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Il giallo con un pizzico di rosa
Come vi avevo detto nella mia malefica lavagna, sono sempre più scontenta e delusa da quanto ci viene proposto in questo periodo dalle case editrici che sembrano acquistare i libri un tanto al chilo piuttosto che affidarsi e fidarsi di un bravo editor che capisca e intuisca i gusti del lettore, che legga e corregga con intelligenza quello che viene proposto da vecchie o nuove autrici, che consigli e indirizzi gli editori a terminare le serie invece di iniziarne sempre di nuove.
Ci si lamenta che il mercato dell’editoria è in crisi, che non si vende, che la gente non legge, che c’è troppa pirateria… è sempre colpa degli altri, mai una volta che si ammetta l’errore di scelte sbagliate e di manie di onnipotenza su cosa e come debbano leggere le persone.
Ci si deve affidare per forza di cose a quegli spazi sul web che dovrebbero darci una mano nelle scelte ma anche qui è un bel dilemma.
Di chi fidarci?
Di quei siti che sfornano a nastro recensioni senza quasi mai una nota negativa?
Di quelli che ti lasciano intuire qualcosa in base alla farcitura di stelline o cuoricini o altri simboletti?
O di quelli autorizzati più o meno velatamente dalle stesse case editrici con letture in anteprima o interviste esclusive?
In fondo, e lo penso io per prima, sono lettrici come me e al di là del gusto personale per un genere, se mi si dice che quel titolo è una buona e piacevole lettura io mi fido e compero.
Per poi in gran parte dei casi rimanere delusa o peggio arrabbiata nera per i soldi buttati via.
La libertà di scrivere e di far sapere la propria opinione è una grandissima conquista ma è anche un’enorme responsabilità perché bisognerebbe essere consapevoli che le nostre parole influenzano in bene e in male le scelte di chi ci segue.
Come si fa ad essere obiettivi e a dare il proprio parere senza esagerare né in un senso né in un altro, consapevoli che i nostri pensieri riescono ad influire sull’acquisto del lettore ma anche delle CE che controllano e come ogni blog o sito che parla di libri?
Se avessi la risposta ve la darei molto volentieri credetemi anche se mezza idea ce l’ho.
Ma dovendo credere sempre più difficilmente alla buona fede di certe opinioniste, come unico mezzo di difesa mi tengo ancora quello del gusto, dell’intuito, della varietà dei pareri e della mia tasca.
Se di romance decenti se ne trovano pochi in giro, se impazzano porno-erotici con protagonisti sempre più giovani, se anche gli storici che amiamo tanto ci vengono tolti con delle scelte a dir poco discutibili… mi sono buttata sui gialli.
Purtroppo sono esigente anche in questo genere: amo il giallo classico, senza troppa violenza, dove l’autore ha la capacità di raccontare la storia accompagnando il lettore nei luoghi che descrive, nelle sua mente che lavora per risolvere il delitto… E dove c’è anche un po’ d’amore che addolcisce la trama e le fa da contorno.
E ho trovato delle belle serie tutte italiane che forse vi faranno fare pace con il buon leggere.
Le inchieste dell’ispettore Santoni di Franco Matteucci
Marzio Santoni, ispettore di polizia a Valdiluce, ha un grande fiuto. È affascinante ma schivo, uno sciatore provetto che preferisce passare il tempo in mezzo ai boschi piuttosto che al caldo dei rifugi. Lupo bianco, così lo chiamano tutti per via di un olfatto fuori dal comune, ha un passato di indagini da prima pagina, ma da quando è tornato in provincia, si trova a occuparsi di insignificanti inchieste locali e casi di poco conto… ma non sarà sempre così.
1. Il suicidio perfetto
2. La mossa del cartomante
3. Tre cadaveri sotto la neve
4. Lo strano caso dell’orso ucciso nel bosco (new)
Marco Malvaldi e i vecchietti del BarLume
«Quando hai ottant’anni, l’unica cosa che puoi fare in un giorno di pieno agosto è andare al bar». E che fare al bar? Le carte, i fatti altrui, discussioni continue, e dopo: investigare. Come fanno i vecchietti del BarLume: Nonno Ampelio, l’oste Aldo, il Rimediotti pensionato di destra, il Del Tacca-del-Comune. Se c’è un delitto nei dintorni di Pineta, il loro onnisciente pettegolezzo diventa una formidabile macchina da indagine. Da dove Massimo il barrista estrae la chiave dell’enigma, come una Miss Marple in puro toscano.
Nei libri che compongono la serie del BarLume compaiono gli stessi personaggi principali: il barrista Massimo, gli anziani frequentatori del bar che spesso si esprimono in vernacolo toscano (nonno Ampelio, Aldo, il Rimediotti e il Del Tacca), il commissario Fusco e la banconiera Tiziana.
1. La briscola in cinque
2. Il gioco delle tre carte
3. Il re dei gochi
4. La carta più alta
5. Il telefono senza fili
6. La battaglia navale (new)
Le inchieste del vicequestore Schiavone di Antonio Manzini
Rocco Schiavone è nato a Roma nel 1966, da una famiglia di operai, ed è cresciuto a Trastevere. I suoi amici di infanzia sono diventati ladri o spacciatori, mentre lui di malavoglia è entrato in polizia. A 35 anni si sposa con Marina che morirà in un tragico incidente. È un poliziotto che si lascia corrompere ed è violento, ama la bella vita e le belle donne.
A Roma presta servizio presso il commissariato Cristoforo Colombo dell'EUR, ma dopo aver ridotto in fin di vita uno stupratore, che però è il figlio di un politico viene trasferito ad Aosta, città che odia, così come odia la montagna e le piste da sci. Nonostante il clima si ostina a vestirsi alla cittadina, con il Loden e le Clarks. La mattina, prima di cominciare a lavorare, fuma uno spinello e quando incontra una persona, ha l'abitudine di paragonarla ad un animale cercando di classificarla nel suo "bestiario mentale.
Rocco Schiavone è burbero, sarcastico nel senso più romanesco di esserlo, saccente, cinico con tutto e chiunque, ha un rapporto di odio e amore con il suo lavoro ma ha talento, tanto talento.
1. Pista nera
2. La costola di Adamo
3. Non è stagione
4. Era di maggio
5. Cinqueindagini romane per Rocco Schiavone
Le indagini del commissario Bertè di Emilio Martini
Nato a Milano da genitori calabresi, Gigi Bertè è un mix di raziocinio e passione; nonostante il mestiere è assai sensibile ai morti ammazzati e, per aiutarsi nelle indagini, si immedesima nelle vittime e quando tutto sembra non avere soluzione, cosa fa? Scrive brevi racconti gialli.
Trasferito in Liguria, località Lungariva da Milano per ancora poco chiari motivi disciplinari, l’aitante funzionario, i cui dialoghi interiori sono parte integrante del plot, si trova catapultato in una realtà
assolutamente agli antipodi di quella della metropoli lombarda.
Cittadina a vocazione turistica, affollata d’estate, deserta da settembre a maggio, Lungariva appare come un confino agli occhi del nostro ma, come da tradizione, la provincia italiana riserva parecchie sorprese…
Le sorprese non mancano anche dal punto di vista dei piaceri: il piacere del palato vista la propensione del commissario ad abbandonarsi alle delizie gastronomiche locali preparate e servite dalla procace Marzia, giunonica proprietaria della pensione dove Gigi Bertè alloggia, e anche alle di lei forme stesse in perfetto contraltare con quelle di Patty, ex fidanzata milanese dal fisico snello stile top model con la quale il rapporto non è mai terminato.
1. La regina del catrame
2. Farfalla nera
3. Chiodo fisso
4. Doppio delitto al Grand Hotel Miramare
5. I racconti neri del commissario Bertè
6. Il mistero della gazza ladra (5 maggio 2016)
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