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FILM TRATTI DA ROMANZI D'AMORE

IL DIAVOLO VESTE PRADA (The  devil wears Prada), 2006

Regia di David Frankel, con Anne Hataway (Andy Sachs), Meryl Streep (Miranda Priestley), STanley Tucci (Nigel), Emily Blunt (Emily).

Andy, giovane neolaureata, sogna di lavorare in un’importante rivista, e il suo sogno sembra avverarsi quando viene assunta come assistente personale di Miranda Priestley, direttrice di “Runaway”, la più celebre rivista di moda di oggi. Ma già il primo giorno Andy cade miseramente dalle nuvole: lei, così minimalista e semplice, totalmente estranea al mondo della moda, deve adeguarsi a diventare una fashion victim, come le sue colleghe che si ucciderebbero se non avessero i capi all’ultima moda.
Per non parlare del fatto che Miranda è una vera e propria tiranna, che usa Andy per qualsiasi capriccio le passi per la testa, trattandola peggio di uno zerbino…ma la nostra amica, dopo un periodo nero, decide di resistere e fare vedere a Miranda di che pasta è fatta.
E così, con l’aiuto di Nigel, braccio destro della vipera, piano piano Andy si trasforma, purtroppo non solo fisicamente e stilisticamente; riesce nel suo intento, tanto che Miranda comincia ad aver stima di lei. ….

Tratto dal romanzo (2003) di Lauren  Weisberger, il film è la solita storia della giovane gavetta che ne deve sopportare di tutti i colori da un capo terribile già narrata in tanti film (e anche nel recente  telefilm UGLY BETTY), ma è un’esempio di come una trama abbastanza scontatine  possa diventare interessante se   sorretta da una buona sceneggiatura e da un’ottima prova di attori. In questo caso basterebbe l’interpretazione di Meryl Streep, mai così cattiva e perfida come in questo film, una vera “biscia”, un capo che nessuno vorrebbe avere! Ma che sa trasformare questa sua cattiveria anche in un fragilità del personaggio, come si capisce dalla scena a Parigi…insomma brava come al solito, ma come fa?!
Anne Hathaway nel ruolo di Andy è carina  e regge abbastanza bene un confronto difficile con la sua collega di scena, anche se mi pare che debba ancora lavorare molto per diventare una vera attrice…Il film è inoltre sostenuto da una  regia e da una sceneggiatura leggere e brillanti, che consentono allo spettatore di seguire senza annoiarsi, e da un’ottima colonna sonora.
Per il suo ruolo in questo film Meryl Streep ha ricevuta una nomination all’Oscar come migliore attrice.


MARGHERITA GAUTHIER (Camille), 1936

Regia di George Cukor, con Greta Garbo (Margherita Gauthie),Robert Taylor (Armand Duval), Lionel Barrymore (Duval padre), Jessie Ralph ( Nanette).

Nella Parigi dell’800 Margherita Gauthier ,una delle cortigiane più famose, s’innamora del giovane Armand Duval, nobile ma povero, e per lui decide di cambiare completamente vita.I due lasciano Parigi e si ritirano a vivere felici in campagna,nonostante la preoccupazione per la salute di Margherita, minata dalla tisi,e l’opposizione di Duval padre a un eventuale matrimonio. Ma un giorno mentre Armand è assente, si presenta a casa loro proprio suo padre, con un’importante richiesta per Margherite….


Tratto dal romanzo LA SIGNORA DELLE CAMELIE (1848) di Alexandre Dumas figlio, è una storia in parte autobiografica da cui l’autore trasse un dramma nel 1852, e alla quale si ispirò Giuseppe Verdi per la sua TRAVIATA. E’ un tipico melodramma hollywoodiano degli anni ’30, magistralmente diretto ed interpretato da una Greta Garbo che offre una delle più valide prove d’attrice della sua carriera, tanto da far completamente passare in secondo piano Robert Taylor , sex simbolo dell’epoca, finendo per reggere la scena quasi da sola ( perlomeno questa è l’impressione che ho avuto io vedendo il film)…il lui della situazione infatti, a parte la bella presenza non mi pare abbia grandi capacità e espressive o recitative! Molto meglio i comprimari, soprattutto Lyonel Barrymore nel ruolo del padre severo, inquadrato, ma sicuramente non cattivo e privo di pietà.
Il film è un grande classico, ma a dire il vero è anche abbastanza noioso: notare che comunque sono un po’ di parte, perché questa storia non mi ha mai conquistato del tutto.
Della storia, oltre alla famosa opera di Verdi, esistono altre versioni: la prima risale al 1915, diretta dal regista Baldassarre Neuroni, segue una del 1934, del 1953, e una fiction in due puntate del 2005, protagonisti Francesca Negri e Sergio Muniz, diretta dal regista Marco Alessi. Tutte queste versioni sono intitolate LA SIGNORA DELLE CAMELIE.


QUO VADIS?, 1951

Regia di Mervyn Le Roy, Peter Ustinov (Nerone), Deborah Kerr (Licia), Robert Taylor (Marco), Patricia Laffan (Poppea), Ralph Truman (Tigellino), Finlay Curie (Pietro), Buddy Bear (Ursus), Marina  Berti (Eunice).

Nella Roma di Nerone il comandante Marco Vinicio s’ innamora di Licia, figlia adottiva di un console, la cui famiglia è segretamente cristiana. Deciso dapprima ad averla a tutti i costi, anche con la forza se necessario, si scontra con la forte personalità e fede della ragazza, che non cede seppur anche lei innamorata; Marco si avvicina quindi al mondo dei cristiani, dapprima avendo come unico scopo quello di capire come avvicinarsi all’amata. Mentre l’amore vince, le imprese di Nerone diventano sempre più folli e culminano con l’incendio di Roma, in cui Marco riesce a salvare Licia e la sua famiglia. Ma quando l’imperatore dà la colpa di tutto ai cristiani, viene arrestato insieme a loro….


Tratto dal romanzo (1895) di  Henryk Sienkiewicz, è uno dei kolossal hollywoodiani più famosi dei tempi d’oro, e meritatamente: è un film grandioso, un tipico kolossal con tutti gli elementi di una storia forte, che deve gran arte del suo successo 8 come tutte le storie di questo tipo, secondo me) dal narrare una storia di gente qualunque su uno sfondo di fatti storici reali. E qui di personaggi esistiti realmente ce ne sono molti: Nerone, Poppea, Petronio, Seneca ecc. tutti caratterizzati molto bene per quello che si sa di loro, soprattutto Petronio (io l’ ho studiato e quindi posso garantire la fedeltà al modello). Il tutto insieme a una narrazione avvincente e incalzante  anche quando narra di fatti già ampiamente trattati e conosciuti non solo in storia ma anche in letteratura e al cinema( come l’incendio di Roma e le persecuzioni sui cristiani), e soprattutto a una forte storia di passione che vince su tutto ( pure sulla storia, a quanto pare).Aggiungendo una sfarzosa scenografia (che ha sempre il suo fascino) e una recitazione di stampo abbastanza teatrale che consente d ai personaggi di non cadere nella banalità e nel ridicolo (e purtroppo devo dire che visti i dialoghi il rischio c’era: sicuramente i soldati e gli schiavi romani non parlavano in modo così educato e a volte poetico!).
Che dire? Favoloso Peter Ustinov nella parte di Nerone, pura follia e ridicolaggine (io me lo sono sempre immaginato così fin dalle elementari), splendida Deborah Kerr, sotto la cui fragile apparenza traspare la forte personalità di Licia. Robert Taylor (lo stesso che ho criticato due film prima) ha fatto strada, è molto più incisivo, anche se un poco monoespressivo…Tra le comparse, due giovanissimi Sofia Loren e Bud Spencer.
Una curiosità: la scena dell’incendio fu girata da un giovane Sergio Leone.Se aggiungiamo che alcuni interpreti, come Marina Berti nel ruolo della schiava Eunice, erano italiani, possiamo dire che l’Italia ha avuto una parte di non poco conto nella realizzazione di questo splendido film.
Il film ottenne nove nomination all’Oscar (tra cui miglior film, miglior attore non protagonista- Leo Grenn e Peter Ustinov in ex aequo, migliori costumi, miglior fotografia, miglior montaggio, miglior scenografia), senza vincerne nemmeno uno: peccato!
Della storia esistono altre versioni: la prima risale addirittura al 1901! Altre famose sono quella diretta nel 1925 da Gabriellino D’annunzio, lo sceneggiato Rai in sei puntate  del 1985 diretto da Franco Rossi e la fiction in due puntate del 2001.

 

 

IL PADRE DELLA SPOSA (Father of the bride), 1950

Regia di Vincent Mannelli, con Spencer Tracy (Stanley Banks), Elizabeth  Taylor (Kay Banks), Joan Bennett (Ellie Banks), Don Taylor (Buckley Dunstan).

Nei ridenti anni ’50 la famiglia Banks vive una vita tranquilla e serena, questo fino a quando la figlia maggiore Kay non annuncia che presto sposerà il fidanzato Buck.
La notizia getta letteralmente nella costernazione il povero papà Stanley: la sua piccola che si sposa?! Di già?! E allora questo vuol dire che lui è così vecchio?! Come farà la sua Kay a farcela senza mamma e papà? In balì di  quel Buckley, che sembra tanto un bravo ragazzo ma chissà…e così, tra preparativi, inviti, vestito da sposa e altro, i dubbi del povero Stanley sono appena cominciati…

Tratto dal romanzo omonimo di Edward Street (1949), il film è una delle commedie classiche più divertenti e piacevoli, che narra le tragicomiche vicende di una coppia di fidanzati in procinto di sposarsi vedendo le cose dal punto di vista del padre della sposa.
Un punto di vista di un padre che ha sempre considerato la figlia come la sua cucciola, e che ora se la ritrova donna in procinto addirittura di sposarsi! Spencer Tracy è fantastico nell’interpretare questo povero padre  in crisi nera a causa di questo turbine di eventi, con dubbi ed espressioni spesso tragicomiche. Accanto a lui una giovanissima Liz Taylor dolce e carina, ma un poco stucchevole. Una “tragica” curiosità: del film esiste anche una versione dove tutti i nomi dei personaggi sono tradotti in italiano , un abominio: per fare un esempio, il povero Buckley diventa Poldo!!!
Il film ottenne due nomination all’Oscar per il miglior film e per Spencer Tracy come miglior attore protagonista. Il film ha un seguito del 1951, intitolato PAP’ DIVENTA NONNO, con Spencer Tracy alle prese con un terribile nipotino.Nel 1991 è stato realizzato un simpatico remake dallo stesso titolo, protagonisti Steve Martin e Diane Keaton, seguito nel 1995 da IL PADRE DELLA SPOSA 2, cioè il remake di PAPA’ DIVENTA NONNO.


PEARL HARBOR (2001)

Regia di Michael Bay, con Ben Affleck (Rafe), Josh Hartnett (Danny), Kate Beckinsale (Evelyn), Alec Baldwyn (colonnello Dolittle), Cuba Gooding jr (Dori Miller), Jon Voight (Presidente Roosevelt)


Danny e Rafe, piloti dell’Aereonautica, sono amici fin dall’infanzia. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, Rafe parte volontario per  difendere l’Inghilterra dai nazisti, lasciando a casa la fidanzata Evelyn, infermiera. Durante una battaglia il suo aereo viene abbattuto e Rafe viene dato per morto; la notizia sconvolge Danny e Evelyn, che nel comune lutto si avvicinano tanto da innamorarsi e mettersi insieme. Ma in realtà Rafe non è morto, e quando ricompare dopo alcuni mesi è un duro colpo per tutti( in primis per lui). Ma prima che i tre possano chiarire le cose, i giapponesi bombardano a tradimento la base di Pearl Harbor, dove i nostri si trovano…


In realtà questo film non è stato tratto da un romanzo, ma al contrario lo sceneggiatore Randall Wallace ha tratto il romanzo dal film. E’ un film che mi ha conquistato contro ogni aspettativa, infatti notoriamente non amo le storie con “triangoli”, soprattutto se come in questo caso due amici si contendono la stessa  donna; questo film rappresenta un’eccezione alla regola. Anche qui ci troviamo alle prese con un kolossal hollywoodiano (di oggi però), con attori non particolarmente eccezionali( credo si sia guardato più alla bella presenza, per molti personaggi), ma che comunque portano a termine il loro compito in maniera più che soddisfacente.Da segnalare la scena del famoso attacco giapponese, che ricorda molto quella dello sbraco in Normandia di SALVATE IL SOLDATO RYAN.
Sugli attori, come ho già detto, nulla di particolare: belli e appassionati Ben Affleck e Kate Beckinsale, abbastanza credibili; molto di meno Josh Hartnett, che sembra sempre chiedersi “ ma che ci sto a fare io qui?”.Molto meglio Cuba Gooding jr nei panni dell’orgoglioso Dori Miller.
Il film ottenne tre  nomination all’Oscar, una per il miglior sonoro e una per il miglior montaggio sonoro (quest’ultima vinta), e una per la miglior canzone, THERE YOU’LL BE, interpretata da Faith Hill.

by Tiziana

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