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Home | Katherine Pancol: È il Particolare che fa la Differenza

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Katherine Pancol: È il Particolare che fa la Differenza

… Così direbbe la giovane Hortense, uno dei personaggi più affascinanti della "saga della famiglia Cortès". La frase, che spiega il senso della moda, si adatta perfettamente a una scrittrice che ha saputo costruire una storia davvero “particolare”, in grado di “fare la differenza” nel panorama dei best sellers contemporanei.

Siamo davvero liete di ospitare nel nostro salottino virtuale Katherine Pancol : grazie alla disponibilità della Casa Editrice Dalai, abbiamo avuto l’opportunità di rivolgerle direttamente alcune domande. E Katherine, gentilissima, ci ha risposto!

Oltre a presentarvi l’autrice, abbiamo letto e commentato per voi Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì, da pochi giorni in tutte le librerie italiane.

E le sorprese non finiscono qui : Dalai Editore, infatti, ha gentilmente messo a disposizione due copie del romanzo ; vincerle, come sempre, è facilissimo. Basta lasciare un commento firmato alla recensione, sperare nella fortuna…et voilà vi sarete assicurate una lettura piacevolissima. A tutte in bocca al lupo !



QUALCHE DOMANDA A KATHERINE PANCOL/ INTERVIEW

Katherine Pancol (Casablanca, 1954) giunge in Francia all’età di cinque anni. Dopo aver insegnato lettere classiche, è diventata giornalista, collaborando con Paris-Match e Cosmopolitan. Per Dalai Editore ha pubblicato Gli occhi gialli dei coccodrilli (2009) e Il valzer lento delle tartarughe (2010), i primi due libri di una trilogia che, dopo lo straordinario successo in Francia, sta conquistando il pubblico di tutto il mondo.

Welcome, Katherine! It’s a pleasure for us to have you as a guest and we thank you for your answers that will help our readers to know you better.

You have said: “J’écris pou moi, je ne pense pas au lecteur”. However, “Les yeux jaunes des crocodiles” and “La valse lente des tortues” have sold over 3 million copies, while “Les écureuils de Central Park sont tristes le lundi”, only few days after its publication in France, has already exceeded 400.000 copies. How do you explain this success?


You NEVER explain a success ! It just happens… I did not have the slighest idea of the overwhelming impact of Josephine in France first, and then all around the world ! (31 countries have bought the rights…) I could have pinched myself if I have known or fell dead on the floor ! When the "Crocodiles" was released, I was nervous as usual and not nervous in the same time. It was my 12th novel . To write is both my passion and a way of living. I read, I write, I write, I read, I watch old movies on tv, I talk to people, I watch them a lot. Books are my life. After a very good start (my first novel sold 300 000 copies) and a few big successes, I had become an" established writer" who sold around 50 000 copies every time.
But…
If I think twice, I can find the beginning of an explanation but it's just a hint !
I think the success of a book is when the author's mind meets the people's mood.
For instance, if my first book, "Me first", was this huge success, it was the way the main character's mood fitted the spirit of the time. Sophie was like a lot of French girls wanted to be. Let's say, it's the same for "Les yeux jaunes des Crocodiles", "La valse lente…" et "Les écureuils de Central Park…", Josephine represents a lot of people all around the world. She speaks to them. I say people, because I receive a lot of male mails too ! Men never say they read a novel written by a woman but I can tell you they do !
I receive mails from China, Argentina, Brazil, Italy, Spain, Russia, Poland, saying "Josephine, it's me" "Josephine helps me with my life". From women and from men. Young, middle-age, ancient. I always tell the story of this young Chinese soldier (22 years old) who wrote to me : "Josephine helps me in my everyday life. I feel better since I've read your book." Or others saying : "Josephine gives me energy, strength…" For the youngest, Hortense is a model. They want to do things like her, to succeed like Hortense. I could tell you plenty of anecdotes the way the characters of the novels interfere with readers.


Benvenuta, Katherine !
É un piacere averti nostra ospite e ti ringraziamo per le tue risposte che aiuteranno le nostre lettrici a conoscerti meglio.

Hai detto: “Scrivo per me stessa, non penso al lettore”. Eppure, Gli occhi gialli dei coccodrilli e Il valzer lento delle tartarughe hanno venduto oltre 3 milioni di copie e Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì, a pochi giorni dall’uscita in Francia, ha già superato “quota 400.000”. Come spieghi questo successo?


Non ti spieghi MAI un successo! Capita e basta… Non avevo la minima idea del travolgente impatto di Joséphine prima in Francia e poi in tutto il mondo (31 paesi hanno acquistato i diritti…) Mi sarei data dei pizzicotti se l’avessi saputo o sarei rimasta stecchita! Quando è uscito “I coccodrilli”, ero contemporaneamente nervosa, come al solito, e non nervosa. Era il mio dodicesimo romanzo. Scrivere è la mia passione e un modo di vivere. Io leggo, scrivo, scrivo, leggo, guardo vecchi film alla tv, parlo con la gente, li guardo molto. I libri sono la mia vita. Dopo un buon inizio (il mio primo romanzo ha venduto 300.000 copie) e qualche buon successo, ero diventata una “scrittrice consolidata” che vendeva ogni volta 50.000 copie.
Ma…
Se ci penso due volte, posso trovare l’inizio di una spiegazione ma è solo una traccia!
Penso che il successo di un libro è quando la mente dello scrittore incontra gli stati d’animo della gente.
Per esempio, il mio primo libro “Me first” (Moi d’abord, Io prima di tutto) è stato un enorme successo perché lo stato d’animo della protagonista si adattava allo spirito del momento. Sophie era come volevano essere molte ragazze francesi. Diciamo che è lo stesso per Gli occhi gialli dei coccodrilli, Il valzer lento… e Gli scoiattoli di Central Park…, Joséphine rappresenta molte persone in tutto il mondo. Lei parla con loro. Dico “persone” perché ricevo molte mails anche da maschi! Gli uomini non dicono mai di aver letto un romanzo scritto da una donna ma vi dico che lo fanno!
Ricevo mails da Cina, Argentina, Brasile, Italia, Spagna, Russia, Polonia, che mi dicono “Joséphine sono io”, “Joséphine mi aiuta con la mia vita”. Da donne e da uomini. Giovani, di mezza età, anziani. Racconto sempre la storia di un giovane soldato cinese (22 anni) che mi ha scritto: “Joséphine mi aiuta nella vita di ogni giorno. Mi sento meglio da quando ho letto il tuo libro”. Altri dicono: “ Joséphine mi dà energia, forza…” Per i più giovani, Hortense è un modello. Vogliono fare come lei, riuscire come Hortense. Potrei raccontarvi molti aneddoti su come i personaggi dei romanzi interferiscono con i lettori.

Your novels are about everyday life, but there are a lot of unexpected events and improbable situations which add a “fairy tale” touch to them, the very same that can be inferred from the titles. What is the formula to keep in balance these two elements?

There is NO formula. I write like if I was telling a story to myself.
When I was a child, I could not sleep. I was afraid or sad or anxious so I escaped the real word by telling me stories. Night after night I was building a very long story with heroes and villains, ups and downs… There were things from real life and wonderful things. Sometimes the wonder I fancy in my stories happens to be true in real life ! And for me, both of them are real…
When I write, in my everyday routine, I am so intense, so completely immerged in my work that I can hold all the characters on line (like in the musical Chorus Line !) and make them tell their story when I decide ! I'm like a conductor… On to you Josephine ! Slow down, Hortense! Come on, Zoé!, Go ahead, Antoine! The characters dance a ballet in my head… I talk to them. They talk to me. I know them, they are my family. I can have a dialogue with them for real and they argue. They answer back! They tell me I'm wrong, I should change what I wrote in the day ! . So I believe in magic. And all for the good ! A writer has to have several dimensions, not only one ! I am a 3D writer!!!
(LAUGH)


Le tue storie parlano di vita quotidiana ma sono ricche di colpi di scena e situazioni improbabili che danno ai tuoi racconti quel tocco “da favola” che si evince già dai titoli. Qual è la formula per equilibrare questi due elementi?

NON c’è una formula. Scrivo come se stessi raccontando una storia a me stessa.
Quando ero bambina, non riuscivo a dormire. Avevo paura o ero triste o ansiosa, così fuggivo il mondo reale raccontandomi delle storie. Notte dopo notte, costruivo una storia molto lunga con eroi e cattivi, alti e bassi… C’erano cose della vita reale e cose fantastiche. Talvolta il meraviglioso che invento nei miei racconti diventa vero nella vita reale! E per me, entrambi sono reali…
Quando scrivo, nella mia routine giornaliera, sono così assorta, così completamente immersa nel mio lavoro che posso tenere tutti i miei personaggi on line (come nel musical Chorus Line!) e far raccontare a ciascuno la propria storia quando decido! Sono come un regista… Tocca a te Joséphine! Piano Hortense! Vai, Zoé! Avanti, Antoine! I personaggi danzano un balletto nella mia testa… parlo con loro. Loro mi parlano. Li conosco, sono la mia famiglia. Posso parlare con loro sul serio e loro discutono. Mi rispondono! Mi dicono che ho sbagliato, dovrei cambiare quello che ho scritto durante il giorno! Così credo nella magia. Ed è bene! Uno scrittore deve avere più dimensioni, non solo una! Sono una scrittrice 3D ! (RIDE)

Your books have romantic, insightful, funny elements and there is also a bit of drama and suspense in them, and therefore they are difficult to classify: someone has defined them as “high class chick-lit”; what do you think about this term? Do you agree?

I don't know. I don't think about it. I don't put a tag on my forehead. Would you say that Alexandre Dumas was "adventures for boys" and Colette "sentimental writer" and Dickens "a soap-opera writer" ? I don't like boxes. Life and literature are bigger than boxes. I write about life. Stories that make life. How do you call that? Realism ?

Nei tuoi romanzi vi sono elementi romantici, divertenti, riflessivi, qualche spunto drammatico e di suspense, il che rende difficile una loro classificazione: qualcuno li ha chiamati “chick-lit di rango”: sei d’accordo con questo termine?

Non lo so. Non ci penso. Non mi metto in fronte un’etichetta. Si può classificare Alexandre Dumas come “avventure per ragazzi”, Colette “una scrittrice sentimentale” e Dickens “uno scrittore di soap-opera”? Non mi piacciono le caselle. Vita e letteratura sono più grandi delle caselle. Scrivo della vita. Storie che fanno la vita. Come lo chiameresti? Realismo?

We know that Claude Lelouch won’t direct “Les yeux jaunes des crocodiles”; has another director already been chosen? Do you think that your books could become a TV series?

No, it will be a film and we are still looking for a director. It's a very difficult project because there are a lots of characters, a lot of plots, a lot of twists ( in French "rebondissements " !!) so we are seeing a lot of people and still waiting for the right one !

Sappiamo che Claude Lelouch non dirigerà più “Gli occhi gialli dei coccodrilli”; ci sono delle previsioni per la nuova sceneggiatura? I tuoi romanzi si presterebbero a diventare una serie televisiva?

No, sarà un film e stiamo ancora cercando il regista. È un progetto molto difficile perché ci sono molti personaggi, molte trame, molti intrecci (in francese "rebondissements " “rimbalzi”!!) così cerchiamo fra molte persone e stiamo ancora aspettando quella giusta!

With Les écureuils de Central Park sont tristes le lundi, is the “Cortès saga” definitely over? What are your plans for the future?

I never know what I'm going to write till I start writing… I think it built up in my head without me knowing although I know. I have a slight idea but I wait till I have my first sentence. And overall… I never tell anybody because at the beginning it's so mysterious, so fragile, so delicate, it can vanish so quickly… that I keep it to myself ! I don't want to kill my story by talking about it…


Con Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì è definitivamente terminata la saga della famiglia Cortès? Quali sono i tuoi piani per il futuro?

Non so mai cosa scriverò finché non inizio a scrivere.. Penso che lo costruisco nella mia testa senza saperlo, sebbene lo sappia. Ho una piccola idea ma aspetto finché non creo la prima frase. E oltre… Non la dico mai ad alcuno perché all’inizio è così misteriosa, così fragile, così delicata, può svanire così velocemente… che la tengo per me stessa! Non voglio uccidere la storia parlandone….

Grazie, Katherine! Un affettuoso e sincero...”in bocca al lupo” per il tuo successo italiano…

Nei prossimi giorni Katherine presenterà il suo libro presso le librerie Feltrinelli di Milano, Torino e Roma. Per noi sarà una splendida opportunità per incontrarla e trasmetterle personalmente tutte le richieste e le domande che vorrete farle pervenire tramite i vostri commenti alla recensione.
E, naturalmente, seguirà un resoconto… documentato!



CONOSCIAMO LA TRILOGIA

Gli occhi gialli dei coccodrilli
Tre generazioni di donne: la fredda matriarca, le sue nipoti e in mezzo, allo stesso tempo figlie e madri, Iris e Joséphine, sorelle dal carattere diversissimo. La prima è bella, ricca e vive un matrimonio in apparenza felice; la seconda è stata abbandonata dal marito e deve fare i conti con due figlie da crescere e una serie infinita di difficoltà finanziarie. Anche i loro sogni sono differenti: Iris spera in una brillante carriera da sceneggiatrice, Joséphine vuole affermarsi come studiosa di storia medievale. Ma le loro esistenze subiscono un'imprevista trasformazione. Durante una cena, Iris conosce un editore e gli fa credere, per darsi un tono, di essere alle prese con la stesura di un romanzo, restando però preda della propria bugia. Davanti all'offerta dell'uomo di pubblicarlo, si rivolgerà alla sorella chiedendo la sua complicità per scriverlo: l'una intascherà il successo, l'altra il denaro. In un crescendo di tensioni, il destino riserverà alle protagoniste incredibili sorprese, soprattutto quando il libro diventerà un best-seller. Una girandola di eventi che si susseguono fino all'ultima pagina, esplorando le pieghe più intime della natura umana, in special modo quella femminile. Su tutto, l'orgoglio di non cedere mai né al vittimismo né allo sconforto, nonostante le ferite e i dolori. Perché ognuno ha la sua stella da inseguire, gialla e brillante come gli occhi dei coccodrilli.


Il valzer lento delle tartarughe
Sapere se davvero un coccodrillo dagli occhi gialli ha divorato oppure no suo marito Antoine, scomparso in Kenya, per Josephine non è più importante. Grazie ai soldi guadagnati con le vendite del suo best seller, ha lasciato Courbevoie, nella banlieue parigina, per un appartamento chic nell'elegante quartiere di Passy. Invece sua sorella Iris, che aveva tentato di attribuirsi la scrittura del romanzo, ha finito con il pagare la follia del proprio inganno in una clinica per malati di depressione. Ormai libera, sempre timida e insoddisfatta, attenta spettatrice della commedia strampalata e talvolta ostile che le offrono i suoi nuovi vicini, Josephine sembra alla ricerca del grande amore. Veglia sulla figlia minore Zoe, adolescente ribelle e tormentata, e assiste al successo dell'ambiziosa primogenita Hortense, che a Londra si lancia nella carriera di stilista. Fino al giorno in cui una serie di omicidi distrugge la serenità borghese del suo quartiere e lei stessa sfugge per poco a un'aggressione... Ancora una volta intorno all'irresistibile e discreta Joséphine gravita tutto un mondo di seduttori, carogne, imbroglioni ma anche di persone buone e generose. Ancora una volta la penna di Katherine Pancol ci proietta in un vortice di eventi e personaggi all'affannosa ricerca di un senso nella inesauribile complessità della vita.


Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì
Il giro di valzer continua. I personaggi di Katherine Pancol sono ancora affannosamente in cerca della felicità pur scansandola per mille, buone ragioni.
Hortense, la sua sfacciataggine e la carriera che decolla, l’odio ostinato per i sentimentalismi e Dio sa quanta fatica per abbandonarsi all’amore. Shirley, sfinita da relazioni sbagliate; Joséphine, timidezza incurabile e maglioni sformati. Che attraversa Parigi per prendersi cura di un fiore, che riposa inquieta all’ombra del ricordo di Iris, che a due mani afferrerà il coraggio per tornare a scrivere e a vivere.
Gary che non ha la pazienza di aspettare Hortense, Philippe che ne ha fin troppa aspettando Jo, Oliver che fa l’amore come s’impasta del buon pane. Un girotondo di “vorrei ma non posso” che finalmente s’interrompe, per permettere a tutti di afferrare la propria felicità. D’altronde gli scoiattoli di Central Park insegnano: la felicità va afferrata quando è disponibile, il Sabato e la Domenica, quando i turisti affollano il parco….




RECENSIONE / REVIEW: GLI SCOIATTOLI DI CENTRAL PARK SONO TRISTI IL LUNEDI’ (Les écureuils de Central Park sont tristes le lundi) di Katherine Pancol

Prima edizione:
Albin Michel 31/3/2010

Edizione Italiana: DALAI Editore, maggio 2011

Genere e ambientazione: narrativa contemporanea, Francia, Inghilterra, Stati Uniti

Formato: Hardcover

Livello di Sensualità: caldo (warm)

Voto: 8/10

Collegamenti con altri libri: è il terzo volume della serie così composta:

1 – Gli occhi gialli dei coccodrilli
2 – Il valzer lento delle tartarughe
3 - GLI SCOIATTOLI DI CENTRAL PARK SONO TRISTI IL LUNEDI’

Post precedenti dedicati dal nostro blog: http://romancebooks.splinder.com/post/24412586

 



TRA TUTTE COLORO CHE LASCERANNO UN COMMENTO ALLA RECENSIONE ENTRO LUNEDI’ 30 MAGGIO, SARANNO ESTRATTE DUE FORTUNATE LETTRICI CHE VINCERANNO UNA COPIA DEL LIBRO, GENTILMENTE OFFERTA DALLA CASA EDITRICE BALDINI CASTOLDI DALAI, CHE RINGRAZIAMO PER LA COLLABORAZIONE.


Ho affrontato il primo volume della serie con una punta di scetticismo: perplessa di fronte alle tante pagine che formano la trilogia, mi domandavo se effettivamente le vicende narrate sarebbero riuscite a mantenere desto il mio interesse o se questo sarebbe inevitabilmente “deceduto per cause naturali”. La mia curiosità era davvero sollecitata: come mai, nonostante il momento di crisi, oltre un milione e mezzo di persone aveva acquistato Gli occhi gialli dei coccodrilli? Moda, passa-parola, battage pubblicitario possono forse giustificare un caso eclatante, destinato però a rimanere isolato; ma allora, come spiegare il ripetersi del fenomeno, con lo stesso incredibile numero di lettori, per Il valzer lento delle tartarughe e infine l’attesa ansiosa per l’uscita dell’ultimo volume?
Il primo capitolo, il secondo, il terzo… sotto i miei occhi sempre più impazienti, la storia ha decollato dolcemente, sottovoce: quasi senza accorgermene, mi sono ritrovata ad aver oltrepassato la metà delle 500 pagine del romanzo, catturata da personaggi reali e surreali e da vicende quotidiane e contemporaneamente fantastiche.
Al termine del primo libro, Joséphine aveva raggiunto il successo, riscattato se stessa, colto il suo sogno: la favola era dunque finita? Al contrario, era appena iniziata: ne Il valzer lento delle tartarughe ci sono eroine da salvare, malefici da combattere, principi in incognito, “angeli” intelligenti e mostri da sconfiggere, impersonati da killer spietati e schizofrenici… Il tutto vissuto nel più reale dei contesti possibili, fra Parigi e Londra, facendo il conto con l’amore, la passione, il potere, l’arrivismo, in tutta la loro concretezza.
Forse è proprio questo il segreto di Katherine Pancol, quello di aver creato una “realtà favolosa”, un mix sapiente, solo apparentemente contraddittorio, che permette al lettore di riconoscersi nella quotidianità della vita ma che lascia intatti i sogni di ciascuno, rendendoli anzi possibili, fino a trasformarli in realtà.

Gli scoiattoli di Central Park sono tristi il lunedì è il terzo e ultimo volume della serie; per apprezzarlo è indispensabile aver letto i due libri precedenti? Assolutamente no, in quanto l’autrice ha strutturato il racconto in modo tale da ricostruire fin dall’inizio le tessere mancanti del mosaico, così, anche a non conoscere il pregresso, ti senti immediatamente partecipe e a tuo agio nella narrazione.
La caratteristica costante è piuttosto nello stile narrativo, nella costruzione di una storia che ti prende poco a poco e non ti lascia più fino alla conclusione, per cui, se si ha l’abitudine di leggere prima di dormire, è bene prepararsi a ritardare il sonno…

I personaggi sono gli stessi ma sotto la penna di Katherine sono cresciuti e non solo anagraficamente; vivono in modo più intenso e drammatico, si affannano, combattono, lottano per i loro obiettivi e quando amano lo fanno in modo appassionato, a volte feroce. L’amore è più presente qui che nei volumi precedenti e si spiega in tutte le sue sfumature: c’è la scoperta adolescenziale da parte di Zoé e Gaétan, il rapporto infuocato fra Hortense e Gary, il sesso giocoso di Josiane e Marcel e quello ossessivo di Bruno o cerebrale di Denise, il sogno del Piccolo Gentiluomo per Cary Grant, la passione di Jo e Philippe e quella di Oliver e Shirley….
È l’amore che muove i fili di questa storia che non è mai fine a se stessa, anche quando non interessa la camera da letto: così l’amore fisico e carnale diventa rinuncia e sacrificio nei rapporti con i figli, scoperta di se stessi nella realizzazione delle proprie ambizioni, comprensione e affetto verso gli altri, simbiosi con la natura, magia del cielo stellato sopra una Città fatta per l’Amore, vista talvolta con lo sguardo affettuoso e un po’ naïf del Favoloso mondo di Amelie.
L’aria di Parigi è ovunque, quell’aria indescrivibile, ineffabile che fa dire a Sabrina, nell’omonimo film di Billy Wilder: “... Ho imparato tante cose qui... e non soltanto come si fa il canard a l'orange o la creme a la vichy, ma una ricetta molto più importante: ho imparato a vivere. Ho imparato ad essere qualcosa di questo mondo che ci circonda, senza stare lì in disparte a guardare. Stai pur certo che ormai non fuggirò più la vita e neanche l'amore”.
Katherine Pancol è francese e si sente: l’amore si esprime con un ritmo narrativo accurato e approfondito, che tanto deve alle sue letture classiche e al suo amore per Balzac. La passione è descritta con frasi calde, corpose, non dolciastre o scontate: non si rimane mai insoddisfatti difronte a un sentimento inespresso.
Katherine Pancol è anche una donna cosmopolita, una giornalista che ha intervistato celebrità internazionali e che conosce perfettamente il mondo della moda: così, con la stessa disinvoltura con la quale i nostri personaggi prendono un jet o il treno sotto la Manica, riesce nuovamente a sorprenderci con atmosfere e scenari totalmente diversi da quelli della Douce France, trasportandoci nel tradizionalissimo Regno Unito o nei frenetici States.
L’autrice è abilissima nel rapporto con tutti i suoi personaggi e con i lettori, tenendoli incollati alla pagina fino all’epilogo, in un gioco sapiente di intrecci sospesi e rimandati di capitolo in capitolo, dandoci poco a poco la tessera giusta da agganciare in un angolo o nell’altro di questo vasto puzzle. I suoi protagonisti sono a ben vedere degli archetipi, rappresentando ciascuno una faccia della poliedrica natura umana: in ognuno di noi, in fondo, c’è almeno un po’della delicatezza di Joséphine, della timidezza di Zoé, dell’arrivismo di Hortense, della gelosia di Gary, della passione cruda di Chaval, della tristezza degli scoiattoli il lunedì. Solo, i protagonisti di questo affresco vivono intensamente la parte per la quale sono stati disegnati, senza mai deviare, permettendoci così di riconoscerli (e riconoscerci) anche durante gli improvvisi “giri di valzer” della narrazione.
Così si spiega il forte senso di identificazione con i personaggi e le sensazioni “fisiche” che provoca la lettura: non meravigliatevi se vi pruderanno le mani dal desiderio di scrollare Hortense o Jo (anche se per ragioni diametralmente opposte), se il vostro piede scatterà in avanti desiderando colpire il fondoschiena di Henriette o di Bruno.

Non meravigliatevi neppure se, terminato l’ultimo capitolo, vi troverete sulla porta della più vicina libreria per acquistare i primi due libri che, chissà come, vi erano sfuggiti..
 

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