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Lunedì, 20 luglio, 2009 - 12:02
Andreina

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RECENSIONE: IL CRISTALLO VERDE ( Mystique ), di Amanda Quick

Anno: 1995

Edizione originale: Bantam Books 1996
 
Pubblicato in Italia da: Arnoldo Mondadori, serie I ROMANZI, novembre 1996; seconda edizione I ROMANZI ORO, n.32, ottobre 2005.

Formato: paperback

Livello di sensualità: warm (caldo)

Genere: medievale


Voto: 8/10

Lady Alice non è certo una comune donna del Medioevo: appassionata intenditrice di erbe e medicamenti, non ha alcuna intenzione di sposarsi e vorrebbe entrare in convento per potersi dedicare in tutta tranquillità alle sue attività erboristiche. Già vedendo per la prima volta quella dama coi capelli rossi e gli occhi verdi, Hugh di Scarcliffe, detto “L’implacabile”, sospetta che avere a che fare con lei non sarà una passeggiata, ma Alice è l’unica persona che può aiutarlo a trovare la famosa pietra verde di cui ha bisogno per ristabilire il controllo sulle sue proprietà (i popolani sono convinti che sia una pietra magica e che solo chi ne è in possesso sia davvero il loro signore). Così i due stringono un particolare accordo: fingersi fidanzati, in modo che Alice possa seguire Hugh e aiutarlo nella ricerca, in cambio lui le fornirà una dote per entrare in convento e assicurerà un futuro da studioso per Benedict, il fratello invalido di Alice.
Così, in qualità di promessa sposa, Alice lascia la casa dell’inetto zio che l’ospitava e parte con Hugh alla volta di Scarcliff. Quello che l’uomo ignora è che Alice non ha nessuna intenzione di cedergli la pietra (che le era stata donata da un cugino e successivamente rubata da un trovatore ambulante), e che intende compiacerlo solo come mezzo per ritrovare il gioiello…

Devo dire che questo è uno dei pochi medievali che mi sia piaciuto. Non solo perché leggendo il romanzo mi sono divertita molto, ma anche perché la movimentata vicenda di cui Hugh e Alice sono protagonisti mi ha permesso di conoscere dei personaggi, anche secondari, che ho trovato interessanti.
Alice, pur essendo una donna certamente originale per la sua epoca, non è l’eroina tipicamente “moderna” che tante volte si trovano nei romanzi ambientati in questa epoca e che stonano con il loro contesto storico: è una studiosa di botanica e filosofia, con carattere indipendente e fiero, che a ventitre anni è zitella ma per scelta propria, perché non crede nell’amore ed è totalmente assorbita dai suoi studi. E’ soddisfatta così e non ha nessuna intenzione di cambiare, se non per prendere i voti ed entrare in convento, dove la tranquillità del posto le garantirà di potersi comodamente dedicare ai suoi studi e interessi.
E’ vero che spesso dà prova di avere una lingua ben biforcuta, di saper prendere in mano l’iniziativa e soprattutto di considerare sé stessa obiettivamente per quello che è (cioè molto più intelligente degli uomini di sua conoscenza), ma è altrettanto consapevole di vivere in un mondo per lei limitato e di dover ricorrere a sotterfugi per ottenere anche solo quello che le spetta di diritto.

Ed è così che Alice ha intenzione di contrattare con Hugh, ignorando apertamente la sua fama di guerriero astuto e crudele, come si evince dal temibile soprannome “L’implacabile”. Già dal loro primo incontro nel salone del castello dello zio (la scena più bella e godibile del romanzo secondo me) vediamo che Alice è l’unica a tenere testa all’uomo davanti a cui tutti chinano il capo, contrattando come nulla fosse le condizioni per il ritrovamento della pietra verde, e tirando abilmente acqua al proprio mulino. Quando vede che le cose non potranno essere totalmente come da lei desiderato non si fa certo spaventare o prendere dallo sconforto, ma accetta l’accordo con Hugh del finto fidanzamento con disinvoltura e come “piano B” (diciamo così) del suo progetto.
Certo è che Alice ha anche una spiccata tendenza a mettersi nei guai senza volerlo, come se li andasse proprio a cercare, guai da cui la slava immancabilmente l’angosciato fidanzato, che pur essendo abituato a spietati campi di battaglia, pare spesso in seria difficoltà di fronte all’intraprendenza della promessa sposa…da qui tutta una serie di divertenti equivoci e guai che uniscono i due protagonisti cementando la nascita del loro amore.

Hugh è il classico eroe della Quick: illegittimo e rimasto orfano da bambino, è stato cresciuto come macchina da guerra, attività in cui si è fatto onore e guadagnato la fama che l’accompagna; anche nella vita “da civile” affronta e risolve i problemi come in guerra, è abituato a essere temuto e rispettato, e quindi rimane di sasso quando si trova ad aver  a che fare con l’esuberante e scaltra Alice, donna sicura di sé e che non esita addirittura a proporgli un contratto e a ribellarsi a imposizioni e regole. Ovvio che per lui il fascino della donna stia proprio in questo, e se da subito capiamo che i due sono perfettamente compatibili, l’abilità della scrittrice sta proprio nel dipanare la storia piano, con garbo e soprattutto divertimento, rendendoci in un certo senso partecipi di quel che accade ai nostri due protagonisti sentimentalmente parlando.

Anche la parte del  mistero legato alla pietra verde e a Scarcfliffe si dipana in modo interessante e per nulla scontato, cosa tipica dei romanzi della Quick.
Tra i personaggi secondari vale la pena di citare Sir Erasmus di Thornwood (il signore che ha allevato Hugh), la badessa del convento, Suor Katherine (figura dimessa che in realtà ha un ruolo fondamentale nella storia) e Benedict, il fratello zoppo di Alice, che Hugh aiuta ad acquistare fiducia in sé stesso.

Tiziana

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Commenti

Eccomi qua, sono troanta

Eccomi qua, sono troanta dalle vacanze e non c'è modo migliore di ricominciare che leggere i vostri bei commenti!Grazie a tutte!

Io adoro la Quick e mi

Io adoro la Quick e mi dispiace che non venga pubblicato più nulla di nuovo in Italia. Ho letto questo romance alcuni anni fa e leggendo la recensione ho rivissuto le sensazioni di allora (le stesse di Tiziana). Complimenti! ^_^

ops sorry, ho scritto

ops sorry, ho scritto andreina invece di Tiziana.

Concordo pienamente con il

Concordo pienamente con il giudizio su questo romanzo. Molto bello, divertente, avventuroso e avvincente. La Quick che più mi piace!

Concordo sul fatto che la

Concordo sul fatto che la Quick dovrebbe scrivere più medievali.

Bella recensione Andreina!

Anch'io ho un debole per questa autrice, e conservo gelosamente tutti i suoi libri

Secondo me la Quick dovrebbe

Secondo me la Quick dovrebbe avventurarsi più spesso nella epoca medievale. E' un libro divertentissimo! Grazie Tiziana per avercelo ricordato!

Splendido romanzo, da non

Splendido romanzo, da non perdere.

Cristina

Brava Tiziana, bella

Brava Tiziana, bella recensione!

Anche a me è piaciuto molto questo romanzo, d'altronde la Quick è sempre una garanzia, le sue eroine svampite sono favolose e divertenti.

@Lalletta Io adoro la Quick,

@Lalletta

Io adoro la Quick, i suoi personaggi sono "imbranati, prima parlano e poi pensano" inciampano di continuo, insomma sono un disastro e io mi ci riconosco in pieno!!!

Per completare questo libro è un bel medievale!^_^

e trovo la recensione di Tiziana splendida.

E pensare che l'ho acquistato

E pensare che l'ho acquistato molto tempo fà ... e avendo letto commenti non molto entusiastici lo avevo accantonato! :-)

Leggendo questa recensione ... e visto che Andreina mi hai sempre dato ottimi consigli ... bè ... è il caso di riesumarlo :-)

Lalletta

Sono un po' di parte questa

Sono un po' di parte questa volta, principalmente perchè adoro il modo in cui scrive Amanda Quick, i suoi personaggi sempre così caustici e poi perchè questo è stato il mio PRIMISSIMO RM acquistato in edicola... mi aveva attirato la copertina e nemmeno sapevo esistesse questa collana (avevo 16 anni sono perdonata?), perciò non riuscirei ad esere obbiettiva nemmeno impegnandomi!!! Dirò solo che l'ho trovato uno dei piu' bei medievali letti fino ad adesso, per nulla scontato.

Amo della Quick che i suoi protagonisti non siano mai fisicamente perfetti, ma che abbiano uno spessore tale da renderli irresistibili nonostante evidenti cicatrici, lentiggini, un po' di ciccetta qualche volta o siano sgraziati come elefanti.. sostanzialmente "normali" (anche se personalmente non credo nella valenza della parola "normale".

Grazie Tiziana per avermelo ricordato, andrò a pescarlo nella mia biblioteca per rileggerlo! ^^

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