    

Una linea scarlatta: sottile sul collo di Giverny Hart, profonda e leggermente sfrangiata su quello di Nancy Jo Norris. Due giovani corpi costretti a una morte precoce da carnefici invisibili e imprendibili. Il sangue di Giverny intrappolato all’interno, quello di Nancy Jo sparso e raccolto in sacrificio; un sangue che grida vendetta, un sangue che chiede giustizia. Un sangue che sporca le mani di uomini feroci e prepotenti, uomini che si arrogano il diritto divino di prendere vite solo per il proprio piacere e il proprio divertimento. Ed è il sangue ad unire due donne in due continenti diversi: Anya Crichton, patologa forense in Australia ed Eve Duncan, scultrice forense, negli Stati Uniti. Anya lotta contro il tempo e contro un sistema giudiziario che tutela i colpevoli e offre in olocausto le vittime, per salvare altre giovani donne dalla violenza dei fratelli Harbourn, stupratori e assassini per diletto che nessuno riesce mai ad incastrare. La piccola Giverny, nemmeno maggiorenne, non è riuscita a sopravvivere ed è stata inghiottita da un male dilagante che sembra più forte di qualsiasi bontà e di qualsiasi possibilità di vera redenzione, ma Anya non vuole né può arrendersi e non rinuncia a perseguire giustizia e verità. Così come Eve Duncan, nonostante gli anni di sofferenze, di umiliazioni e di vicoli ciechi, non abbandona le ricerche del cadavere della figlioletta settenne rapita da un assassino senza nome e senza volto, eppure presente come un cancro nella sua vita. Il ritrovamento di Nancy Jo Norris, sgozzata non lontano dalla sua abitazione, trascinerà Eve, il compagno Joe Quinn detective della polizia di Atlanta, e la figlia adottiva Jane in una nuovo incubo in cui gli spiriti dei morti e le anime dei vivi si uniranno per catturare Kevin Jelak, ennesimo serial killer prodotto dal sonno delle coscienze.

 

 

Considerato che sono dei thriller, non aggiungerò altro sulle trame di questi due nuovi romanzi, con cui ha felicemente esordito la nuova casa editrice Leggereditore, a partire dalle copertine accattivanti ed eleganti, dal formato maneggevole ma di pregio e soprattutto dal prezzo davvero contenuto. I libri pur nella diversità di stili, (asciutto, essenziale ed efficace quello della Johansen, meno controllato e con qualche sbavatura, ma più emotivo e nervoso quello dello Fox), e di genere, (romantic suspense con elementi paranormali quello della Johansen, medical thriller quello della Fox), ci raccontano una grande storia. Quella di donne che si battono per degli ideali, che credono che la giustizia non sia solo un concetto astratto ma qualcosa da conquistare ogni giorno, che non si  lasciano corrompere né demolire, che non mollano quando tutti gli altri mollano, che cadono ma si rialzano sempre. Che si piegano ma non si spezzano. Irritandoci, facendoci riflettere, commuovendoci

 

Sono sorelle Anya e Eve, con le loro fragilità e le loro certezze, con la loro frustrazione di fronte a un mondo dominato dai maschi e da logiche maschili di sopraffazione ed aggressione. Non sono superdonne Anya ed Eve, sono donne capaci ma normalissime, donne che potremmo conoscere o che forse conosciamo senza saperlo. Così come le vittime in questi romanzi, quelle di cui nessuno parla nemmeno nella realtà, quelle che non hanno voce, diventano qui protagoniste e ci parlano. Descrivono un mondo da cui spesso, noi che leggiamo anche romance, cerchiamo di fuggire, sognando principi azzurri e regni dorati e lieti finali. Però, ogni tanto, è bello confrontarsi non con donne che trovano la realizzazione in un uomo né che hanno bisogno di essere salvate dall'eroe di turno. Anya ed Eve si salvano da sole e gli uomini sono dei partner scelti consapevolmente e non per mero ed anonimo bisogno. Perché siamo noi donne che perennemente combattiamo, spesso senza appoggi, le battaglie più grandi.

 

Se volete leggere due bei libri coinvolgenti scritti da donne, per le donne e che nulla hanno da invidiare a quelli scritti da colleghi uomini provate La dodicesima vittima e Oltre la apparenze, il primo ha una parte sentimentale  più sviluppata e centrale alla trama, il secondo è un vero giallo forense teso, coinvolgente ed emozionante che vi conquisterà. Io credo che le amerete...

 

 

 

 

ESTRATTO: LA DODICESIMA VITTIMA

 

1

Quella ragazza era piena di vita.
Era stata generosa con lui, e lui doveva ricompensarla.
Kevin Jelak ne sistemò accuratamente il corpo nudo sull’erba.
Le scostò dal viso i lunghi capelli biondi e chiuse quegli occhi azzurri puntati dritti al cielo. Ma non poté fare niente per la smorfia di orrore pietrificata sul suo volto. Non aveva compreso l’onore che le stava tributando. Be’, che c’era da aspettarsi? Nancy Jo Norris aveva solo diciannove anni, e non conosceva gli incubi che possono assalire una donna, gli incubi dai quali lui l’aveva salvata. Preferiva onorare donne più mature, con più esperienza, ma quella febbre l’aveva sopraffatto, ed era dovuto scendere a compromessi.
La febbre. Non hai compreso quanto sei stata fortunata, Nancy Jo. Avrei potuto tirare dritto se il tormento non fosse stato così intenso e non fossi stato costretto a confinarmi in un angolo di mondo così piccolo.
L’angolo di mondo che conteneva Eve Duncan. La meravigliosa, forte, tormentata Eve Duncan. Eve sapeva degli incubi. Ci era passata. Poteva far finta di desiderare la vita, ma in fondo al cuore bramava soltanto la liberazione che lui poteva offrirle. La liberazione che lui le doveva. Aveva capito che sarebbe stata lei la mossa finale del gioco. Ma Eve aveva distrutto la sua risorsa primaria, ed era suo dovere prendersi tutto il tempo e fare gli sforzi necessari per riservarle al più presto le sue attenzioni.

Guardò in alto verso la luna crescente, affilata come una falce nel cielo notturno. «Eve, mi ascolti?» bisbigliò. «Riesci a sentirmi?» Poi chiuse gli occhi e cercò di plasmare un’immagine di Eve nella sua mente. Capelli corti castano ramato, magra, corpo energico, viso intelligente e pieno di personalità.
«Non sarà facile con te. Ma prometto di essere caparbio.»
Nel frattempo, aveva quest’altra donna, questa Nancy Jo Norris, a cui tributare gli onori finali.
Prese il calice dorato che aveva riposto fra le mani di lei poggiate sui seni. «Sei libera, Nancy Jo. Prendi il volo.» Si chinò e la baciò lentamente sulle labbra. La sua anima si era appena allontanata e il suo corpo stava già diventando freddo.
«Mi hai perdonato? Comprendi il dono che ti ho fatto?»
Erano le domande che faceva ogni volta, ma senza alcun profitto. Doveva avere pazienza. Un giorno, una di loro gli avrebbe dato quella rassicurazione.
Magari Eve Duncan...
E ora, un ultimo dovere che era sempre un vero piacere.
«Nancy Jo Norris.» Sollevò il calice portandoselo alle labbra, lo sguardo ancora una volta sul cielo notturno e la fredda, affilata, scheggia di luna. «Dono per dono.»
Vuotò il calice.

La luna crescente, luminosa e fredda, gettava il suo gelido luccichio sui campi addormentati che affiancavano l’autostrada per l’aeroporto di Atlanta.
Freddo? Perché all’improvviso le era venuta in mente quella parola?, si chiese Eve. Stava andando a prendere Jane, la figlia adottiva, che arrivava da Parigi, e fino a qualche minuto prima si era sentita colma d’affetto ed eccitazione.
Che stupida. Era ancora colma dello stesso affetto e della stessa eccitazione. Questo brivido era solo perché era notte fonda, e probabilmente era uno strascico degli ultimi giorni che lei e Joe avevano trascorso alla palude sulle tracce del mostro, Henry Kistle. Era stato un periodo da incubo quello in cui il serial killer aveva preso in ostaggio una ragazzina per indurre Eve a seguirlo. Non aveva potuto fare nient’altro quando le aveva mentito e le aveva detto di essere stato lui a uccidere Bonnie, la sua bambina, anni prima.
L’incubo aveva assunto proporzioni enormi quando avevano scoperto l’isola dove erano state sepolte dozzine di bambini assassinati. Sì, ce n’era abbastanza per spaventare a morte chiunque.
Sebbene fosse consapevole che Joe Quinn si stava allontanando da lei ogni istante di più, continuava a cercare il corpo di Bonnie, della sua figlioletta uccisa. Tutti quegli anni d’amore e di vita insieme rischiavano di finire perché lei non riusciva a smettere di provare a riportare la sua Bonnie a casa. Anni prima, la sua bambina era stata rapita e probabilmente uccisa. Quando più tardi si scoprì che Ralph Fraser, reo confesso e condannato a morte per svariati omicidi, non era l’assassino, Eve aveva iniziato le ricerche per trovare l’uomo che aveva rapito sua figlia.
E Joe le era sempre rimasto accanto, offrendole sostegno e amore. Da principio come agente dell’FBI, poi con il dipartimento di polizia di Atlanta, ma sempre a fianco a lei. Era stato lì a tirarla fuori dall’abisso della depressione, a darle coraggio quando aveva deciso di tornare a studiare e diventare una scultrice forense, per mettere fine alle sofferenze degli altri genitori di bambini scomparsi. Era stato il suo amante, il suo amico, il suo rifugio.
Fino a quest’ultimo anno, quando le continue minacce a Eve lo avevano reso stanco e frustrato. Quell’ultimo pericolo di Henry Kistle forse era stata l’ultima goccia.
Non ci pensare. Pensa che stai per vedere Jane e che Joe non si è ancora allontanato da te, si disse. Lui stava bene quando era uscita di casa, quella mattina.
Magari sarebbe riuscita a risolvere il...
Il telefono squillò. Jane.
«Sono per strada» disse, rispondendo. «Il tuo volo è in anticipo? Pensavo di avere ancora una trentina di minuti.»
«Quasi sicuramente avrai un sacco di tempo in più» disse Jane. «Sono a Charlotte, nella Carolina del Nord. Il mio aereo ha avuto un guasto meccanico ed è atterrato qui. Stanno tentando di metterci su un altro volo. Aquanto pare ci sarà un ritardo di due o tre ore.»
«Maledizione. Be’, vengo lì e aspetto.»
«Non farlo. Torna a casa. Ti chiamo quando sto per imbarcarmi sul volo.»
Eve ci pensò su. «Probabilmente hai ragione. Potrei tornare indietro e farcela comodamente a incontrarti poi al ritiro bagagli.»
«Mi dispiace. Non volevo infilarti in questo casino. So quanto devi essere esausta. Non è proprio un bell’inizio per la mia visita.»
«Vederti è già un buon inizio.»
«Joe è con te?»
«No, l’ho lasciato a letto. Era persino più esausto di me.
Era al distretto la scorsa notte a cercare di identificare quei bambini morti che abbiamo trovato nella palude.»
Jane rimase in silenzio un momento. «Ma la tua Bonnie non era fra loro?»
«No.» Per un istante non riuscì a parlare, mentre ricordava l’agonia di quella scoperta. «Dio mio, pregavo di trovarla, Jane.»
«Lo so. Ecco perché sono saltata su quell’aereo per tornare a casa. Lo so che hai Joe, ma voglio essere lì per te.»
«Sì, ho Joe.» Dovette allontanare il telefono finché non riuscì a riacquistare il pieno controllo. Jane riusciva sempre a interpretarla. «E sarò strafelice di averti a casa. Chiamami.»
Mise giù.
Sperava di avere Joe. Dio, la vita senza Joe sarebbe stata vuota e senza trama né sostanza, fredda come la luna che splendeva sopra di lei.
Una sensazione di freddo, di nuovo. Non riusciva a scrollarsela di dosso.
Imboccò l’uscita e invertì la direzione di marcia. Sarebbe tornata a casa, alla villetta sul lago e da Joe. L’avrebbe abbracciato lasciando che la forza di lui la contagiasse. Allora forse, dopo un po’, il gelo sarebbe andato via.

In cucina le luci erano accese, Eve se ne accorse mentre si  avvicinava con l’auto alla villetta. Di sicuro Joe non era riuscito a riaddormentarsi dopo che se n’era andata. Probabilmente stava bevendo un caffè e aspettando che lei portasse Jane a casa.
Tuttavia non era in cucina, sebbene la macchinetta del caffè fosse accesa. Tazze, piattini e bricco del latte erano disposti sulla tavola, pronti. Non era nemmeno nella stanza da letto.
Che diavolo era successo?
Poi lo sentì salire gli scalini del patio.
Un momento dopo Joe entrò in casa. Indossava la vestaglia marrone e le pantofole, e aveva i capelli in disordine. Eve gliel’aveva
regalata lo scorso Natale, perché trovava che il marrone gli donasse. Faceva sembrare i suoi capelli scuri quasi color caramello e i suoi occhi di un brillante nocciola chiaro.
La sua ruvidezza era ben evidente di solito, ed era ancora lì, ma sembrava addolcita da quel colore caldo.
Lei sorrise. «Dove sei stato? Mi chiedevo cosa ti fosse successo.
Ho visto che il caffè era...» S’interruppe, sgranò gli occhi alla vista del volto di Joe. «Che c’è che non va?»
«Niente» disse lui secco. «Sono andato a fare una passeggiata in mezzo al verde.»
«A quest’ora? Vestito così?»
«Perché no? Non riuscivo a dormire.» Andò alla macchinetta del caffè e se ne versò una tazza. «Non c’è una legge che lo vieti. Garantisco. Chi può saperlo meglio di un piedipiatti?»
Il suo tono di voce era sgarbato e tagliente, e stava evitando di guardarla. Ma non era stato abbastanza svelto; lei aveva intravisto quell’espressione sul suo volto. Raramente Joe era pallido, ma il suo colorito adesso non era bello. La pelle appariva tirata sugli zigomi, e i suoi occhi castani brillavano e avevano un non so che di animalesco. Animalesco?
Joe non era mai animalesco. Poteva essere irascibile e impulsivo, ma era sempre in grado di controllarsi.
«Perché non riuscivi a dormire?»
«Come diavolo faccio a saperlo? Forse stavo sognando quei bambini assassinati sull’isola nella palude. È attorno a questo che ruota la mia vita, no? Bambini assassinati.»
Bevve un sorso di caffè. «O magari una sola bambina assassinata. La tua. Dal momento in cui ti ho incontrata, non si è parlato che di Bonnie. Ce n’è abbastanza per far impazzire chiunque.»
Rimase immobile, sconvolta. Era vero, in tutti quegli anni il fulcro delle loro vite era stato la sparizione e la morte di Bonnie, ma quella sua collera era arrivata come uno schiaffo.
Supponeva che questo non avrebbe dovuto ferirla, perché sapeva bene che la pazienza di Joe si stava esaurendo. Si era impegnato con tutte le sue forze e le sue risorse intellettuali per cercare di darle ciò di cui aveva bisogno, e vederla costantemente in pericolo lo stava esasperando. «Hai ragione, certo. Nessuno sa meglio di me cosa ti ho fatto passare.
Hai tutto il diritto di voler scappare da me e dalla situazione.»
Si girò di scatto verso di lei. «Non voglio scappare da te»
sbottò. «Sei l’unica donna che abbia mai amato. Dalla prima volta che ti ho vista, ho capito che dovevo stare con te.
Quando l’FBI mi ha mandato ad Atlanta per investigare sulla sparizione e sulla probabile morte della tua Bonnie, chi diavolo avrebbe immaginato che non sarei più stato capace di lasciarti? Ma avevi perso una dolce bimba di sette anni che significava tutto per te. Eri fragile e afflitta, e ciononostante così maledettamente forte da lasciarmi senza parole.
Volevo combattere tutti i tuoi fantasmi e darti tutto quello che volevi.»
«Devi farlo» disse lei con voce rotta. «Solo che è stata una strada a senso unico. Io non ho sfidato nessun fantasma per te. Meriti qualcuno che lo faccia.»
«Fanculo. Sapevo in che guaio mi stavo cacciando quando ci siamo messi insieme.» I suoi occhi bruciavano sul volto tirato. «Ma non sono stato in grado di uccidere il tuo fantasma, e stanotte ho iniziato a chiedermi se non mi divorerà.»
«Stanotte?» Non era in quello stato quando l’aveva lasciato per andare all’aeroporto. Aveva percepito come un leggero allontanamento, ma il suo atteggiamento ora era violento e pieno di tensione repressa, sul punto di esplodere. Riusciva quasi a sentire un’agitazione frenetica girargli attorno.
«È successo qualcosa mentre ero via?»
«Certo che no. Ti ho detto che sono solo andato a fare due passi.» Sistemò la sua tazza sul bancone della cucina e fece per andarsene. «E sono stanco di subire il terzo grado. Sto bene. Lascia perdere, Eve.»
«Talmente bene che non hai chiesto come mai Jane non era con me quando sono tornata.»
Lui volse lo sguardo di nuovo verso di lei. «Sta bene?»
«Sì, il suo aereo ha avuto un guasto meccanico ed è dovuto atterrare a Charlotte. Mi chiamerà quando è pronta per imbarcarsi di nuovo.»
«Bene. Vado a fare una doccia, poi faccio un paio di telefonate e me ne vado al lavoro presto. Ho delle pratiche da sbrigare.»
«Non provare a uscire da questa stanza» gli intimò Eve risoluta.
«Qualcosa non va. Lo so, maledizione. Dimmelo.»
«Se c’è qualcosa che non va, posso occuparmene da solo.
Sono in grado di lottare contro i miei fantasmi.» Le parole di Joe erano convulse mentre procedeva a grandi passi verso la porta. «Non ho bisogno d’aiuto.»
«Joe, per l’amor di dio, parla con me.»
Non rispose. Lei guardò la porta della stanza da letto chiusa dietro di lui. La stava lasciando fuori, mentalmente e fisicamente.
Avvertì il dolore che cresceva dentro di lei. Aveva capito che c’erano guai all’orizzonte, ma pensava di avere il tempo per cercare una via d’uscita. Cosa diavolo era successo perché la situazione peggiorasse così?
Il suo cellulare squillò. Jane.
Impiegò qualche secondo per rimettersi in sesto prima di rispondere alla chiamata. «Non mi aspettavo di risentirti così presto.»
«Sono riusciti a riparare l’altro aereo. Mi sto imbarcando adesso. Vuoi che prenda un’auto a noleggio?»
«Non essere stupida. Arrivo. Ci vediamo al ritiro bagagli.»
Jane rimase in silenzio un istante. «Hai una voce strana.
Va tutto bene?»
«Certo. Starò ancora meglio quando ti vedrò. Ciao.»
Riattaccò.
Anche a distanza Jane è capace di intuire il mio stato d’animo, pensò Eve. Tentennò quando diede un’occhiata alla porta chiusa della stanza da letto. No, non sarebbe entrata per dire a Joe che stava andando all’aeroporto. La chiusura di quella porta era stata risoluta e definitiva. Gli avrebbe dato un po’di tempo, sperando che quei fantasmi di cui parlava si sarebbero dileguati nell’oscurità.
Lasciò la casa e corse giù per gli scalini del patio, verso la macchina. Ma gli occhi le bruciavano di lacrime, e dovette aspettare un istante prima di lasciare il vialetto d’ingresso. Le mani strette sul volante mentre fissava confusa il buio là fuori.
Il dolore di Joe riguardava Bonnie e l’ossessione di Eve di trovare l’assassino di sua figlia. Una caccia che era andata avanti per anni. Lo stava logorando. Non poteva aspettarsi che si immedesimasse in lei. Non aveva mai avuto un bambino.
Avevano preso Jane da una famiglia affidataria quando aveva dieci anni, e da quel momento, si era dimostrata più matura della sua età. Era diventata la loro amica, non la loro bambina. Al contrario di Eve, Joe non aveva mai avuto la meravigliosa esperienza di crescere una ragazzina. Per questo non avrebbe mai capito perché Eve non poteva arrendersi.
Perché il ricordo di Bonnie non l’avrebbe mai abbandonata.
Quella sera, la notte prima del rapimento di Bonnie era ancora vivida nel suo ricordo, come se fosse successo il giorno prima.

Bonnie che si fiondava nella stanza da letto di Eve con indosso il pigiama giallo coi clown arancioni. I boccoli rossi scomposti ondeggiavano sulle sue spalle e il suo faccino era acceso da un sorriso radioso.
«Mami, Lindsey dice che sua madre le farà mettere la maglietta di Pippo domani al parco per il picnic della scuola. Mi fai mettere la mia maglietta di Bugs Bunny?»
Eve sollevò lo sguardo dal libro di Letteratura inglese aperto sulla scrivania. «Si chiede per favore, tesoro. E sì, puoi mettere Bugs domani.» Lei sorrise. «Non vogliamo mica che Lindsey ti metta in ombra.»
«Non mi importerebbe. Lei è mia amica. Hai detto che dobbiamo sempre volere il meglio per i nostri amici.»
«Sì, proprio così. Ora corri a letto.»
Bonnie non si mosse. «Lo so che stavi studiando per l’esame, ma potresti leggermi una storia?» Aggiunse poi con fare accattivante:
«Pensavo magari una molto, molto corta?»
«La nonna adora leggerti le storie, tesoro.»
Bonnie venne più vicino e sussurrò: «Voglio bene a nonna. Ma è sempre speciale quando me la leggi tu. Solo una corta...»
Eve diede un’occhiata al libro di Letteratura. Sarebbe rimasta in piedi fin dopo mezzanotte visto che si trattava di studiare per quell’esame.
Guardò il volto supplichevole di Bonnie. Oh, al diavolo.
Bonnie era il motivo per cui Eve stava studiando per il diploma, tutto sommato. Era la ragione di ogni cosa, nella sua vita. Perché negarlo? «Corri a scegliere un libro di storie.» Mise da parte il manuale di Letteratura e si alzò.
«E non dev’essere per forza una storia breve.»
L’espressione di Bonnie avrebbe potuto illuminare Times Square. «No, prometto...» Corse fuori dalla stanza. Tornò in pochi secondi con un libro di Dr. Seuss. «Questo dura poco, e mi piacciono le rime.»
Eve si sedette sulla sedia a dondolo con l’imbottitura blu che usava da quando Bonnie era appena nata. «Sali su. Anche a me piace Dr. Seuss.»
«Lo so che ti piace.» Bonnie si arrampicò sulle ginocchia di Eve e l’abbracciò stretta. «Ma visto che è un libro così corto, mi canti...
potrei avere anche la mia canzone?»
«Penso che sia una richiesta ragionevole» concesse Eve con tono solenne. Quelle due avevano le loro piccole tradizioni, e la sera, fin da quando ancora gattonava, Bonnie adorava duettare con Eve. Eve avrebbe cantato il primo verso, e Bonnie il successivo.
«Che si canta stasera?»
«All the Pretty Little Horses.» Si sistemò sulle ginocchia di Eve e l’abbracciò più forte che poteva. «Ti voglio bene, mami.»
Le braccia di Eve la stringevano. La cascata di riccioli di Bonnie era soffice e profumata contro la sua guancia, e il corpicino irresistibilmente vitale e pieno di salute era addossato contro il suo.
Dio, era fortunata. «Anch’io ti voglio bene, Bonnie.»
Bonnie lasciò la presa e si rigirò goffamente per accoccolarsi nella curva del braccio di Eve. «Puoi cominciare, mami.»
«Hushabye, don’t you cry» cantò Eve dolcemente.
La vocina sottile di Bonnie cinguettò: «Go to sleep, little baby.»
Era un momento così unico, così tenero. Le braccia di Eve strinsero Bonnie ancora di più, mentre cantava sentiva un nodo in gola. «When you wake, you shall have...»
La voce di Bonnie era solo un soffio. «All the pretty little horses...»

Il capo di Eve si abbandonò, per fermarsi sul volante.
Controllati, pensò. Non poteva star lì seduta e crogiolarsi nel passato. In quel momento sembrava che la sua vita stesse andando a rotoli. Doveva andare avanti. Doveva affrontare il problema con Joe. Doveva prendere Jane all’aeroporto.
Rialzò la testa e accese l’auto.
E doveva sforzarsi di lasciar fuori quel ricordo dolceamaro che echeggiava ancora nella sua mente e nel cuore.
All the pretty little horses...’

«Accidenti, mi sei mancata così tanto.» Eve abbracciò Jane. «Come fai a essere così bella? Sembra che tu abbia trascorso la notte in una beauty farm. Dopo un viaggio così lungo, dovresti essere distrutta e in disordine. Ame succede sempre.»
«Sono in disordine, ma a Parigi ho fatto un nuovo taglio di capelli che dà un tocco chic anche all’aria trasandata»
Diede un’occhiata al nastro dei bagagli. «Credo di aver visto la mia sacca. Torno subito.» Corse verso il nastro.
Quanta energia, pensò Eve. Jane aveva tutto: bellezza, talento, e un carattere amabile, il che non escludeva una buona dose di determinazione. Si era laureata solo due anni prima e stava già facendosi un nome come artista nelle gallerie di Stati Uniti ed Europa. Era stata una benedizione che Eve e Joe fossero riusciti a prendere Jane con loro quando era una bambina di strada. Aveva arricchito le loro vite, allora e ancora adesso. Era uno splendore...
Il cellulare di Eve squillò. Joe?, pensò mentre tirava fuori il telefonino dalla borsa. Fa’ che sia Joe, sperò.
Megan Blair. Mise da parte la delusione. Doveva essere importante. Ciononostante era ancora indecisa se prendere la chiamata. Non c’era dubbio che Megan fosse una vera sensitiva, ma Eve aveva scelto di prendere le distanze per un po’. E poi perché stava chiamando a quell’ora del mattino ?
«Eve, stai bene?» La voce di Megan Blair vibrò carica d’angoscia non appena Eve prese la chiamata. «Dio santo, mi dispiace. Non sapevo che... È tutto a posto?»
«Di cosa stai parlando?» Eve guardò Jane, che stava tirando via dal nastro la sua sacca di tela nera. «Tutto bene. Ho appena preso Jane all’aeroporto. È appena arrivata da Parigi.»
«Bene. C’è qualcuno con te. Dille di non lasciarti.»
«Non le dirò niente del genere. Perché dovrei?»
«È questa maledetta iattura dell’influsso medianico.
Credevo tu fossi al sicuro. Ero in stato d’incoscienza, per cui ho pensato che le mie emozioni non avrebbero avuto alcun effetto.»
«Non sei chiara, Megan.»
«Ora cerco di calmarmi.» Fece un bel respiro. «Ricordi che ti ho detto che avevo quest’altro dono? Dono? No, non è il termine corretto. Finora è stata più che altro una maledizione.
A ogni modo, quando provo emozioni profonde, per me è pericoloso toccare chiunque.»
«Sì, mi sono accorta che trattavi tutti come se avessero la peste.»
«È per via dell’influsso. Qualsiasi dote extrasensoriale possegga la persona che tocco si attiva. Lettura del pensiero, capacità di guarigione... quel che sia. Ma non tutte le menti sono in grado di gestire quest’improvvisa liberazione dei loro poteri.»
«La follia. Sì, mi hai raccontato tutta la storia. Ma hai anche detto che non dovevo preoccuparmi perché eri in coma quando alla palude ti ho toccata.»
«Ma mi è appena venuto in mente che anche allora ero in qualche modo consapevole di quei bambini morti seppelliti sull’isola. Il che significa che il coma non era abbastanza profondo. Perlomeno, non penso che lo fosse. In realtà non lo so.»
«Sssh. Ti preoccupi per niente, Megan.»
«Non dirmi così.» Megan rimase in silenzio per un attimo.
«Guarda, so che probabilmente non mi credevi quando ti ho raccontato di questa strana faccenda dell’influsso.
Accetti che, nel luogo in cui sono stati uccisi, io riesca a percepire l’eco di ciò che è successo a quei bambini, perché eri lì, mi hai visto viverlo sulla mia pelle. Ma l’altra dote è troppo inverosimile per te. Be’, è inverosimile anche per me. Ma non permetterò che qualcuno ne rimanga ferito se posso evitarlo. Ti ho toccata. Ti ho stretto le mani. A volte basta questo. Signore, non voglio ferirti, Eve.»
Jane stava venendo verso di lei trascinando la sacca, aveva sul viso un’espressione perplessa.
«Non sono ferita» la tranquillizzò Eve. «Non mi accadrà niente, Megan.»
«Sperò di no. Ma se succede qualcosa di strano, non preoccuparti.
La risolveremo insieme.»
«Non penso ci sarà bisogno di risolverla. Mi sento perfettamente normale, Megan. D’altronde hai detto che il periodo del pericolo era passato da tempo, quando ti ho lasciata all’ospedale.»
«Ma questo è stato prima di rendermi conto che la mia emotività era ancora attiva anche se ero in coma. Magari l’effetto è stato ritardato. Di’ a Jane di stare con te in ogni caso. Per ogni evenienza. Lo faresti per me?»
«Non mi farò tenere la mano da lei, Megan. Andrà tutto bene. Se c’è un problema, prometto di chiamarti. Cerca di rilassarti.»
«Non se ne parla. Maledizione, so che tutto questo ti sembra folle. Diavolo, è folle. Ma non posso lasciar perdere finché non so per certo che tu non sei stata contagiata. Ricontrollerò più tardi.» Megan riattaccò.
«Di che si trattava?» chiese Jane. «Sembrava proprio che la stessi tranquillizzando. E perché dovrei tenerti la mano, Eve?»
«Non dovresti, è questo il punto.» Eve si girò e s’incamminò con lei verso l’uscita. «Sto bene.»
«E perché Megan Blair non pensa che tu stia bene?
Dovrebbe saperlo. È un dottore, no?»
Eve scosse il capo. «Medicina d’urgenza. Ma per ora non esercita.»
«Troppo occupata con questa faccenda del vudu?»
Vudu. Sì, ecco cosa aveva pensato Eve la prima volta che aveva incontrato Megan. Credeva che tutti i poteri extrasensoriali fossero idiozie e che chiunque dichiarasse di possederli fosse un ciarlatano. Ma aveva visto troppo in quella palude mentre davano la caccia al killer, Henry Kistle, per sottovalutare cio che le diceva Megan.
Eccetto quell’ultima confidenza sull’influsso. Eve non riusciva ancora ad accettare quella possibilità come reale.
Era troppo inverosimile, come aveva detto Megan.
«Capisco che tu possa chiamarlo vudu. Ma Megan non è... Io la rispetto, Jane.»
«Allora chiedo scusa per essere stata scortese. Chi lo sa, mi rendo conto che là fuori c’è più di quanto riusciamo a vedere o toccare. È solo che una come Megan Blair va al di là delle mie capacità di comprensione. Dov’è parcheggiata l’auto?»
«Nel posteggio per soste brevi.» Iniziò ad attraversare la strada. «Ho portato la jeep. Mi aspettavo più bagagli, o magari uno o due borsoni.»
«No, ho lasciato tutto a Parigi. Tornerò lì, o comunque possono spedirmelo.» Jane aveva la fronte corrugata. «Perché Megan pensava che dovrei tenerti per mano? Mi hai detto che Kistle era morto. Non è più un pericolo, giusto?»
«Giusto.» Jane non avrebbe lasciato perdere, pensò Eve.
Era in modalità protettiva, o non avrebbe volato fin lì da Parigi solo per stare con Eve. «E non c’è pericolo, punto. Megan sta semplicemente rimuginando su qualcosa.»
«Cosa?»
Raccontaglielo, ma non farne una tragedia, si disse Eve.
«Pensa che potrei andare fuori di testa.» Eve fece una smorfia.
«O diventare io stessa una sacerdotessa vudu.»
«Improbabile.»
«È quello che le ho detto.»
«Perché penserebbe qualcosa del genere?»
Okay, limitati a spiegarlo e poi chiudila qui, pensò. «Ti ho detto che Megan ha certi... poteri.»
Jane scosse il capo. «In alcune circostanze può sentire i morti o, almeno, echi di quanto gli è successo. Un po’ un’idiozia.» Si fermò. «È difficile da credere per me. Anche se capisco che magari tu sei più aperta a questo genere di cose.»
Jane sapeva che il ricordo di Bonnie era ancora una parte importante della vita di Eve. «È stato difficile anche per me.
Pensavo che Megan fosse come una di quelle finte sensitive che mi illusero subito dopo che Bonnie scomparve, anni fa.
Mi ci è voluto un bel po’per ammettere a me stessa che i suoi poteri erano reali. Ma ero con lei quando ha localizzato la tomba di un ragazzino nei boschi dell’Illinois. L’ho vista andare in un profondo stato di shock nella palude qui in Georgia, mentre cercava di aiutarci a trovare Kistle e quei bambini che aveva ucciso.»
«Immagino che ‘reale’ sia un termine piuttosto ambiguo in casi come questo. E gli amici morti di Megan le hanno fatto sapere che era il caso di tenerti d’occhio?»
«No. Pare che Megan abbia un altro potere. Ha detto che...» Eve si strinse nelle spalle. «Ha detto di essere una sorta di tramite, e che se tocca qualcuno mentre è in uno stato di sovreccitamento emotivo, questo potrebbe liberare i poteri medianici latenti nella persona toccata. Secondo lei, alcuni non riescono a reggere. Danno di matto.»
«Questo sì che è inverosimile.»
«‘Inverosimile’ sembra essere la parola della serata»
osservò Eve mentre apriva la jeep. «L’ha usata Megan, l’ho usata io. Ora tu, Jane. Megan era consapevole che mi sarei rifiutata in ogni modo di credere a quest’assurdità dell’influsso medianico. Ha assolutamente ragione.» Scivolò al posto di guida. «Specialmente dal momento che a quanto pare sono una candidata, e non mi sento affatto matta. Né avverto nuovi strabilianti poteri mentali.»
«Non hai bisogno di altri poteri mentali» disse Jane mentre si accomodava nel posto del passeggero.
«Probabilmente sei di gran lunga la migliore scultrice forense del mondo. E sei la donna più intelligente che conosco.
»
«Non sono male quanto a quoziente intellettivo, ma non posso dire lo stesso della mia intelligenza emotiva. Non sembra che io impari dai miei errori.»
«Sei abbastanza intelligente da tenerti stretto Joe» disse Jane. «Il che mi sembra ottimo.»
«Sono stata fortunata... finora.» Il suo sorriso svanì. «Ho te, e ho Joe. E nessuno di voi ha intenzione di cacciarmi dalla sua vita. Questo è davvero meraviglioso.»
Jane rimase in silenzio per un attimo. «Come va fra te e Joe?»
Sapeva che quella domanda sarebbe saltata fuori. «Bene, per quanto ci si possa aspettare, considerando che io ho un’ossessione che domina le nostre vite.» Distolse lo sguardo da Jane. «Avevamo davvero bisogno che quell’Henry Kistle fosse l’assassino di Bonnie, oltre che di tutti quegli altri bambini sull’isola. Joe è... stanco di tutto questo. Chi può biasimarlo?
Io no di certo.» Sorrise forzatamente mentre usciva in retromarcia dal parcheggio. «Ma sarebbe felice di vederti. Sei una ventata d’aria fresca ogni volta che fai irruzione nelle nostre vite.»
«E come va il lavoro?»
«Ho finito una ricostruzione facciale giusto un paio di giorni fa. Joe ha detto che forse dovrò lavorare sui teschi di uno o due dei bambini sepolti sull’isola, nella palude di Okefenokee, se non siamo in grado di identificarli. Farò qualunque cosa pur di riportarli a casa.»
Jane annuì. «Dal momento che non hai potuto riportare a casa la tua Bonnie.»
«Ci spero ancora. In effetti, ho altri due nomi che potrebbero fare al caso mio. Paul Black. Kevin Jelak. Dovrò proseguire nelle ricerche non appena ne saprò di più su di loro.»
Vide Jane che la guardarva meravigliata, e fece un mezzo sorriso. «Sì, so che ho appena finito di affrontare Henry Kistle. Ma non era l’uomo giusto. Non è servito a riportare la mia Bonnie a casa. Quindi devo andare avanti. Capisci? Io sono ossessionata.»
«Forse.» La mano di Jane accarezzò le sue poggiate sul volante. «Ma è un’ossessione comprensibile. Riguarda qualcuno che hai amato, Eve.»
Eve si commosse. «Cristo, sembra un film.»
Jane ridacchiò. «E io ti ho messa in imbarazzo. Scusa. A Parigi devo aver preso dei modi un po’troppo sentimentali.»
«Non mi hai messa in imbarazzo.» Jane poteva dire a Eve quello che voleva. Era felice di averla accanto. Jane era una pittrice di successo, la sua vita era piena di impegni e, come aveva detto Eve, entrava e usciva dalla sua vita, lasciando solo sconfinato affetto e splendidi ricordi. E Eve non avrebbe desiderato niente di diverso. L’ultima cosa che voleva era interferire con la vita di Jane o riaverla indietro.
Non poteva trascinarla nell’oscurità che in questo momento sembrava avvicinarsi. Perciò via l’oscurità, e prova a rendere la conversazione leggera, si propose.
«Allora, raccontami che cos’altro hai preso a Parigi. Qualche ragazzo alto, sexy e affascinante?»

2

Non appena giunsero di fronte alla villetta, Joe uscì fuori sul patio. Aveva indosso un vestito color kaki e una camicia bianca.
Eve era tesa. Magari andrà meglio. Magari con Jane sarà tutto diverso, pensò.
«Joe!» Jane saltò fuori dalla jeep non appena Eve spense il motore. Corse ad abbracciarlo. «Accidenti, che bello vederti.»
«Anche per me è bello vederti» la salutò con le braccia strette attorno a lei. «Anche se avresti fatto meglio a restare a...»
«Eve mi ha già fatto tutte le raccomandazioni del caso» lo interruppe. «Quindi sta’tranquillo.» Fece un passo indietro.
«Ho sentito che si sono verificati un po’d’imprevisti mentre cercavate di...»
Non appena guardò il viso di Joe si bloccò. «Joe?»
Lui si rivolse prontamente a Eve. «Metto su il caffè. Vado dentro a prendere il telefono, poi devo andare.»
«Come vuoi.» Eve scese lentamente dalla jeep. Joe era in ombra, e lei non poteva vederne il volto, ma poteva vedere l’espressione di Jane. Non le piacque. «Speravo che saresti rimasto per una tazza di caffè. Mi sono fermata a comprare le ciambelle.»
«Grazie, ma no ho tempo. Devo andare al distretto.» Ritornò verso la porta. «Volevo solo vedere Jane prima di andare.
Prendo il telefono e scappo.»
Jane fece un mezzo passo in avanti, verso di lui. «Joe, aspetta. Voglio...»
Ma era già scomparso dentro casa.
Jane si girò di scatto rivolgendosi a Eve. «Pensavo avessi detto che era tutto a posto.»
«Non ho detto ‘a posto’.» Salì gli scalini del patio. «Ho detto che andava bene, per quanto ci si potesse aspettare. Niente per cui allarmarsi.» Ma era allarmata e doveva nasconderlo a Jane.
Un compito non facile. «E ha sul serio del lavoro da sbrigare al distretto. Perché te la stai prendendo tanto?»
«Era... teso. Il suo volto era... E non mi ha guardato.»
«Sono sicura che non significa niente. Guarda, forse hai bisogno di stare un po’ da sola con lui. Vado dentro a preparare le ciambelle. Appena esce lo fermi. Okay?»
Jane annuì. «Devo esserne sicura. Non è da Joe trattarmi in questo modo.» Si sedette sul dondolo del patio. «Entro fra un minuto.»
Eve annuì. «Prenditi il tempo che ti serve. Non vado da nessuna parte.» Entrò in casa e andò dritta in cucina. Da’ a Jane l’occasione di parlare con Joe senza interferire, pensò.
Forse sarebbe riuscita a farsi dire da lui perché si stava comportando in quel modo, le faceva paura. Non poteva credere che i loro problemi compromettessero il rapporto fra Joe e Jane. Doveva essere qualcos’altro. Ma Jane si sarebbe accertata che fosse tutto a posto. Non aveva timore di confrontarsi in modo diretto con i problemi e le relazioni umane.
Signore, era contenta di averla di nuovo a casa.

Nell’istante in cui Joe uscì sul patio, Jane scattò in piedi.
«Okay» esordì. «Che diavolo c’è che non va, Joe?»
«Non capisco che intendi.» Joe distolse lo sguardo da lei e lo rivolse verso il lago. «Non c’è niente che non va. Eve e io abbiamo attraversato un periodo difficile nelle ultime settimane.
Probabilmente te ne ha parlato durante il tragitto di ritorno dall’aeroporto.»
«Mi ha detto che non è stato il serial killer della palude a uccidere Bonnie, e che sull’isola hai trovato una vera e propria carneficina di bambini assassinati da quell’uomo.»
Si fermò. «Non mi ha detto che ti eri allontanato da lei in questo modo. Ha minimizzato la cosa. Ma tu non la guardi nemmeno. E non solo lei. Ho fatto qualcosa che ti ha fatto arrabbiare ultimamente?»
«Come potresti? Sei stata a Parigi nella tua galleria d’arte.»
«Forse pensi che sarei dovuta restare qui a sostenere Eve.
Ci ho provato, Joe. Lei non ne ha voluto sapere.»
«Non sto rimproverando niente a nessuno.» Il sorriso di Joe era forzato. «Guarda, dobbiamo soltanto lavorarci un po’ su.» Cercò il suo orologio da polso. «Ed è ora che vada al distretto e mi dia da fare per mettere ordine in quel caso.
Ancora non abbiamo identificato tutti quei corpi.»
«E non mi dirai cosa c’è che non va» riprese Jane senza mezzi termini. «Stai scappando. Non raccontarmi balle, Joe.
Tu e Eve in pratica mi avete cresciuta. Ti conosco.»
«Sì?» Si avviò giù per gli scalini del patio. «Allora sai che sono un poliziotto e quando ho un lavoro da fare, lo faccio.
Chiamerò te e Eve più tardi per dirvi a che ora sarò a casa.»
Sentiva lo sguardo preoccupato di Jane su di sé mentre si metteva alla guida. Appena mise in moto l’auto, vide Eve uscire di casa e fermarsi sul patio, accanto a Jane. Due donne forti, intelligenti, le due donne che amava di più al mondo.
E a causa della loro forza e intelligenza doveva evitarle come la peste, ora. Non aveva bisogno che focalizzassero quell’acuta intelligenza e quella perspicacia su di lui. Avrebbero potuto vedere qualcosa che non voleva far vedere a nessuno.
Salutò con un gesto della mano uscendo in retromarcia dal vialetto. Sarebbe stato bene. Erano stati soltanto lo stress e il logorio degli anni trascorsi a cercare la ragazzina di Eve ad aver innescato l’allucinazione di questa mattina all’alba.
Non stava dando di matto. Dal momento che riconosceva il problema, il problema non esisteva. Non ci sarebbero state altre allucinazioni.
Non ci sarebbero state altre visite del fantasma di Bonnie.

«Perché non me l’hai detto, Eve?» Jane guardò Joe che s’immetteva in strada. «Non l’ho mai visto così. So che per ora avete dei problemi, ma Joe era piuttosto... distante.»
«Non potevo spiegarti quello che non sapevo» rispose Eve. «Stava bene quando sono uscita per venirti a prendere all’aeroporto.» No, non bene. Joe e il loro rapporto erano stati messi a dura prova, e il non aver trovato Bonnie su quell’isola, mettendo così fine all’agonia degli anni di ricerca, non aveva migliorato in alcun modo la situazione. Ma lui non era l’uomo freddo e distante che aveva accolto Eve e Jane quando erano tornate alla casa sul lago. «Sì, non siamo per niente sulla stessa lunghezza d’onda, ma ci stiamo lavorando.»
«Ah sì?»
Si strinse nelle spalle. «Ci stiamo provando. Non è detto che ci riusciremo. Se non ce la facciamo, sarà per colpa mia.
Devo trovare Bonnie, ma è la mia ossessione, non quella di Joe. Non capisco perché non se ne va.»
«Sì che lo sai. Ti ama. Sei il suo punto di riferimento»
disse Jane. «E non se ne andrà.»
«Ci è andato vicino stavolta» mormorò Eve. «Te l’ho detto, aveva bisogno che trovassi Bonnie. Vuole chiudere la faccenda, Jane.»
«Ti stai dando da fare per trovare una soluzione. Finché c’è una speranza, non si arrenderà.» Jane l’abbracciò. «Diceva che avete attraversato un periodo difficile. Magari si trattava di questo stamattina, una reazione a quell’orrore sull’isola. Non so come diavolo tu ce l’abbia fatta.»
«Avevamo Megan. Lei è stata l’unica che ha rischiato di non farcela. Ha avuto uno shock violento ed è rimasta in coma per ore.»
«Così mi hai raccontato.» Fece scivolare le braccia attorno alla vita di Eve e la ricondusse dentro casa. «Anche se alcune delle cose che mi hai raccontato sono abbastanza difficili da credere. Dài, prendiamoci una tazza di caffè e discutiamone.»
«Non posso convincerti a fidarti di lei, Jane. Pensavo che Megan fosse una ciarlatana, ma non lo è.» Le sue labbra s’incurvarono in un sorriso triste. «Garantisco che non ci tiene a sentire quei bambini morti. Non può evitarlo. Li ha sentiti, e ci ha condotti a quell’isola. Poteva morire. Diceva di non saperne molto su come funzionano questi poteri medianici.
Da poco tempo si è resa conto di avere delle qualità da medium, tutto qui.»
Jane versò il caffè nella tazza di Eve. «Hai ragione. Ho qualche difficoltà con questa faccenda di Megan. Sono propensa a credere che tu abbia semplicemente desiderato che fosse vero.» Si fermò un attimo, prima di aggiungere, convinta:
«Perché in quel caso ti avrebbe aiutata a trovare Bonnie.»
«Non le chiederei di farlo.» Bevve un sorso di caffè. «Signore, spero di non chiederglielo mai. So cosa significherebbe per lei.» Fissò Jane seduta all’altro capo del tavolo. «Lei crede che un giorno o l’altro glielo chiederò. Mi ha già detto che non lo farà, sostiene che per me sarebbe ancora peggio conoscere i dettagli sulla morte di Bonnie.»
«Però! Ho già un’altra considerazione di lei. Forse ha ragione» disse Jane. Alzò la mano per fermare Eve. «Spero con tutto il cuore che trovi Bonnie. Ma non voglio che  trovi un nuovo assortimento d’incubi insieme a lei.»
Eve rimase in silenzio per un attimo. Persino Jane intravedeva i pericoli di cui Megan le aveva parlato. Anche Eve li intravedeva, ma trovare Bonnie... Riportarla a casa...
«Eve.»
L’espressione di Jane era piena d’amore, piena di comprensione, di preoccupazione. «Ascolta, Eve. Vorrei dire che so come ti senti, ma nessuno può saperlo.» Allungò le braccia sul tavolo e prese le mani di Eve fra le sue. «Quando ero bambina, ero persino un po’ gelosa che tu potessi amare Bonnie così tanto. Non ho mai voluto prendere il suo posto. Volevo solo trovare un modo per portare via il tuo dolore. Ma sapevo che non avrei mai potuto.» Scosse la testa mentre Eve schiudeva le labbra per parlare. «E quando sono cresciuta, ho cominciato a capire. Perdere un figlio... Probabilmente non capirò fino in fondo cosa significhi finché non avrò un bambino.
Ma anche se non posso condividere ciò che provi, voglio che tu sappia che sarò sempre con te, qualsiasi cosa succeda.»
«Lo so.» Eve sentì una stretta allo stomaco per l’emozione.
«E benedico il giorno in cui ti abbiamo trovata.» Si sforzò di sorridere. «E ora basta. Sei appena arrivata, e già sei in pena per Joe, per me, e cerchi di risolvere tutti i problemi del mondo. Ora dimenticati di noi e parlami del tuo lavoro. Stai lavorando a un nuovo quadro?»
«No, sono stata troppo impegnata a fare pubbliche relazioni per la galleria.» Fece una smorfia. «Sai quanto mi piace.
Non sarebbe compito mio...» S’interruppe quando il telefono di Eve squillò. «Rispondi pure. In realtà non vuoi stare a sentire delle mie tribolazioni con i giornali e la TV.»
«Sì che voglio. Non te la caverai così.» Diede un’occhiata al display. «È Montalvo.»
Jane inarcò le sopracciglia, sorpresa. «Montalvo è ancora in giro?»
«Sì, ma è sotto controllo.» Per quanto si potesse controllarlo.
Premette il tasto di risposta. «Sono occupata, Montalvo.»
«Perché mi saluti sempre come se ti avessi aggredito?» La voce di Luis Montalvo era sorpresa. «Quando sai che voglio solo il meglio per te.»
«Sto prendendo un caffè con Jane. Che vuoi, Montalvo?»
«Ah, la tua Jane. La bella Jane MacGuire. Non sapevo fosse tornata da noi.»
«È appena arrivata con un volo da Parigi.»
«Allora non ti trattengo. Volevo solo dirti che uno dei miei investigatori mi ha comunicato che potrebbe più o meno localizzare Kevin Jelak.»
Si bloccò. «Cosa?»
«Be’, più o meno, a grandi linee. Ha rintracciato un acquisto effettuato con la carta di credito a Garsdell, in Alabama.»
In Alabama. Subito a cavallo della frontiera. «Così vicino...» disse Eve.
«Forse troppo vicino. Mi stavo chiedendo che ci faceva a un passo da casa tua. E perché proprio ora?»
«Giusto la notte scorsa stavo pensando di darmi da fare per trovare lui e Paul Black.»
«Sapevo che questa sarebbe stata la tua prossima mossa, non appena avresti scoperto di aver dato la caccia al killer sbagliato. Ecco perché ho fatto un paio di telefonate. È un piccolo passo in avanti, niente su cui fiondarsi con entusiasmo... per il momento.»
«Allora perché non hai aspettato di avere qualcosa di più promettente?»
«Perché ti darò sempre quello che vuoi, non quel che penso sia meglio per te. È questa la differenza fra me e Quinn.»
Si fermò. «A proposito, come sta Quinn?»
«Deluso come me di non aver trovato Bonnie.»
«Allora sono sicuro che condividerai con lui la notizia di questa nuova opportunità all’orizzonte.»
«Sì, condivido tutto con Joe.»
«Un uomo fortunato» commentò Montalvo. «Ma io aspetterei un po’prima di dargli la notizia. Forse ha bisogno di un periodo per riprendersi.»
«La tua preoccupazione è commovente.»
«Io sono preoccupato per davvero. Ti ho detto che sarei diventato il migliore amico di Quinn. Dopotutto, lui mi ha salvato la vita.»
«Sì, è vero.»
«E gliene sono veramente grato.» Il suo tono di voce era sincero. «Ma devo bilanciare gli obblighi verso di te e i doveri verso il mio nuovo migliore amico. È una bella sfida.
Forse faresti meglio a passarmi Quinn così posso dirglielo io stesso.»
«È al distretto.»
«Allora dovrò contare sul fatto che glielo riferirai tu più tardi» ribatté lui. «Non appena ne so qualcosa in più ti faccio sapere. O magari chiamo il mio nuovo migliore amico.»
«Ti sei innervosita» osservò Jane, quando Eve mise giù il telefono. «Montalvo riceve sempre una risposta chiara da te. Anche se non sempre è positiva.»
«Quasi mai positiva. Infastidita, sempre» puntualizzò Eve. «Dice che forse ha localizzato uno degli altri uomini nella lista dei sospettati per l’omicidio di Bonnie.»
«Forse? Ti sta sventolando una carota sotto il naso?»
«Può darsi. Ma non mi mentirebbe.»
«Ti fidi di lui?»
«Sì.» Montalvo era intelligente, complicato, pericoloso,  e qualche volta spietato, ma non era un bugiardo. Il loro rapporto era complesso, e lei avrebbe preferito che scomparisse dalla sua vita. Eppure sotto molti punti di vista la capiva meglio di chiunque altro. Montalvo era un trafficante d’armi in Colombia, prima che Eve lo incontrasse. Aveva cercato per lungo tempo il corpo della moglie, che era stata assassinata, e aveva coinvolto Eve nella ricerca in cambio dei nomi di tre uomini che potevano aver ucciso la sua Bonnie. Dal momento che lei e Montalvo avevano condiviso un lutto simile e la medesima ossessione, quel legame era duro a morire. «Mi fido di lui. Ma ogni volta che mi distraggo un attimo fa qualcosa che mi coglie alla sprovvista.»
«Per esempio?»
«Dice di voler essere amico di Joe.»
«Cosa?» A quel punto Jane scoppiò a ridere. «Sta scherzando. Giusto? Joe è maledettamente geloso di Montalvo.
Gli taglierebbe la gola senza pensarci due volte.»
«No, non sta scherzando.»
Jane la squadrò impensierita prima di fare un fischio di sorpresa. «Che bastardo schifoso. E che bel modo di insinuarsi nella tua vita.»
«Sì. Ma non funzionerà.» O magari sì, pensò Eve. Joe aveva salvato la vita a Montalvo, e questo per Montalvo faceva la differenza. Eve la pensava come Jane, ma a conti fatti nessuno poteva conoscere Montalvo, se non Montalvo stesso.
«Perlomeno mi passa ancora le informazioni.»
«Jelak.» Jane annuì. «Cosa sai di lui?»
«Non molto. Solo che era uno dei tre uomini che secondo gli investigatori di Montalvo potrebbero aver ucciso Bonnie. Viveva qui ad Atlanta quando lei scomparve, ma si spostò e se ne persero le tracce parecchi anni fa. Ma presto ne saprò molto di più.»
«Tramite Montalvo?»
«Se devo proprio rivolgermi a lui...» Finì il suo caffè. «Ma io intendevo Joe. Lo chiamerò e gli chiederò di controllare quell’acquisto con carta di credito in Alabama.» Si appoggiò allo schienale della sedia. «Ora perché non te ne vai a letto e ti riposi un po’? Devi essere esausta.»
«Un po’ stanca lo sono.» Jane si alzò e cominciò a sparecchiare la tavola. «E penso che nemmeno questo caffè riuscirà a tenermi sveglia. L’ho mischiato col latte per alleggerire la caffeina.» Prese il bricco del latte e lo ripose nel frigorifero. «Anche se avrei preferito di gran lunga prenderlo...» Si interruppe, lo sguardo sul ripiano più basso del frigo. «Che diavolo è quella?»
«Che cosa?»
«Quella tazza. È oro oppure ottone o... È messa bene in fondo e non l’ho quasi vista. La luce l’ha colpita e...» Si abbassò e allungò un braccio dentro il frigo. «Penso che contenga qualcosa.»
«Non so di che stai parlando.» Eve si alzò e attraversò la cucina. «Uso soltanto contenitori per alimenti, e di certo non sono d’oro né d’ottone. E nelle ultime due settimane non abbiamo cucinato o conservato...» Si interruppe quando vide l’oggetto che Jane teneva in mano. «Che cos’è?»
«È quello che ti ho chiesto.»
La coppa d’oro nella mano di Jane era un calice che sembrava uscito da una festa medievale. Aveva un’intricata incisione con fregi e scene che parevano ambientate in un’antica sala da banchetti.
«Non l’ho mai visto prima» disse Eve categorica.
«Joe?»
«Glielo chiederò. Ma non è da lui. Non è un collezionista, e questo sembra uno di quegli oggetti che si trovano nel negozio di souvenir di un castello. O in una di quelle riviste d’arte che vendono cimeli di film medievali.»
«Non sono d’accordo. È realizzato con cura, non è un oggetto da quattro soldi.» Jane rigirava il calice fra le mani.
«Bell’incisione. Non riesco a capire bene cosa contenga...»
Sollevò la tazza all’altezza del naso. «Sembra una pasta rosso scuro, essiccata... ma odora... di rame.»
«Rame?» Eve prese il calice e guardò il contenuto rosso scuro. Fu colta da un brivido. Aveva già sentito quell’odore, ed era difficile da dimenticare. Sollevò il calice e l’odorò.
Senza dubbio rame. Il suo stomaco si contrasse, cercando di tenere a bada la nausea.
Jane stava osservando la sua espressione. «È quel che penso?»
Eve abbassò lo sguardo sulla coppa. Un bel calice.
Splendente, decorato con scene di tempi perduti rappresentate con maestria. Eppure tutto ciò a cui riusciva a pensare era la chiazza rosso scuro al suo interno.
«Sangue.» Poggiò in fretta il calice sul bancone della cucina.
«È pieno di sangue.»

«Sicura?» disse Jane.
«Sì, il sangue coagula molto in fretta, ma questo calice dev’essere stato pieno fino all’orlo, una volta.»
«Che facciamo?» chiese Jane. «Sei sicura di non averlo mai visto prima?»
Eve scosse la testa. «No.» Aggiunse secca: «Di solito non tengo a portata di mano calici pieni di sangue.» Deglutì. «E mi fa una paura tremenda. Mi sento... violata. Com’è arrivato in casa mia?» Si sforzò di guardarlo di nuovo. «A ogni buon conto, prima di tutto bisognerebbe scoprire se quel sangue è umano.»
«E anch’io, come te, mi chiedo come sia arrivato qui»
disse Jane.
Eve fece un cenno d’assenso col capo. «Joe e io siamo stati entrambi fuori casa nei giorni in cui eravamo alla palude di Okefenokee. Sarà successo allora.» Aggiunse: «Ma so che Joe ha attivato l’allarme prima che ce ne andassimo.»
«Gli allarmi si possono disattivare. E il mio cane, Toby,
non c’era. Hai detto che se ne sta occupando ancora Patty?»
«Già. E sono contenta che non ci fosse. Sarà anche un mezzo lupo, ma penso sia più un golden retriever. Non ha il temperamento di un killer.»
Jane annuì. «C’è qualcosa di molto inquietante nell’idea di un calice pieno di sangue. Una cosa da vampiri. Mi fa pensare a Bela Lugosi.»
Quel paragone era fin troppo vicino a quello che stava pensando Eve. «Bisognerebbe indagare su questo. A quanto ricordo, i vampiri non usavano calici. Prendevano il sangue direttamente dalla vittima.»
«Comunque sia.» Jane distolse lo sguardo dal calice.
«Suppongo che si tratti di una specie di scherzo. Il tuo mestiere potrebbe renderti un bersaglio per questo genere di cose.»
Eve scosse la testa. «Mi piacerebbe crederci, ma non ci riesco. È troppo... brutto.»
«Non c’è dubbio. Voglio liberarmene» disse Jane. «Liberiamoci di quel dannato coso e facciamo analizzare il sangue.
E voglio che mandino qualcuno dal dipartimento qui a proteggerti. Chiami tu Joe o lo faccio io?»
«Lo faccio io.» Eve compose il numero del cellulare di Joe. Squillò cinque volte prima che rispondesse la segreteria telefonica.
Si accigliò mentre riattaccava lentamente. «Non risponde. Ma deve essere sulla strada per il distretto. Forse è al telefono. Proverò di nuovo fra qualche minuto.» Si diresse verso le stanze da letto. «Nel frattempo, facciamo un giro per casa e vediamo se troviamo altri graziosi ricordini.»

«La scena del crimine è fra gli alberi nei pressi del lago Allatoona. Vicino Kellogg Creek» disse a Joe il detective Gary Schindler quando lo chiamò al cellulare.
«Perché io?» chiese Joe. «Sto ancora lavorando al rapporto conclusivo su Kistle.»
«Il capitano vuole che te ne occupi tu. Dannazione, ci vorrà tutti su questo caso. È il mio giorno libero, e mi hanno chiamato a casa dicendomi di portare il culo là fuori. La vittima è Nancy Jo Norris, e sarà pieno zeppo di giornalisti e TV.»
«E chi è Nancy Jo Norris?»
«La figlia del senatore Ed Norris. Frequentava il secondo anno all’Università della Georgia e aveva solo diciannove anni.»
«Merda.»
«Già. Una ragazzina. La scientifica dovrebbe essere lì per quando arriveremo.»
«Vengo subito.» Joe attaccò il telefono e girò a destra verso l’autostrada. Tanto meglio non dover andare direttamente al distretto. Nell’attuale stato mentale, sbrigare delle pratiche l’avrebbe mandato fuori di testa.
Pazzo. Una parola scomoda da usare in questo momento, dopo quanto era successo quella mattina prima dell’alba.
Le allucinazioni erano senza ombra di dubbio segnali d’instabilità.
E vedere lo spirito di Bonnie Duncan rasentava la follia.
Fanculo. Non c’era niente che non andasse in lui. Era stato sotto stress per mesi, anni, ed era tutto collegato alla figlia di Eve, scomparsa anni prima. Quest’ultima delusione nella ricerca dell’assassino di Bonnie e del corpo della bambina aveva fatto vacillare il suo equilibrio, e aveva avuto qualche momento di confusione. Non sarebbe più accaduto.
E probabilmente questo era collegato al fatto di lavorare con Megan Blair per trovare Kistle. Tutta quella roba medianica sembrava fin troppo autentica. Adesso era tornato nel mondo reale, e sarebbe stato bene, non appena fosse riuscito a scrollarsi di dosso quel...
Il suo cellulare squillò. Era Eve. Esitò prima di rispondere.
Era chiaro che si era accorta del suo turbamento quella mattina. Che altro avrebbe potuto fare? Joe si era comportato in modo del tutto irrazionale, e in più loro due erano troppo legati per non essere consapevoli di ogni sfumatura dei sentimenti dell’altro. Era per questo che, in pratica, era scappato da casa. Non c’era motivo di farla preoccupare con le sue misteriose allucinazioni.
Ma non poteva ignorare la telefonata.
«Tutto okay?» chiese lei quando Joe rispose. «Non riuscivo a rintracciarti.»
«Ho ricevuto una chiamata per andare direttamente su una scena del crimine al lago Allatoona.»
«Allora non ti trattengo.» Eve si fermò. «Jane ha trovato una cosa un po’ macabra sul ripiano in fondo al frigorifero.
Un calice d’oro con un’elaborata incisione. Tu non ne sai niente, vero?»
«Cosa? Dannazione, no. Che ha di macabro?»
«C’è del sangue dentro. Non so se è sangue umano. Manderesti qualcuno a prenderlo per analizzarlo?»
Joe rimase di stucco. Questa era la mattina dei misteri, ma il sangue era reale e metteva i brividi più di qualunque allucinazione.
«Appena chiudo la telefonata. E manderò qualcuno a sorvegliare il posto. Finché non arriva lì fai attenzione.»
«Oh, puoi starne certo. La situazione non mi piace. Specie ora che Jane è qui» rispose Eve. «Devono aver piazzato il calice lì mentre noi eravamo alla palude. Potrebbe trattarsi di qualche svitato che ha letto di me e del mio lavoro e ha voluto mettermi paura. Ma chiunque l’abbia fatto è stato in grado di eludere il sistema d’allarme. Ora chiamo la ditta perché vengano a risolvere il problema e ad accertarsi che non si verifichi di nuovo.» Eve si fermò. «Ha chiamato Montalvo.
Diceva che i suoi investigatori hanno rintracciato un acquisto con la carta di credito di Kevin Jelak in una cittadina vicino al confine, in Alabama.»
«Montalvo non perde tempo» commentò Joe con tono sarcastico. «Kistle è appena morto, e lui già si affanna perché tu continui la tua ricerca.»
«Montalvo non altererebbe mai delle prove» lo difese lei.
«È solo una strana coincidenza che d’un tratto Jelak stia facendo la sua comparsa.»
«Io non credo alle coincidenze.» Svoltò per Kellogg Creek.
«Controllerò questo Kevin Jelak, il sospettato principale.» Si fermò. «Sono stato un po’ brusco con te stamattina. Mi dispiace. Credo di essere un po’ nervoso.»
«Parecchio nervoso. Sei pronto a raccontarmi il perché?»
Joe ignorò la domanda, dal momento che non aveva intenzione di dirle quello che lei voleva sapere. «Chiamami se hai altri problemi.»
«Spero proprio di no» gli rispose Eve fredda. «Ne abbiamo avuti già abbastanza per cominciare la giornata. E non sono neanche le otto di mattina.» Riattaccò.
Sì, la giornata era iniziata con un terremoto, e stava continuando con la stessa piega, pensò Joe, a partire dal momento in cui si era alzato dal letto alle cinque e aveva messo su il caffè, aspettando che Eve e Jane tornassero a casa dall’aeroporto.
Il ricordo di ciò che era avvenuto dopo lo assalì, ma cercò di rimanere calmo e lucido.
Era tutto nella norma, finché non era uscito sul patio. Si era messo a fissare il lago e a pensare a Eve.

Guardami.
Ascoltami.
Apriti.
Che diamine gli stava accadendo?
«Ciao, Joe.»
Si girò di scatto verso il dondolo.
Una ragazzina era accoccolata lì sopra. «Ho desiderato così tante volte di venire a trovarti, ma non potevo. Sono così felice che ora sia
possibile.»
Nella semioscurità del patio non c’era che una sagoma indistinta, non avrà avuto più di sette o otto anni. L’abitazione più vicina era lontana chilometri. Com’era arrivata lì? «Chi sei?» chiese lui.
«Non dovresti essere qui. Dov’è la tua famiglia?»
«Sta arrivando. Ma la mia famiglia sei anche tu, Joe. Mi hai allontanata dalla tua vita per tanto tempo, ma qualcosa... è successo.
Ora sei più aperto verso di me.»
Ascoltami. Guardami. Apriti.
«Sì, va tutto bene, Joe.»
«No, non va bene. Non va bene per niente. Dovresti andare a casa. I tuoi genitori si staranno preoccupando.»
Lei scosse la testa. «Sai che non succederà. Tu sai chi sono.»
«Col cavolo che lo so.» I raggi dell’alba stavano a poco a poco ricacciando la pozza d’oscurità che circondava il dondolo, sfiorando i riccioli rossi e il faccino della bambina. Non riusciva a smettere di guardarla. Era una follia. Eppure non si sentiva un folle. Avvertiva un misterioso senso di... pace. «Chi sei?»
«Andrà tutto bene, Joe. Te lo prometto.»
«Chi sei?»
Ora la luce del sole la circondava come prima l’oscurità, svelando la maglietta di Bugs Bunny che indossava.
«Ma Joe.» Un sorriso radioso le illuminò il volto e giunse fino a lui, per stringerlo in un abbraccio, circondarlo d’amore. «Sono Bonnie.»

Follia. Quel senso di pace era svanito, si era voltato ed era corso giù per gli scalini del patio in preda al panico.
Non era reale. Era stata un’allucinazione. Era tutta un’assurdità, e non c’era ragione perché si sentisse così... Il cuore gli batteva forte. Di cosa aveva paura? Non di quella ragazzina sul dondolo. Lei non era reale.
Pazzia. Il crollo nervoso era il nemico, ecco perché era così nel panico. Era sempre stato talmente sicuro di ciò che era reale e di ciò che era fantasia. Era il fondamento del suo carattere, e ora quel fondamento vacillava, si sgretolava.
Si era forzato a guardare indietro verso il dondolo sul patio. Nessuna bambina dal sorriso radioso. Aveva avvertito che un po’ di tensione lo abbandonava. Era ancora scosso e allarmato, ma il panico iniziale se n’era andato. Sapeva che si trattava solo di un’allucinazione momentanea, e che non si sarebbe mai ripetuta.
Proprio come ne era sicuro adesso, alcune ore più tardi, mentre guidava verso il lago Allatoona. Non c’era stata alcuna apparizione della figlia di Eve. Lo stress, la fatica degli ultimi giorni e l’immaginazione si erano mischiati per fargli perdere la testa per un paio di minuti. Ma ora era tornato a fare quello che gli riusciva meglio, e persino il pensiero di Bonnie stava svanendo.
Qualche minuto più tardi, parcheggiò l’auto dietro il furgone del medico legale. Era tornato alla sua realtà. Non bella. Spesso inquietante.
Oggi però, le dava il benvenuto.
Scese dall’auto, passò sotto il nastro giallo, e si fece strada verso la riva dove si trovava il detective Gary Schindler.
«Brutta storia.» Appena si fu avvicinato Schindler si volse a guardarlo in faccia. Con un cenno del capo indicò il corpo della ragazza circondato dalla scientifica, qualche metro più in là. «Era così giovane.»
«È nuda. Sappiamo se è stata stuprata?»
«Non ancora. Indossava jeans e una felpa rossa dell’Università della Georgia. I suoi vestiti sono stati piegati sotto quell’albero. Con grande cura. Il corpo e i capelli sono stati sistemati con cura anch’essi.» Rimase in silenzio per un istante. «Un omicidio rituale?»
«Può darsi.» Joe fece un prudente passo in avanti per dare un’occhiata più da vicino. Povera ragazza. Gli occhi erano chiusi, ma l’espressione era straziata dall’orrore. «Le hanno tagliato la gola» osservò.
«Di nuovo, con molta cura» rispose Schindler. «Un taglio netto alla giugulare, o almeno così ha detto il medico legale.
Le escoriazioni sui polsi sono state causate da una corda.
Dev’essere stata legata, prima o durante l’omicidio.»
«Non c’è abbastanza sangue per una ferita di quel genere.»
Schindler fece un cenno d’assenso col capo. «Oh, il sangue c’era. Il bastardo l’ha ripulita tutta per renderla carina.
Ma non ha ripulito bene il calice. Lì ha lasciato delle tracce.»
Joe puntò lo sguardo sul volto di Schindler. «Calice?»
«La mano destra.» Schindler la indicò. «È nascosta per metà sotto il corpo, ma nella mano ha una specie di calice d’oro o d’ottone. Credo abbia delle incisioni sopra. Non possiamo muoverlo finché la scientifica non ha finito, ma si vede il sangue all’interno della coppa. Ecco perché sono propenso a credere che sia un omicidio rituale.»
Joe si irrigidì.
Una coppa d’oro, finemente incisa, aveva detto Eve.
Si accovacciò per guardare meglio il calice nella mano di Nancy Jo Norris.
L’oro brillava alla luce del primo mattino. Non riuscì a capire cosa rappresentassero, ma sul calice c’erano senza dubbio delle incisioni.
Oh cazzo.

 PER GENTILE CONCESSIONE DI LEGGEREDITORE

Untitled

DIRETTAMENTE DALLA VOSTRA INFILTRATA IN LIBRERIA

 

Ero lì che lavoravo ieri, facendo gli ordini dei libri che devono uscire tra Settembre e Dicembre, e meditavo seriamente se pagare l'assicurazione della macchina o meno.
Voi direte: che c'entra? C'entra c'entra... il dilemma infatti nasce dal problema del se mi serva di più un mezzo di trasporto oppure tutti i libri che stavo prenotando... alla fine ha vinto la macchina (ma di poco badate bene), in fondo senza auto non vado al lavoro e senza lavoro nessuno stipendio e senza stipendio nessuno di questi libri qua sotto.

Arriva, segnatevi la data, il 21 Ottobre in tutte le librerie, uno dei libri piu' richiesti, piu' citati, piu' "petizionati" della storia del romance. Sto parlando del primo libro della arcifamosa e arcipremiata saga dei Carpaziani, la Dark Series, di Christine Feehan.
Il primo volume, Dark Prince, verrà tradotto da noi con il titolo "Il Principe Vampiro - Attrazione Fatale" e pubblicato da Newton & Compton (alla quale siamo passati da "Oscar al merito" a "mi faccio l'altarino votivo in casa", grazie Newton!).
La lunghissima saga, il cui ultimo libro (Dark Peril) è in pubblicazione in America per il Settembre 2010, è così composta:

  1. 1.Il Principe Vampiro - Attrazione Fatale (Dark prince)
  2. 2.Dark Desire
  3. 3.Dark Gold
  4. 4.Dark Magic
  5. 5.Dark Challenge
  6. 6.Dark Fire
  7. 7.Dark Dream
  8. 8.Dark Legend
  9. 9.Dark Guardian
  10. 10.Dark Symphony
  11. 11.Dark Descent
  12. 12.Dark Melody
  13. 13.Dark Destiny
  14. 14.Dark Hunger
  15. 15.Dark Secret
  16. 16.Dark Demon
  17. 17.Dark Celebration
  18. 18.Dark Possession
  19. 19.Dark Curse
  20. 20.Dark Slayer
  21. 21.Dark Peril

La serie vanta numerosi premi tra cui i prestigiosissimi RBL ROMANTICA AWARD e il ROMANCE BOOKS AND READERS AWARD ed ha venduto nel mondo un milione di copie o giu' di lì.... insomma, decisamente non "robetta".
La cosa interessantissima di questa uscita italiana, a parte il libro in sè, non è il titolo, nè la copertina, che sono francamente poco azzeccati, parere mio ovvio, ma il prezzo.... 6,90€ per una prima uscita tanto attesa di ben 432 pagine!!! Poi ditemi che io alla Newton non gli devo accendere un cero, ditemelo!!!
Ma andiamo ad approfondire la conoscenza di questo primo capitolo in pubblicazione:

TRAMA: Mikhail Dubrisky e Raven Whitney sono fatti l'uno per l'altra, ma appartengono a specie diverse... Lui è un principe Carpaziano, vive di notte e si nutre di sangue umano; lei è una donna, una sensitiva incredibilmente sexy e dolce. Quando si incontrano Mikhail capisce che deve possederla, che solo con lei troverà la pace che cerca da secoli e che insieme saranno felici in eterno. 
Ma intanto un gruppo di fanatici cacciatori di vampiri imperversa, facendo strage indiscrimata di tutte le creature non umane e Mikhail dovrà difendere i suoi sudditi e proteggere la sua anima gemella da oscure forze di cui lei non sospetta neanche lontamente l'esistenza.

Se volete approfondire il meraviglioso mondo della saga Dark di questa bravissima autrice, trovate un post dedicato qui:
http://romancebooks.splinder.com/post/9971654 e un bellissimo approfondimento con la traduzione del primo capitolo fatta dalla nostra Naan (imperdibile, credetemi ) qui: http://romancebooks.splinder.com/post/14614169

 

Previsto sempre per Ottobre, non ho ancora il giorno preciso, il terzo libro di Lara Adrian della serie "Midnight Breed",  Midnight Awakening che in Italia si chiamerà IL BACIO PERDUTO.
La serie, che in Italia ha avuto uno straordinario successo, è così composta:

1.IL BACIO DI MEZZANOTTE (A Kiss of Midnight)
2.IL BACIO CREMISI (Kiss of Crimson)
3. IL BACIO PERUTO (Midnight Awakening)
4. Midnight Rising (inedito in Italia)
5. Veil of Midnight (inedito in Italia)
6. Ashes of Midnight (inedito in Italia)
7. Shades of Midnight (inedito in Italia)
8. Taken by Midnight (2010)

TRAMA: Elise Chase si aggira senza tregua per le strade di Boston. Armata di un’antichissima daga e spinta da un violento desiderio di vendetta, sa ciò vuole e non si fermerà finché non lo avrà ottenuto. Dà la caccia a coloro che le hanno strappato l’amore più grande della sua vita: suo figlio. Finora ha utilizzato i suoi incredibili poteri psichici, ma questa cosa la sta lentamente uccidendo... verrà salvata dall’incontro con l’ombroso e affascinate Tegan il vampiro... Presto fra i due nascerà un’alleanza insolita, un legame che andrà ben oltre il
mero interesse personale, e che esploderà in un’onda incontenibile di desiderio. Perché persino un cuore di ghiaccio che per secoli ha resistito a qualunque tentazione, può vacillare di fronte alla passione.

Per l'occasione la Leggere Editore sconterà i primi due volumi della saga che costeranno solo 4,90€  per il periodo dell'uscita di questo terzo libro che dovrebbe avere il costo dei precedenti: 10€ , dove dovrebbe è la parola chiave.
Colgo l'occasione per ricordarvi che prezzi, date e copertine possono subire variazioni indipendenti dalla nostra volontà e le informazioni che vi diamo adesso potrebbero cambiare anche all'ultimo momento. (Che non ci si accusi poi di dare copertine "farlocche", poichè noi pubblichiamo quanto ci manda la casa editrice al momento)
Per approndire la conoscenza dei precendi volumi, in caso ve li foste persi, potete andare qui:
http://romancebooks.splinder.com/tag/lara_adrian

 

Il 28 Ottobre esce, sempre per Newton, il nuovo libro di Ann Brashares, autrice della serie per ragazzi "Quattro amiche e un paio di Jeans".
Questa sua nuova pubblicazione è dedicata, al contrario della precedente, ad un pubblico adulto ed è una straordinaria storia d'amore e magia che si dipana attraverso i secoli grazie alla reincarnazione dei due sfortunati amanti, costretti a perdersi in tutte le epoche in cui siano vissuti e poi ritrovarsi grazie al filo conduttore della memoria.

IL MIO NOME E' MEMORIA ci racconta la storia di Daniel che ha attraversato gli oceani del tempo per ritrovare Sophia. La “memoria”, la capacità di ricordare la sua vita passata, è per lui un dono ma anche una maledizione. Ora Sophia è Lucy, una studentessa liceale, e non crede a una sola parola di ciò che le dice Daniel: le sembra impossibile che nelle loro precedenti vite si siano amati e poi siano stati separati da una crudele forza misteriosa. Ma Daniel sa che loro due sono stati insieme: in Asia Minore nel 552, nell’Inghilterra del 1918, e poi in Virginia nel 1972. Brevi, fugaci attimi di passione che la morte ha sempre brutalmente spezzato. Anche oggi le loro anime si stanno cercando, e ancora una volta quella misteriosa forza è pronta a separarli. Un romanzo magico, un’avventura romantica che si snoda attraverso i secoli per abbracciare non una ma tante vite, inseguendo l’unico, vero, grande amore.

Come sempre il prezzo è abbordabilissimo: 12,90€ per 390 pagne di puro romanticismo.
Pare anche che la Warner abbia acquistato i diritti del libro per farne presto un film. I produttori hanno definito il romanzo "un piccolo gioiello a metà strada tra Twilight e Il curioso caso di Benjamin Button". A noi non resta che rimanere in trepida attesa.

Una menzione va anche alle uscite, che sono diventate numerosissime (e starci dietro è pressochè impossibile), dei libri di Lisa Jane Smith.
Previsto per la fine di Ottobre (probabilmente il 28 anche lui, giusto per soffrire tutto in una volta ) anche LA SETTA DEI VAMPIRI: LA MALEDIZIONE 9° volume della saga non ancora terminata e così, per ora, composta dell'autrice de "I DIARI DEL VAMPIRO": 

1. LA SETTA DEI VAMPIRI. IL SEGRETO (Secret Vampire)
2. LA SETTA DEI VAMPIRI. LE FIGLIE DELL’OSCURITà  (Daughters of Darkness)
3. LA SETTA DEI VAMPIRI. L’INCANTESIMO (Spellbinder  aka Enchantress )
4. LA SETTA DEI VAMPIRI. L'ANGELO NERO (Dark Angel)
5. LA SETTA DEI VAMPIRI. LA PRESCELTA (The Chosen) 
6. LA SETTA DEI VAMPIRI. L’ANIMA GEMELLA (Soulmate)
7. LA SETTA DEI VAMPIRI. LA CACCIATRICE (Huntress)
8. LA SETTA DEI VAMPIRI. L'ALBA NERA (Black Dawn)
9. LA SETTA DEI VAMPIRI. LA MALEDIZIONE (Witchlight)

Per saperne di piu' (e dipanarsi tra i tanti volumi) la Newton ha dedicato un sito apposito a questa saga: www.lasettadeivampiri.com
Prezzo del volume 14,90€ per 240 pagine circa.
La Smith ci ha preso gusto e date le vendite e il seguito di lettori sta già scrivendo il decimo volume, previsto in America per la fine di quest'anno. La cosa non è per nulla incoraggiante per le nostre finanze.....

Con questa la vostra Infiltrata vi saluta e va a lavorare per guadagnarsi i libri che dovrà comprare!
Buoni acquisti a tutte!
Paola.

Untitled

ESCE IN LIBRERIA  BATTI IL CINQUE ( High five ), di Janet Evanovich – SALANI EDITORE

Il lavoro scarseggia per Stephanie Plum, cacciatrice di taglie di Trenton, New Jersey. Ma in famiglia c’è un problema: lo zio Fred, detto il Tirchio, sembra sparito nel nulla. Unico indizio: problemi con l’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti. Non che zia Mabel sia particolarmente addolorata della scomparsa del marito, ma quello che potrebbe sembrare solo un fastidioso disguido amministrativo si trasforma ben presto in una faccenda piuttosto seria, almeno a giudicare dalle foto inquietanti che lo zio Fred nascondeva in un cassetto. Questa volta Steph è spalleggiata da Randy Briggs, nano programmatore di computer, e tallonata da un oscuro angelo custode, Bunchy, sedicente allibratore a caccia, pure lui, di Fred. Persino Joe Morelli, poliziotto e fidanzato storico della nostra eroina, sembra avere qualcosa da nascondere.
Fra sparatorie, una serie di strani suicidi e un pugile maniaco che attenta alla sua vita, Stephanie deve affrontare, oltre ai consueti problemi di capelli, di linea e di automobili che non fanno il loro dovere, le spericolate iniziative dell’inossidabile nonna Mazur e le attenzioni sempre più esplicite di Ranger, tenebroso e affascinante collega...

UN BRANO DEL LIBRO

"Guardai la prima foto per almeno trenta secondi prima di capire che cosa stessi vedendo. Era uno scatto all’ombra e sottoesposto. L’immagine era occupata da un sacco nero di plastica della spazzatura e al centro c’era una mano sanguinante, mozzata al polso. Guardai le altre foto. Tutte simili. In qualcuna il sacco era più aperto e si vedevano altre parti di un corpo. Qualcosa che sembrava uno stinco, forse una parte del tronco e probabilmente una nuca. Non si capiva se fosse un uomo o una donna.
Rimasi senza fiato dallo shock. Sentivo una specie di ronzio nella testa. Non volevo rovinare la mia immagine di cacciatrice di taglie e crollare svenuta sul pavimento, per cui mi concentrai sulla respirazione. «Devo darle alla polizia» riuscii a dire.
Mabel scosse la testa. «Non so cosa ci facessero nella scrivania di Fred. Perché qualcuno dovrebbe avere foto del genere?»"

Un intrigo eccezionale, la riprova la Evanovich è davvero una scrittrice di indubbio talento.

Nota di Naan: la serie dedicata a Stephanie Plum è arrivata a ben ventuno  libri. Finora in Italia sono stati tradotti:

- BASTARDO NUMERO UNO (One for the Money)
- DUE DI TROPPO (Two for the Dough)
- TRE E SEI MORTO (Three to Get Deadly)
- NON DIRE QUATTRO (Four to Score)
- BATTI IL CINQUE (High five)

 Janet Evanovich è nata nel New Jersey. Dopo aver pubblicato romanzi rosa di successo, si è dedicata al poliziesco e a Stephanie, che è diventata in breve tempo la detective più famosa d’America: ogni sua avventura conquista regolarmente il primo posto della classifica del New York Times.

 

Untitled

ESCE IN LIBRERIA IL DESTINO DI CLAIRE (The Dead Girls’ Dance), di Rachel Caine- EDIZIONI FANUCCI/LEGGEREDITORE

Da quando si è trasferita a Morganville, Claire Denvers ha molte sfide da affrontare. Come quella di essere un genio in una scuola nella quale conta molto più l’aspetto fisico dell’intelligenza; come il fatto che nel suo dormitorio abitino ragazze (come Monica e le sue amiche) con tendenze omicide che si scatenano proprio nei suoi confronti, e come la scoperta che il suo college è controllato da morti viventi. Ci sono anche aspetti positivi nella sua vita, però: ha finalmente trovato un ragazzo che fa per lei, il cui padre è un cacciatore di vampiri. La situazione sembra ancora gestibile e sotto controllo... ma quando una confraternita locale lancia la Danza della Ragazza Morta, il male sembra davvero sul punto di esplodere una volta per tutte. Secondo attesissimo volume della serie dei Vampiri di Morganville, che riprende la serie esattamente dal punto in cui si era interrotta: sopravviverà Michael al colpo di pugnale che gli sta trafiggendo il cuore?

Note di andreina65: Dopo Il diario di Eve Rosser arriva il secondo libro della serie "The Morganville Vampires series" sino a oggi così composta:

1. IL DIARIO DI EVE ROSSER (Glass Houses)
2. IL DESTINO DI CLAIRE (The Dead Girls’ Dance)
3. Midnight Alley (inedito in Italia)
4. Feast of Fools (inedito in Italia) 
5. Lord of Misrule (inedito in Italia)
6. Carpe Corpus (inedito in Italia)
7. Fade Out (inedito in Italia)
8. Kiss of Death (inedito in Italia) 
9. Ghost Town, previsto, in America, per il tardo 2010
10. 11. 12. a seguire.
 
Rachel Caine, nata nel 1962, è autrice di più di quindici romanzi, che comprendono le serie Weather Warden e I Vampiri di Morganville. Ha fatto la contabile, la musicista professionista, l’investigatrice assicurativa, e ha pubblicato libri anche sotto il suo secondo pseudonimo, Julie Fortune. Vive in Texas con suo marito.

Untitled

ESCE IN LIBRERIA  LA BIBLIOTECA DEI LIBRI PROIBITI (  Florence and Giles ), di John Harding - EDIZIONI GARZANTI

New England, 1891. È notte fonda ormai. Nell'antica dimora di Blithe House regnano il silenzio e l'oscurità. Per Florence, giovane orfana di dodici anni, è finalmente giunto il momento che ogni giorno aspetta con ansia. Attenta a non far rumore, sale le scale ed entra nella vecchia biblioteca. Nella grande stanza abitata dalla polvere e dall'abbandono ci sono gli unici amici che le tengano davvero compagnia, i libri. Libri proibiti per Florence. Non potrebbe nemmeno toccarli: da sempre le è vietato leggere. Così le ha imposto lo zio che l'ha allevata con il fratellino Giles. Un uomo misterioso, che l'ha condannata a vivere confinata in casa insieme alla servitù. Ma Florence è furba e determinata e ha imparato a leggere da sola. Ha intuito che nei libri è racchiusa la strada per la libertà. Perché proprio in quella biblioteca, tra i vecchi volumi di Sir Walter Scott, Jane Austen, Charles Dickens, George Eliot e Shakespeare, si nasconde un segreto legato a doppio filo alla morte dei suoi genitori. Una terribile verità che, notte dopo notte, getta ombre sempre più inquietanti sulla vita di tutti. Strani episodi iniziano a sconvolgere la dimora. Prima la morte violenta e inspiegabile di una delle governanti, poi l'arrivo della nuova istitutrice del fratellino, che odia Florence con tutta sé stessa. Per la ragazza camminare per i corridoi della casa è sempre più pericoloso.

«Appassionante e da brivido. Non potete perderlo.»
[Daily Mirror]

«Un mistero talmente originale che anche il lettore più esperto si chiederà cos’è vero e cosa non lo è.»
[Grazia Magazine]

«Corridoi oscuri, torri misteriose, volti inquietanti riflessi negli specchi e lunghi vestiti neri. Una lettura intrigante.»
[Daily Mail]

«Un romanzo per gli appassionati della tensione e della suspense e per le ragazze che usano la testa, anche se questo le mette in pericolo mortale.»
[NextRead.co.uk]

John Harding è nato nel 1951 a Fenland, un piccolo villaggio nella regione di Ely, a est dell’Inghilterra. Si è trasferito per il college al St Catherine di Oxford. Ha lavorato dapprima come giornalista, poi come editor, prima di diventare uno scrittore. Vive a Richmond con la moglie e i due figli.

Untitled

ESCE IN LIBRERIA  UN ANGELO TRA I CAPELLI ( Angels in my hair ),  di  Lorna Byrne - EDIZIONE RIZZOLI

Un corteggiatore affascinante ma di umili origini, che tuo padre adora e tua madre non vorrebbe assolutamente farti sposare. Un doloroso segreto famigliare. Un marito dal cuore grande ma dal fisico troppo debole. Quattro figli meravigliosi. Tanti problemi economici. La vita di Lorna Byrne assomiglia nel bene e nel male a tante altre. Ma c’è qualcosa di speciale, oltre a una profonda fede in Dio, che l’ha sorretta attraverso tutte le difficoltà, i lutti, la paura di non farcela: fin dalla più tenera età Lorna ha avuto il dono di vedere gli angeli e di poter parlare con loro. Una dote sublime e incoraggiante ma anche delicata e difficile da gestire, per una donna dall’animo pulito e luminoso come lei, tanto lontana dalla volontà di sfruttarla a suo vantaggio che per anni non ha osato nemmeno parlarne all’amatissimo compagno. Poi, incoraggiata proprio dai suoi straordinari amici, dopo la morte del marito e l’uscita di casa dei figli, Lorna ha accettato di aprire il suo cuore per raccontare con totale sincerità la sua esperienza in questo libro, struggente come un romanzo, dedicato a tutti coloro che conoscono la sofferenza e desiderano un conforto e una speranza. Lorna infatti ci mostra come siamo tutti accompagnati e sostenuti dalla vivida presenza degli angeli custodi, anche nel corso delle prove più dure che il destino ci impone. Ma soprattutto, ci insegna a considerare tali prove come tappe di un’evoluzione spirituale, in cui la sofferenza – qualunque ne sia l’origine – oltrepassa la durezza della situazione presente e viene sublimata dalla luce dello spirito. È nato così Un angelo tra i capelli che, grazie al passaparola dei lettori, ha immediatamente scalato le classifiche britanniche ed è attualmente in corso di pubblicazione in ventuno Paesi, dalla Polonia al Giappone, conquistandosi così in meno di un anno il titolo di libro sugli angeli più venduto e letto del mondo.


Un angelo tra i capelli è il libro sugli angeli più venduto nel mondo.
Ecco alcuni commenti dei lettori:

“Un libro che dà conforto e porta un messaggio meraviglioso.”
Kirsty

“Di solito i libri mi stancano subito, ma Un angelo tra i capelli l’ho letto tutto
d’un fiato: mi ha fatto sorridere e commuovere.”
 P. Bonner

“Lorna va dritta al cuore con parole vividee semplici, che lasciano il segno.”
Choy

“Leggendo questo libro mi sono sentita una persona speciale, piena d’amore e di speranza.”
Daly

Lorna Byrne è nata e cresciuta nella campagna irlandese, dove vive tuttora con i quattro figli. Lorna vede gli angeli e comunica con loro da quando era bambina. Il suo sito web: www.lornabyrne.com

Untitled

IL LIBRO DEL MESE  -   SONDAGGIO DI SETTEMBRE 2010

Ve li abbiamo presentati, li abbiamo commentati, ne abbiamo discusso, avete avuto un mese per leggerli e scambiarvi opinioni… e adesso è venuto il momento che diciate la vostra!
Qual è l’uscita del mese scorso che avete preferito, il libro che a vostro giudizio è il migliore?
Eccovi un sondaggio che vi permetterà di esprimere le vostre preferenze.

Ogni mese sceglieremo una rosa di titoli tra le uscite Mondadori e Harlequin, storiche e/o contemporanee e le novità secondo noi più importanti di altre case editrici uscite il mese precedente in libreria o in edicola. Dal concorso saranno escluse tutte le ristampe. Alcuni titoli potranno venire proposti nei sondaggi dei mesi successivi.

Avete dei dubbi sui titoli, non siete sicuri che il libro che avete letto voi abbia quel titolo? Nessun problema: per un veloce “ripassino”, eccovi i collegamenti ai nostri posts dove trovare trame e cover dei libri in elenco.

Uscite RM :
http://romancebooks.splinder.com/tag/romanzi_mondadori
Uscite Harlequin : http://romancebooks.splinder.com/tag/harlequin
Uscite Euroclub : http://romancebooks.splinder.com/tag/euroclub

Uscite Altri Editori : http://romancebooks.splinder.com/tag/editori_vari

Attenzione, potete votare un solo libro tra quelli che vi elenchiamo. Tutti possono votare senza bisogno di iscriversi e il voto è anonimo. 
A fine anno, tra i dodici “libri del mese” bandiremo un ulteriore sondaggio, con cui potrete scegliere il “libro dell’anno”.

I titoli vincitori dei precedenti sondaggi sono:  Infine, tu (Then Came You) di Lisa Kleypas, Scandalo in Primavera (Scandal in Spring) di Lisa Kleypas, Il Lord Del Mistero (To Love a Dark Lord) di Anne Stuart, Lover Revealed Un amore violato (Lover Revealed) di J.R. Ward, Meravigliosa (Splendid) di Julia Quinn, Il Grido del Desiderio (Cry for Passion) di Robin Schone, Il Bacio di Mezzanotte (A Kiss of Midnight) di Lara Adrian, Peccati d'Inverno (Devil in Winter) di Lisa Kleypas

Be’, che altro dirvi ? ……vinca il migliore !

 

I LIBRI IN CONCORSO PER QUESTO MESE:

Invitiamo tutti coloro che non sono lettori e che non sono
affatto interessati a questo genere letterario, ad astenersi
cortesemente dal votare, in modo da non falsare il risultato
e per rispetto nei confronti dei lettori appassionati
. Grazie.

LIBRO DEL MESE DI SETTEMBRE
Scegliete il vostro libro preferito

Alexandra Benedict - UNA TENTAZIONE TROPPO GRANDE (Too Great a Temptation) RM
Maggie Osborne - MATRIMONIO PER TRE (I Do, I Do, I Do) RM
Joanna Bourne - UN AMORE DA SPIE (The Spymaster's Lady) RM
Johanna Lindsey - L'EREDE (The Heir) RM
Christina Dodd - OLTRE IL BUIO (Touch of Darkness) RMdp
CAPRICCI DI UNA GENTILDONNA (The Undoing of a Lady) di Nicola Cornick GRS
IL SEGRETO DEL FALCO ( The Marsh Hawk ) di Dawn MacTavish GRS
D'AMORE E DI VENTURA di Elisabetta Bricca GRS
SGUARDO DA BANDITO (The Rustler) di Linda Lael Miller GRS
IL GRAFFIO DELLA PANTERA (STRAY) di Rachel Vincent Hblu
LE STRADE DEL DESIDERIO ( COVET ) di J.R. Ward EUR
TOCCATA DALLE TENEBRE ( Touch the Dark ), di KAREN CHANCE Legg
OLTRE LE APPARENZE (Blood Born) di KATHRYN FOX Legg
BLACK FRIARS- L’ORDINE DELLA SPADA, di Virginia De Winter Vari
LA REGINA MALEDETTA ( The Devil’s Queen ), di Jeanne Kalogridis Vari
VIRTU' E PECCATI ( Sinful ) di Charlotte Featherstone Harp
CAREZZE DI LUNA ( The Moonlight Mistress ) di Victoria Janssen Harp
SETE DI VENDETTA ( Cut Throat ) di Sharon Sala Hnb
IL VOLTO DEL MALE ( The killing edge ) di Heather Graham Hnb
I SEGRETI DI SARA (Secrets She Left Behind) di Diane Chamberlain Har

Calendario

Amazon

 

 

Giveaway

Partecipate al giveaway di Mariangela Camocardi, avete tempo per lasciare un commento fino al 9 novembre, quindi registratevi al sito se ancora non lo avete fatto e buona fortuna!

 

Eventi

        

Un'iniziativa di Kijiji

Commenti recenti

Fanfiction

Dream heroes

Alcuni eroi da sogno...