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Per prima cosa ci tengo

Per prima cosa ci tengo davvero molto a complimentarmi con Maet per la sua recensione! L'ho trovata davvero molto ben fatta e, soprattutto, ho apprezzato come si sia soffermata su due aspetti di questo romanzo: l'edulcorata versione vampiresca della Meyers (i puristi sono avvertiti!) e la normalità quotidiana dei suoi adolescenti (in effetti dopo i tanti eccessi proposti da noti drama-teens televisivi, ragazzi che pensano semplicemente a studiare, ad andare al cinema, studiare e fare un tranquillo falò in riva al mare risultano davvero una boccata d'aria fresca).

Personalmente, devo confessare Twilight sia un lavoro che non mi è piaciuto. Ho finito di leggerlo recentemente e non conto di proseguire questa tetralogia.

Sarà che l'ho acquistato senza alcun "pregiudizio editoriale" (ovvero senza considerarlo una storia rivolta esclusivamente ad un pubblico adolescenziale), ma solo spinta dal desiderio di leggere una bella storia d'amore dalle tinte soprannaturali, tuttavia escluso il prologo (quel flash-foward è un pezzo indubbiamente riuscito per come immerge il lettore in un'atmosfera sognante, mortale ed ineluttabile), ho trovato disattesa quella che, a parer mio, era la premessa principale del romanzo: una storia d'amore "straordinaria" vissuta da una ragazza "ordinaria". Io non ho trovato Bella Swann una normale ragazza adolescente, ma un'eroina bellissima e perfettissima "travestita" da normale ragazza adolescente. Ho provato una tale distanza dalle sue percezioni (ante Edward) e dal suo modo di porsi, che non soltanto mi è stata impossibile una qualsiasi immedesimazione, ma anche una blanda simpatia od empatia col personaggio. Bella arriva a Forks e praticamente tutti i personaggi maschili del romanzo si innamorano di lei, non ha nessun problema ad inserirsi nella nuova scuola (i suoi compagni la cercano, la coinvolgono, vogliono subito la sua amicizia), eccelle a lezione (nel liceo che ha lasciato frequentava corsi avanzati) e, dulcis in fundo, il suo sentimento principale verso la sua nuova città, i suoi nuovi compagni e suo padre (gran brava persona) è un'urticante condiscendenza da madonnina infilzata, depressa per essersi esiliata in un buco di provincia nel nobile sacrificio compiuto per la felicità materna.

Riguardo il vampirismo, in effetti, non sono riuscita a liberarmi dalla sensazione di non essere di fronte ad una rielaborazione di un mito già noto, quanto piuttosto ad un suo arbitrario scardinamento. Resta comunque il fatto, secondo me, siano sicuramente i Cullen gli elementi più riusciti ed affascinanti del romanzo e se sono arrivata fino alla fine di questo romanzo è stato solo per loro: le pagine che li vedono presenti catturano ed aumentano il ritmo generale della narrazione.Tuttavia credo che l'autrice nella sua sintesi abbia difettato di incisività: non sono mai riuscita a sentire questi personaggi davvero tridimensionali, vivi e vibranti oltre lo straordinario curriculum della loro perfetta bellezza, misterioso passato e prodigiosi talenti (e, secondo la mia modesta opinione, c'è un'eccessiva sovrabbondanza di superpoteri). Riguardo Edward Cullen... Edward è bellissimo, misterioso, glaciale, educato. Non mi stupisco del successo che ha riscosso soprattutto tra le adolescenti, perché questo personaggio è costruito a misura di sogno, così come le scene che lo vedono con Bella. La loro storia d'amore è un romanticismo puro, ideale... irreale. La sensazione che ne ho avuto è di assistere ad un susseguirsi di scene che non possono "non" piacere, perché perfette e godibili. Perché "costruite" per essere perfette e godibili. In teoria quello tra Bella ed Edward penso dovrebbe essere un amore profondamente passionale ed istintivo, qualcosa di così travolgente da andare contro il più basilare buonsenso, ma io questa passione non sono riuscita minimamente ad avvertirla. Penso, comunque, che non mi abbia aiutato il registro espressivo usato dall'autrice, che ho trovato generalmente povero e medio-basso. Immagino la Meyers volesse ricercare la massima mimesi linguistica con una diciassettenne dei giorni nostri (sfortunatamente poco provvista sul fronte dell'ironia), ma sembra quasi che Bella conosca esclusivamente due aggettivi, perfetto e bellissimo, e ne abusi per descrivere Edward ed i Cullen. D'accordo la loro bellezza inumana... ma adoperare qualche sinonimo? O quanto meno ricorrere ad immagini che non siano "più bello di qualunque attore del cinema o top-model da biancheria intima o modello da pubblicità da gel per capelli"? Resta, comunque, il fatto Twilight (nell'ottica di un target adolescenziale) sia un prodotto abilmente riuscito: un'opera d'evasione che mescola con furbizia gli elementi giusti per conquistare giovani lettrici in cerca di quel brivido leggero che corre tra il fantasy gotico e la commedia romantica.

Saluti a tutti!

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