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La Regina Irriverente
La Regina Irriverente
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Recensito da

Milly
Autore: 
Carla Maria Russo
Formato: 
rilegato
Prima edizione: 
Piemme, maggio 2012
Genere: 
romanzo storico
Ambientazione: 
Francia 1137 circa
Voto/Rating: 
9/10

L’autrice,  Carla Maria Russo, nello scrivere questo libro ha la scioltezza, la sicurezza e la profondità di colei che ha trovato una vena aurifera. Dopo “la Regina irriverente”,  storia vera di Eleonora d’Aquitania, romanzata in quel che la Russo ritiene siano stati i pensieri e gli stati d’animo dei protagonisti (non mi sembra fuori luogo accostarla, per questo, a Marguerite Yourcenar  ne “Le memorie di Adriano”), ci aspettiamo che l’autrice attingerà ancora  alla stessa vena (storica) molto ricca e longeva, proponendoci, magari,  una “Regina combattiva ” e,  forse,   una “Regina d’Inghilterra”. Sì, perchè stiamo parlando di un personaggio che possedeva, oltre ad una bellezza leggendaria (mai negata nemmeno dai suoi detrattori) una cultura e un’intelligenza tali il cui riverbero è giunto fino a noi e la capacità politica e strategica per diventare prima regina di Francia e poi d’Inghilterra, le due nazioni più potenti dell’epoca.
L’autrice, in una presentazione del libro, dice di essersi innamorata del personaggio,  di essere stata lei stessa, durante la stesura, Eleonora. Lo si capisce perfettamente dalla condiscendenza con cui tratta gli eccessi di Eleonora e  dal come ci rende insopportabili quelli di Luigi, il marito che diventerà Re di Francia  con il nome  di Luigi VII.  

Lo sfondo della storia è quello del XII secolo, periodo tra i più ricchi di fermenti culturali di tutto il Medioevo. La rinascita delle arti, della scrittura e della poesia fa dell’Aquitania uno snodo culturale tra due generazioni poetiche di grandissimo interesse, ma anche il centro di appetiti concreti in quanto la regione è tra le più vaste e ricche della Francia.
lLa giovane diviene promessa sposa del futuro Re Luigi VII a seguito di un accordo che suo padre,  Guglielmo X  il Tolesano,  fa accettare a Re Luigi VI poco prima di morire. Sia pure con la clausola che il Ducato entrerà nei possedimenti reali solo attraverso i figli di Eleonora e Luigi,  il re di Francia  ritiene conveniente per la corona questo sposalizio e dà la sua benedizione.
I due arrivano al matrimonio senza essersi mai visti prima e senza avere nulla in comune. Luigi era un cilicio permanente, desideroso di rimanere in convento sotto  l’ala protettrice dell’Abate Sugero il quale, dopo averlo accolto fin da bambino nell’abbazia di Saint-Denis e seguito nella formazione religiosa, nutriva per lui un amore paterno che lo porterà ad essere il suo mèntore per tutta la vita. Eleonora era invece egoista, capricciosa, amante della bella vita e manipolatrice. Non conosceva la modestia – se la praticava era in funzione del raggiungimento di un obiettivo – e se ne infischiava del perbenismo di facciata. Viveva come pensava e riteneva il suo stile cònsono ad una discendente di Guglielmo il Trovatore. Il nonno era stato poeta, amante della arti  e valoroso combattente; dissoluto, genio sregolato ma  allo stesso tempo saggio amministratore del Ducato.  Eleonora aveva nel suo DNA tutto questo e di suo ci metteva l’insolenza, la sfacciataggine e la sfrontatezza.
La morte di Filippo, primogenito  ed erede al trono sbalza Luigi dalla tranquillità di una vita contemplativa e di preghiera alla responsabilità di gestire un regno. Il fatto che provasse un’avversione fisica per le donne, fonti di pensieri impuri e peccaminosi, dà un’idea di quale trauma sia stato per lui apprendere che doveva sposare Eleonora.  Di tutt’altra tempra era fatta invece Eleonora.  A 15 anni era conscia del suo ruolo e degli obblighi che ciò comportava: condivideva la strategia di rafforzare la sua posizione con un matrimonio conveniente; conosceva già l’arte di irretire e conquistare un uomo e non nutriva dubbi che anche il pio e timido Luigi sarebbe rimasto soggiogato dalla sua bellezza (non dall’intelligenza perchè sapeva bene che, in quanto donna, non era conveniente esibirla).

Il racconto è incentrato sui rapporti di coppia che risultano essere, considerata la prospettiva storica, di estrema attualità. Di contorno ci sono intrighi, guerre, crociate, misteri d’oriente e riscoperte di primi amori. Ma è indubitabilmente la storia di un’amore, della costruzione di un’unione,  delle follie che in nome della passione  si commettono e di una gelosia ossessiva – ma non sempre immotivata – che ne cambierà le sorti.
Gran donna questa Eleonora, un’araba fenice che risorgerà spesso dalle ceneri delle sue (momentanee) sconfitte, lasciando ad altri i ruoli comprimari.
E’ un  libro bon ton, ben scritto e di spessore. Si fa perdonare il costo (19 Euro), anzi, è così fascinoso da indurci a metterlo in lista per i prossimi regali.
 

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Commenti

Ritratto di Marin

Non amo moltissimo i libri a

Non amo moltissimo i libri a sfondo storico, ma la tua recensione mi ha incuriosito e così me lo sono preso. Una buona lettura nel fine settimana assieme ad un altro libro non certo facile comperato assieme " La grande festa" di Dacia Maraini.

Dopo fruste, manette ...un po' di relax.

 

L'ho comprato dopo la bella

L'ho comprato dopo la bella intervista all'autrice e ho fatto benissimo, è un libro appassionante e scritto meravigliosamente. Complimenti a Milly per la recensione ottima e dettagliata.

Francy

prossimo acquisto

Molto precisa ed esauriente la tua recensione Milly

Sarà uno dei miei prossimi acquisti.

Mi piace lo stile della Russo, della quale avevo letto" L'amante del doge"

PATTY

 

L'ho già adocchiato in

L'ho già adocchiato in biblioteca,prossimamente lo prendo in prestito!!!

Ritratto di MissWentworth

mi è sempre piaciuto il personaggio di Eleonora D'aquitania.

Mi piacerebbe leggere qualcosa su di lei,in forma di romanzo.E infatti avevo già adocchiato questo libro,e messo nella lista dei desideri,dopo questa recensione ancor di più..magari lo sposto avanti nel n. dei libri in lista :p.

Chiara

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