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Untitled

RECENSIONE :
L'AMANTE SCOZZESE
(The Scottish Companion) di Karen Ranney

 
Publisher / Editore: Avon Books

Publication date: 2007

Genre and setting / Genere e ambientazione: Historical, Scotland 1850 / Storico, Scozia 1850

Format: Paperback

Sensuality Rating / Livello di Sensualità: hot / bollente

Edizione Italiana: Romanzi Mondadori Passione n. 31

Collegamenti con altri libri / Connection to other books : nessuno

Rating : 8,5/10


In pochi mesi Grant Roberson, conte di Straithern, ha perso entrambi i fratelli minori. Secondo il parere del dottor Fenton i sintomi, uguali per entrambi i casi, fanno pensare a una malattia del sangue che potrebbe essere ereditaria, e consiglia quindi a Grant di pensare al futuro come se il tempo rimastogli da vivere fosse molto breve.
Pur sospettando che le morti non siano dovute a una malattia ma a un avvelenamento, per Grant diventa impellente trovare moglie e assicurarsi un erede, perché gli Straithern non finiscano con lui. Gli basta una donna che non porti scandalo al nome, che lo accolga nel suo letto il tempo necessario a dargli dei figli e che conduca una vita indipendente, lasciando a lui la libertà di seguire i suoi studi scientifici. In poche parole un matrimonio di convenienza, che non necessita corteggiamento – dacché non ce n’è il tempo – né richiede che vi sia coinvolgimento affettivo tra marito e moglie. La scelta cade sulla figlia del dottor Fenton, la giovane Arabella, dedita allo studio della medicina, alla quale concede un mese di tempo per prendere confidenza con il suo nuovo ruolo.
All’arrivo della fidanzata a Rosemoor però, non è Arabella a catturare il suo interesse, bensì la sua dama di compagnia, Gillian.
Non è altrettanto bella, ma è avvolta da un’aura di mistero, e nei suoi occhi Grant legge un’ombra di tristezza che lo intriga, lo spinge ad avvicinarla, a parlarle e a cercarla sempre più spesso.
Apprezza la sua schiettezza, la sua onestà, il suo desiderio di imparare, la sua curiosità, e la sua propensione a vedere la bellezza dove per lui vi sono solo ricordi penosi.
La coinvolge nei suoi esperimenti, e anche se lei lo rimprovera, lo critica, e cerca di allontanarlo, lui non riesce a pensare ad altro che a lei.
Arabella al contrario, si rivela essere una giovane donna priva di qualsiasi spinta emotiva, non sorride, non apprezza la compagnia, detesta ogni cosa che non siano i suoi libri di medicina, e in più non sopporta di essere toccata. Grant si chiede sempre più spesso se non abbia fatto la scelta più errata di tutta la sua vita.
Anche quando il dottor Fenton gli svela la verità sul passato di Gillian, con l'intento di porre fine al sentimento che sta nascendo tra loro, Grant non esita a difenderla, e a continuare ad amarla, senza rendersi conto, se non troppo tardi, di attirare su di lei l'attenzione dell'assassino.

Il punto di forza di questo libro non è la trama, che al contrario è alquanto semplice sebbene arricchita dal mistero delle morti e dalla presenza incombente dell'assassino. Si svolge nell’arco di un mese e svela a poco a poco quelli che sono gli elementi necessari a scoprire i segreti del passato e l’identità del colpevole.
E’ scritto molto bene. Seppure come stile sia un po’ lento, riesce a colpire la grande accuratezza nella resa dei personaggi e l’introspezione che li rende talmente veri, da avere l’impressione di vederli. Non vi è alcuna difficoltà a provare empatia nei loro confronti, a detestarli o ad amarli, nei loro pregi, difetti, dolori, sofferenze, rimpianti.
Alcune recensioni definiscono questo libro troppo lento e l’eroina troppo presa da se stessa e in parte è vero, ma è proprio per questo che la ritengo vera e credibile. Personalmente detesto le eroine che vivono l’amore da martiri, mentre apprezzo quelle che hanno il coraggio di prendere quello che vogliono, di andare contro tutto e tutti… Gillian è un personaggio che in qualche modo trova un equilibrio tra questi due opposti, è divisa tra il dovere, che la porta a sfuggire a Grant e ad allontanarlo, e la sua natura passionale, che già in passato è stata la causa della sua rovina e che la spinge tra le sue braccia. E’ tanto presa da questo suo dilemma interiore, che ne viene immancabilmente una debolezza.
Grant è il classico nobile, rigido, freddo, che non mostra emozioni e che vuole una moglie che non lo coinvolga, che gli dia l’erede che gli serve ma che poi conduca la sua vita senza invadere quella di lui. Ha sulle spalle il peso dei peccati del padre defunto, che lo hanno riempito di senso di colpa e di vergogna, e che lo hanno portato ad odiarlo, a odiare il proprio ruolo e quello che rappresenta.
Sa che sta per morire, per una misteriosa malattia o per avvelenamento, e Grant affronta l’idea della sua morte quasi come se si trattasse di quella di qualcun altro… ma poi Gillian lo fa sorridere, lo intriga, lo conquista, lo rimprovera, lo sfida… fa sì che nella sua vita entrino emozioni che non ha mai provato, la rende preziosa, e rende insopportabile l’idea della morte perché lo dividerebbe da lei.
Arabella infine è semplicemente grandiosa. Ispira tanti sentimenti contrastanti, antipatia, odio, pena… sicuramente un’antieroina in grado di controbilanciare il peso della coppia Grant–Gillian con grande forza, in un crescendo lento ma inesorabile, e di dare a questo romanzo un'atmosfera di profonda drammaticità.

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