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Kristan Higgins e il lato normale di un'autrice bestseller

Kristan Higgins a Milano! E, poveretta, proprio il 15 novembre, un incubo di giorno dal punto di vista meteorologico: pioggia tipo cascate del Niagara, fulmini, tuoni e persino saette, città allagata. Altro che paese del sole. Ma la Higgins, di fronte allo scatenarsi di Giove Pluvio, non ha fatto un plissé, ed è stata la perfetta ospite d’onore dell’affollatissimo evento organizzato a BookCity da Harlequin Mondadori, Il libro è donna. Con cinque titoli HM in libreria, la Higgins è oggi l’autrice di punta di Harlequin Mondadori: da poco in distribuzione in Italia è il book 2 della bella serie Blue Heron Lo Voglio, che ha come protagonista la volitiva Honor Holland, mentre negli States siamo già arrivati al book 4, In Your Dreams, dedicato a Jack Holland (unico figlio maschio degli Holland, viticultori nello stato di New York).

                                     
Nei paesi anglosassoni, dove si legge molto più che da noi e dove di conseguenza circolano più soldi, la promozione di un libro è un fatto alquanto serio che coinvolge in prima persona anche gli autori, abituati a viaggiare settimane per incontrare il pubblico. Kristan Higgins, in tour europeo,ci ha dato a Milano un perfetto esempio di questa professionalità a tutto tondo degli scrittori d’oltreoceano. Ha risposto alle domande del pubblico come se si trovasse in un caffè con amiche di vecchia data; ha firmato copie su copie dei suoi libri (la fila delle lettrici era lunghissima) con il sorriso sulle labbra e si è concessa alla fine con piacere (almeno apparente) alle interviste one to one. E non che sia una da niente. La signora è una bestseller, spesso in cima alle classifiche di vendita negli Usa, e ha già sullo scaffale di casa due RITA Awards (Catch of the day nel 2008 e Too good to be true nel 2011).

                     

Per tornare all’incontro di BookCity, la Higgins ha parlato senza risparmiarsi dell’ultimo romanzo appena uscito in Italia, Lo Voglio,ma anche della sua routine di lavoro. Forse perché scrivo, ma a me questa parte interessa sempre molto.
La Higgins vive in una cittadina del Connecticut – di quelle tipo Gilmore Girls, Una Mamma Per Amica, per intenderci. Non lavora dentro casa, dove ci sarebbero mille distrazioni, compresa la lavatrice che finisce e il bucato che sembra chiamare a gran voce per essere steso (vi ricorda qualcosa?), ma per scrivere si rifugia in un locale nel sottotetto della vicina, con la sola compagnia del computer, delle sue idee e del suo cane. Scrive tutti i giorni, saltando non più di un giorno ogni dieci (wow!) anche quandola sua ispirazione sembra essere esaurita. “Non è che io mi fermi ad aspettare la Musa ispiratrice – dice - mi metto comunque al computer e scrivo, cancello, scrivo di nuovo e ricancello, perché solo così, prima o poi, il blocco mi passerà.” Parole più che sagge e che dimostrano ancora una volta l’approccio al mestiere molto professionale e pragmatico degli anglosassoni.

Non ha beta-readers o amiche e colleghe che leggano in anteprima i suoi lavori. La sua è una scrittura solitaria e gli unici esseri viventi a quali,in caso di perplessità, si rivolge sono il marito, pompiere e gran cuoco – dice lei – e il suo cane. Dice anche che i consigli che riceve da entrambi sono più o meno equivalenti, visto che dubita che il marito ascolti una sola parola di ciò che lei dice; ciononostante, la cosa funziona, sia con il cane che con il marito, e le perplessità svaniscono.
Tra prima e terza persona preferisce scrivere in prima, ma dopo i primi sette romanzi si è dovuta arrendere alla terza per poter esprimere in modo più approfondito anche il punto di vista del protagonista maschile (Until there was you). In If You Only Knew, uno stand alone che racconta la storia di due sorelle in uscita negli Usa il prossimo anno, è tornata però a scrivere utilizzando esclusivamente il punto di vista della protagonista.

               
L’ironia, dice, è insita in lei, per cui non le è difficile raccontare scene buffe, anzi; ma nel contempole viene spontaneo inserire nel plot delle parti drammatiche, perché sono necessarie a dare equilibrio alla storia. Epoi, non è forse anche la nostra vita fatta di momenti divertenti e momenti drammatici?
Brava, simpatica, professionale e anche bella (e molto alta!) la Higgins.
Al termine dell’incontro con il pubblico, ho avuto la possibilità di parlarle faccia a faccia e di farle una piccola intervista. Quando ha saputo che alcune domande venivano direttamente dalle lettrici di Isn’t It Romantic, ha voluto sapere qualcosa di più sul sito emi ha detto di ringraziarvi tutte moltissimo.
Dunque, ecco la nostra intervista.

Kristan, nei tuoi romanzi si parla molto di sesso e di attrazione sessuale, ma lasci la lettrice sempre fuori dalla camera da letto. Come mai questa scelta controcorrente in epoca di Mr Grays e C.?
Si mette a ridere e beve un sorso di vino.

Non mi sento a mio agio nel descrivere scene troppo forti. Forse perché ho ricevuto un’educazione cattolica dalle suore o forse perché, quando ho iniziato a scrivere, mi sono detta che i miei genitori, e anche mia nonna che allora era ancora viva, avrebbero potuto leggere i miei libri, scene hot comprese.Quindi ho lasciato perdere. Solo a pensare a come avrebbe potuto reagire mia nonna,mi vengono i brividi!
Ma c’è anche un’altra ragione per cui ho optato per rimanere entro i limiti del bacio e di chiudere la porta della camera da letto: le mie lettrici appartengono a categorie molte diverse fra loro ci sono anche teen agers, persone anziane o fortemente credenti. Se mettessi nelle mie storie delle scene troppo spinte, oltre a mancare loro di rispetto, perderei una buona parte di lettrici fedeli.

Viv + Nadia e Tiziana: Da cosa prendi ispirazione, sia per quel che riguarda le storie che per i protagonisti?

Per le storie mi ispiro alla vita di ogni giorno, a fatti che capitano a me o a persone che conosco. A particolari che mi rimangono in mente e che, all’improvviso, entrano nella trama. Per quanto riguarda le mie eroine mi piace descrivere donne vere, normali,a cui si arricciano i capelli per l’umidità o che hanno qualche chilo di troppo, ma che in fondo sono contente di loro stesse e dotate di personalità e ironia; donne che potrebbero essere mie amiche: e poi, di Angeline Jolie a questo mondo ce ne sono poche! Per quanto riguarda i miei protagonisti maschili…be’, qui la storia cambia. Di solito scelgo un attore a cui ispirarmi e tappezzo con le sue fotografie il mio studio. Ho bisogno di vederlo, per farlo vivere. Ma anche i miei protagonisti maschili sono uomini normali, uomini che le mie lettrici potrebbero incontrare per strada o in un bar...I miei romanzi fanno sognare, ma non sogni impossibili.

Non mi è mai capitato, purtroppo, di incontrare un tipo come quelli che descrivi… (ride). A chi ti sei ispirata per il personaggio di Tom nel tuo ultimo romanzo uscito in Italia, Lo Voglio?

A Tom Hardy, e non solo perché si chiama anche lui Tom.
Come la capisco…Sospiriamo entrambe.

Per quanto sia difficile, Kristan, scordiamoci di Tom Hardy e parliamo di altri protagonisti importanti dei tuoi romanzi, cani e gatti. Sono protagonisti anche nella tua vita?

Ho sempre avuto cani che giravano per casa. Non potrei neppure pensare di vivere senza. Dormono con me, mangiano con me, lavorano con me.E come nei miei romanzi, sono dei trovatelli adottati. In America il problema dei cani abbandonati è gravissimo e forse è anche per questo che mi viene naturale di accennarvi nei miei romanzi.Anche se preferisco i cani, mi piacciono moltoanche i gatti e ne ho sempre avuti.

Anche nel romanzo appena uscito negli States, In Your Dreams, ci sono un gatto e un cane, e sul tuo sito c’è una bellissima pagina dedicata ai pets dei tuoi romanzi che consiglio a tutte le lettrici di visitare. (http://www.kristanhiggins.com/KH-Dogs.html).

Il gatto di In Your Dreams è davero un piccolo despota! Anche a me piace molto la pagina del mio sito a cui accenni e vorrei ricordare che il cane del primo romanzo, Digger,è proprio il mio.

Quali sono gli autori che preferisci e quelli a cui ti ispiri? C’è un romanzo che porteresti con te sulla proverbiale isola deserta?

Non credo di ispirarmi ad altri autori, ma mi piacciono molto i romanzi di Robyn Carr, Eloisa James, Sarah McLean eTracy Brogan, tanto per citare qualche mia collega. Ma se fossi su un’isola deserta e potessi portare un solo libro con me, quello sarebbe Via col Vento, perché è una storia incredibile che non racconta solo l’amore tra Rossella e Rhett, ma anche dei drammatici cambiamenti che coinvolsero all’epoca tutto il paese. È un grandissimo romanzo storico, che infatti vinse il Pulitzer.

Cosa ami di Rossella? Ti sei mai ispirata a lei per una delle tue eroine?

Mi affascina il fatto che da giovane donna viziata e capricciosa si trasformi in un donna forte e determinata che crede in se stessa e non smette mai, neppure nelle più incredibili avversità, di avere fiducia nelle sue capacità. Se mi sono ispirata a lei per una delle mie eroine confesso di averlo fatto a livello inconscio. Ma… ora che mi ci fai pensare credo che Honor Holland, la protagonista di Lo Voglio, pur con un atteggiamento meno drammatico verso la vita,abbia la stessa determinazione e forza di carattere di Scarlett.

Hai mai avuto delle proposte per realizzare un film tratto da un tuo romanzo e quale sarebbe secondo te il titolo più adatto a diventare un buon film?

Sì ne ho avute, ma non mi hanno mai convinta. Per accettare una proposta dovrei essere certa che ne verrebbe fuori un bel film. Credo che My One and Only potrebbe essere il titolo giusto perché è un road trip, una storia con delle location fantastiche, adatte al grande schermo; ma anche Catch of the Day andrebbe bene, perché è molto divertente.

Quali attori vedresti bene come protagonisti?

Mi basterebbe che ci fosse Robert Downey Jr, perché mi piace da morire. Per gli altri protagonisti, non ho preferenze.
Ride.

Una lettrice del blog vorrebbe sapere da dove ti è venuta l’idea di Troppo Bello per Essere Vero.

L’idea mi è venuta da un fatto vero che mi è capitato anni fa. Mi trovavo in aereo, su un volo piuttosto lungo da una costa all’altra degli Stati Uniti, e di fianco a me c’era un bel tipo, giovane, interessante, ed era evidente che gli piacessi. Ma siccome io non ero interessata a lui, per non essere maleducata gli ho fatto credere di essere già fidanzata. Lui allora ha incominciato a chiedermi cosa facesse il mio fidanzato e io – non so davvero cosa avessi in testa in quel momento - ho risposto con una serie di frottole che, alla fine, hanno avuto l’effetto sperato, gli hanno chiuso la bocca. Proprio ripensando a quel fatto è nata dentro di me la storia di Grace, una donna talmente stanca di essere oggetto di domande continue sui suoi fidanzati e sulla sua vita privata che alla fine si è inventata un fidanzato perfetto. In realtà mi sono sentita un po’ a disagio mentre scrivevo quel romanzo, perché io odio i bugiardi e la protagonista costruisce poco per volta un castello di menzogne.

Ma la storia è così divertente, Kristan, che l’abbiamo perdonata!
Rita, un’altra lettrice, si complimenta con te e vorrebbe sapere se consideri i tuoi romanzi dei romance o dei chick lit.

Grazie per i complimenti Rita! Io credo che più che chick lit, genere che io identifico un po’ con la serie di Sex and the City, i miei romanzi siano a cavallo tra il romance e la women’s fiction, dove al centro non c’è solo una storia d’amore, ma anche emozioni,problemi e vicende che riguardano la famiglia o gli amici dei protagonisti.

Ti sei mai fatta tentare dal lato oscuro del self publishing, come altre tue colleghe americane?

No, almeno per il momento non sono affatto interessata ad autopubblicarmi. Mi trovo benissimo con il mio editore e sono felice di avere alle spalle una compagnia come la Harlequin che si prende cura di ogni aspetto della pubblicazione, oltre a lasciarmi la massima libertà nella scrittura.

Grazie Kristan per questa intervista anche da parte delle lettrici di Isn’t It Romantic…

Salutale per me e ringraziale moltissimo per il loro affetto.

Viviana Giorgi

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