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IN THE SPOTLIGHT  -  SOTTO I RIFLETTORI

MARIACHIARA CABRINI - autrice esordiente italiana

 

L'AUTRICE

L'autrice è Mariachiara Cabrini, ma alcuni possono conoscerla con il nickname Weirde, che usa per curare un blog dedicato ai libri. ( http://weirde.splinder.com) Ha 27 anni, e vive a Mantova. Ha lavorato in un archivio, in una biblioteca ed ora è impiegata in un ente locale. Ma la sua passione sono i libri, li legge, li scrive, ne parla, li consiglia, li respira. In casa sua non c'è ormai più posto per altri libri, ma per fortuna ora ci sono gli ebook!

Sotto il nickname di Weirde sta pubblicando su internet due romanzi

LA FIAMMA DEL DESTINO
romanzo fantasy (
http://mywritten.wordpress.com/ )
Una antica profezia indica una ragazza come l'unica persona in grado si salvare un misterioso mondo dalla distruzione. Sarà pronta la prescelta ad accettare il suo destino?

KILLER MOOD
romanzo thriller urban fantasy
(
http://romanzocacciatrice.blogspot.com/ )
A prima vista, Sofia è una psicopatica dal grilletto facile. Uccide per mestiere e non prova rimorsi, ma in realtà nasconde un enorme segreto proprio davanti agli occhi di tutti. Uccide per soldi, ma anche per motivi molto più pressanti e basilari.
Levin è anche lui un killer, e gli è stata affibiata come compagna di lavoro proprio Sofia.

Inoltre ha pubblicato sul suo blog diversi racconti :

GIRL FROM MARS ( http://weirde.splinder.com/post/13957893/ciao )

GHIACCIO ( http://weirde.splinder.com/post/14038206/Racconto+inedito )

IL MOSTRO ( http://weirde.splinder.com/post/16426031/Raccontino )

FAN ( http://weirde.splinder.com/post/14462795/Un+mio+lavoro+incompleto )

IL DOLORE CANCELLA OGNI COSA
(
http://weirde.splinder.com/post/14842816/Piccolo+racconto+da+brivido.+Q )

PAZZIE LONDINESI ( http://weirde.splinder.com/post/18558706/Un+mio+racconto )

AMNESIA ( http://www.weirde.splinder.com/post/21770460/Amnesia )


Cos’è che spinge una persona a scrivere un romanzo? Nel mio caso, sono le storie che mi navigano costantemente in testa. Un sogno particolarmente vivido, un film, una canzone, un fatto che mi accade, tutto, può fare scattare l’idea di una storia, che poi nella mia mente sviluppo, completa di dialoghi e scene madri, un vero e proprio film di cui io però sono l’unica spettatrice. Scrivo perché voglio rendere partecipi le altre persone di tutte queste storie. Non è semplice scrivere. Ciò che in testa appare chiaro, sulla pagina diventa troppo asciutto o troppo prolisso, o semplicemente brutto. Allora si riprende in mano la storia e si ricomincia, si scrive e si riscrive, si chiedono opinioni ad altri, finché non si ha in mano un prodotto decente. Dico decente, perché per diventare bravi, è mia opinione occorrano anni. E soprattutto ciò che si scrive deve essere accattivante, mai cercare di far leggere ad altri ciò che tu stessa non leggeresti, no?
Avere in mano un romanzo decente però richiede tempo, anni, nel mio caso. Iniziai a buttare giù Imprinting love, nel lontano 2000. Andavo ancora al Liceo classico e la storia mi venne ascoltando una canzone che passava allora su MTV, si intitolava Now that you love me, delle Alice’s band. Nessuno le ha mai più sentite. Comunque, la canzone parlava di una ragazza che un giorno finalmente scopriva di essere riamata da un lui che fino ad allora non l’aveva mai notata in quel senso. Ciò mi fece riportare alla mente diversi film adolescenziali americani degli anni ’80, dove la bruttina della classe, dileggiata e sbeffeggiata da tutti, alla fine conquistava il più figo della scuola.
Iniziai a buttare giù una storia, ma la trovavo banale. Non filava. Non era concepibile che una ragazza amasse per anni senza speranza un ragazzo, prima o poi la logica l’avrebbe spinta a desistere cosa poteva causare un comportamento così irrazionale? Amore vero? Banale. E mi venne l’idea dell’imprinting. Così come le oche uscite dall’uovo considerano mamma il primo essere che vedono, così anche la protagonista del libro è condizionata ad amare quel ragazzo, perché la prese in braccio appena nata. Idea carina, no? Passarono altri anni, e il manoscritto rimase nel cassetto, non avevo il coraggio di tirarlo fuori, era una storia, romantica, semplice, senza pretese, a chi poteva mai interessare?
Poi iniziai a curare un blog sui libri e la scrittura, L’arte dello scrivere...forse (aggiungi link), e far leggere miei racconti brevi sul web. Acquistai fiducia, inviai il romanzo a diversi editori e al concorso della Mondadori What women write. Proprio dal mio romanzo Imprinting love fu estrapolato il primo incipit che i curatori del concorso scelsero di pubblicare sul sito Mondadori. Mi dissero che avevo superato la prima fase non ufficiale di selezione,e aspettai l’esito. E aspettai....e aspettai, c’è voluto quasi un anno e il concorso è da pochissimo ufficialmente finito, sono state scelte le finaliste e la vincitrice, ( che sarà annunciata solo a febbraio 2010, poco prima l'uscita del suo libro).

Purtroppo la vincitrice non sono io.

Il manoscritto era stato accettato anche da alcune case editrici minori, ma, poiché poi non avevo accettato le loro proposte per aspettare la Mondadori (per quasi un anno!), ora non aveva più un editore. Quando le ricontattai tutte o mi chiesero soldi o mi dissero semplicemente che non avevano più fondi da investire sulla mia opera.
Io però volevo che finalmente la gente potesse leggere il mio romanzo così decisi di pubblicarlo con Lulu.com, e l'ho fatto!
 

IL LIBRO

IMPRINTING LOVE
editore : lulu.com
aquistabile direttamente a questo link
http://www.lulu.com/product/a-copertina-morbida/imprinting-love/6124645


Un romanzo rosa, leggero e frizzante, con una spruzzatina di giallo. Vi addolcirà come una tazza di tè con pasticcini, e vi soleverà il morale facendovi dovertire. Risate garantite.

Anna ama da anni, in segreto, il suo migliore amico, Marco. Non riesce a superare questa sua infatuazione, nonostante sappia di non avere speranza e arriva alla conclusione che è tutta colpa dell’imprinting! Lui fu la prima persona a prenderla in braccio, appena nata, e l’imprinting fece il suo lavoro, come fosse stata un’oca. Marco è ora fidanzato con una ragazza odiosa e superficiale e Anna soffre più che mai, ma grazie all’intervento di due sue amiche e di corcostanze favorevoli, forse qualcosa cambierà…
 


 

 

L'ESTRATTO

Capitolo 1

L’imprinting è un tipo di apprendimento che si verifica solo nei primi istanti di vita dei cuccioli di vertebrato e per il quale i piccoli imparano a seguire il primo oggetto che essi vedono (normalmente, un genitore). I giovani di certe specie, come le anatre, anche se sono “programmati” per riconoscere la propria specie, devono rapidamente imparare a distinguere i propri genitori da tutti gli altri adulti. Nelle anatre, gli anatroccoli appena usciti dall’uovo, seguono il primo oggetto in movimento che produca un richiamo tipico di quella specie, che comunica l’ordine a mettersi in movimento.
Enciclopedia medica


È una verità universalmente riconosciuta che lavorare anche il fine settimana sia un vero e proprio sacrilegio, ma purtroppo alcuni di noi devono farlo se vogliono mettere da parte qualche risparmio. Io faccio parte di questa categoria. Insieme a due mie amiche, Livia e Samantha, possiedo una piccola libreria. Per risparmiare, non abbiamo assunto nessun impiegato e nessun commesso, perciò ci occupiamo noi di tutto: pulire, sistemare, ordinare, vendere… E questo implica avere a che fare con i clienti più problematici. Tra i nostri affezionati possiamo contare madri troppo apprensive e permissive con al seguito figli super viziati e maleducati, pensionati in cerca di libri introvabili e fuori commercio da secoli, persone pronte alla rissa alla minima provocazione, ubriaconi, e chi più ne ha più ne metta. Una cosa è certa, sono poche le giornate di lavoro noiose.
Oggi è sabato, perciò la libreria apre più tardi del solito e, insieme a Livia, sto sistemando una fila di libri sullo scaffale vicino alla finestra. Samantha invece, non volendo rovinarsi le unghie che si è appena fatta ricostruire, è occupata a leggere una rivista su un tavolino vicino alla cassa. All’improvviso qualcosa di nero sfreccia davanti alla vetrina, guardo fuori, e vedo una scintillante macchina sportiva nera parcheggiare proprio davanti al negozio.
Non so chi sia il proprietario di quest’auto, né sono in grado di riconoscerne marca e modello, ma persino una che non si intende affatto di automobili, come la sottoscritta, deve ammettere che è una bellezza: decappottabile, sportiva, elegante e sicuramente molto costosa.
Senza dubbio si tratta di qualche turista, che non sa che la libreria è chiusa il sabato mattina. Disinteressata, sto per distogliere lo sguardo dalla vetrina per riprendere il mio lavoro, quando la portiera si apre e una testa di capelli castani molto famigliare (la riconoscerei in capo al mondo) sbuca fuori dalla vettura. E’ Marco.
Il mio cuore sobbalza e poi prende a battere come un tamburo contro il mio sterno.
Marco è il mio migliore amico, ma soprattutto è l’uomo di cui sono, da sempre, innamorata senza speranza e… Si è ricordato del mio compleanno! È addirittura venuto a trovarmi di persona! Non ci posso credere. Di solito mi manda biglietti di scuse, in ritardo, affermando che il lavoro lo tiene troppo occupato, ma, che appena sarà libero, verrà a trovarmi per farsi perdonare. Non è mai libero dal lavoro, almeno non per me. Ma oggi è venuto fin qui! Dio, come sono felice!
Nonostante si scordi sistematicamente del mio compleanno, lui è davvero un buon amico, e lo dico sinceramente, infatti, nonostante la mia infatuazione, non sono cieca ai suoi difetti. Marco è un po’ egocentrico e vanesio, molto distratto e fissato col lavoro, ma sotto sotto sa essere generoso e gentile, se vuole; peccato che non lo voglia spesso. Il suo problema è che la vita gli ha servito tutto su un piatto d’argento: bellezza, intelligenza, fascino, carisma e una madre che lo ama, pur lasciandolo libero di fare la sua vita; e così lui crede che tutto gli sia dovuto.
Nonostante tutti i suoi difetti, però, io lo amo senza speranza. Lo amavo già, quando, a cinque anni, dopo una brutta caduta, mi aveva consolato e riportato a casa sulle sue spalle. Il problema è che lui non mi ama, mi considera solo una cara amica, quasi una sorellina minore. Inutile dire che non gli ho mai rivelato quali sono i miei veri sentimenti nei suoi confronti, e continuo a soffrire in silenzio.
Lo so che avrei dovuto superare questa mia infatuazione, ma non ci riesco, lo amo oggi come venti anni fa. Non riesco a smettere.
Sono giunta all’amara conclusione però, che non sia mia la colpa di questo assurdo e permanente sentimento, ma dell’imprinting. Sì, insomma, si dice che gli anatroccoli quando escono dall’uovo riconoscono come madre e seguono assiduamente la prima cosa che vedono, bè forse, è quello che è successo a me.
Mia madre mi ha raccontato, infatti, che la seconda persona che mi ha tenuta in braccio e coccolata appena nata, dopo lei stessa, è stato il piccolo Marco di cinque anni, il figlio della sua migliore amica e vicina di casa, che sembrava affascinato da quell’esserino tutto rosso e raggrinzito che ero allora. Quindi, la colpa è solo dell’imprinting se non riesco a innamorarmi di altri uomini e se mi struggo per lui, non mia.
Ma tutto questo ora non importa, lui è qui per il mio compleanno. E io sono addirittura raggiante, mentre lo vedo avvicinarsi alla porta della mia libreria e bussare.
-Non vedono che siamo chiusi?- si lamenta Livia, dietro di me.
Grazie al cielo, dalla sua postazione Samantha non può vedere attraverso la vetrina, altrimenti si sarebbe già precipitata fuori ad accogliere Marco. Anche se è felicemente sposata con Alessandro, infatti, non disdegna mangiare con gli occhi tutti i clienti carini.
E Marco è più che carino. A trent’anni è nel fiore degli anni, con un fisico asciutto ed elegante che si accorda perfettamente con il suo viso angelico. È alto 1 m. e 80 e il suo gusto nel vestire lo fa sembrare ancora più alto, ha una vera mania per le giacche e le indossa tutto l’anno. Per esempio, in inverno possono andare da un soffice tweed a modelli più sportivi, mentre in estate sceglie giacche di lino o di lana leggera in colori neutri e abbinate a magliette durante il giorno e camice di seta la sera. Non ho mai visto Marco con una cravatta, e non so se le indossa qualche volta, purtroppo non l’ho mai potuto vedere tutto vestito elegante per un appuntamento.
Ho deciso di andare avanti per la mia strada, di scordarlo, di cercare di superare la mia stupida infatuazione per lui, ma, ora che l’ho davanti ai miei occhi, mi manca la forza d’animo per mettere in pratica questa decisione. In fondo ho tempo, sono giovane, se tra cinque anni non sarò ancora riuscita a fargli ricambiare i miei sentimenti, smetterò di sperare.
Oggi ha abbandonato il suo amato lavoro in un giorno lavorativo, e ha guidato dalla città fino a qui, solo per vedermi per il mio compleanno, questo deve pur significare qualcosa.
-Che strazio! Ma non riescono a leggere il cartello degli orari appeso fuori dalla porta? – si lamenta Samantha, mentre Marco bussa ancora una volta.
-È qualcuno che conosco. – dico, e mi affretto a raggiungere la porta.
Ma non sono abbastanza rapida. Samantha si avvicina alla vetrina, guarda fuori, e il suo atteggiamento cambia immediatamente, quando vede Marco: -Fallo entrare, non vorrai mica lasciarlo lì fuori. – mi dice, aggiustandosi i capelli.
Non cambierà mai! Civetta da nubile, civetta da sposata, per fortuna Marco non si interessa alle donne sposate, anche se sono carine, preferisce mantenere la sua vita privata senza complicazioni.
“Una ragazza alla volta e mai quella di qualcun altro” mi ha confidato una volta.
Un’idea sorprendentemente conservativa al giorno d’oggi, specialmente venendo da un uomo con l’aspetto di Marco, che è pieno di donne che gli si buttano addosso costantemente.
E anche la sua idea del matrimonio è molto tradizionale: solo una volta nella vita. Perciò ha sempre detto che non si sarebbe sposato almeno fino ai trent’anni, una volta raggiunta una certa sicurezza economica, anche perché non vuole fare l’errore di scegliere la compagna sbagliata. “Nel frattempo” mi aveva confidato scherzando, “mi sto divertendo molto a testare le candidate per posizione di mia futura moglie.”
Mi ha sempre terrorizzato l’idea, che un giorno, una di queste future candidate avrebbe potuto catturare non solo le voglie, ma anche il cuore di Marco. Fortunatamente, non è ancora successo e io ho sempre preso coraggio dal fatto che nessuna delle sue storie è mai durata più di alcuni mesi.
Ma la sua ultima ragazza comincia a preoccuparmi. Una bionda mozzafiato, alta e tutta curve, di nome Cordelia, che è già durata ben sei mesi.
Sei mesi! Un record per Marco. L’ha perfino portata a casa di sua madre per Ferragosto, un’occasione durante la quale ho avuto l’opportunità di vedere il suo fisico. È ingiusto che certe donne possano indossare un bikini come se ci fossero nate dentro. Ma non penserò a Cordelia in questo momento. Assolutamente no. Non voglio rovinarmi la giornata.
A testa alta esco dalla porta del negozio, decisa a godermi il giorno del mio compleanno e il fatto che il mio migliore amico sia venuto fin qui per festeggiarlo con me.
-Marco!- lo saluto sorridendo nei suoi bellissimi occhi scuri.
-Ciao Anna, mi dispiace disturbarti, so che stai lavorando, ma dovevo assolutamente mostrarti la mia nuova macchina. L’ho ritirata stamattina dal concessionario e non ho potuto resistere, ho dovuto portarla subito fare un giro di prova, e prima che me ne rendessi conto stavo guidando diretto qui. Mi sono detto: Marco non ti prendi mai in un giorno di riposo dal lavoro, guida pure fino al paese e mostra la macchina a tua madre. – e mi sorride mostrandomi i suoi denti perfetti -Solo quando sono giunto davanti a casa, mi sono ricordato che oggi è il giorno che va a trovare le sue amiche per giocare a carte. Questo mi ha veramente buttato giù, poi ho pensato che non potevo assolutamente tornare in città senza mostrare la mia auto a qualcuno e naturalmente ho pensato a te. Allora cosa ne dici?- e si gira verso la macchina indicandola. -È la nuova Porshe Coupe, nera metallizzata. È bellissima vero?
Ogni singola goccia di gioia esce dal mio cuore. Non è venuto per il mio compleanno, ma solo per mostrarmi una stupida macchina. E non sono nemmeno la sua prima scelta come spettatore! È qui da me solo perché non c’era nessun altro disponibile. Il mio giorno è rovinato. Vorrei bruciargli l’auto, dargli un pugno e fargli cadere qualche dente, in modo da rovinargli quel meraviglioso sorriso. Stupido! Il mio cuore si indurisce, non importa se lo amo, lui non lo merita e soffocherò questo sentimento, dovessi morire.
Guardo freddamente la sua macchina e alzo le spalle: -Una volta che hai visto una macchina nera le hai viste tutte.
Lui sembra sorpreso da mio tono e dalla mie parole. Ben gli sta.
Ma il suo sguardo confuso, apre già una piccola breccia nel mio cuore. Mi faccio proprio pena, non riesco a odiarlo per più di un minuto. Ma non cederò. Non mi lascerò calpestare in questo modo. Ho anch’io il mio orgoglio.
-Sai che le macchine non mi interessano. – aggiungo seccata.
-Questo perché non hai mai preso la patente. Le apprezzeresti di più se le guidassi. Dai, vieni a fare un giro con me sull’auto nuova. – mi dice, prendendomi il braccio e cominciando a tirarmi verso quel maledetto veicolo.
Subito libero il braccio dalla sua presa. Non sono un burattino che lui può trascinare dove vuole! -Marco, non posso, sto lavorando.
-Ma la libreria è chiusa, cosa ti costa assentarti cinque minuti?
-Tu, puoi andare e venire come vuoi, ma io che non sono un programmatore famoso, non posso lasciare il lavoro quando voglio. È quasi l’ora di pranzo e devo rimanere qui.
Le mie colleghe mi hanno comprato una torta. È una tradizione del negozio ogni volta che una di noi compie gli anni. Non pianterò in asso le mie amiche per quell’egoista di Marco.
-Non capisco perché. – insiste lui.
Per un attimo sono tentata di sbattergli in faccia che oggi è il mio compleanno, così da farlo sentire in colpa per almeno dieci secondi, ma Samantha mi precede, uscendo dal negozio e chiamandomi: -Dai vieni, festeggiata. La torta ti sta aspettando con le sue venticinque candeline già accese. Porta dentro anche il tuo amico, c’è torta abbastanza per una bocca in più. – dice guardando Marco con uno sguardo ammirato, e poi torna dentro.
Devo dire in sua difesa che, adesso, Marco sembra veramente sentirsi terribilmente in colpa. Ben gli stà. Io non mi dimentico mai del suo compleanno.
-Accidenti Anna, non avevo idea che oggi fosse il tuo compleanno. – si scusa contrito. -Io stavo qui a parlarti della mia auto e intanto tu probabilmente pensavi che sono un maledetto egocentrico.
Mai furono dette parole più vere. Mi sto veramente godendo il suo senso di colpa, è come un balsamo per il mio orgoglio ferito.
-Non preoccuparti, sono abituata al fatto che tu non ricordi mai il mio compleanno.
Marco china ancora di più il capo -Non farmi sentire ancora di più in colpa, ti prego.
Una parte di me vuole già perdonarlo, non riesco proprio a rimanere arrabbiata con lui, credo proprio che non faccia parte del mio software. È più che patetico: è deprimente.
Ma in fondo non è colpa di Marco se tende ad essere egoista. Almeno non del tutto. Lui è semplicemente il risultato di un’educazione permissiva e di troppi doni dategli da Madre Natura.
Bellezza e intelligenza, non rendono certo modesti. Marco può essere generoso e gentile se vuole, ma per la maggior parte del tempo è un individuo egocentrico che non vede al di là del suo aristocratico e bellissimo naso. Dio solo sa perché lo amo.
Forse dipende dal fatto che quando guardo la sua faccia perfetta e il suo corpo perfetto, ogni cellula del mio corpo femminile (per niente perfetto) chiede di essere ammirata da lui. È un’attrazione irresistibile. Purtroppo, ora come ora, l’unica cosa che si legge nei suoi occhi mentre mi guarda è il rimorso, non attrazione.
All’improvviso mi prende sottobraccio e mi guida verso la porta della libreria.
-Non essere arrabbiata con me. Sai che non sopporto quando mi tieni il broncio. – mi dice dolcemente.
-Non sono arrabbiata con te. – e io non faccio mai il broncio.
-Sì, lo sei, e hai ogni ragione di esserlo. Ma stasera mi farò perdonare.
-Stasera?- gli chiedo debolmente. Dove va la mia forza ogni volta che mi è vicino?
-Sì, stasera- mi ripete deciso- Ma per adesso credo che le tue colleghe stiano aspettando che tu soffi sulle tue venticinque candeline.
E con la sua tipica confidenza, Marco mi accompagna dentro la libreria, procedendo ad incantare tutti col suo fascino.
Ora le mie amiche crederanno che lui sia il mio ragazzo e a me toccherà spiegare l’imbarazzante verità, cioè che lui non sa nemmeno che esisto come donna e che sono solo la sua migliore amica.
Nonostante io fossi irritata, Marco è riuscito a convincermi ad uscire con lui stasera. Ho rifiutato di andare a cena con lui, ma ho accettato di andare a prendere un caffè.
Sono sicura che se fossimo stati soli sarei riuscita a dirgli di no e a mantenere intatta la mia dignità (mi scorda per mesi e poi mosso dalla pietà e dal rimorso mi invita fuori? Che faccia tosta!), ma davanti a tutti mi è mancato il coraggio. Mi faccio pena da sola.
Non appena Marco mette in moto e sfreccia via a bordo della sua nuova auto, Samantha mi si avvicina, guardandomi come se mi vedesse per la prima volta.
-Bè, devo ammettere che mi hai proprio sorpreso. Ho sempre pensato che tu fossi una ragazza timida e seria, che non si diverte mai, e poi mi tiri fuori dal cilindro una sorpresa del genere.
Maledetto Marco, non mi causa altro che guai. Ora mi toccherà dire a Samantha e Livia il mio ignominioso segreto: sono un’innamorata non corrisposta, un’illusa, e una perdente.
-La madre di Marco è la nostra vicina di casa, lo conosco da sempre. Siamo solo amici. – spiego loro, cercando di non lasciare trapelare i miei veri sentimenti.
-Certo, come no. Ha guidato dalla città fino a qui per farti gli auguri di buon compleanno perché siete solo amici. Non mi inganni. Scommetto che sei una di quelle ragazze che sul lavoro è tristemente sobria e quando poi torna casa butta via gli occhiali, si scioglie i capelli, indossa un miniabito e diventa una bomba sexy. – mi dice Samantha.
Ok, questo è talmente, lontano dalla verità che scoppio a ridere, non riesco a trattenermi.
Come se mi bastasse cambiarmi d’abito per diventare sexy!
-Ridi pure. – sbuffa Samantha –Ma io so benissimo che puoi essere molto più carina di come ti presenti al lavoro. Mi sono sempre chiesta perché non ti valorizzavi di più, e perché non cercavi mai di attaccare bottone con i clienti carini. Stavo seriamente considerando la possibilità che fossi lesbica, ed ecco che oggi salta fuori il favoloso Marco. Con uno così a tua disposizione, capisco che tu non abbia bisogno di altro, è veramente uno strafigo. Ho visto come lo fissavi quando credevi che nessuno ti guardasse. Sei proprio presa. Come mai non ci hai mai parlato di lui? Perché tenerlo segreto? È forse sposato? Un cattivo soggetto? Lo sai che puoi parlare di tutto con noi. Sappiamo mantenere benissimo i segreti, possiamo rimanere mute come tombe anche se sottoposte a tortura.
Mi sento sotto interrogatorio. Samantha avrebbe dovuto fare la poliziotta. -Non c’è nessun segreto. Te lo ripeto siamo solo buoni amici. Lui viveva nella casa accanto alla mia, e siamo andati anche a scuola insieme, anche se in classi diverse, visto che ha cinque anni più di me. Non c’è mai stato niente di romantico tra di noi e mai ci sarà. Lui ha una ragazza, si chiama Cordelia.
-Cordelia. – ripete Samantha arricciando il naso -Scommetto che è una stangona bionda con una quinta di reggiseno e gambe talmente lunghe che le arrivano fino alle ascelle.
Sono stupita, ci ha azzeccato in pieno: -La conosci?
-No, ho tirato ad indovinare. Gli uomini come il tuo Marco girano sempre con ragazze di quel tipo al braccio. Fanno bene alla loro immagine e al loro ego, credo.
-Lui non è mio. – le ripeto.
-Ma vorresti che lo fosse, vero?
Cerco di aprire la mia bocca per risponderle di no, ma questa si rifiuta di collaborare.
Non riesco proprio a mentire spudoratamente su Marco e i miei sentimenti per lui. Sono un libro aperto. Solo pensare le parole “mio” e ‘Marco’ assieme, nella stessa frase, mi fa venire un groppo alla gola e devo sforzarmi di non piangere. È un concetto improbabile, impossibile, inconcepibile, ma quanto vorrei che lui fosse veramente mio.
So che continuare ad aggrapparmi alla speranza che un giorno qualcosa possa cambiare mi fa solo del male. Devo smetterla. Lo so. Me lo ripeto ogni giorno. Ma tra il dire e il fare…
-Lo volevo, ma ora non più. Ho cose più importanti da fare nella mia vita che non perdere il mio tempo dietro a sogni impossibili.
-Perché impossibili?
-Accidenti Samantha, lo hai visto? Anche tu hai ammesso che gli uomini come lui escono con le ragazze da copertina come Cordelia, non con quelle insignificanti come me.
-Tu non saresti affatto insignificante se solo volessi. Siamo sinceri Anna, un po’ di trucco non ti ucciderebbe di certo. E nemmeno andare più spesso dal parrucchiere.
Non è giusto, io curo me stessa. Un po’. E le critiche sul mio aspetto fisico non accrescono certo la mia già scarsa autostima.
-Io voglio un uomo che mi apprezzi per quella che sono. – dico sulla difensiva.
-Non dire stupidaggini. Sono sposata da cinque anni e devo ancora darmi da fare per tenermi stretto il mio uomo. Cosa credi? Che gli uomini cadano da cielo?! Bisogna lottare per conquistarli e poi continuare a lottare per tenerli. L’amore è una guerra. L’unica cosa che ti devi chiedere è se vale la pena di lottare per Marco. Dammi retta, stasera quando esci con lui, sorprendilo.
-Sorprendilo?
-Sì, lascia sciolti i capelli, truccati, mettiti un profumo sensuale e indossa qualcosa che mostri il tuo corpo, non che lo nasconda.
Per un attimo cerco di immaginare di seguire il consiglio di Samantha, in fondo il mio corpo ora che ho perso qualche chilo, non è male. Ma poi rivedo davanti agli occhi il fisico mozzafiato di Cordelia, lei sì che è sexy. Al suo confronto, io ho il sex appeal di uno stoccafisso.
-Non ho nessun profumo sensuale.
E non ho nemmeno molti trucchi, ma questo è meglio che non lo dica, altrimenti Samantha mi sgrida di nuovo.
Samantha sbuffa esasperata: -E allora esci a comprarlo. Qual è il problema?
Il mio problema è che né truccarmi come una modella, né fare il bagno nel profumo più costoso ed esotico del mondo faranno innamorare di me Marco. Sperare altrimenti sarebbe solo stupido.
-Grazie per i tuoi consigli Samantha, ma me la caverò da sola. Ora è meglio che torni al lavoro e alla squallida realtà. Dio, come sono depressa. Devo pensare positivo. Almeno stasera non dovrò morire di fame come al solito. Mia madre mi tiene a stecchetto e mi impedisce di sgarrare dalla mia dieta, ma mi farò offrire un bel dolce da Marco. Magari una mousse al cioccolato. Il cioccolato è perfetto per il mal d’amore.
 

Capitolo 2

Ormai Marco dovrebbe arrivare da un momento all’altro. Infatti di solito, ora, è molto puntuale. Un completo voltafaccia rispetto a quando era adolescente ed era perennemente in ritardo, sempre preso dai suoi progetti per il computer, in modo quasi ossessivo. Il tempo per lui non aveva alcun significato
Quando avevo dodici anni, si era offerto di accompagnarmi a scuola, perché un gruppetto di bulli aveva iniziato a molestarmi, e io ogni mattina dovevo aspettarlo davanti a casa sua per almeno mezz’ora. Lui usciva di casa solo pochi minuti prima che la campanella di scuola suonasse e mi incitava a correre. Correvamo come pazzi fino a scuola e arrivavamo appena in tempo. Lui era molto alto, ma io lo adoravo talmente che riuscivo a stargli dietro anche se, essendo una bambina, avevo le gambe molto corte. E poi finita la scuola correvano di nuovo fino a casa, perché Marco doveva lavorare su un nuovo progetto. Non so come ho fatto a sopravvivere a quegli anni. Probabilmente ero talmente piena d’amore che fungeva da carburante per il mio corpo. Questa è l’unica spiegazione.
Ancora adesso Marco ama correre, e ogni giorno fa jogging da casa sua fino al suo ufficio, mi ha detto che la maggior parte delle sue idee gli vengono in mente mentre corre.
Guardo ancora fuori dalla finestra ed ecco l’auto nuova di Marco che parcheggia davanti a casa mia. È arrivato finalmente. In perfetto orario. È proprio cambiato. Non è più il ragazzo distratto di una volta, ma un uomo adulto e un integerrimo lavoratore. Ambizioso, brillante, di successo. Fuori dalla mia portata. Molto al di fuori della mia portata. Sono una semplice coproprietaria di una piccola libreria di provincia. Non ho una carriera brillante, non ho mai viaggiato, non ho esperienza con gli uomini. Ho ben poco da offrirgli a parte il mio amore.
Lo osservo mentre, prima di scendere dall’auto, si sistema i capelli senza specchiarsi. Non è vanitoso, ma ama essere sempre in ordine. Come gli ha insegnato sua madre.
Vorrei anche io una madre come la sua che mi incoraggi, sempre positiva e ottimista.
La madre di Marco è una scrittrice e benché sia rimasta vedova quando il figlio era ancora in fasce, non ha avuto problemi a crescerlo da sola.
Sia io che Marco, siamo cresciuti senza un padre. Ma mentre la madre di Marco dopo la morte del marito si è risollevata quasi subito, avendo un carattere espansivo e molti amici, mia madre non è mai riuscita a reagire veramente e vive ancora nei ricordi del passato.
Un brivido mi percorre mentre guardo l’oggetto della mia ossessione uscire dalla portiera dell’auto. Indossa dei jeans, una maglietta blu e sopra questa, una giacca nera. Casual ed elegante allo stesso tempo. Vederlo camminare verso la porta fa aumentare i battiti del mio cuore.
Sono costretta ad ammettere con me stessa, che il mio desiderio per Marco è ormai diventato anche un desiderio sessuale. Ora non sogno semplicemente di amarlo, ma di fare l’amore con lui.
A letto, al buio, invece di dormire, mi chiedo come sarebbe baciarlo, e toccarlo. Sentire il suo corpo nudo contro il mio. E per quanto, a volte, mi vergogni di questi miei pensieri, mi vengono naturali, come respirare o mangiare.
Lo amo, ed è naturale che lo desideri terribilmente. Come vorrei essere il tipo di donna a cui nessuno può resistere! Ma lui purtroppo ha già Cordelia.
Quanto spesso dormirà con lei? So che non convivono, ma questo non vuol dire che non passino la maggior parte delle notti assieme. Sarà brava a letto? Questi pensieri mi tormentano. La invidio moltissimo. Conosce tutti i trucchi per far felice un uomo a letto? Cosa ha di diverso rispetto alle altre per essere riuscita ad interessare Marco per ben sei mesi?
Lui non può amarla. Il mio cuore e il mio stomaco collassano al solo pensiero. Lui non può avere intenzione di sposarla.
Per fortuna il suono del campanello mi distoglie da questi pensieri morbosi.
Ma perché ho accettato di uscire a prendere un caffè con lui stasera? Così non faccio altro che torturare me stessa. Sarò come un goloso con davanti una fantastica fetta di torta coperta di panna montata, che però può solo guardare e non mangiare, perché è chiusa a chiave sotto una teca di vetro.
Scendo le scale e trovo mia madre che sta accogliendo, freddamente, Marco.
-Salve Marco.
-Salve Signora Ferrari, la trovo bene.
Poi entrambi si accorgono che sono dietro di loro e si voltano.
Mia madre mi esamina da capo a piedi, cercando nel mio aspetto dei segnali che la avvertano della mia intenzione di irretire Marco, ma non può trovare niente di seduttivo nel mio abbigliamento: una blusa bianca a maniche lunghe, una gonna nera che mi arriva alle caviglie e delle comode scarpe basse. Non mi sono truccata, tranne che per un po’ di rossetto, e ho raccolto i capelli in uno chignon alto. Più normale di così si muore.
Eppure anche Marco mi sta squadrando. Oddio! Ho forse qualcosa appiccicato ai vestiti? Un pezzo di scotch o un filo? Certo non sta ammirando la mia incredibile bellezza, ma allora perché ha quello sguardo quasi sorpreso?
Il mistero è risolto mentre usciamo e ci avviamo verso la sua auto.
-Hai perso qualche chilo ultimamente, vero?- mi chiede Marco.
Devo fare uno sforzo per non digrignare i denti dalla rabbia. Sono tre anni che sono tornata ad essere magra, dopo un periodo con qualche chilo di troppo, e ho raggiunto il mio peso forma, da almeno sei mesi! Come può non averlo notato prima? Eppure ci vediamo a tutte le festività quando viene a trovare sua madre. Cos’è? È cieco forse? Per quanto riguarda la mia persona, sì, evidentemente.
Scommetto che invece si accorgerebbe subito se Cordelia prendesse un chilo, o se la sua preziosa macchina venisse leggermente graffiata !!
-No, ultimamente non ho perso peso. - gli rispondo fredda. -Sono mesi ormai che porto questa taglia.
-Non l’avevo notato.
Mentre io noto ogni suo piccolo cambiamento: quando si fa tagliare i capelli, quando indossa una nuova giacca, quando cambia ragazza… Sono patetica.
-Cosa farà stasera Cordelia senza di te? - gli chiedo, tanto per farmi ancora del male.
-Io e Cordelia non ci vediamo da un po’.
Oddio, ho capito bene? Le mie preghiere stanno per essere esaudite e la biondona sta per uscire di scena? Improvvisamente il mio spirito si solleva e mi ritrovo a sorridere. Grazie Signore!
-Avete litigato?- chiedo. E magari l’hai mollata quando non eravate soli, umiliandola in pubblico?
-No, ma preferirei non parlarne, se non ti dispiace. Non voglio rovinarmi l’umore pensando alle donne.
-Marco, io sono una donna. - gli ricordo, piccata.
Mi apre la portiera e mi fa salire; poi sale anche lui in auto al posto di guida: -Sì, ma tu sei diversa. Non penso a te come a una donna. Tu sei il mio migliore amico. - e mette in moto la macchina.
Eccomi servita, questa è la punizione per aver gioito della caduta di Cordelia. Per Marco non sono una donna. Ben tornata depressione, mi eri mancata. Meglio cambiare discorso.
-Bè, credo che insieme al caffè mi dovrai offrire anche un bel dolce per farti perdonare per stamattina. Mia madre controlla che segua sempre la mia dieta e mi fa morire di fame.
-Non può essere peggio di una madre che invece vuole farti ingrassare e ti imbottisce di cibo. - ribatte. -Ogni volta che torno a casa mia madre dice che sono troppo magro ed ecco che appaiono, lasagne, pasticcini e Dio solo sa cos’altro.
-Tu non sei troppo magro, sei in perfetta forma.
Lui mi sorride e il mio cuore sobbalza. Dio, è ancora più carino quando sorride. Chi è Brad Pitt al suo confronto? Nessuno.
-Mi fai proprio bene all’anima, Anna. Tu dici sempre la cosa giusta e fai sempre la cosa giusta. - il suo viso è serio ora. -Mi hai fatto vergognare di me stesso stamattina. Io non ricordo mai il tuo compleanno, ma tu ricordi sempre il mio. Perciò se apri il cassetto portaoggetti davanti a te troverai qualcosa che ti ho preso nella speranza di farmi perdonare. E non dirmi che non avrei dovuto. - aggiunge anche se non ho ancora aperto bocca –O che è troppo costoso, perché posso permettermelo. Mi posso permettere tutto quello che voglio ormai. Il gioco per computer su cui ti ho detto che stavo lavorando, è ormai un successo internazionale, e sta per rendermi multimilionario.
-Oh Marco, è fantastico!
-Forse- dice criptico -Sto cominciando a capire che essere persone ricche e di successo non è poi così fantastico come tutti credono. Tranne quando significa poter comprare alla mia migliore amica qualcosa di veramente bello. - aggiunge con un caldo sorriso -Avanti, apri il pacchetto e dimmi cosa ne pensi. Sto morendo dalla voglia di sapere se ti piace o no.
Emozionata apro il pacchettino che porta il nome di una rinomata gioielleria, e scopro una catenina d’oro bianco con un pendente a croce in argento. È bellissima.
-Oh, non avresti dovuto.
-Ti ho detto di non dire così. Piuttosto, ti piace? C’erano tante forme diverse tra cui scegliere. Sono rimasto in quella gioielleria delle ore oggi pomeriggio cercando di decidere. Alla fine ho scelto qualcosa di semplice, ma solido. Proprio come te.
Sto cercando di prendere le sue parole come un complimento, me è un po’ difficile.
Avrebbe potuto dire ‘ho scelto qualcosa di bello come te’, o ‘qualcosa di elegante come te’, e invece no. Semplice e solida, così mi vede lui. Non riesco a sentirmi lusingata per essere stata associata a questi sue aggettivi. Accidenti, una colonna è semplice e solida, non una donna. Ho sempre saputo che per Marco sono solo un’amica, ma questa sua indifferenza al fatto che sono anche un essere di sesso femminile fa male. Mi ferisce.
E ora, a causa delle parole che l’hanno accompagnato, provo meno piacere per il suo regalo.
Sollevo la catenina, e lentamente traccio il contorno del pendente con l’indice della mia mano destra. Semplice, ma solida. Come me. Che tristezza.
-Non ti piace, vero?- Mi dice in tono deluso.
Sono proprio una stupida. Marco mi ha appena fatto un bellissimo regalo, un’occasione che ho sognato tante volte, e me ne sto qua a rimuginare, invece di esserne felice.
Mi volto verso di lui con un bel sorriso e spero non si accorga che mi sto sforzando di apparire più felice di quanto non sia in realtà. -Non fare lo stupido, lo adoro.
Lui mi guarda poco convinto e poi riporta la sua attenzione al traffico.
Io approfitto del fatto che non mi sta guardando, per osservarlo da vicino ed accarezzare il suo profilo con i miei occhi. È così bello, che fa quasi male. Potrei stare a guardarlo per sempre. Sarò sempre, anche tra dieci anni, attratta da lui, come un girasole dalla luce? Credo di sì.
Come può pensare che non ami il suo regalo? È stato lui, il mio unico amore, a regalarmelo, lo custodirò come un tesoro prezioso per tutta la vita.
-Spero che tu non lo dica soltanto per farmi piacere. - la sua voce mi riporta alla realtà. Mi ero imbambolata a guardarlo, per fortuna sembra non essersene accorto.
Mi si spezza il cuore da quanto lo amo, e lui crede non mi piaccia il suo regalo: è quasi ironico.
Cosa accadrebbe se gli dicessi quello che provo per lui? Conoscendolo, si sentirebbe terribilmente in imbarazzo. Lui non vuole complicazioni nella sua vita.
-Pensi stia mentendo?- gli chiedo, diretta.
Lui mi guarda sorpreso dal mio tono ironico.
-No, spero di no. Tu sei sempre stata brutalmente sincera fin da bambina. Sincera ma giusta. È per questo che quando ho dei dubbi su qualcosa mi rivolgo sempre a te. Mia madre sa solo dire che tutto quello che faccio va bene. Ho sempre avuto bisogno di qualcuno con i piedi per terra che fosse obbiettivo. Tu sei quel qualcuno. Quando penso a tutto il tempo che avrei potuto sprecare dietro a progetti campati in aria… Ma tu mi hai sempre fatto capire cosa valeva la pena che io realizzassi. Cosa sarebbe stato in grado di durare nel tempo.
Prima mi dice che sono solida, ora che ho i piedi ben piantati per terra; certo che stasera sto proprio attirando i più bei complimenti.
Peccato che Marco non abbia mai chiesto la mia opinione riguardo le sue ‘compagnie femminili’.
Avrei potuto dirgli che tutte le ragazze che lo attraggono, amano troppo loro stesse per poter amare qualcun altro. Ma, in fondo, non è amore quello che lui vuole da loro. Solo sesso.
Ma cosa accadrà quando si renderà conto che ha bisogno anche di affetto e amore nella sua vita? Che ha bisogno di qualcuno da amare che contraccambi il suo amore?
Non troverà mai la moglie giusta per lui, continuando a frequentare ragazze come Cordelia.
Mentre io saprei amarlo come nessun altro, se solo mi guardasse veramente. Se solo si accorgesse di me… Come fa a non vedere quanto lo amo? Come fa a non sentire quello che provo per lui?
-Sia come sia. - prosegue lui, ignaro di quello che provo. -Spero che il pendente ti ripagherà di tutte le mie dimenticanze. So che a volte sono un terribile egoista, ma la tua amicizia è importante per me, voglio che tu non abbia dubbi a questo proposito. E anche se può non sembrare così, io ti penso spesso. - Il problema è che di solito penso a te solo quando mi serve un tuo consiglio. O la tua opinione sulla mia nuova macchina.
Non so se ridere o piangere a questo punto. Una cosa è certa però, sono di nuovo arrabbiata con lui.
Chi si crede di essere? Mi ha praticamente detto: ‘Scusa, ma penso a te solo quando mi servi’ .
-È per questo che stasera mi hai invitata fuori? Solo per avere la mia opinione sulla tua stupida auto?
-No, certo che no. – è scandalizzato -Che persona credi che sia? Il fatto è che oggi mi sono reso conto che mentre tu sai tutto della mia vita, io non ti chiedo mai niente riguardo la tua. E questo mi ha fatto sentire ancora più in colpa. Siamo amici da tanti anni, e abbiamo parlato sempre di me tra di noi. Perciò stasera ti ho invitato a uscire, perché voglio che mi racconti tutto di te.
-Me? - mi ha colta di sorpresa.
-Sì. Voglio sapere come è la tua vita presente, perché io sono ancora rimasto alla vita che conducevi quando avevi quattordici anni, prima io che andassi via all’università e poi mi trasferissi in città. Sono rimasto scioccato quando mi sono reso conto che oggi compivi venticinque anni. Una ragazza speciale come te dovrebbe essersi già sposata. Come mai non lo sei?
Oddio e ora cosa gli dico. Per dieci anni non mi chiede niente della mia vita, poi all’improvviso si interessa di nuovo a me, e ciò che lo incuriosisce di più è sapere perché sono ancora zitella.
Certo che sono proprio sfigata. Vediamo, cosa potrei dirgli?
‘Non ho ancora incontrato l’uomo giusto’, è una frase un po’ troppo comune.
‘Non voglio lasciare sola mia madre’, è un po’ debole come scusa.
‘Vorrei sposarmi, ma l’uomo di cui sono innamorata non sa nemmeno che esisto in quel senso’, questa è la verità e quindi va esclusa a priori.
Ma devo dirgli qualcosa, è un minuto ormai che aspetta una risposta
Il silenzio è rotto dalla voce preoccupata di Marco: -Dio non sarai mica..?
-Non sarò cosa?
-Gay.
Cerco di trattenermi, ma non ci riesco e scoppio a ridere. Di tutte le cose che poteva pensare, ha pescato la più assurda.
-No, non sono gay.

 

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