Slightly Dangerous - Prologo
Tutti i soggetti descritti nelle storia sono maggiorenni e comunque fittizi. I personaggi e le situazioni presenti nella fanfiction si ispirano a quelli creati da Mary Balogh, che detiene tutti i diritti sull'opera; questa storia è stata scritta senza alcun fine di lucro e nel rispetto dei rispettivi proprietari e copyright.
Questo vuole essere il prologo di uno svolgimento alternativo de IL DUCA DI GHIACCIO di Mary Balogh, dove il protagonista Wulfric Bedwin, duca di Bewcastle, troverà una compagna diversa dalla maestra Christine Derrick
Londra, 1818
La stanza era buia e silenziosa. Benché fosse mezzogiorno, le pesanti tende di broccato verde bosco alle finestre erano tirate, come a voler tenere lontana la luce del sole. O come a voler sigillare dal mondo quella camera sontuosa, arredata con quanto di meglio il denaro potesse comprare. Un sepolcro per i vivi e per i morti. Una tomba per ciò che era stato e che mai più sarebbe stato.
Lei se n’era andata, per sempre.
Lieve, come il battito d’ali di una farfalla, aveva percepito la sua anima accarezzarlo e poi volare via, lontano, in un altrove dove lui non avrebbe potuto raggiungerla.
Ora solo il suo corpo freddo rimaneva a fargli compagnia, immoto e pallido come marmo. Un corpo che lui aveva apprezzato ed amato e che in quel momento non riconosceva. Dov’era finita la splendida giovane che aveva sedotto il suo occhio dieci anni prima? Dov’erano le sue forme generose eppur eleganti, dov’erano la grazia e la sensualità di una carne di cui conosceva ogni più intimo recesso e che in tutto quel tempo gli aveva dato piacere, calore e conforto, sebbene quest’ultimo non lo cercasse spesso, perlomeno consapevolmente?
Sola, la sua splendida e lussureggiante chioma, nera come la notte, gli ricordava che era la sua Rose a giacere in quel letto enorme, testimone e teatro dei loro amplessi. Non riusciva a chiamarlo sesso, perché gli pareva così di sminuire l’atto che aveva condiviso con Rose, riducendolo alla meccanicità da riservare alle prostitute, né d’altronde poteva definirlo fare l’amore, dato che tra loro c’era stato affetto e stima, ma certamente non amore.
Wulfric Bedwyn, duca di Bewcastle, si mosse sopra la sedia su cui si trovava praticamente immobile da quasi un’ora. Si sporse a toccare, con la punta delle dita, la pelle gelida della giovane, fiocamente illuminata da un candelabro a tre braccia posto sul comodino: aveva solo ventotto anni, troppo pochi per morire, o forse troppo pochi per vivere. Un banale raffreddore si era trasformato in una grave infiammazione ai polmoni e nel giro di due mesi se l’era portata via. Le strinse una mano, piccola in quella grande e lunga di lui , eppure stranamente giusta, come se il suo palmo fosse la sua collocazione perfetta. Sapeva che nessuno avrebbe ricambiato la sua stretta, tuttavia una parte irrazionale di lui quasi si attendeva e sperava che lo facesse: per cancellare l’incubo di quelle ultime settimane, per rimettere indietro le lancette dell’orologio, per far tornare tutto come prima e riprendere le consuete abitudini.
Wulfric attese.
Nulla accadde e tutto sarebbe accaduto. La sua esistenza sarebbe irrimediabilmente cambiata e non in meglio.
Si raddrizzò e le lasciò la mano. Non avrebbe dovuto essere lì, un duca non presenziava alla morte dei propri cari, figurarsi a quella della propria amante plebea. Ma era lì e non si pentiva né di esserci, né di averla assistita durante la dolorosa malattia. Che lo criticassero pure, se ne avevano il coraggio, a lui onestamente non importava. Non era aduso a giustificarsi, né a spiegare le proprie azioni, uno dei vantaggi della propria posizione. Un duca aveva sempre ragione, un duca non sbagliava mai, nessuno lo attaccava apertamente e tutti si affannavano a compiacerlo. Come il padre di Rose, che gliela aveva lasciata senza una singola protesta, e si era goduto gli innumerevoli e consistenti vantaggi di avere una figlia mantenuta di un pari del regno.
E lei Rose, cosa aveva davvero pensato di lui e del loro rapporto? Non ne aveva idea e adesso non l’avrebbe più scoperto. Chissà per quale ragione in quel momento era così dannatamente importante determinarlo, quando per anni se l’era solo fuggevolmente domandato. Forse perché ora non avrebbe avuto altre occasioni per chiederlo e Wulfric voleva credere che lei fosse stata almeno un poco felice durante la loro relazione.
Molto opportunamente era già vestito di nero, essendo giunto al capezzale di Rose la notte precedente dopo aver lasciato il ricevimento di Lady Jersey, chiamato d’urgenza da Denton, il maggiordomo. I vestiti e l’aspetto di un altro uomo sarebbero apparsi sgualciti dopo una notte e una mattinata di veglia, ma Wulfric, a parte la ricrescita della barba scura, sembrava perfettamente in ordine, come i suoi costosi e raffinati abiti. Soltanto le ombre scure sotto gli occhi, di una peculiare tonalità di grigio, denunciavano stanchezza e un leggero smarrimento nel suo viso affilato ed aristocratico.
La sua dolce amica l’aveva abbandonato. Modesta e docile anche nel supremo addio, le sue ultime parole erano state per scusarsi di averlo scomodato. E poi si era consumata, come cera che bruciasse in fretta, fino a spegnersi, avvolta in una virginale camicia di batista, quasi che nel trapasso volesse riguadagnare la purezza perduta. Una purezza che lui aveva preso, consapevolmente, e che aveva ricambiato con lussi inimmaginabili per la figlia di un maniscalco di paese. Dove sarebbe andato ogni sera per ristorarsi? Chi gli avrebbe procurato quella pace dal fardello delle responsabilità? Dove avrebbe trovato un’altra Rose, che ascoltava e sorrideva ed era sempre pronta ad accontentarlo?
Ma lui non voleva un’altra Rose. Rivoleva la sua Rose. Rivoleva la sua bocca che sapeva di miele, la sua pelle che odore di vaniglia, il suo corpo cedevole che lo accoglieva …
Un colpo alla porta interruppe il flusso dei suoi pensieri. Non rispose.
Bussarono nuovamente, questa volta con più decisione. L’uscio si aprì, facendo entrare un soffio di aria fresca in quell'ambiente stantio.
─ Vostra Grazia, e’ arrivata la carrozza ─ lo avvertì il maggiordomo, fermo sulla soglia. L’uomo esitò per un attimo ─ Io … e la signora Smith ci occuperemo di tutto per la signorina, secondo le vostre istruzioni milord.
─ Grazie Denton, scenderò immediatamente.
Denton si ritirò, lasciandolo di nuovo solo con Rose, circondato dall’oscurità della stanza e immerso in quella che aveva nel cuore. Doveva andarsene, ma non riusciva ad alzarsi, era ancorato a quella semplice sedia di legno, la sedia che Rose si era portata appresso dalla sua vecchia casa per ricordare sempre da dove veniva, gli aveva detto. Infine, con un certo sforzo si mise in piedi, le ossa che, anchilosate, scricchiolavano come gli scarpini lucidi. Era il secondo paio con quel difetto, doveva cambiare calzolaio, riflettè Wulfric.
Posò le labbra sulla fronte di Rose per darle l’ultimo bacio, un bacio tenero, un bacio fraterno. Un piede davanti all’altro, si costrinse ad uscire da quel luogo in cui sapeva non sarebbe più tornato. Avrebbe seppellito personalmente Rose e con lei una parte della sua vita e della sua anima. Non si voltò, se l’avesse fatto avrebbe indugiato ulteriormente e bisognava riprendere il ritmo della giornata, era già in ritardo di parecchie ore e lui non era mai in ritardo. Si sarebbe fatto un veloce bagno per poi cambiarsi, pranzare con un abito da sera sarebbe stato oltremodo sconveniente .
Scese la scale con lentezza, ignorando i domestici che si erano raccolti nell'atrio e afferrando cappello, guanti e mantello il più velocemente possibile.
Il sole l’accolse una volta all’aperto, come a prendersi gioco della sua perdita. Era una giornata sorprendentemente mite e tersa per un febbraio londinese; gli alberi spogli, coi nudi rami protesi in preghiera verso il cielo, gli ricordavano il supplice che era stato lui stesso qualche ora prima, quando aveva implorato Dio di non prendersi la sua amante. Dio non l’aveva ascoltato, né aveva ascoltato gli alberi, a cui aveva tolto il fogliame, per lasciarli esposti alle intemperie. Senza quasi accorgersene, salì sulla carrozza il cui movimento ondulatorio lo cullava e chiuse gli occhi.
Si dirigevano a casa. E lui era solo. Di nuovo.
Faceva male, molto male.
Elizabeth Pearse osservò Bewcastle sparire dentro la carrozza dalla finestra del salotto del primo piano. I suoi occhi erano asciutti, nonostante la morte della donna con cui aveva condiviso gli ultimi cinque anni della sua vita. Era stata la sua dama di compagnia e la sua insegnante, per fornirle quel minimo di istruzione che la giovane non aveva avuto, ma che le era necessaria per stare, pur se marginalmente, a fianco di un duca. Rose era stata una ragazza di buona indole, poco complicata e non particolarmente profonda, contenta e grata della fortuna che le era capitata, anche se trovava Sua Grazia noioso e non lo capiva. Però Elizabeth lo comprendeva, anche più di quanto lui non comprendesse sé stesso. Benché stesse soffrendo una parte del suo cuore, in verità una grossa parte, stava cantano perché forse, dopo cinque anni di attesa, di orgoglio ingoiato a forza, di finta serenità ostentata, c’era una remotissima possibilità che finalmente lui si accorgesse di lei. Probabilmente era davvero cattiva a covare simili illusioni quando il cadavere di Rose era a pochi metri di distanza, ancora tiepido. Tuttavia Rose non lo aveva mai, mai amato.
Mentre lei lo amava e tanto. E che Dio la perdonasse, lei avrebbe fatto di tutto perché lui la guardasse
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Ciao maet!Non ho letto Il
Ciao maet!
Non ho letto Il duca di ghiaccio e conosco poco la saga dei Bedwin, ma questa tua composizione mi ha colpita moltissimo: complimenti!
Oltre ad essere scritto oggettivamente molto bene, sono stati soprattutto due elementi ad avermi interessata: la figura di Rose, così sfuggente ed evanescente, mi ha fatto un'infinita compassione (le hai donato un addio molto poetico e delicato) ed il peso "classista" che si avverte in questa pagina (il potere di un nome, le regole da seguire e la sudditanza che istintivamente ispira, tutti elementi che purtroppo spesso negli storici vengono per me fastidiosamente dimenticati o poco considerati, quando invece avevano un'importanza vitale).
Un caro saluto
Lener
@ MarchRose e MaetPremesso
@ MarchRose e Maet
Premesso che apprezzo sempre tutti gli interventi, ringrazio entrambe davvero.
Non posso dire di preferire una sola autrice, ma la Balogh fa parte del piccolo gruppo delle elette (per me).
Non ho gli altri romanzi della serie... se mi sarà possibile proverò a recuperarli (prequel inclusi), perchè uno dei più grandi piaceri che ricavo dalla lettura mi viene proprio dall'attenta costruzione dei personaggi, cosa nella quale la Balogh è maestra già nell'ambito di un unico romanzo, figuriamoci se si prende otto volumi di... tempo e spazio.
Grazie ancora.
Annamaria
@ AnnamariaSono
@ Annamaria
Sono sostanzialmente d'accordo con MarchRose, il libro può essere letto da solo senza problemi, però nei 6 libri precedenti, visto che Wulfric e i Bedwyn fanno la loro prima fenomenale comparsa in UN'ESTATE DA RICORDARE, si costruisce pian piano la figura di Bewcastle, il che dà modo di apprezzarlo in tutte le sue molte sfaccettature.
Dipende molto se ti piace la Balogh (io e MarchRose siamo delle "Baloghiste" convinte, se non l'avessi capito ) e se hai gli altri libri, se è così consiglio di leggerli in ordine, altrimenti puoi tranquillamente leggere solo IL DUCA DI GHIACCIO.
@ Hatshepsut81
Grazie cara, sei molto gentile! La partecipazione alla fanfiction è aperta a tutte...
@ Annamariavisto che si parla
@ Annamaria
visto che si parla della mia amata Balogh, e di uno dei suoi personaggi più riusciti in assoluto, non resisto e mi intrometto nella discussione...
il libro è leggibile, in teoria, anche di per sè, ma perdi davvero tanto della "costruzione" del personaggio di Wulfric, di cui la B. ci ha elargito nel corso dei 5 libri precedenti dei "frammenti" che fanno crescere via via la voglia di conoscerlo meglio... Insomma, si piò leggere il libro da solo, ma secondo me è un vero peccato.
Maet, sei d'accordo?
L'idea della Fanfiction mi
L'idea della Fanfiction mi piace molto e spero davvero che continui.
Bravissima maet1. Ci deve essere un seguito. ^_^
@ MaetPer favore, potresti
@ Maet
Per favore, potresti soddisfare una mia curiosità, se è possibile?
Che tu sappia "Il duca di ghiaccio" è leggibile separatamente dagli altri titoli della saga, oppure il suo pieno apprezzamento è compromesso dalla mancata lettura dei precedenti?
Grazie.
Annamaria
@ DaisyGrazie molte cara,
@ Daisy
Grazie molte cara, anche per la fiducia: questo è solo un prologo ma è un grandissimo complimento che tu lo ritenga meglio dei libri che hai letto ultimamente !
@Elnora
Sono commossa da queste lodi carissima, che spero di meritare in futuro e onde non annoiarti mi manterrò lontano dalle perfezione . Grazie di cuore!
@DannyMo
Caspita, non penso le altre scrittrici si preoccuperanno, però è carino sentirsi dire una frase del genere, grazie mille! Poi sai, ciascuna ha i suoi gusti, ma se ti piace Mr. Darcy amerai Wulfric di sicuro, o magari ti farò amare il mio Wulfric eheheh .
Accipicchia ma sei bravissima
Accipicchia ma sei bravissima Maet!!!
Purtroppo sono tra le sfortunate che non hanno mai letto ''Il duca di ghiaccio'' anche se ne ho sentito parlare moltissimo. L'unico mio ''incontro''(magari)con Wulfric è stato in ''Un estare da ricordare'' dove anche se appare brevemente si capisce che è uno di quei personaggi che lascia il segno. Purtroppo nell'usato ''Il duca di ghiccio'' ha prezzi da capogiro l'unica speranza è di vederlo ristampare negli Oro.
Mi è piaciuta moltissimo la vostra iniziativa continuate pure a cimentarvi: l'unico pericolo, cara Maet, è che le autrici abbiano paura della concorrenza....
DannyMo
Io ho letto pochi libri della
Io ho letto pochi libri della Balogh e non sono autorizzata a fare paragoni. Per me è lo stile di Maet: una scrittura intensa, emozionante e completa, frutto di una mente che ha letto e legge tantissimo e di vario genere. Tutto il bello che emerge abitualmente dalle sue recensioni qui è come amplificato a livelli altissimi, insomma direi che quasi perfetta ( ma è l'unico caso in cui la perfezione non mi annoia )
Detto questo, quando arriva il seguito?
Emozionante e intrigante,
Emozionante e intrigante, davvero tantissimi complimenti! Avrei voluto continuare la lettura.....spero vivamente in un seguito, sarebbe un peccato non continuare questa storia che ha tutti i requisiti per essere molto appassionante....molto meglio di molti libri letti ultimamente.
Daisy
@ FrancescaGrazie, speravo di
@ Francesca
Grazie, speravo di riuscire a trasmettere il dolore di Wulfric, ma nella maniera contenuta e sobria propria del personaggio.
Al di là che io continui o meno con altri capitoli, sarebbe bello se qualcuna di voi, che ne ha voglia, si cimentasse con una sua fanfiction. Chiunque di voi può partecipare, per cui fatevi sotto !
@ Vale 77
Grazie cara! Sei davvero carinissima .
Baci, baci.
@Patty
Oh, che belle parole Patty, mi commuovi, grazie tante! Non è stato particolarmente difficile inserirmi nella scia della Balogh, sia perché la amo e la conosco come autrice Balogh, sia perché non si discosta moltissimo da come scriverei.
@ Annamaria
Come ho già scritto a Claudia, questo è un libro assolutamente da leggere!
Sei molto gentile cara, ma no, non ho mai pensato di scrivere un romance .
@MarchRose
Oddio che leggo! Ma grazie cara, fatta da te questa dichiarazione vale doppio: grazie, grazie !
Io l'ho immaginata così questa parte della vita di Wulfric, che purtroppo la Balogh aveva solo accennato, mi auguro di aver reso giustizia a Rose.
@ Eleonora
Va bene ho capito, rimarrò rossa come un peperone fino a domani! Ma grazie, soprattutto perché so che la Balogh non è tra le tue autrici preferite.
Baci
Maet, ne abbiamo parlato
Maet, ne abbiamo parlato spesso della Balogh, ricordi? Io sono una di quelle lettrici che non ha amato Il duca di ghiaccio alla follia ( siamo in poche, per fortuna), ma sono la prima sottoscrivere la bravura e l'eleganza di questa autrice nello scrivere.
Detto questo, mi chiedo: ma quanto sei brava??? il tuo stile cattura l'attenzione, e riesci a infondere carisma ai personaggi in poche righe, bravissima!
Che dire? Bravissima. sei
Che dire? Bravissima. sei davvero andata vicina allo stile della Balogh, e se lo dico non è per farti un complimento - è perchè lo penso davvero. E sai che, amando la Balogh, non dico una cosa del genere alla leggera.
La velocità, direi quasi la pragmaticità eccessiva con cui era stata liquidata nel libro la faccenda di Rose mi aveva lasciata, in effetti, un po' perplessa - il comportamento di Wulfric in quel contesto non era fuori carattere, intendiamoci, ma non se ne diceva a sufficienza. Adesso, sì che ci siamo.
Sono molto curiosa di conoscere meglio Elizabeth... molto, molto curiosa...
@ tutte:
ragazze, che ne pensate dell'idea delle fanfiction? vi piace ? che dite, continuiamo? o magari: avete voi delle idee?
Non ho letto la saga dei
Non ho letto la saga dei Bedwin, pur amando molto la Balogh...
Mi sono riaccostata al romance solo da poco, dopo molti anni in cui mi sono dedicata ad altre letture (va bene, lo confesso... escluse Woodiwiss e Heyer) e tu, Maet, mi fai desiderare di leggere tutti i volumi. Speriamo in una ristampa!
Però, davvero, Maet, non sogni mai di dedicarti alla stesura di un tuo romance? Perchè la stoffa c'è, eccome...!
Annamaria
Maet.........mi hai lasciato
Maet.........mi hai lasciato senza parole. E' bellissimo. Nulla togliendo alla fine" vera" del libro che ho amato sopra tutti della serie Bedwin La tua interpretazione è superba....E poi quanto ti avvicini allo stile della Balogh. Ti è stato difficile oppure è uno stile in cui ti ritrovi?
Ancora bravissima
PATTY
@ Maetsei proprio
@ Maet
sei proprio brava....mai pensato a creare qualcosa di tuo? Secondo me saresti fortissima!
baci
vale77
Bello e commovente non me
Bello e commovente non me l'aspettavo un pezzo così, brava Maet! Bella anche l'idea della fanfiction, andrai avanti allora e ne farete altre?
Ciao
Francesca
@ CrisGrazie tante cara,
@ Cris
Grazie tante cara, troppo buona! Sai quanto contino le tue parole per me.
@ Lori
Grazie per l'apprezzamento e per gli auguri!. Sono contenta se sono riuscita ad emozionarti almeno un poco . Nella vita mi occupo di altro, però non si sa mai cosa ci riserva il futuro no?
@Lucia e Daniela
Grazie, siete gentilissime! In verità questo prologo era nato come esperimento e per rimanere un unicum, però, magari potrei ripensarci e andare avanti con la storia, che nella mia mente si è già svolta tutta!
@Luna 70
Grazie Luna, fa piacere ricevere apprezzamenti da chi, come, te scrive !
Christine è unica e non so se Elizabeth potrebbe mai avvicinarsi al posto che ha nel tuo cuore...
@Libera
Grazie cara, allora mi metterò all'opera al più presto e vediamo se riesco a produrre qualcosa...spero di non deludere!
@Claudia
Ah Claudia devi assolutamente procurarti "Il Duca di ghiaccio"! E' un libro bellissimo, anche se ci sono quelle che non l'hanno amato, scritto benissimo e veramente coinvolgente! Speriamo lo ristampino presto così potrai prenderlo .
@ Lucy-one
Anche a me è sempre mancato il commiato di Wulfric da Rose e sentirmi dire che è così che l'avevi sempre immaginato è il più bel complimento che potessi farmi, grazie! Ammiro e rispetto moltissimo la Balogh per cui ero restia ad affrontare uno qualsiasi dei suoi libri; ma Wulfric mi ha sempre toccata moltissimo e nel decidere di riscrivere "Il duca di ghiaccio" credo che questa mia ammirazione e questo mio rispetto si percepiscano, anche nella scelta di avvicinarmi il più possibile al suo stile di scrittura. Inoltre, come te, pur avendo amato la storia d'amore tra Christine e Wulfric, una parte di me è rimasta insoddisfatta, perché per Wulfric avevo immaginato una compagna diversa, potrà essere Elizabeth ?
Molto bello! Complimenti
Molto bello! Complimenti Maet!
Mi è sempre mancato il commiato di Wulfric da Rose, quel poco che ha detto la Balogh non mi bastava e devo dire che questo è scritto come avrebbe potuto fare lei! E esattamente come ho sempra immaginato!
Ammetto che quando ho visto che si trattava di una fanfiction ispirata a "Il duca di ghiaccio" sono rimasta...perplessa, è un libro che amo troppo per vedelro "dissacrare" ma poi la curiosità è stata più forte...e non me ne sono pentita!
Tra l'altro, sebbene il romanzo sia uno dei miei DIK e Wulfric il personaggio maschile che forse amo di più, Christine non mi ha mai convinto del tutto. Non perché non sia un bel personaggio, mi piace molto, ma perché c'è sempre stato qualcosa, anche se non so cosa, che non mi soddisfa nel rapporto con Wulfric. Oddio, magari forse è solo invidia...
Grazie per questa piacevolissima lettura!
E mi associo a quelle che hanno chiesto il seguito...è previsto?
Lucy-one
Molto ben scritto...Hai
Molto ben scritto...Hai rinnovato in me il rammarico di non avere letto l'originale; io, grande fan della Balogh, ero in un periodo di disintossicazione da romance quando è stato pubblicato il Duca di Ghiaccio e sul mercato dell'usato è inavvicinabile. Spero tanto in una ripubblicazione negli Oro o Super Oro! Claudia
..
WOW! Bravissima Maet! Non
WOW! Bravissima Maet! Non vedo l'ora di leggere il seguito! Perchè ci sarà presto un seguito, vero?!
Libera
Anche a me è piaciuto molto.
Anche a me è piaciuto molto. Scritto benissimo e lo stile assomiglia davvero a quello della Balogh, complimenti! Anch'io sarei curiosa di leggere il seguito per vedere se il personaggio di Elisabeth è capace di entrarmi nel cuore come è accaduto con Christine Derrick ne "Il conte di ghiaccio".
concordo con le
concordo con le altre...bellissimo...intenso...ma come va a finire ????ciao e grazie
daniela
E poi........Mica mi
E poi........
Mica mi volete lasciare senza sapere come si svolge la storia?!
E' vero che è solo l'inizio ma già mi ha preso il cuore.
Ancora, ancora....
Lucia
Bellissimo, davvero
Bellissimo, davvero emozionante, con un inizio così non sarei più riuscita a smettere la lettura. Qui ci vuole un seguito, non puoi stuzzicarci così e poi lasciar perdere.....
Non so cosa fai nella vita, ma prendere in considerazione l'idea di scrivere? Auguri!
Lori.
Bè, che dire... wow sono
Bè, che dire... wow sono molto colpita. Il testo è splendido e ci hai preso in pieno Maet. Anzi è talmente curato che mi sono venuti i brividi. Bellissima composizione, sono senza parole!
A quando il seguito? Perché mica ci vorrai lasciare così, vero?
Grazie
Cris