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RECENSIONE:  HER PERFECT EARL by Bethany Brooks (alias Beth Pattillo)

Publisher / Editore : Signet Regency Romance

Year / Anno di pubblicazione : 2005

Format : paperback

Genre / Genere : Regency Tradizionale, Inghilterra, Oxfordshire, 1822
/ Traditional Regency, England, Oxfordshire, 1822

Sensuality Rating / Livello di sensualità : Kisses / Baci

Italian translation / Edizione italiana : non tradotto

Voto / Rating : 8/10

 Esmerelda Fortune, Esmie, ha un sogno: trasformare la casa diroccata lasciatale in eredità dal suo primo patrigno, in una scuola femminile, ma per finanziarsi deve vincere il premio che la Classics Society di Oxford mette in palio annualmente. E' indispensabile quindi che il suo compendio sulle donne Greche e Romane, possa essere completato con le informazioni racchiuse in un antico e raro manoscritto greco intitolato “La vita di Corinna”.
Esmie è convinta di trovare il manoscritto nella biblioteca personale di Lord Ashforth, lo stesso uomo che, in quanto esponente della Classic Society, ha respinto la sua domanda per una borsa di studio. Quindi, per raggiungere il suo obiettivo, si propone per il ruolo di istitutrice dei cinque, turbolenti figli del conte, che hanno già fatto scappare tutte le candidate precedenti.
Julian, Lord Ashforth - a sua volta intenzionato, a partecipare al premio con la traduzione del medesimo testo - ha assoluta necessità di una persona che badi alla sua invadente progenie almeno fino a quando non avrà sposato la donna che, con la sua fortuna, contribuirà a mantenere saldi i canoni di perfezione che hanno regolato finora la sua vita, sulla quale, invece, sente sfuggire il controllo. Dietro l'apparenza, infatti, si cela una situazione ben diversa. La sfarzosa e stupenda proprietà, Ashforth Abbey, è fortemente indebitata; il prededente matrimonio, che si è rivelato un disastro, lo ha trasformato in un uomo chiuso in un limbo di personale sofferenza e vergogna che conosce a malapena i suoi figli e che non riesce ad amarli.
La prima volta che il suo sguardo di posa su Esmie, la trova insignificante, pelle e ossa, con un viso affilato e un'espressione bisbetica, ma con due occhi così penetranti da fargli temere che possano vedere oltre l'apparenza. Esmie, pur essendo abbagliata dalla bellezza e dalla perfezione di Ashforth Abbey e del suo signore, intuisce che c'è qualcosa di sbagliato quando sente i bambini riferirsi a loro padre come "il conte" e chiamarlo "sir".
Il motivo della sua presenza in quella casa è comunque trovare il manoscritto; ed è nella biblioteca del conte che i due iniziano a scontrarsi, luogo privato che l'uomo le proibisce, turbato dalla sensazione di attrazione che, suo malgrado, lei gli ispira.
Nonostante il divieto, Esmie torna in sua assenza, trova l'oggetto della sua ricerca, e lo prende in prestito per completare la sua tesi. Che danno può derivarne, si dice, questione di poche ore e il manoscritto tornerà al suo posto senza che nessuno se ne accorga. Ma questa è la classica situazione in cui se qualcosa può andar male, si è sicuri che lo farà nel peggior modo possibile, e infatti, mentre è in suo possesso il manoscritto scompare.
E' nel mezzo di questo dramma, tra il conte che l'accusa e lei che si difende, che arriva la fidanzata Miss Lambton insieme al padre, un mercante straordinariamente arricchito, deciso ad accapparrare un titolo per la figlia.
E’ durante la notte, mentre Esmie, sulla cui testa pende la minaccia di essere accusata di furto, si dedica alla ricerca del manoscritto, che Julian, insonne, la incontra nel salone, e si sa, l’oscurità ha il potere di mostrare le cose da una prospettiva diversa. In un momento di quiete, e forse di improvvisa affinità spirituale, Julian ed Esmie si accordano per continuare la ricerca insieme. Complice l'atmosfera deserta e silenziosa della grande casa, i due si ritrovano, notte dopo notte, a osservarsi, conoscersi e avvicinarsi, attratti l'uno verso l'altro nonostante le profonde differenze che li dividono, al punto da arrivare a confidarsi.
Lei gli confessa la sua identità e il vero motivo della sua presenza, lui le rivela la vergognosa verità sul suo precedente matrimonio, sui figli, dei quali neppure uno è sangue del suo sangue, e lo stato disperato delle sue finanze che lo obbliga a prendere in moglie una donna verso cui non prova niente.
Nonostante il sentimento che cresce tra loro, niente può evitare che Julian sposi la sua ereditiera e che Esmie torni alla sua casa diroccata e ai suoi sogni infranti.

Non amo particolarmente i Regency tradizionali, tuttavia questo libro ha lasciato un ricordo molto nitido delle emozioni che mi ha regalato, e devo dire, che tra i vari Regency che ho letto, seppure non numerosi, è stato una piccola perla. 
Il tema del romanzo è quello del conte infelice e della scialba governante o istitutrice dei figli, ovvero il tema degli opposti, il perfetto e l'imperfetto che si completano, trattato con piacevole intuito e una profonda caratterizzazione dei personaggi, attraverso una trama semplice, incentrata soprattutto sulla crescita affettiva del loro reciproco rapporto.
Vi sono delle scene molto belle, tra cui spiccano quelle notturne, durante le quali Julian ed Esmie si confidano e attraverso la reciproca conoscenza i loro sentimenti si intesificano. Anche le scene con i bambini sono belle e soprattutto credibili. Cosa rara nei romanzi, perché i bambini sono soggetti difficili, si rischia di descriverli troppo adulti o sciocchi, cosa che i bambini, al di là dell’innocenza propria dell’età, non sono mai.
Invece sanno vedere cose che gli adulti spesso non vedono.
Ben resa la contrapposizione tra la perfezione incarnata da Julian, e l’imperfezione di Esmie, anche se le parole “perfetto” e “perfezione” vengono usate con una frequenza forse troppo accentuata.
Esmie è d’aspetto insignificante, magra, senza curve, ha lineamenti tristi, un viso affilato, ribelli capelli scuri. L’unica qualità fisica che la riscatta sono due straordinari e intensi occhi grigi. Veste in modo modesto perché non ha mezzi, ma anche vestita elegantemente potrebbe tranquillamente far parte della tappezzeria.
Julian invece, è la perfezione personificata. E’ alto ma non troppo, ha capelli scuri e ondulati, occhi scuri; i suoi lineamenti sono regolari, il naso patrizio degno dei ritratti impressi nelle antiche monete romane. Veste sempre in modo impeccabile, e il suo abbigliamento proprio dell’epoca è la sola cosa che impedisce ad Esmie di vederlo come un Cesare.
Lui: bello, ricco, potente… Lei: scialba, povera, sfortunata…
che però alla fine si tramuta nella donna perfetta per un lui pieno di difetti.

E ad un passo dalle nozze, con tutti i suoi figli attorno a sé, che ha imparato ad accettare e ad amare grazie ad Esmie, Julian si rende conto di aver perduto l’unica donna che ha amato e di non poter far nulla per liberarsi dalle catene che lo imprigionano alla sua vita fatta di sterile perfezione…
Per fortuna… la vita non è mai perfetta e riserva sempre delle sorprese.

 

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