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RECENSIONE: UN MARITO PER REGINA, di Roberta Ciuffi



Anno: 2009

Pubblicato in Italia da: Arnoldo Mondadori, edizione I ROMANZI, febbraio 2009

Formato: paperback

Livello di sensualità: warm (caldo)

Genere: Historical

Ambientazione: Italia, 1865

Voto: 7/10

I membri della famiglia Fleres sono tutti, chi più chi meno, persone eccentriche e soprattutto romantiche: nella loro famiglia i sentimenti vengono vissuti in modo estremo, in particolare l’amore.
Non fa eccezione Babetta, la giovane nipote sedicenne dei Fleres, la quale dopo una breve vacanza torna a casa presentando ai parenti l’amore della sua vita: David Balestreri, un vedovo con un figlio dodicenne, un aspetto ombroso e modi altrettanto bruschi, ragion per cui viene prontamente soprannominato Barbablù dalla zia Regina.
La zia Regina è l’invisibile zitella di famiglia, la zia a cui tutti vogliono bene ma che viene lasciata sempre un po’ in ombra, anche per rispetto (almeno nelle intenzioni dei familiari) del suo lutto: anni prima era infatti fidanzata con un tenente che era morto in battaglia. Così tutti credono che Regina viva nel suo ricordo che non abbia alcuna intenzione di rifarsi una vita.
In realtà così non è, e sarà proprio la tranquilla Regina a ritrovarsi coinvolta in un piccolo scandalo assieme al fidanzato della nipote; i due infatti si lasciano andare ad una improbabile e impensata - fino ad allora - attrazione, e sono così costretti ad un matrimonio riparatore, che in realtà non dispiace a nessuno dei due…

Il simpatico modo con cui, in una nota alla fin del libro, Roberta Ciuffi descrive il modo in cui è nato questo romanzo è perfettamente in linea con tutto la storia.

L’eccentrica famiglia Fleres non può non colpire immediatamente l’attenzione del lettore: un’intera famiglia che vive i sentimenti molto al di sopra delle righe e in modo estremo: l’amore è amore alla follia, l’odio odio alla follia e il dolore per la fine di un amore deve essere eterno. Non c’è scampo, e va da sè che questo atteggiamento (come già si legge nel prologo) non è sempre positivo; se da un lato è giusto che ognuno abbia la possibilità di scegliere il proprio compagno/a senza che gli venga imposto dai genitori (come spesso accadeva all’epoca), dall’altro l’esasperazione dei sentimenti denota una chiusura totale tanto quanto la loro negazione.
Difatti è questo che succede a Regina, la protagonista della storia: pur vivendo in una famiglia dove i matrimoni d’amore sono la regola, e dove si vive in armonia e affetto, essa dopo la morte del fidanzato è stata praticamente costretta al ruolo di vedova proprio dai familiari, che non rendendosene conto per anni la relegano al ruolo di zia zitella e sofferente per amore, soffocando le sue legittime aspirazioni a voltare pagina, E mentre tutti considerano la cosa davvero molto romantica e degna di un grande amore, non possiamo non vedere come in realtà sia una cosa molto triste, malinconica… proprio come appare inizialmente il personaggio di Regina al lettore. Non facciamo fatica ad intuire subito che dietro questa donna così tranquilla, a tratti dimessa si nasconde invece ben altro; proseguendo con la storia, Regina diventa il personaggio forte, che sa tenere testa a un marito “temibile” (ma solo in apparenza), riesce a creare un rapporto di affetto col figliastro aiutandolo a risolvere le sue insicurezze e tiene anche testa al redivivo ex fidanzato che la ricatta. Tutto ciò senza cadere nella banale e purtroppo sempre in agguato scelta che molte autrici fanno di affibbiare alle loro eroine ottocentesche comportamenti o pensieri tipici delle donne moderne, creando una nota stonata non poco fastidiosa. Brava!
Il protagonista maschile, David, è il tipico bello tenebroso e appassionato che nasconde una profonda sofferenza ma che inizialmente proprio per il suo atteggiamento scostante e altezzoso viene incompreso da tutti; va da sé che anche lui trarrà benefici insperati dall’amore con Regina.
Ma a dire la verità la coppia che ho preferito è quella secondaria formata dai due giovanissimi Stefano e Babetta; lui impiegato di David, che proviene da una famiglia povera e con un fratellino malato, ma felice( e non ho potuto notare il contrasto tra questa famiglia e quella dei Balestrieri, ricchi e senza grandi problemi ma infelici e silenziosi), lei ragazza schiocchina, svenevole e viziata ma non cattiva: due personaggi freschi, gioiosi e simpatici, che alleggeriscono notevolmente l’atmosfera malinconica che aleggia attorno alla coppia David- Regina, creando un simpatico diversivo.
Allo stesso modo rimangono impressi i diversi membri dei Fleres, molto ben caratterizzati anche quando appaiono poco. Certo che comunque, anche una famiglia così affettuosa e sopra le righe deve essere non poco impegnativa, povera Regina!
 

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