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Home | Regaliamo un sogno insieme a Mariangela Camocardi: doppio giveaway

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Regaliamo un sogno insieme a Mariangela Camocardi: doppio giveaway

Care lettrici, oggi ospitiamo con grande piacere un giveway molto particolare, non perché saranno  in palio due ebook e un libro messi gentilmente a disposizione da Emma Books e da Mariangela Camocardi, ma perché  attraverso di esso ci piacerebbe dare risalto a un tema molto importante: la solidarietà. Certo, questo è un salottino dove si dialoga con leggerezza di varie argomenti legati al romance e alla letteratura femminile, ma ciò non significa che non si possano anche offrire spunti di riflessione. Ecco, a noi piacerebbe che fossero in tante a scaricare INSEGNAMI A SOGNARE, è un racconto delizioso che aggiunge un prezioso tassello all'affascinante mondo Belle Epoque dipinto da Mariangela in CHI VOGLIO SEI TU, e già solo per questo meriterebbe assolutamente l'acquisto, inoltre e soprattutto, tutto il ricavato delle vendite andrà devoluto alla Fondazione DOPPIA DIFESA  QUI . Si tratta di un piccolissimo gesto, da parte di tutte noi, che può significare molto per tante donne e bimbi. Alcune, forse più di quanto si immagina, avranno provato sulla loro pelle, direttamente o indirettamente gli effetti della violenza fisica e psicologica e le sue conseguenze, dunque seguiamo il bellissimo esempio di Mariangela Camocardi, che ci racconta da dove è scaturito questo suo importante impegno,e tendiamo una mano, non giriamoci dall'altra parte.

                                         

Care amiche di Isn’t, ben trovate e un grazie a Maet per l’ospitalità.
Vi voglio raccontare qualcosa di me e inizio con il dire che ho trascorso l’infanzia e parte della giovinezza in una di quelle case di una volta che ormai non esistono più.  In questi grandi edifici abitavano tante famiglie. Le porte si allungavano una di fianco all’altra su un corridoio che aveva una parte sinistra e una parte destra, divisi dalle scale  Era praticamente una convivenza forzata, come chiunque può immaginare. Forse avrete visto un qualche film degli anni ’50 con le case a ringhiera, case dove tutti sapevano tutto di tutti. Le finestre del nostro caseggiato si affacciavano sulla piazza principale della mia città dalle nostre stanze si scorgeva perfino il Porto vecchio del mio amato Lago Maggiore. Lì al porto, sulla riva, la maggior parte delle massaie, all’epoca sprovviste della comoda  lavatrice, andavano a fare il bucato. Poverette, era una sfacchinata che non si può immaginare, e ve lo dice una che spesso ho dato una mano alla mamma.
Vi chiederete il perché di questa premessa, presumo. Ebbene, è necessario farlo per spiegare che è proprio in un contesto di povertà come quello sopra descritto che si acquisisce un profondo senso di solidarietà verso gli altri. In quell’edificio che la gente chiamava casermone, quando qualcuno era nel bisogno gli altri inquilini si prodigavano, nessuno escluso. Forse è allora che è nata in me la mia volontà di dare una mano, nel limite del possibile, alle persone in difficoltà o che ne hanno l’esigenza. Nutro la convinzione, ma suppongo sia un’utopia, che per ogni essere umano, soprattutto chi ne possiede i mezzi,  sia un dovere aiutare coloro che sono meno privilegiati. Mi riferisco a quelli che la vita maltratta e che si trovano l’acqua alla gola. Quelli a cui non servono le parole, ma il concreto sostegno di noi tutti.
 In particolare le donne vittime di violenza. Tramite la tivù, irrompe nelle nostre case la quotidiana e agghiacciante cronaca delle angherie e delle violenze perpetrate nei riguardi delle donne. Mogli e fidanzate, in genere,  il cui unico torto è, quasi sempre, aver detto addio a un uomo da cui hanno subito soprusi e prepotenze per anni, e che non si rassegna all’abbandono. È una specie di  bollettino di guerra che impressiona chi ha una coscienza civile: ogni tre giorni una donna viene uccisa.
Voglio sottolineare che si tratta di donne che hanno denunciato le molestie di cui sono state fatte oggetto, e che non sono state ascoltate da chi aveva il dovere di proteggerle. Questo ha significato, purtroppo per loro, pagare con la vita l’altrui superficialità. Una tragedia. Le statistiche su donne vittime di stalking sono da brivido, ed è una problematica sociale che sento molto.
Per questo ho deciso di contribuire, nel mio piccolo, a questa causa. Ho scritto un racconto, INSEGNAMI A SOGNARE, cedendo tutti i diritti alla Fondazione DOPPIA DIFESA di Michelle Hunziker e Giulia Bongiorno, impegnata a sostenere in ogni possibile modo queste sfortunate donne. DOPPIA DIFESA aiuta nel contempo anche i bimbi, perciò scaricando il mio  racconto, pubblicato da EMMA BOOKS, oltre a contribuire voi stesse, mi renderete felice e ridarete un po’di serenità a queste sfortunate creature.

INSEGNAMI A SOGNARE scaturisce dalle effervescenti atmosfere “fin de siècle”, rappresentate con eclettico realismo nei dipinti di Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Federico Zandomeneghi. Ma anche da pittori quali Degas e da tutta la corrente degli impressionisti (Renoir, Cezanne, Henri de Toulouse-Lautrec, inventore delle locandine artistiche pubblicitarie, e altri ancora). Un periodo storico che lascerà un segno indelebile e che si spegne nello sconvolgimento della Prima Guerra Mondiale.
Ma per restare nella Belle Epoque, oltre a una rivoluzione industriale senza precedenti, in Inghilterra nasce il movimento delle “suffragette”, sulle strade rombano le prime automobili e il cinema dei fratelli Lumière è già una realtà. A Parigi fioriscono i cafè chantant, che estasiano il pubblico con spettacoli osé presentati da bellissime sciantose quali Cleo de Merode e la Bella Otero.
In Italia ci sono locali analoghi, come il salone Margherita di Napoli, inaugurato nel 1890, che portano alla ribalta artisti di talento come Elvira Donnarumma, Lina Cavalieri, alias la “donna più bella del mondo”, Maria Campi, inventrice della “mossa”. Le sciantose, regine dei cafè chantant, sono spesso dotate di grande presenza scenica più che di vere doti canore. Si inventano nomi d’arte esotici o spiritosi ma alcune di loro sono reduci  da un passato di estrema povertà. Sono però donne forti e di carattere che hanno saputo reagire alle vicissitudini di un’infanzia traumatica, riscattandosi socialmente proprio grazie allo straordinario successo riscosso, ottenendo fama e ricchezza.
Clelia, la protagonista di INSEGNAMI A SOGNARE si inebria, dopo una faticosa giornata di umile lavoro, dell’elettrizzante vita notturna che anima un famoso cafè chantant di Stresa, il Venus. Attraverso i suoi occhi filtra e rivive l’incanto di un’epoca che è stata e rimane una parentesi indimenticabile dei fasti della Vecchia Europa.

Approfitto della vetrina di Isn’t per ricordarvi che in tutte le edicole troverete IL FALCO E LA ROSA, romanzo scritto a 14 mani da noi autrici italiane. Insieme a me lo firmano Ornella Albanese, Roberta Ciuffi, Miriam Formenti, Maria Masella, Paola Picasso e Theresa Melville. Vi raccomando di accaparrarvene una copia, care amiche. A noi fa tanto piacere sentire il vostro affetto nei nostri confronti, ricambiato ovviamente.
Grazie a tutte. 

 

 

COME VINCERE LE 2 COPIE DI INSEGNAMI E SOGNARE E LA COPIA AUTOGRAFATA DI IL FALCO E LA ROSA?  SEMPLICISSIMO:

- Registratevi al sito e lasciate un commento a questo post

- Condividetelo attraverso i vostri canali: blog, FB, Twitter ecc entro il 30 aprile.

Incrociate le dita e buona fortuna!

 

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