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Domenica, 27 maggio, 2007 - 17:52
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Untitled

Barbara Pierce: THE DARK SIDE OF A REGENCY PASSION

Barbara Pierce: IL LATO OSCURO DI UNA PASSIONE REGENCY

About Barbara Pierce: My love for weaving stories started in childhood. It was a fantasy world that I easily wielded to ease my childish fears of the dark and right wrongs that were beyond my control. It was also a very private world. I never thought I’d share my stories with anyone.

While my girlfriends were taking their Barbies® to the beach or the market, my Barbie® (usually renamed Julia, Elizabeth, etc.) was being held captive in a medieval fortress while courageous knights fought off merciless invaders. Naturally, there was a love story intermixed with all the violence. I had discovered Shakespeare in fourth grade so my medieval phase lasted for years.

I discovered traditional Regency romances when I was seventeen. A friend’s older sister collected them so my friend used to bring them to school by the sackful. I fell wholly in love with the time period and the romance genre from that point on.

Even so, I did not entertain the notion of writing my own romance novel until my late twenties. Writing was still a very private pastime for me, and limited to short stories and poems. The turning point for me came when my eldest daughter turned one. By then, I was a stay-at-home mom and my creative muse was demanding that I do something. I baked homemade bread weekly (by hand, not with a bread machine), sewed clothes for my daughter, worked on my art, and read everything I could get my hands on.

The arrogant, persistent little imp still wasn’t satisfied.

Finally, I took a serious look at my writing. I was still spinning stories in my head to amuse myself. I rationalized privately that if I wanted to take on the challenge of writing a book, this was my chance.

However, the task I had undertaken wasn’t easy or quick. I wrote three chapters of a story and then promptly threw the pages in a drawer. Lesson learned: Outlining is a crucial tool for writing a novel. Nevertheless, I could not let such great characters go to waste. For those who have read A DESPERATE GAME, Bryson and Lis were the hero and heroine from that unfinished book.

I was better prepared for my second attempt at writing a book. I was fortunate enough to find an incredibly supportive online critique group to join so I was learning quite a bit about the business. Armed with an outline, character profiles, and research materials I went to work.

It was while I was pregnant with my second child that I wrote the first draft of A DESPERATE GAME. I was so proud to have finally finished the manuscript. My son was born, and of course, the manuscript was untouched for a year. I was too busy taking care of a new baby and a toddler to seriously fuss with it.

By the time my third child had arrived, I was already of the opinion that giving birth was much easier than trying to get my precious manuscript published—plus, they give you drugs for the pain. Those first rejection letters from faceless agents were certainly disheartening. I persevered, and eventually I found a wonderful agent who loved my story as much as I did. She sold the manuscript to Kensington three months later. From concept to being sold, my very casual stroll into the world of publishing took seven years.

Fortunately, my production pace has improved with subsequent books!

Tessere storie è per me una passione fin dall'infanzia. Era un mondo di fantasia che creavo come difesa contro la mia paura infantile del buio e che brandivo per raddrizzare le ingiustizie che erano al di là del mio controllo. Era anche un mondo molto personale. Non ho mai pensato di condividere le mie storie con qualcuno.

Mentre le mie amiche portavano le loro Barbie® alla spiaggia o al mercato, la mia Barbie® (solitamente rinominata Julia, Elizabeth, ecc.) era tenuta prigioniera in una fortezza medioevale mentre cavalieri coraggiosi respingevano invasori spietati. Naturalmente, c’era una storia di amore mescolata con tutta la violenza. Avevo scoperto Shakespeare al quarto anno di scuola così la mia fase medioevale è durata anni.

Ho scoperto i romance tradizionali Regency quando avevo diciassette anni. La sorella maggiore di una mia amica li collezionava così la mia amica era solita portarli a scuola in grande quantità.. Da quel momento in poi mi sono totalmente innamorata di quel periodo e del genere romance.

Nondimeno, non ho considerato l'idea di scrivere un mio romanzo romance se non poco prima dei trent'anni. Scrivere era ancora un passatempo molto personale per me e limitato alle storie brevi e alle poesie. La svolta è avvenuta quando la mia figlia maggiore ha compiuto un anno. In quel momento, ero una mamma casalinga e la mia musa creativa esigeva che facessi qualcosa. Ho cotto pane casalingo per settimane (a mano, non con una macchina per il pane), ho cucito vestiti per mia figlia, lavorato sulla mia arte e letto tutto quello su cui potevo mettere le mani.

La piccola, arrogante e persistente impudente ancora non era soddisfatta.

Infine, ho dato un'occhiata seria alla mia scrittura. Stavo ancora intessendo le storie nella mia testa per divertirmi. Ho intimamente realizzato che se desideravo intraprendere la sfida di scrivere un libro, questa era la mia occasione.

Tuttavia, il compito che avevo intrapreso non era facile né rapido. Scrissi tre capitoli di una storia e subito ho gettato le pagine in un cassetto. Lezione imparata: la trama è uno strumento cruciale nella stesura di un romanzo. Tuttavia, non potevo lasciare che dei personaggi così belli andassero sprecati. Per coloro che hanno letto A DESPERATE GAME, Bryson e Lis erano l’eroe e l’eroina di quel libro non finito.

Ero meglio preparata al mio secondo tentativo di scrivere un libro. Fui abbastanza fortunata da trovare un gruppo d'appoggio on-line di critica a cui unirmi in modo da imparare abbastanza sulla materia. Munita di una trama, dei profili dei personaggi e di materiale per la ricerca mi misi al lavoro.

Fu durante la gravidanza del mio secondo bambino che scrissi la prima bozza A DESPERATE GAME. Ero così fiera di avere finalmente completato il manoscritto. Mio figlio era nato, e naturalmente, il manoscritto rimase intoccato per un anno. Ero troppo presa nel prendermi cura di un nuovo bambino e di un altro bambino che gattonava per occuparmene seriamente.

Al momento in cui il mio terzo bambino arrivò, ero già dell'opinione che partorire era molto più facile che riuscire a vedere pubblicato il mio prezioso manoscritto… in più, ti danno delle droghe per il dolore. Quelle prime lettere di rifiuto da agenti senza volto erano certamente scoraggianti. Perseverai e alla fine trovai un agente meraviglioso che amava la mia storia tanto quanto me. Vendette il manoscritto alla Kensington tre mesi più tardi. Dall'idea alla sua vendita, la mia passeggiata accidentale nel mondo dell’editoria è durato sette anni.

Fortunatamente, il mio ritmo produttivo è migliorato con i libri successivi!

The Bedegrayne Series: I love the Bedegrayne family. They are loyal, passionate, and have a tendency to let their hearts overrule their heads. Like any other family, they are not perfect. They have their fair share of family squabbling and have experienced devastating loss. Throughout it all, the Bedegraynes endure. They intuitively know they are stronger together as a family, and rarely allow adversity to divide them for long.

The origins of the Bedegraynes did not begin with the family, but rather one man, Rayne Wyman, Lord Tipton. The idea to write a story around this enigmatic gentleman occurred one evening while I was watching a documentary on superstitions and the occult. There was a segment on the fears of premature burial and resurrection men, and my thought as the show went to commercial was, “What if a man was buried alive?”

From that single question, Tipton was born. As I began to flesh out his character, I soon realized his dark, wounded soul needed a lady who represented goodness and light. Naturally, his heroine would have to be intelligent and strong-willed. Tipton’s somber demeanor and intensity would intimidate a weak-spirited creature. It did not take long for Devona to emerge from my notes. The next step was to create a unique, loving family for my spirited heroine. One by one, each member of the Bedegrayne clan was created.

As Tipton and Devona’s love story began to take shape, the family’s role in their tale became apparent. Family was vitally important to Tipton. He had been rejected by his own, and was unconsciously seeking to fill that loss. He found his family with the Bedegraynes.

I’m thrilled Mondadori is publishing the entire series in Italian. I have had so much fun writing about this family. It is a pleasure to share these wonderful, touching stories with new readers!

Amo la famiglia Bedegrayne. Sono leali, appassionati ed hanno la tendenza a lasciare che i loro cuori prevalgano sulle loro teste. Come qualunque altra famiglia, non sono perfetti. Hanno la loro dose di baruffe familiari e hanno subito una perdita devastante. Durante tutto questo, i Bedegrayne resistono. Intuitivamente sanno che uniti come famiglia sono più forti e raramente permettono alle avversità di dividerli a lungo.

Le origini dei Bedegrayne non cominciano con la famiglia, ma piuttosto un un uomo, Rayne Wyman, Lord Tipton. L'idea di scrivere una storia su questo enigmatico gentiluomo mi è venuta una sera mentre stavo guardando un documentario sulle superstizioni e l'occulto. C'era una parte dedicata alla paura di essere sepolti vivi e dei disseppellitori di cadaveri, e il mio pensiero mentre andava la pubblicità fu, "Che succedeva se un uomo veniva sepolto vivo?"

Da questa singola domanda, nacque Tipton. Mentre cominciavo a delineare il suo personaggio, presto ho capito che la sua anima tenebrosa e ferita aveva bisogno di una lady che rappresentasse la bontà e la luce. Naturalmente, la sua eroina avrebbe dovuto essere intelligente e con uno spirito molto forte. Il comportamento cupo di Tipton e la sua intensità avrebbero intimidito una creatura con uno spirito debole. Non ci volle molto per Devona a nascere dai miei appunti. Il passo successivo fu di creare una famiglia unica e amorevole per la mia eroina di carattere. Uno a uno, ogni membro del clan Bedegraybe venne creato.

Mentre la storia d'amore di Tipton e Devona incominciava a prendere forma, il ruolo della famiglia nel loro racconto divenne evidente. La famiglia era di vitale importanza per Tipton. Lui era stato rifiutato dalla sua, e stava inconsapevolmente cercando di colmare questa perdita. Trovò la sua famiglia con i Bedegrayne.

Sono entusiasta che la Mondadori stia pubblicando l'intera serie in italiano. Mi sono divertita così tanto a scrivere di questa famiglia. E' un piacere condividere queste storie meravigliose e toccanti con nuovi lettori!

La serie:

  1. A Lady's Mischief - Una dama temeraria

  2. A Gentleman at Heart - Il cuore di un gentiluomo

  3. Tempting the Heiress

  4. Courting the Countess 

TEMPTING THE HEIRESS

Publisher: St. Martin's Paperbacks
Released: 05-04-2004
ISBN: 0-312-98621-1

Book #3 - The Bedegrayne Series

Blurb: Tempting Fate
Brock Bedegrayne, the eldest son of the Bedegrayne siblings has secretly longed for Amara Claeg, the daughter of a baron, for what seems like an eternity. When he learns that Amara's parents have arranged for her to wed the wealthy and ruthless Lord Cornley, he is outraged but knows he cannot prevent the nuptials. One night changes Brock's life forever when he and Cornley engage in a drunken brawl at a gaming hell, and Cornley is fatally wounded, forcing Brock to flee England.

Tempting Passion
Several years have passed, and Amara is still haunted by memories of a night that shattered her world. Now her father has presented her with the man who is to be her new betrothed, and though she harbors no love for him, she must accept or she will be disowned. The Brock returns, determined to claim her, and she is drawn to a deep desire she cannot ignore--to a man who has vowed to win her heart no matter the cost. Yet surrendering to her forbidden dream is more perilous than she could have imagined for the past has returned with a vengeance, and it will take all the power of a man in love to save her . . .

Tentare il Destino
Brock Bedegrayne, il maggiore dei fratelli Bedegrayne ha segretamente desiderato Amara Claeg, la figlia di un barone, per quella che sembra un'eternità. Quando apprende che i genitori di Amara hanno combinato per lei un matrimonio con il ricco e spietato Lord Cornley, è oltraggiato ma sa che non può impedire le nozze. E' una notte a cambiare per sempre la vita di Brock, quando lui e Cornley si scontrano in una rissa da ubriachi in una casa da gioco e Cornley viene mortalmente ferito, costringendo Brock a fuggire dall'Inghilterra.

Tentare la Passione
Diversi anni sono passati e Amara è ancora perseguitata dai ricordi di una notte che ha frantumato il suo mondo. Ora il padre l'ha presentata all'uomo che ha stato scelto come suo nuovo fidanzato e benchè lei non provi nessun amore per lui, deve accettare o sarà diseredata. Brock ritorna, determinato a reclamarla per sé e lei si ritrova pervasa da un desiderio profondo che non può ignorare – attratta da un uomo che ha fatto voto di vincere il suo cuore non importa quanto costi. Tuttavia cedere al suo sogno proibito è più pericoloso di quanto potrebbe immaginare dato che il passato è tornato a reclamare vendetta e ci vorrà tutto il potere di un uomo innamorato per salvarla…

Excerpt

Chapter One
London, 1810

It was a cunning ambush. Amara Claeg had certainly underestimated the gentleman’s daring. As the tolling bell signaled the imminent commencement of Vauxhall Garden’s eleven o’clock fireworks, Matteo Taldo, Conte Prola, took advantage of the situation. Anticipating their party’s distracted eagerness to depart the dark avenue in search of a splendid viewing location, the Italian gallant culled her from the crowd and pushed her deeper into the shadowed elm grove. Her objections were promptly silenced by a ravishing kiss. Such intensity provided little opportunity for her to savor his impromptu display of clandestine passion. Amara’s muffled protest only seemed to encourage her new suitor. Placing her palms on his chest, she tried shoving him away, but he shackled her wrists and pressed them to his heart.

Desperate for breath, Amara ended the kiss by turning her face away. “My lord, cease. The others will wonder about our absence.” She did not mention that of late her parents, the newly promoted Lord and Lady Keyworth, had had aspirations to marry her off to this specific Italian aristocrat. Being discovered in a passionate entanglement would only encourage the outcome.

His grip on her wrists allowed Conte Prola to effortlessly pull her back into his embrace. The shadows concealing them could not mask the subtle arcing of his mouth and glimpse of white teeth, nor the rebellious glitter blazing in his dark gaze. “Signorina Claeg, forgive me. Am I to forever admire and never stroke? Your beauty inspires boldness.”

Sensing his mood was more teasing than predatory, she warily returned his smile. It was difficult to remain angry with the gentleman when he was trying to be so charming. Conte Prola was a dashing fellow. With his tall, lean build, his dark curling locks, expressive black eyes, and accented English, he had entranced more than one lady since his arrival in London five months ago at the invitation of her father. She had assumed that once his business was concluded he would return to Genova. Since he never spoke of returning to his homeland, her suspicious nature forced her to conclude she had become part of his intriguing business venture.

“My lord, your flummery is wasted on the likes of me,” Amara said, exasperated by his tenacity. “Confound it! Release my hands at once!” Relinquishing all thought of a graceful retreat, she struggled against his unrelenting grip. Twisting her wrists to and fro, she jerked one hand free and then the other.

“Such passion, my fire,” he marveled. Gallantly, he ignored her inelegant snort of disbelief. “Think of the making of love between us.”

She would entertain no such idiocy. Scowling, she rubbed her abused wrists. “I have no intention of encouraging you.” Disgusted at being expertly maneuvered, she marched down the dark avenue not bothering to glance back.

“Signorina Claeg, this endeavor is futile,” he gently entreated, his long legs easily overtaking her. “These fireworks, they have begun. You will not find your friends and family—”

Several brilliant, sonorous explosions overhead caused them both to flinch. As they approached the bottom of the avenue, Amara realized the hopelessness of her search. The fireworks had lured thousands of spectators. With everyone’s attention focused on the sky, it was impossible for her to thread her way through the crowd.

“This is your fault!” she charged over the thunderous explosions, the cheering and applause.

Woefully apologetic, he gestured at the heavens. “The blame is mine. Come now, we will be friends again and admire the sky together.”

She pressed her lips together to cease their embarrassing tremor. “And how do you propose explaining our absence from the party?”

The conte’s grin was full of masculine arrogance. “Carina, it is the way of new lovers. Your papa understands. He approves.”

Amara closed her eyes at his admission. It was as she had feared. Conte Prola’s presence in London was serving her family’s interests in addition to his own. “You do not appear to be a man who openly seeks another man’s approval.”

He frowned. “I need no man’s sanction.” He drew himself up, a proud, alluring male specimen. “I speak only to ease your maidenly fears.”

Amara laughed. Maidenly fears indeed. She blinked, holding a gloved hand as a shield over her eyes. The flashes of light blinded her vision, reminding her of lightning. It also reminded her of another night, another man. Without warning she felt the invisible hairs on the back of her neck prickle. It was an unpleasant sensation, a symptom of a greater humiliation she had thought she had overcome. “I have to leave this p-place.” Dread washed over her, leaving her cold despite the temperate evening. Not certain of her destination, she turned, intending to return to the avenue.

Feeling more than capable of subduing a fractious female, Conte Prola circled his arms around her, effectively caging her within his embrace. His touch was her undoing. As she fought him in earnest, the top of her head collided with his chin. Surprised by the painful impact, he released her.

Wasting no time, Amara turned and pushed her way through the crowd, heedless of how her actions might be construed. She had to get away. It was too dark. There were too many people. Each explosion ricocheted in her head. Gasping for air, she felt her chest tighten so that it was difficult to draw a deep breath.

“Signorina!”

She could hear the conte shouting in the distance. Ignoring his plea to wait, she pushed her way beyond the crowd and reached for the nearest tree for support.

“Amara.” A distant voice softly evoked her name.

Her eyes stinging from the drifting smoke, she shook her head. She tried closing her mind off to everything and concentrated on slowing her breathing. “There is nothing to fear,” she whispered, although her frantic heartbeat contradicted the statement.

“Which one of us are you reassuring, Miss Claeg?”

His voice filtered through the buzzing noise in her ears and sank into the heart of her. She snapped open her eyes and only the tree she clutched kept her on her feet. The blond gentleman who stood several yards from her seemed as elusive as the smoke that drifted between them. Brock Bedegrayne. The merciless bolt of pain slicing through her chest surprised her. As she drew in a swift breath, all she could think was that he was such a beautiful man. As if sensing her desire, Brock removed his hat, which allowed her to study his face unhindered. Greedily, she accepted his unspoken offer. He still wore his blond hair unfashionably long, she noted, but kept its length secured at his nape. While the sun had lightened his hair, it had darkened his skin. The contrast enhanced the intensity of his pale green eyes. He seemed leaner, harsher, like a wild predator who had spent too much time surviving off the land. The differences did not diminish him. Nay, in truth, he appeared taller, stronger, and overwhelmingly virile. The look in his green gaze was mocking and disturbingly hungry. Digging her gloved fingers into the rough bark of the tree, she questioned whether the man before her was real or a mirage induced by her hysteria.

“Oh, I am real, little dove,” he said, accurately reading her thoughts. Older and more handsome than the images from her meager memories, he opened his arms as if he meant to embrace her. “The man from your nightmares has returned.” As he stepped closer, the light from the overhanging oil lamp bathed his face with wavering shadows. The slightly mocking smile he wore faded when he noticed that her pale skin glistened with sweat and her trembling lips were bloodless. “I see our years apart have not diminished your impression that my name and the devil are synonymous. I pray we are both ready for me to prove otherwise.”

Instinctively, Amara took a step backward, keeping out of his reach.

“Signorina Claeg!”

She glanced back, realizing she had not escaped Conte Prola after all, and that he was not alone. Trailing behind him, were her irritated mother and her cousin Miss Novell. The ramifications of her mother encountering Brock Bedegrayne cleared any lingering bewilderment from her mind.

“Sir, I think it best that you leave—” Amara’s voice faded when she turned and noticed she was alone. She looked about but there was no sign that he had ever been there.

Capitolo Uno
Londra, 1810

Fu un abile agguato. Amara Claeg aveva certamente sottovalutato l’audacia del gentiluomo. Mentre il rintocco della campana segnalava l'imminente inizio dei fuochi d’artificio delle undici al giardino di Vauxhall, Matteo Taldo, Conte Prola, approfittò della situazione. Prevedendo l’entusiasmo distratto dei loro compagni di festa di lasciare il viale buio alla ricerca di uno splendido punto di osservazione, il galante italiano la separò dalla folla e la spinse nel profondo di un boschetto ombreggiato dagli olmi. Le sue proteste furono subito fatte tacere da bacio devastante. Tale intensità le offriva poche possibilità di assaporare la sua improvvisata dimostrazione di passione clandestina. La protesta smorzata di Amara sembrò solo incoraggiare il suo nuovo corteggiatore. Appoggiando i palmi della sua mano sul suo petto, provò a respingerlo, ma lui imprigionò i suoi polsi e li tenne premuti sul proprio cuore.

Con un bisogno disperato di respirare, Amara mise fine al bacio girando il viso. “Mio signore, smettete. Gli altri si interrogheranno sulla nostra assenza". Non accennò al fatto che ultimamente i suoi genitori, i recentemente promossi Lord e Lady Keyworth, avevano avuto l’aspirazione di sposarla a questo aristocratico italiano. Essere scoperti in un abbraccio appassionato li avrebbe solo incoraggiati a questo risultato.

La presa sui suoi polsi permise al Conte Prola di attirarla senza sforzo nuovamente nel suo abbraccio. Le ombre che li celavano non potevano mascherare il leggero sollevarsi della sua bocca e l’apparizione fugace dei suoi denti bianchi, né dello scintillio ribelle che ardeva nel suo sguardo scuro. “Signorina Claeg, mi perdoni. Sono destinato solo sempre ad ammirare e mai toccare? La vostra bellezza ispira audacia".

Accorgendosi che il suo umore era più da tentatore che da predatore, debolmente gli restituì il sorriso. Era difficile rimanere arrabbiata con il gentiluomo quando lui stava provando ad essere così affascinante. Il Conte Prola era un ragazzo impetuoso. Con la sua figura alta e slanciata, le sue ciocche ricciute e scure, gli occhi neri espressivi e l'inglese accentato, aveva incantato più di una signora dal suo arrivo a Londra cinque mesi prima dietro invito di suo padre. Aveva creduto che una volta conclusi i suoi affari sarebbe ritornato a Genova. Ma poiché lui non parlava mai di ritornare nella sua patria, la sua natura sospettosa la portò alla conclusione di essere diventata parte della sua intrigante impresa d’affari.

“Mio signore, la vostra adulazione è sprecata sulle persone come me”, disse Amara, esasperata dalla sua tenacia. "Accidenti! Liberi le mie mani immediatamente!" Rinunciando a una ritirata elegante, lottò contro la sua presa inesorabile. Torcendo i polsi avanti e indietro, liberò una mano e poi l'altra.

“Quanta passione, fuoco mio,” si meravigliò lui. Galantemente, ignorò il suo sbuffo poco elegante di scetticismo. “Pensate a come sarebbe fare dell'amore fra noi".

Non avrebbe considerato una tale idiozia. Scuotendo la testa, si sfregò i polsi maltrattati. “Non ho intenzione di incoraggiarvi". Disgustata dall’essere stata manovrata in modo esperto, marciò lungo il viale scuro senza preoccuparsi di gettare uno sguardo indietro.

Signorina Claeg, questo comportamento è inutile", la pregò gentilmente lui, raggiungendola facilmente con le sue lunghe gambe. “Questi fuochi d’artificio, sono cominciati. Non troverete i vostri amici e la vostra famiglia…"

Diverse esplosioni brillanti e rumorose sopra la loro testa li fecero sobbalzare entrambi. Mentre si avvicinavano alla parte inferiore del viale, Amara si rese conto dell’inutilità della sua ricerca. I fuochi d’artificio avevano attirato migliaia di spettatori. Con l’attenzione di tutti concentrata sul cielo, era impossibile per lei farsi strada tra la folla.

“Questa è tutta colpa vostra!„ lo accusò al di sopra delle esplosioni tuonanti, gli incoraggiamenti e gli applausi.

Con atteggiamento di scusa, fece un gesto verso il cielo. “La colpa è mia. Venite ora, saremo di nuovo amici ed ammireremo il cielo insieme„.

Lei premette insieme le sue labbra per far cessare il loro tremito imbarazzante. “E come proponete di spiegare la nostra assenza ai nostri compagni?„

Il sogghigno del conte era pieno di arroganza maschile. “Carina, è usanza degli amanti moderni. Vostro padre lo comprende. Lo approva„.

Amara chiuse gli occhi alla sua ammissione. Era come aveva temuto. La presenza del Conte Prola a Londra era utile agli interessi della sua famiglia oltre che ai suoi. “Non date l'impressione di essere un uomo che chiede apertamente l'approvazione di un altro uomo„.

Egli si aggrondò. “Non ho bisogno dell'autorizzazione di nessun uomo„. Si raddrizzò, un esemplare di maschio fiero e attraente. “Parlo solo per alleggerire i vostri timori virginali„.

Amara rise. Proprio timori virginali. Sbatté le palpebre, tenendo una mano inguantata come schermo sopra gli occhi. I lampi di luce accecavano la sua visione, ricordandole il lampeggiare dei fulmini. Le ricordavano anche un'altra notte, un altro uomo. Senza preavviso sentì i peli invisibili dietro il collo formicolare. Era una sensazione sgradevole, il sintomo di una umiliazione più grande che aveva pensato di aver superato. “Devo lasciare questo p-posto„. Il terrore si riservò su di lei, lasciandola fredda malgrado la serata fosse mite. Non certa della sua destinazione, si girò, intendendo ritornare sul viale.

Sentendosi più che capace di sottomettere una femmina irritabile, il Conte Prola la circondò con le braccia, imprigionandola efficacemente all'interno del suo abbraccio. Il tocco di lui fu la sua rovina. Mentre lo combatteva con tutta se stessa, la parte superiore della sua testa sbattè contro il suo mento. Sorpreso dall'impatto doloroso, lui la liberò.

Senza sprecare tempo, Amara si voltò e si spinse attraverso la folla, incurante di come le sue azioni potessero essere intese. Doveva andarsene. Era troppo buio. C’erano troppe persone. Ogni esplosione rimbombava nella sua testa. Respirando affannosamente in cerca d’aria, sentì il suo petto contrarsi al punto da non riuscire a fare un respiro profondo.

Signorina!„

Poteva sentire il conte gridare in lontananza. Ignorando la sua richiesta di aspettarlo, si spinse oltre la folla e si appoggiò all'albero più vicino per sostenersi.

“Amara„. Una voce distante evocò morbidamente il suo nome.

Gli occhi che bruciavano a causa del fumo circostante, lei scosse la testa. Provò a chiudere la mente a tutto e a concentrarsi sul rallentare il suo respiro. “Non c’è niente da temere„, bisbigliò lei, sebbene il battito frenetico del suo cuore la contraddicesse.

“Chi di noi due state rassicurando, sig.na Claeg?„

La voce di lui filtrò attraverso il ronzio che aveva nelle orecchie e affondò nel suo cuore. Aprì di scatto gli occhi e soltanto l'albero che stringeva la mantenne in piedi. Il biondo gentiluomo che stava in piedi ad alcuni metri da lei sembrava evasivo quanto il fumo che vagava fra loro. Brock Bedegrayne. La fitta spietata di dolore che le trapassò il petto la sorprese. Mentre prendeva un rapido respiro, tutto quello che riuscì a pensare era quanto fosse bello. Come se percepisse il suo desiderio, Brock rimosse il suo cappello, permettendole di studiare il suo volto senza alcun ostacolo. Avidamente, lei accettò la sua muta offerta. Portava ancora i suoi biondi capelli lunghi, fuori moda, notò lei, ma teneva la lunghezza raccolta sulla nuca. Mentre il sole aveva schiarito i suoi capelli, aveva scurito la sua pelle. Il contrasto aumentava l'intensità dei suoi occhi verde pallido. Sembrava più magro, più duro, come un predatore selvaggio che ha passato troppo tempo a sopravvivere fuori dalla sua terra. Le differenze non lo sminuivano. No, nella verità, sembrava più alto, più forte e virile in modo opprimente. Lo sguardo nei suoi occhi verdi era derisorio e affamato in modo disturbante. Piantando le sue dita inguantate nella corteccia ruvida dell'albero, lei si domandò se l'uomo di fronte a lei fosse reale o fosse un miraggio indotto dalla sua isteria.

“Oh, sono reale, piccola colomba„, disse lui, come se avesse accuratamente letto i suoi pensieri. Più vecchio e più affascinante delle immagini delle sue scarne memorie, egli aprì le braccia come se volesse abbracciarla. “L'uomo dei vostri incubi è ritornato„. Mentre faceva un passo più vicino, la luce dalla lampada ad olio che pendeva sopra di loro dipinse il suo volto di ombre evanescenti. Il suo leggero sorriso derisorio sbiadì nel notare che la sua pelle pallida era lucida di sudore e che le sue labbra tremanti erano esangui. “Vedo che i nostri anni di separazione non hanno diminuito la vostra impressione che il mio nome ed il diavolo siano sinonimi. Vi prego siamo entrambi pronti per dimostrare il contrario„.

Istintivamente, Amara fece un passo indietro, tenendosi fuori dalla sua portata.

Signorina Claeg!„

Lei gettò uno sguardo indietro, realizzando che dopo tutto non era riuscita a fuggire dal Conte Prola, e che lui non era solo. Dietro di lui c’erano la sua irritata madre e la signorina Novell, sua cugina. Le conseguenze di un incontro tra sua madre e Brock Bedegrayne cancellarono ogni ombra di confusione dalla sua mente.

"Signore, penso che sia meglio che ve ne andiate…„ la voce di Amara sbiadì quando si girò e notò che era sola. Si guardò intorno ma non vi era segno che lui fosse mai stato là.

COURTING THE COUNTESS

Publisher: St. Martin's Paperbacks
Released: 11-02-2004
ISBN: 0-31298622-X

Book #4 - The Bedegrayne Series

Blurb:
A scoundrel whose fame as an artist, libertine, and notorious seducer of beautiful women is ongoing fodder for the ton, Mallory Claeg has a secret obsession-Brook Meylan, Lady A'Court, a beautiful widow who abandoned London two years earlier, deliberately severing all ties to her past. Under the pretense of his interest in the primitive landscape of the Cornish coast, Mallory watches her, fascinated and utterly mesmerized by her beauty...

Brook tried to escape the gilded cage of the ton's merciless gossip, the memory of a cruel husband, and the pity of well meaning friends. But meddling relatives and unwanted suitors shatter her peace. At first, Mallory Claeg was another intrusion. Yet his sinfully handsome face and irresistible charm bring both temptation and torment. Now Brook must choose between opening her heart-or sealing it off forever...

Mallory Claeg, un mascalzone la cui la fama come artista, libertino e rinomato seduttore di belle donne è l'argomento del momento nella buona società, ha una ossessione segreta – Brook Meylan, Lady A'Court, una bella vedova che ha abbandonato Londra più di due anni prima, spezzando deliberatamente tutti i legami con il suo passato. Con il pretesto del suo interesse nel paesaggio primitivo del litorale della Cornovaglia, Mallory la guarda, affascinato ed assolutamente incantato dalla sua bellezza…

Brook ha tentato di fuggire dalla gabbia dorata della società e le sue spietate maldicenze, dalla memoria di un marito crudele e dalla pietà di amici dalle buone intenzioni. Ma i parenti impiccioni ed i corteggiatori indesiderati frantumano la sua pace. Inizialmente, Mallory Claeg è un'altra intrusione. Tuttavia il suo volto peccaminosamente affascinante e il suo fascino irresistibile le portano sia tentazione sia tormento. Ora Brook deve scegliere fra aprire il suo cuore - o congelarlo per sempre…

Excerpt

London, June 1809

When Brook awakened she knew her husband, Lyon, had finally succeeded in what he had once threatened. He had murdered her. Confused by the unfamiliar surroundings, Brook rubbed her temple while she fought to remain conscious.

Pain, sharp and blinding, made her heart stutter while an iron vise mercilessly squeezed her abdomen. Arching her back in agony, she gritted her teeth trying to keep from crying out. Lyon despised weakness and would be furious if someone heard her. She flinched in fear at the competent hands that came out from the encroaching darkness. They soothed her while implacably prevented her from rising.

“Milord, her mind is as broken as her body,” a woman said mournfully. “Shall I call yer mon and have him get something to bind her to the bed?”

“I doubt leather cuffs will be necessary,” was the dry masculine retort. “The lady is too ill to be troublesome.”

The threat of being tied propelled Brook into action. Turning away from the disembodied hand that stroked her brow with a moist cloth, she rolled to her side. She was so weak the attempt to sit was halfhearted. The quick movement made her retch. Someone caught hold of her before she pitched headfirst off the bed. When that person discerned Brook’s need, a chamber pot appeared under her nose. Feeling like she was being torn from the inside out, her stomach rejected its scanty contents.

When she was finished, she pressed her face into the muscular chest of the man who held her, too miserable to feel something as simple as humiliation.

“There is no shame letting one’s body set itself to rights,” the man murmured sympathetically in response to the soft mewling sound she did not realize she was making. “Milly, dispose of this mess while I see to our patient.”

“Aye, milord,” the woman replied, clearly not impressed with her companion’s decision. Gathering up the chamber pot and soiled linens, she quit the room.

Unperturbed by the woman’s sulky exit, the man eased Brook back into the small mountain of feather pillows. “I am pleased you are back with us again, Lady A’Court. Miss Bedegrayne has been inconsolable since your initial collapse. She blames herself, you see.”

Obviously, she did not. She shook her head as if to clear her confusion. “Bedegrayne. Miss Wynne Bedegrayne?” She had a sudden flash of sitting in her friend’s drawing room. Brook rubbed her temple, attempting to recall how she had managed to get herself to the Bedegrayne town house.

“Ah, I see you are beginning to remember. The fever and your . . .” he hesitated, judiciously picking his next words, “condition upon your arrival left you insensible. You will recall more as you improve.”

She stared up at the man who had no connection to her and yet had taken care of her during her illness. “Are you a physician?” His size was imposing, and he appeared to be fully capable of wielding his physique if it suited his needs. She tried not to stare, but the shock of white hair sprouting from his right temple drew her gaze up to his face. The eyes that returned her scrutiny were composed of the lightest blue. She shivered, feeling the coldness of the odd hue.

“I am a surgeon by trade. Wynne summoned me because I am also family. Her younger sister, Devona, is my wife.”

Le Cadavre Raffine. That was the childish sobriquet the ton mockingly called him behind his back. The Refined Corpse. She had not recognized him, but she had heard the rumors about him.

Brook audibly swallowed. “I am acquainted with your wife,” she said faintly, not certain if she had been formally introduced to this gentleman. Regardless of the gossip, her friend would not summon an incompetent quack to care for her. “I am indebted to you, Lord—my lord,” she amended, flustered that all she could recall was that ridiculous name.

“Tipton,” he corrected. He heightened her embarrassment by pulling down the sheet covering her. She was wearing only a borrowed chemise. “Forgive my impudence, Lady A’Court. My interests are purely of a medical nature.” He gently pressed down on her abdomen. “Tender, hmm?”

Brook sucked in her breath and held it a few seconds before she exhaled. “It hurts.” Every part of her hurt. She frowned, staring at the top of his lower head. He was too focused on his examination to notice her regard. There was something in his manner that seemed reminiscent of another time he—what? “Is this the first time I have been conscious since my collapse? Did I say anything?” She could very well imagine what truths she might have uttered. A moment of weakness might have placed them both in danger.

“Hmm.” Tipton’s head came up and his light blue gaze cleared as his thoughts aligned to her question. “Oh, our conversation was brief. You were feverish and suffering. It might be kinder if you cannot recall it.” He pulled the sheet up and tucked it around her shoulders.

His brisk movements and the grimness she sensed in his statement alerted her that he was keeping something from her. “My lord, tell me, am I dying?”

The question startled him. “No.” He emphasized the denial with a quick shake of his head. “You collapsed almost a day and a half ago. Although I confess that the seriousness of your condition concerned me, I am heartened by the fact that we are having a coherent conversation. It indicates you are improving.”

Brook glanced down at her clasped hands resting on her chest. A missing day was excusable, but it would take more than a fever to blot out the last few months. Closing her eyes to escape, she realized whatever lies she had spun for Wynne Bedegrayne would be a wasted effort on Lord Tipton. He had examined her body, and much to her shame, the viscount knew the truth.

Regret swelled within her chest. She should have never sought out Wynne Bedegrayne. Her selfishness had placed them all in an awkward position. Slipping a hand lower, she gingerly stroked her cramping stomach. “This . . . this fever could not be good for my baby,” she said, tears filling her eyes. The warm gush of blood between her legs already revealed the truth her fragile mind had shunned.

“The fever,” Tipton said, tasting the word. If possible, his expression grew even grimmer. “No, Lady A’Court, the fever was not.”

Londra, Giugno 1809

Quando Brook si svegliò seppe che suo marito, Lyon, infine era riuscito in quello che aveva minacciato una volta. L’aveva assassinata. Confusa dall'ambiente non familiare, Brook si sfregò le tempie lottando per rimanere cosciente.

Il dolore, tagliente ed accecante, faceva battere a scatti il suo cuore mentre una stretta ferrea comprimeva senza pietà il suo addome. Inarcando la schiena in agonia, digrignò i denti per evitare di gridare. Lyon disprezzava la debolezza e sarebbe stato furioso se qualcuno l’avesse sentita. Sussultò di paura alle mani competenti che emersero dalla oscurità invadente. La calmarono mentre implacabili le impedivano di alzarsi.

“Milord, la sua mente è spezzata quanto il suo corpo„, disse una donna tristemente. “Devo chiamare il vostro uomo e farmi dare qualcosa per legarla al letto?„

“Dubito che saranno necessari dei legacci di cuoio„, fu l’asciutta risposta maschile. “La signora è troppo malata per creare problemi„.

La minaccia di essere legata spinse Brook all’azione. Allontanandosi dalla mano senza corpo che aveva accarezzato la sua fronte con un panno umido, rotolò sul fianco. Era così debole che il tentativo di sedersi risultò incerto. Il rapido movimento le fece venire dei conati di vomito. Qualcuno la afferrò prima che si gettasse dal letto. Quando questi intuì il bisogno di Brook, un vaso da notte comparve sotto il suo naso. Sentendosi come se fosse dilaniata dall’interno, il suo stomaco rigettò il suo scarso contenuto.

Quando finì, premette il volto contro il petto muscoloso dell'uomo che l’aveva sorretta, troppo infelice anche per provare qualcosa semplice come la vergogna.

“Non c’è vergogna nel permettere al proprio corpo di sistemarsi„, mormorò l'uomo comprensivo in risposta al leggero gemito che lei aveva esalato senza accorgersene. “Milly, sistema tutto mentre mi occupo della nostra paziente„.

“Si, milord„, replicò la donna, chiaramente non entusiasta alla decisione del suo compagno. Raccogliendo il vaso da notte e le lenzuola sporche, uscì dalla stanza.

Imperturbato dall'uscita scontrosa della donna, l'uomo aiutò Brook a distendersi nuovamente sulla piccola montagna di cuscini di piuma. “Sono contento che siate di nuovo con noi, Lady A’Court. La signorina Bedegrayne è stata inconsolabile sin dal vostro crollo iniziale. Si sente in colpa, sapete„.

Certo che no. Scosse la testa come per chiarirla dalla confusione. “Bedegrayne. La signorina Wynne Bedegrayne?„ Ebbe un lampo improvviso di se stessa seduta nel salotto della sua amica. Brook si massaggiò le tempie, tentando di ricordare come era riuscita ad arrivare alla casa di città dei Bedegrayne.

“Ah, vedo che state cominciando a ricordare. La febbre e le vostre…„ esitò, scegliendo attentamente le parole seguenti, “condizioni dopo il vostro arrivo vi hanno lasciato priva di sensi. Ricorderete di più man mano che migliorerete„.

Guardò in su verso l'uomo che non aveva alcun collegamento con lei ma si era preso cura di lei durante la sua malattia. “Siete un medico?„ La sua taglia era imponente e sembrava avere il pieno controllo del proprio fisico nel soddisfare i suoi bisogni.  Provò a non fissarlo, ma la massa di capelli bianchi che spuntava dalla sua tempia destra attirarono il suo sguardo verso il volto di lui. Gli occhi che ricambiarono il suo esame accurato erano dell’azzurro più chiaro. Rabbrividì, sentendo la freddezza della strana tonalità.

“Sono un chirurgo di mestiere. Wynne mi ha chiamato perché sono anche di famiglia. Sua sorella più giovane, Devona, è mia moglie„.

Le Cadavre Raffine. Quello era il soprannome infantile col quale la buona società beffardamente lo chiamava alle sue spalle. Il cadavere raffinato. Non lo aveva riconosciuto, ma aveva sentito le voci su di lui.

Brook deglutì rumorosamente. “Conosco vostra moglie„, disse debolmente, non sicura di essere stata introdotta formalmente a questo gentiluomo. Nonostante i pettegolezzi, la sua amica non avrebbe convocato un quacchero incompetente per prendersi cura di lei. “Sono in debito con voi, Lord… mio signore„, si corresse lei, irritata dal fatto che tutto quello che riusciva a ricordare fosse quel nome ridicolo.

“Tipton„, la corresse lui. Intensificò il suo imbarazzo scostando il lenzuolo che la copriva. Stava indossando soltanto una camicia da notte in prestito. “Perdonate la mia impudenza, Lady A’Court. I miei interessi sono puramente di natura medica„. Delicatamente premette sul suo addome. “Vi duole, hmm?„

Brook inspirò di colpo e trattenne il respiro per alcuni secondi prima di esalarlo. “Fa male„. Ogni parte di lei faceva male. Aggrottò le ciglia, fissando la sommità del suo capo chino. Era troppo concentrato sul suo esame per notare il suo sguardo. C’era qualcosa nei suoi modi che sembrava rievocare un altro tempo in cui lui… che cosa? “È questa la prima volta che sono cosciente dal mio collasso? Ho detto qualche cosa?„ Poteva immaginare molto bene quali verità avesse potuto rivelare. Un momento di debolezza avrebbe potuto mettere entrambi in pericolo.

“Hmm.„ La testa di Tipton si alzò ed il suo sguardo blu chiaro si schiarì mentre suoi pensieri assorbirono la sua domanda. “Oh, la nostra conversazione è stata breve. Eravate febbricitante e soffrivate. Potrebbe essere meglio che non lo ricordiate„. Sollevò le lenzuola e le rimboccò intorno alle spalle di lei.

I rapidi movimenti e la tristezza che percepì nella sua dichiarazione la avvisò che le stava nascondendo qualcosa. “Mio signore, ditemi, sto morendo?„

La domanda lo sorprese. “No„. Sottolineò il diniego con un rapido scuoter di capo. “Siete collassata quasi un giorno e mezzo fa. Anche se confesso che la serietà delle vostre condizioni mi preoccupa, sono confortato dal fatto che stiamo avendo una conversazione coerente. Indica che state migliorando„.

Brook gettò uno sguardo alle proprie mani serrate che riposavano sul suo petto. Perdere un giorno era giustificabile, ma ci voleva più di una febbre per cancellare gli ultimi mesi. Chiudendo gli occhi per sfuggire, realizzò che le bugie che aveva detto a Wynne Bedegrayne sarebbero state sprecate su Lord Tipton. Aveva esaminato il suo corpo e per sua vergogna, il visconte conosceva la verità.

Il rammarico gonfiò il suo petto. Non avrebbe mai dovuto cercare Wynne Bedegrayne. Il suo egoismo li aveva messi tutti in una posizione scomoda. Facendo scivolare una mano più in basso, cautamente accarezzò il suo stomaco dolorante. “Questa... questa febbre non può essere stata buona per il mio bambino„, disse lei, le lacrime che riempivano i suoi occhi. Lo zampillo caldo di sangue fra le sue gambe aveva già rivelato la verità che la sua fragile mente aveva evitato.

“La febbre„, disse Tipton, testando la parola. Se possibile, la sua espressione diventò ancora più torva. “No, Lady A’Court, non lo è stata„.

CHAPTER ONE
Cornwall, March 1810

The transition from sleep to wakefulness was so sudden it was almost painful. A surge of nameless fear pumped through him. Muttering an oath, Mallory Claeg attempted to rise, but something anchored him to the bed.

Or someone.

Bracing himself on his elbows, he glanced down at his forgotten companion. Even asleep, his current mistress, Mrs. Carissa Le Maye, kept him securely manacled to her side. The telling action would have angered her. Twice widowed, she had garnered a rather unladylike reputation for seducing and carelessly discarding her lovers.

Mallory had made her acquaintance when her last lover had commissioned him to paint a portrait to immortalize her beauty. At their first meeting, the naughty gleam in her eyes foretold they would be lovers before he finished her picture. Always serious about his work, he had intended to behave himself until he concluded the task. A sensual and playful hussy, she had ignored his gentle rebuffs. While her much older protector awaited her return in the comfort of Mallory’s drawing room, Mrs. Le Maye had boldly unbuttoned his breeches, cupped his testicles, and slid his engorged manhood into her eager mouth. He had climaxed almost immediately, surprised by her aggressiveness and creativity. Their first encounter had established a routine that lasted for weeks. Instead of discarding Lord Quercus, she had insisted that the gentleman escort her to every sitting. It had given her a perverse pleasure to rut with Mallory like an insatiable animal on the sofa while her other lover was just beyond the door. The risk of getting caught elevated their passion, and Mallory had been fascinated enough with her beauty and body to permit the lady her games.

Those games ended when he finished her portrait. In her typical manner, she had told the fifty-year-old earl that she was bored tutoring him in the bed. She offered her portrait as a remembrance of what he had lost and suggested that someone younger might be more forgiving. The gentleman paid Mallory his commission and quietly departed with his possession.

Carissa Le Maye was a dreadfully heartless woman, Mallory thought, grinning affectionately down at her. Sleep seemed to enhance her beauty. Her face devoid of artificial adornment made her appear younger than her twenty-nine years. The fact her eyes were closed helped in the illusion. Whenever she focused her direct brandy-hued gaze on him, he noticed the cynical edge and polish of experience. Most of her lovers, himself included, were dazzled enough by her beauty and earthy lust to overlook such a tiny flaw. However, Mallory was not foolish enough to fall in love with the likes of Carissa Le Maye. He shuddered at the ridiculous notion. A tigress in and out of bed, she would devour the tasty morsel of a man’s heart without hesitation and leave him bleeding. The artist in Mallory began sketching the image in his head.

“Mon cher,” Carissa murmured sleepily, nuzzling against him. “Again, you rogue?”

They were a fair match in bed, Mallory silently admitted. He was enjoying their affair immensely, and her exotic dark looks stirred the artist in him. He tensed as she placed her hand on his stomach. Already his body started to react to her musky scent; his mind could imagine her expression when he entered her. Mallory shook the image from his head. “I did not intend to wake you. I thought I might take advantage of the morning light and sketch the cliffs.” He needed to put distance between them before she claimed more than he could spare of himself.

She rolled toward him and allowed her hand to stroke his growing erection. “Mmm . . .this does not feel like a desire to sketch.” Her eyes were half-closed, giving her the appearance of a pleasure lady.

“Not now, Carissa,” he snapped, feeling that his stance was already weakening as her hand slipped lower.

“You and your temper do not frighten me, mon cher.”

She pushed him on his back and he found himself responding to the sultry expression she affected. Allowing the sheet to slide down to her waist, she straddled him. Gloriously naked, he unwillingly cupped her breasts with both hands. She rolled her eyes back in pleasure as he slipped inside her and used her inner muscles to squeeze his rigid manhood.

“You may sketch your boring cliffs,” she said imperiously, her black hair tickling his face, “but not now.” She moved up and down the length of him, proving her power over him.

The organ she wanted to engage was not the heart. Relieved, all his thoughts about escaping faded. Tightening his hands on her hips, Mallory spent the next pleasurable hour showing Carissa that her perception of control was simply an illusion.

CAPITOLO UNO
Cornovaglia, Marzo 1810

Il passaggio dal sonno alla veglia fu così improvviso da essere quasi doloroso. Un impulso di sconosciuto timore  si fece strada dentro di lui. Mormorando un giuramento, Mallory Claeg tentò di alzarsi, ma qualcosa lo bloccava al letto.

O qualcuno.

Alzandosi sui gomiti, gettò uno sguardo alla sua dimenticata compagna. Anche addormentata, la sua attuale amante, la signora Carissa Le Maye, lo teneva saldamente ancorato al suo fianco. Il movimento energico l’avrebbe fatta arrabbiare. Due volte vedova, aveva guadagnato la reputazione piuttosto poco signorile di sedurre e trascuratamente scartare i suoi amanti.

Mallory aveva fatto la sua conoscenza quando il suo ultimo amante lo aveva incaricato di farle un ritratto per immortalare la sua bellezza. Alla loro primo incontro, il luccichio peccaminoso nei suoi occhi aveva predetto che sarebbero divenuti amanti prima che il ritratto fosse finito. Poichè prendeva seriamente il proprio lavoro, aveva deciso di comportarsi bene fino a che non avesse concluso il compito. Sensuale e giocosa, lei aveva ignorato i suoi gentili ma decisi rifiuti. Mentre il suo protettore molto più anziano attendeva il suo ritorno nella comodità del salotto di Mallory, la signora Le Maye aveva spavaldamente sbottonato i suoi pantaloni, preso in mano i suoi testicoli e fatto scorrere il suo membro eccitato nella sua bocca bramosa. Lui aveva raggiunto il punto culminante quasi immediatamente, sorpreso dalla sua aggressività e creatività. Il loro primo incontro aveva stabilito una routine che era durata per settimane. Invece di mettere da parte Lord Quercus, aveva insistito che il gentiluomo la scortasse ad ogni seduta. Le aveva dato un piacere perverso accoppiarsi con Mallory come un animale insaziabile sul sofà mentre l'altro amante era proprio dietro la porta. Il rischio di essere scoperti aumentava la loro passione e Mallory era stato abbastanza affascinato dalla sua bellezza e dal suo corpo da permettere alla signora di fare i suoi giochi.

Quei giochi erano finiti quando lui aveva finito il ritratto. Nel suo modo tipico, lei aveva detto al cinquantenne conte che lei si era annoiata di dargli lezioni a letto. Aveva offerto il suo ritratto in ricordo di quello che aveva perso e suggerito che qualcuna più giovane poteva essere più indulgente. Il gentiluomo aveva pagato a Mallory la sua commissione e se ne era andato tranquillamente con il suo quadro.

Carissa Le Maye era una donna terribile e senza cuore, pensò Mallory, con un sogghigno affettuoso verso di lei. Il sonno sembrava aumentare la sua bellezza. La sua faccia priva di ornamenti artificiali la faceva sembrare più giovane dei suoi ventinove anni. Il fatto che i suoi occhi fossero chiusi favoriva l'illusione. Ogni volta che lei fissava il suo sguardo diretto color brandy su di lui, egli notava il lato cinico e raffinato dell’esperienza. La maggior parte dei suoi amanti, lui stesso incluso, erano sufficientemente abbagliati dalla sua bellezza e primitiva lussuria da trascurare questo piccolo difetto. Tuttavia, Mallory non era stupido al punto da innamorarsi di qualcuno come Carissa Le Maye. Ebbe un brivido al ridicolo pensiero. Un tigre dentro e fuori dal letto, avrebbe senza esitazione divorato il cuore di un uomo come boccone prelibato e lo avrebbe lasciato sanguinante. L'artista in Mallory cominciò ad abbozzare l'immagine nella sua testa.

Mon cher„, mormorò Carissa sonnolenta, sfregandosi contro di lui. “Ancora, mascalzone?„

Erano una bella coppia a letto, ammise silenziosamente Mallory. Si stava godendo immensamente la loro relazione ed i suoi tenebrosi sguardi esotici rimescolavano l'artista che era in lui. Si tese mentre lei posava la mano sul suo stomaco. Già il suo corpo cominciava a reagire al suo profumo muschiato; la sua mente poteva immaginare la sua espressione quando fosse entrato in lei. Mallory scacciò l'immagine dalla sua testa. “Non volevo svegliarti. Ho pensato che potevo approfittare della luce della mattina per fare uno schizzo delle scogliere„. Doveva mettere una distanza fra loro prima che lei esigesse più di quello che lui potesse offrire di se stesso.

Lei rotolò verso lui e lasciò che la sua mano accarezzasse la sua crescente erezione. “Mmm… questa non sembra desiderare di fare uno schizzo„. I suoi occhi erano mezzo chiusi, dandole l'apparenza di una donna appagata.

“Non ora, Carissa„, sbottò lui, sentendo che la sua risoluzione si stava già indebolendo mentre la mano di lei slittava più in basso.

“Tu e il tuo temperamento non mi spaventate, mon cher„.

Lei lo spinse sulla schiena e lui si ritrovò a reagire all'espressione passionale che lei ostentava. Lasciando che il lenzuolo le scivolasse giù fino alla vita, gli si mise a cavalcioni. Gloriosamente nuda, involontariamente egli prese nelle mani i suoi seni. Lei rovesciò gli occhi per il piacere mentre lui scivolava dentro di lei e contrasse i muscoli interni per stringere il membro rigido.

“Potete anche fare uno schizzo delle vostre noiose scogliere„, disse lei imperiosamente, i capelli neri che solleticavano la faccia di lui, “ma non ora„. Si mosse su e giù la sua lunghezza, mostrandogli il proprio potere su di lui.

L'organo che voleva imprigionare non era il cuore. Sollevato, tutti i suoi pensieri di fuga sfumarono. Stringendo le mani sulle sue anche, Mallory passò la seguente piacevole ora a mostrare a Carissa che la sua percezione di controllo era semplicemente un'illusione.

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Commenti

Comment #7's Translation: I

Comment #7's Translation: I like the first two books published by Mondadori and after have read the excerpt I can't wait to read the next two. All the characters are delineate very well and are psychologically interesting. The "dark” side of the life predominates but all it is carried out in a so flowing way and step by step to give a true sense extremely interesting.

Beyond to this series, do you have written also other novels? Always of the same setting or also in the Middle Ages, cause the previous juvenile passion? Antonella

Comment #6's Translation:

Comment #6's Translation: Ciao Naan

> Mi sembra che lei abbia una preferenza per le storie difficili e oscure, e per personaggi tormentati alcuni con un passato di violenze e abusi. Era questa l'idea originale, o ha guadagnato il lato oscuro mentre scriveva?

No, gli elemnti oscuri hanno semre fatto parte del mio modo di scrivere. Quando ero un'adolescente, ero solito leggere i Regency tradizionali. Tutto sembrava perfetto in quelle storie. Personaggi perfetti vivevano vite perfette. La vita reale non va in quel modo. Un persona buona può esere crudele e un cattivo può avere un lato compassionevole. Cresciamo e mostriamo forza (o debolezza) nel modo in cui affrontiamo la pena e i dispiaceri nelle nostre vite. Per me, una grande storia deve essere equilibrata tra elementi positivi e oscuri.

> Il tema degli abusi è molto forte, e non si legge spesso nei romances, pensa che questo contenuto possa avere delle conseguenze sull'accettazione del libro da parte degli editori e sul suo successo tra il pubblico?

Probabile. Penso che dipenda dalla forza del libro e dalla attuale tendenza del mercato. Per esempio, se la tendenza attuale fosse una richiesta di romance leggeri, allora un romance più oscuro potrebbe avere difficoltà a vendere.

> E come affronta questi argomenti quando scrive?

Con delicatezza e rispetto alla serietà della materia trattata. Il messaggio sottointeso nelle mie storie è quello di crescita di potere e speranza.

> non pensa che questo potrebbe distogliere l'attenzione dei lettori o diminuire la tensione della trama?

E' un rischio :) Tuttavia, questa è una serie su una famiglia così alcune di queste interazioni secondarie sono importanti. Molti lettori si aspettano un seguito con i personaggi delle precedenti storie così si deve bilanciare il dare ai lettori fedeli alla serie un aggiornamento senza confondere i nuovi lettori.

Barbara

Mi sono piaciuti i primi due

Mi sono piaciuti i primi due volumi pubblicati dalla Mondadori e dopo aver letto gli estratti attendo con ansia di leggere i prossimi due.

Tutti i personaggi sono delineati con grande cura e sono psicologicamente interessanti. Predomina senz'altro il lato "oscuro" della vita ma il tutto è svolto in una maniera talmente scorrevole e graduale da dare un senso di vero estremamente interessante.

Oltre a questa serie, ha scritto anche altri romanzi? Sempre della stessa epoca o anche medioevali, vista la precedente giovanile passione?

Antonella (antotonon)

Hello, Naan! It seems to me

Hello, Naan!

It seems to me you have a preference for troubled and dark stories, tormented characters some with a past of violences and abuses.

Was this your original task, or did you gain the dark side while writing?

No, the darker elements have always been a part of my writing. When I was in my late teens, I used to read traditional Regency romances. Everything seemed perfect in these stories. Perfect characters living out perfect lives. Real life doesn't work that way. A good person can be cruel and a villain can have a sliver of compassion. We grow and show strength (or lack) in how we cope with the pain and sorrows in our lives. For me, a great story must be balance of both good/dark elements.

Abuse theme is a very strong one, and not so often read in romances, do you think such contents may affect the book's acceptance by publishers or its success among the readers?

Possibly. I think it depends on the strength of the book and the current market trend. For example, if the current trend was a demand for light frothy romances, then a darker romance might be difficult to sell.

And how do you face these subjects when writing?

With delicacy and respect to the seriousness of the subject matter. The underlying message in my stories is one of empowerment and hope.

don't you think this could unfocus reader attention and lessen the drama of the story?

It's a risk:) However, this is a family series so some of this secondary interaction is important. Many readers expect to follow-up with the characters of the previous stories so it's a balance of giving readers dedicated to the series an update without confusing new readers.

Barbara

I liked Wynne and Keanan

I liked Wynne and Keanan story too thought one of this book's traits I liked more was the relation between the two brothers, Keanan and Nevin, the way it developed from hate to trust and eventually affection. I found the last scenes moving (without talking too much about details for readers who've not already read it).

I read just this title, but I find last two books' plots intriguing, expecially the one telling Mallory and Brook story.

I would like to ask a couple of questions to Mrs Pierce.

It seems to me you have a preference for troubled and dark stories, tormented characters some with a past of violences and abuses.

Was this your original task, or did you gain the dark side while writing?

Abuse theme is a very strong one, and not so often read in romances, do you think such contents may affect the book's acceptance by publishers or its success among the readers?

And how do you face these subjects when writing?

I noticed also you like very much talking and writing about your characters :-), in fact I had the impression, sometimes, you linger over secondary characters even if the story's not requiring it; don't you think this could unfocus reader attention and lessen the drama of the story?

*****

Anche a me è piaciuta la storia di Wynne e Keanan, anche se uno dei tratti di questo libro che mi sono piaciuti di più è stata la relazione tra i due fratelli, Keanan e Nevin, il modo in cui si è sviluppata dall'odio, alla fiducia e infine all'affetto. Ho trovato le scene finali commoventi (senza entrare troppo nei dettagli per chi non l'ha ancora letto).

Ho letto solo questo titolo, ma trovo le trame degli ultimi due libri intriganti, specialmente quello dedicato a Mallory e Brook.

Vorrrei fare un paio di domande a Mrs. Pierce. Mi sembra che lei abbia una preferenza per le storie difficili e oscure, e per personaggi tormentati alcuni con un passato di violenze e abusi.

Era questa l'idea originale, o ha guadagnato il lato oscuro mentre scriveva?

Il tema degli abusi è molto forte, e non si legge spesso nei romances, pensa che questo contenuto possa avere delle conseguenze sull'accettazione del libro da parte degli editori e sul suo successo tra il pubblico? E come affronta questi argomenti quando scrive?

Ho anche notato che le piace molto parlare e scrivere sui suoi personaggi :-), infatti ho avuto l'impressione che le piaccia a volte soffermarsi sui personaggi secondari anche se la storia non lo richiede; non pensa che questo potrebbe distogliere l'attenzione dei lettori o diminuire la tensione della trama?

Comment #3's Translation:

Comment #3's Translation: Grazie Stemori! Keanan era diverso dai miei altri eroi perchè era un comune pugile non erudito invece di un nobiluomo. Non di meno, era riuscito a fare qualcosa nella sua vita - e conquistare il cuore di una signora!

Quando stavo scrivendo A Lady's Mischief, sapevo già allora che Amara e Brock condividevano un segreto. A quel tempo, non ero sicura di cosa fosse, ma sapevo che Brock era innamorato di Amara. Mi sono molto divertita a scrivere la loro storia. Barbara

Thank you, Stemori! Keanan

Thank you, Stemori! Keanan was different from my other heroes because he was a common uneducated pugilist instead of a nobleman. Nevertheless, he still managed to make something of himself--and win a lady's heart!

When I was writing A Lady's Mischief, I knew right away that Amara and Brock shared a secret. At the time, I wasn't sure what it was, but I knew Brock in love with Amara. I thoroughly enjoyed writing their story.

Barbara

Comment #1's Translation: I

Comment #1's Translation: I find that Barbara Pierce is becoming one of my preferred authors, reading hers two published books by Mondadori, I have discovered handsome characters and very real in their states of mind. I have found also the stories very realistic as an example I like very much that of Keanen and Wynne! I recommend hers novels and I can't wait to see translate the others. Above all I'm curious to read the Brock and Amara story! Stemori

Trovo che Barbara Pierce stia

Trovo che Barbara Pierce stia diventando una delle mie scrittrici preferite, leggendo i suoi due libri editi dalla mondadori, ho scoperto personaggi affascintanti e molto reali negli stati d'animo. Anche le storie le ho trovate molto realistiche per esempio Keanen e Wynne mi sono piaciuti da morire! Consiglio vivamente i suoi romanzi e non vedo l'ora che vengano tradotti gli altri. Soprattutto sono curiosa di leggere la storia di Amara e Brock!

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