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Home | In the Spotlight/Sotto i riflettori: Maria Calabria

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In the Spotlight/Sotto i riflettori: Maria Calabria

L'AUTRICE

Maria è originaria della provincia di Napoli, ma da quando aveva 21 anni vive  in Friuli.
A circa otto anni, nascono e fioriscono assieme, due passioni dell'autrice: lettura e scrittura. Si innamora  di due generi letterari: la poesia, e i romance; in particolare, quelli della Woodiwiss, rappresentano, negli anni, il “film” del cuore, che si guarda sempre con passione, pur avendolo già visto. Per molti anni scrive solo poesie, un timido tentativo nei confronti della prosa avviene verso i diciotto anni: appena cinque capitoli, non conclusi, a cui non riesce a dar seguito.
In giugno 2013 vede la pubblicazione la sua prima raccolta poetica, e, contestualmente, rispolvera quei cinque capitoli scritti anni prima e prosegue nella stesura dando vita al suo primo romanzo: La vita non dura mai una sera.

 

IL ROMANZO

“Era il tramonto, l'asfalto ancora rovente. In via Castaldo, nei pressi della stazione, tre ragazzine dal viso acerbo confabulavano e ridacchiavano tenendosi sotto braccio...””
Cristina rivive nel sonno il primo incontro con il marito avvenuto quindici anni prima. Quello che doveva essere un matrimonio felice, si rivela un ricettacolo di tradimenti e menzogne il giorno in cui Cristina, grazie a un abile tranello, scopre le malefatte del marito.
L'amore tra Elena e Roberto è l’altra faccia della stessa medaglia: la differenza di età tra i due, il grado di parentela che li lega e la passione che alimenta il loro rapporto, fanno da sfondo a una condizione che spinge la loro unione al limite dell'incesto.
Tra le pieghe di uno scenario costellato da grandi amori, tradimenti e semplici infatuazioni, prenderà corpo un giallo complesso con intrighi internazionali e colpi di scena che costringeranno i protagonisti a inventarsi una nuova vita e a cercare un temporaneo riparo oltre oceano.
Riusciranno Elena e Cristina a realizzare i loro ideali e a trovare la pace del cuore?

 

CURIOSITA'

Alcuni dei primi capitoli di questo romanzo (cinque, per l'esattezza), sono stati scritti verso i diciotto anni; la differenza delle “penne” è evidente, ma nonostante ciò, non sono riuscita ad “operare” nuovamente sulla parte “acerba”, come un chirurgo non riesce a intervenire su un parente prossimo.
In fine ho deciso di lasciare tutto immutato, e quelli che sembrano gli scritti di due persone diverse, sono semplicemente un'istantanea della stessa persona a distanza di dieci anni e più.
I personaggi, molto giovani a inizio romanzo, sembrano in qualche modo “crescere”, insieme allo stile.

 

L'ESTRATTO

Era arrivato l’inverno, freddo, rigido. Non solo all’esterno, anche dentro Elena, l’inverno era più freddo che mai, l’estate sembrava ancora un sogno lontano.
Non riusciva a cancellarsi dalla mente le parole gelide di lui di un mese prima: «È con Samanta che voglio stare», lei era rimasta completamente spiazzata e aveva rimesso giù: non voleva continuare ad ascoltare quelle cattiverie, quelle assurdità che continuavano a venir fuori dalla sua bocca, quella bocca che lei adorava. Ogni parola andava dritta a squarciarle il cuore.
Elena sì, era innamorata, ma di fronte a una rivelazione simile, non poteva insistere “Non saprà mai del bambino, non voglio tenerlo legato a me se non mi ama, non lo sopporterei. Meglio un figlio senza padre che con un padre che non lo vuole”; aveva trascorso molti giorni chiusa in camera, senza vedere e parlare con nessuno, rimuginando sul da farsi. Forse, si diceva, avrebbe dovuto abortire, dirlo ai suoi… ma no, alla fine si convinse: la cosa migliore da fare era allontanarsi da tutto e da tutti. Se avesse confessato adesso ai propri genitori di essere incinta, le avrebbero tirato fuori quel nome, che lei non voleva dire a nessun costo. Nonostante tutto, voleva proteggerlo. Se invece fosse andata per un bel po’ di tempo fuori, al ritorno avrebbe potuto improvvisare un rapporto finito male con un ragazzo del posto, che non si era più fatto né vedere né sentire. I suoi avrebbero capito, era una storia abbastanza credibile.
«Siamo arrivati, signorina», Elena rientrò dal suo viaggio mentale: «Quanto le devo?»
Si avviò verso l’entrata, davanti alle porte scorrevoli esitò un attimo . Si voltò indietro, forse speranzosa che qualcuno la chiamasse per nome, che qualcuno c'avesse ripensato e non volesse la sua partenza.
“Fuori da queste porte lascio tutto l’amore che ho per te, Roberto, spero di non incontrarti mai più nella mia vita”, mosse un passo ed entrò.

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