Accesso utente

Nuovi utenti

  • Tata Zia
  • manuela76
  • liliana
  • guarda donatella
  • Vittoria

Twitter

Seguiteci anche su Twitter!

Paper Blog

Wikio

Wikio - Top dei blog - Letteratura

Banner

 

 

Home
Mercoledì, 11 luglio, 2012 - 04:11
Lilith

Ma che donne siamo noi: eroine o veline?

La televisione è diventata ormai per moltissime una presenza quotidiana se non indispensabile.
Benvenuta e necessaria a volte come rumore di fondo per non sentirsi sole di notte, o come compagnia durante le pulizie domestiche, come fonte di informazione, di approfondimento e infine, come ultima fonte di distrazione e d’intrattenimento. Usando discernimento, si può estrapolare il meglio dal marasma di programmi in offerta. Il fatto che questa scelta non sia poi piú cosí libera è la prima causa della mia irritazione verso questo mezzo. Ció che non sopporto è l’aggressiva insistenza, la falsità e la volgarità che purtroppo abbondano.
Con aggressiva insistenza mi riferisco ai mille modi in cui i programmi vengono pubblicizzati ogni giorno, ad nauseam, a volte persino invadendo lo schermo televisivo di altri programmi con vari banner e quindi degradando la visione di quello che si stava seguendo. Anche se è una tecnica collaudata l’ho sempre trovata irrispettosa, specie quando si sta cercando di seguire un film amato. Mi è sempre sfuggito il senso di accaparrarsi diritti di riproduzione per poi mutilare i film in mille modi.
Con falsità e volgarità mi riferisco ai programmi che puntano solo sui piú bassi istinti e sulla litigiosità, e che danno un’idea di società in cui, spero, siamo in molte a non riconoscerci; alla pubblicità che “violenta” qualsiasi programma e che cerca di venderci castelli di sabbia, sogni di gloria, voglia di status irragiungiabili e, piú grave di tutto, ideali di femminilità. Ovviamente non è un fenomeno nuovo, da quando esistiamo in societá abbiamo creato ideali di mascolinità e femminilità e ne abbiamo informato civiltà e cultura, in ogni sua forma; con la pubblicità, peró, essendo per sua natura un mezzo di persuasione e non d’informazione neutrale, siamo arrivati a livelli parossistici e brutali, se non vogliamo chiamarli veri e propri condizionamenti.
 

Personalmente, non ne posso piú. Non che non sia capace di filtrare, valutare e, in caso, sorvolare sulla maggior parte di quello che mi rifilano i canali e i giornali, ma con l’età aumentano anche le mie esigenze di correttezza e verità, ancor piú per le giovanissime che per me stessa. La pubblicità, le indagini demografiche di marketing, la psicologia peer-to-peer spicciola, sono state usate tutte per creare anche programmazioni differenziate in televisione. Insieme ai prodotti specifici per le consumatrici, di per sé spesso pubblicizzati in modo zuccheroso se non direttamente offensivo per la nostra intelligenza, ci sono da sempre e oggi ancora di piú programmi pensati, creati e trasmessi solo per noi pubblico femminile. Ed è proprio qui che si va sempre piú a fondo, perché veniamo sempre piú definite, svuotate, in pratica giudicate.
Vorrei usare come esempio di questo programmi, una trasmissione che mi è capitato di vedere di recente in un paese estero, anche perché penso siamo tutte stanche del tema veline-donnine costantemente svestite. Il programma in questione si chiama Shopping Queens. Il concetto é semplice: cinque donne diverse competono settimanalmente per il titolo di regina dello shopping, in palio un ‘fashion cheque’ di 1000 euro (e la vetrina televisiva), che non è neppure cosí tanto di questi tempi. Giudice l’inevitabile esperto di stile omosessuale, che ogni settimana decide il tema su cui lavorare e dispensa un po’ di consigli generali di stile oltre a dare punti e commenti di vario tipo sulle partecipanti. In tre ore di tempo, a turno, le donne devono ideare e comprare una mise completa, restando fedeli a se stesse e cercando di interpretare al meglio il tema. Mentre ognuna di loro corre di negozio in negozio, di volta in volta le altre controllano il guardaroba della suddetta. Mini-sfilata per mostrare le proprie scelte alla fine di ogni puntata e assegnazione di voti con commenti tra le concorrenti stesse prima della valutazione finale dello stilista allo scadere della settimana.
 

Complimenti al canale, che con questa costruzione si assicura una fascia di pubblico per tutta la settimana a partire dalla prima serata, e paradiso per i pubblicitari, visto che il programma viene interrotto ogni pochi minuti e si evidenziano i negozi in cui le concorrenti comprano i vestiti. Vogliamo peró parlare della valanga di cliché, aria fritta e cattiverie che vengono dispensate?
Il problema, ovviamente, non è la moda, l’industria della moda o l’espressione di un proprio stile, ci mancherebbe. La creatività e la personalità sono sempre benvenute. La falsa nozione che si debba continuamente spendere e cambiare il guardaroba non lo è affatto. Quando tutte comprano gli stessi marchi, gli stessi colori e modelli, come si fa a non chiamare il risultato un’uniforme, indipendentemente dagli stili? Dove rimane l’individualità? Per non parlare dei problemi di budget, anche se sappiamo bene tutte come fare un figurone a prezzi modici. Questa trasmissione non si basa sulla comprensione dello stile migliore per la propria configurazione corporea e gusti personali, come altri famosi programmi di make-over pure diretti al pubblico femminile e da cui ogni donna dovrrebbe uscire rappacificata col proprio corpo,  da anzi per scontato che tutta una serie di “regole di stile” siano indiscutibili e universalmente accettate. Non sono certa che gli ideatori del programma si rendano conto che già da una cosa del genere si genera un sottile, sotterraneo senso di giudizio e critica.
Nulla di sbagliato neppure in una sana competizone. Quello che esce dal programma, peró, non ha alcun senso sportivo, anzi indica nella direzione della solita competitività tra donne. Le partecipanti sono di età, provenienza e tratti fisici diversi, fatto che dovrebbe garantire varietà ed equità. Purtroppo una sola tipologia di donna sembra uscir fuori: presuntuosa, arrogante e criticona. Esattamente le cose che ci rinfacciano piú spesso di essere, a torto. Tutte sono certe di vincere dall’inizio e si sentono le migliori in campo, certamente non si sarebbero proposte per un programma del genere se non fossero sicure di sé, qualità ammirabile. Purtroppo, questa sicurezza viene immancabilmente espressa con commenti che dovrebbero essere franchi e che invece sono spesso semplicemente maligni. Una costante che mi fa rivoltare lo stomaco.
 

Tutto quello che queste donne fanno, a parte auto-promuoversi salvo poi avere attacchi di panico e comprare cose che mai avrebbero scelto altrimenti, è biasimare e condannare le altre. Il controllo reciproco del guardaroba non si limita mai a giudizi di moda, che scusate tanto, già di suo contiene un alto grado di soggettività, diventa un vero massacro: ció che viene giudicato é l’intelligenza, il senso del gusto, le scelte, la femminilità e addirittura l’autenticità delle altre donne...siamo impazzite??? E tutto ció a partire da vestiti? Evidentemente non abbiamo la stessa cognizione del tempo e delle priorità in questo mondo.
Opinioni che iniziano con “questi sono proprio da battona”, “non ha un tacco degno di questo nome”, “deve fare una scelta, deve avere un caos in testa” non sono riflessioni neutrali, sono già mezze condanne. Il mio preferito, in termini di irritazione personale, è peró  “una donna deve sapere/potere...”. Una donna non DEVE nulla. Sopratutto non deve dare giudizi a sfondo sessuale su altre donne, ancora meno quando si parla di capi d’abbigliamento. Non ci sono state per nulla generazioni prima di noi a combattere per liberarci da questo tipo di imposizioni, per liberare il nostro rapporto col nostro corpo. Se prorio deve qualcosa, è conoscere, rispettare e amare sé stessa, difetti ed eventuale mancanza di gusto inclusi. Dove sono finite la sorellanza, la complicità, l’empatia tra donne? Non ci pensano abbastanza uomini e media a farci sentire inadeguate? Non voglio credere che se uscissi a prendere un caffé con una qualsiasi delle partecipanti al programma, mi scarterebbero mentalmente a seconda dell’idea di me che si farebbero dal mio stile. Di certo la mia cultura, intelligenza o amabilitá non sono cose misurabili dai miei stivali, capelli o trucco. Lo sono molto di piú da come tratto i miei simili, a partire dalle altre donne. Questo tipo di mentalità è inattraente se non repellente, molto piú che un paio di jeans rotti o stivali fluo dalla zeppa impossibile.
 

Non intendo essere ipocrita, ho certamente i miei gusti e posso magari esprimermi in modo forte a seconda dell’altrui sensibilità, per esempio inorridisco alla vista della maggior parte dei vestiti che ho visto in questa trasmissione, inferire giudizi sull’essenza di altre persone da cose banali come la moda o essere costantemente avvelenate è cosa ben diversa. Forse siamo cosí abituati all’idea di dover significare noi stessi attraverso qualsiasi mezzo di comunicazione e ancora piú col nostro aspetto, che stiamo dimenticando le giuste proporzioni. Prendiamo la letteratura rosa che ci fa ritrovare in questo sito. Giá definirla rosa è un atto riduttivo, a significare la sua scarsa importanza rispetto alla letterattura ‘alta’,  anche se è un fenomeno globale e trasversale. Come spero nessuna di noi accetti di essere considerata ignorante o poco erudita solo perché amante di questo filone, spero che nessuna di noi biasimi cosí facilmente altre donne per qualsiasi altra ragione.
C’è di piú nella vita che sogni di glamour, competizioni e luci della ribalta, di questo sono sicura, cosí come voglio credere che ci siano molti piú lati interessanti in queste donne che non la mono versione offerta da questa trasmissione. Abbiamo tutte bisogno di sognare e di svagarci, di crearci uno spazio tutto nostro dove rigenerarci. Sarebbe ora che la tv smettesse di essere un luogo dove dobbiamo difenderci e forse a molte non farebbe male recuperare qualche qualità morale delle nostre bistrattate eroine di carta stampata.
 

Share this
CAPTCHA
Questa domanda serve a verificare che il form non venga inviato da procedure automatizzate
Image CAPTCHA
Inserisci i caratteri che vedi qui sopra

Commenti

É vero, non dovremmo sentirli

É vero, non dovremmo sentirli certi obblighi che ci avviliscono, ma in realtà è così difficile ignorare ogni pressione a cui si è sottoposte tutti i giorni! Essere libere é un traguardo perché ci si sente spesso inadeguate e noi donne per prime ci assoggettiamo passivamente per paura o comodità. Grazie per la riflessione Lilith. Un saluto

Francy

Ritratto di Milly

Sottoscrivo dalla prima

Sottoscrivo dalla prima all'ultima parola Lilith! Dobbiamo liberarci da queste schiavitù estetiche e questi dettami imposti che ci constringono a snaturarci, siamo molto di più e noi per prime dovremmo esserne convinte.

Ritratto di Lilith

Scusate lo sfogo, ma ero

Scusate lo sfogo, ma ero arrivata a un punto di saturazione! Io non mi riconosco nei modelli che ci propongono e so che siamo in tante a non farlo. Mi secca piuttosto che molke di noi non si ribellino e che anzi, come dice Marin, siano le prime a criticare le altre donne anziché sostenerci a vicenda, è triste .

Ritratto di Panthy

Hai ragione in pieno, cara

Hai ragione in pieno, cara Lilith!

Dovremmo ribellarci all'idea della donna stupida, anoressica che veste solo di tendenza. Non lamentiamoci troppo, però, se gli uomini vedono noi  donne come quelle della tv: loro lo hanno condiviso e noi lo abbiamo passivamente accettato.

Per fortuna non siamo tutte così!

Ritratto di Bluefly

La televisione odierna ci ha

La televisione odierna ci ha convinto che le donne devono essere belle, stupide e rifatte. Mentre come dici bene tu Lilith, la donna NON DEVE NIENTE, se non portare rispetto per se stessa. D'altra parte il controllo delle masse avviene proprio tramite la tv e come possiamo vedere dalla società che ci ritroviamo, funziona. 

Cara Lilith,non posso che

Cara Lilith, non posso che condividere quanto tu hai scritto, purtroppo molte donne soprattutto le più giovani hanno perso certi valori per cui le nostre mamme hanno combattuto. Il livello di superficialità che le "nuove leve" e non solo fanno trasparire dal vivere quotidiano non fa che confermare nelle teste di chi ci vorrebbe manipolare che siamo poca roba facilmente influenzabile. Spero in una presa di coscenza collettiva che ci risvegli da questo letargico torpore.

P.S. non siamo tutte così...

P.S. 2 complimenti per l'articolo, Anna

Ritratto di Marin

Cara Lilith, con me sfondi

Cara Lilith, con me sfondi una porta aperta. Concordo in tutto con quello che scrivi e se potessi sarei ancora più critica. La televisione? Io non la sopporto più da un pezzo e ho fatto scelte drastiche: ho tolto canali a pagamento cinetv e la sera guardo il programma che mi sembra il più normale...normale fra virgolette. Niente urli o donnine scosciate con labbra a canotto che si ritengono star, via anche a film o telefilm violenti dove si fa la gara a chi fa vedere i particolari più raccapriccianti, via talent show o reality in cui puoi contare sulle dita di una mano i neuroni dei protagonisti. L'ultimo che gira in questi giorni  (Mammoni) mi lascia basita...mi vergogno come mamma.

Non ci resta poi molto: qualche documentario, qualche film ancora degno di questo nome, telefilm e programmi di informazione seri. Oppure tiro fuori i miei cd....Le avventure di Padre Brown...Ellery Queen...Il Commissario Maigret...Arsene Lupin...Belfagor...Fantomas..Don Camillo...Le isole Perdute...I ragazzi di Padre Tobia...Nero Wolfe!!!!!!!!!!!Programmi mitici...un po' lenti se paragonati ai ritmi di adesso, ma per me sono unici e intramontabili. Come si fa a paragonare, per fare un esempio, Nero Wolfe interpretato dal grande Tino Buazzelli con quello che vediamo in tv in questi giorni...oppure Gino Cervi nel Commissario Maigret con certi scalcinati e improbabili ispettori di adesso?

Comunque anche qui come nei libri ogni gusto e scelta non va discussa o giudicata.
Non mi sento meno intelligente o una casalinga frustrata se mi piacciono certi programmi o un certo tipo di letteratura rosa.

Sai Lilith...le critiche peggiori e sottilmente offensive sui miei gusti o sul fatto che seguo questo blog...le ho ricevute da donne.

 Noi donne non ci vogliamo bene, per nulla.

Calendario

Amazon

 

 

Giveaway

Partecipate al giveaway di Mariangela Camocardi, avete tempo per lasciare un commento fino al 9 novembre, quindi registratevi al sito se ancora non lo avete fatto e buona fortuna!

 

Eventi

        

Un'iniziativa di Kijiji

Commenti recenti

Fanfiction

Dream heroes

Alcuni eroi da sogno...