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Cara Silvia, davvero

Cara Silvia,

davvero trooooooooppo buona! Sono felice che tu ritenga di avere diversi punti in comune con me e, al di là delle reciproche letture, spero di avere la possibilità di conoscerti di persona, un giorno. Ma poi, perché “improbabile” che tu vinca? Bisogna sempre sperare di vincere! (Lo dico a te, ma soprattutto a me stessa…)

Un grande abbraccio, Rita

Cara Lisa,

grazie anche a te dei complimenti che spero di meritare. Rispondo prima alla domanda sulle maggiori difficoltà che potrebbe incontrare una donna nel farsi pubblicare. Nel mio caso, non è stato così; anzi, tutto il contrario. Bisogna tenere presente che l’universo letterario è soprattutto femminile. Le statistiche dicono che leggono più le donne che gli uomini e anche nelle case editrici ci sono soprattutto donne. All’interno della Piemme io ho a che fare principalmente con l’editor, il direttore editoriale e l’ufficio stampa: tutte donne. Per diverse ragioni, quindi, un libro scritto da una donna e che esplora l’universo femminile può essere persino più interessante da pubblicare. Il problema è un altro: la donna in Italia non è ancora considerata un soggetto autorevole. C’è una misoginia strisciante che non riguarda solo gli uomini, ma le donne stesse, per cui una scrittrice che all’estero riscuoterebbe grande credito non gode da noi della stessa considerazione. Di recente ho sentito fare questo esempio: Anna Banti e Marguerite Yourcenar – due grandissime scrittrici. La seconda è una gloria della cultura francese, la prima purtroppo non lo è, allo stesso modo, per gli italiani.

Veniamo all’altra tua domanda, che in effetti tocca un tasto delicato. Anche Corbaccio avrebbe voluto pubblicare il mio secondo romanzo; dopo averlo letto, aveva mostrato grande entusiasmo. Ma a volte si compiono scelte sull’onda di un trasporto emotivo, illudendosi di seguire la logica e ascoltando troppo certi consigli. Il mio cambio di editore è stato vissuto da Corbaccio come un tradimento e in qualche modo lo è stato, come mi sono resa conto dolorosamente solo in seguito. Io semplicemente non sapevo che tra autore ed editore si stringe un patto che non ha molto a che fare con la firma di un contratto. Ragionavo come quando facevo l’attrice: io mi ritengo impegnata con chi si impegna per iscritto con me. Comunque le esperienze insegnano e l’importante è acquisire una maggiore consapevolezza ed evitare di ripetersi. Oggi non posso che essere felicissima di essere pubblicata da Piemme: è un editore di grande prestigio e mi trovo molto bene con la mia editor, che è una ragazza veramente in gamba. La copertina è splendida e il libro si trova praticamente in tutte le librerie. Mi hanno offerto di pubblicare il terzo romanzo fin da prima che lo scrivessi e fin da prima di pubblicare il secondo, e con modalità che per l’Italia sono davvero rare.

Mi sono dilungata ma, come dici tu, queste informazioni possono essere interessanti per le aspiranti scrittrici…

Un caro saluto, Rita

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