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La Veranda delle Magiche Attese/Shelter Me
La Veranda delle Magiche Attese/Shelter Me
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Recensito da

Milly
Autore: 
Juliette Fay
Edito in Italia da: 
Sonzogno, maggio 2013
Formato: 
rilegato
Traduzione: 
Maura Parolini
Prima edizione: 
2009 by Avon Books
Genere: 
women's fiction
Ambientazione: 
contemporanea, Usa
Voto/Rating: 
7,5/10

La protagonista, Jane, è rimasta da poco vedova dell’amato marito Robby. La morte è arrivata improvvisamente a causa di un incidente stradale che avrebbe potuto avere un esito meno fatale se Robby avesse indossato il casco, nascosto  in casa per gioco dal figlio di quattro anni.
Jane è oppressa dalla perdita: la vita si è fatta pesante senza Robby e lei si sente arrabbiata con il mondo intero, anche con Robby se è per questo, per una sorte che poteva essere evitata osservando precauzioni basilari. Jane sente la responsabilità di allevare da sola i suoi due figli -  la secondogenita ha appena dieci mesi - e si chiede come potrà dare loro la serenità di cui essi hanno bisogno  se lei se ne sente priva e  incapace di raggiungerla per i prossimi mille anni.
Eppure Jane non è sola: attorno a lei si prodigano zii e cugini che si fanno in quattro per alleviare la sua situazione. C’è il cugino Cormac, il pacioso pasticciere che la innonda di attenzioni e anche di tante prelibatezze, e  c’è zia Jude sorella di sua madre, ma che in effetti è stata la sua vera madre. Ci sono poi i vicini che l’aiutano, in base alle loro esperienze, per le pratiche amministrative, bancarie  e assicurative.
Solo la madre manca all’appello  e infatti Jane prova rancore nei suoi confronti  perchè anziché starle accanto in una situazione così particolare, la stessa ha deciso di prolungare il suo soggiorno di lavoro in Italia.  Jane  è arrabbiata con la stessa zia Jude perchè le impone le visite di padre Jake  che lei trovo noioso e banale come le sue conversazioni. Per giunta, la stessa zia, con il supporto di tutto il parentado, insiste perché lei faccia un corso di autodifesa, cosa che è lontanissima dalle sue corde e voglie
 

A turbare Jane, sarà anche la visita di un fabbro, tale Tug Malinowski, che le dirà di aver preso un acconto da suo marito per costruire una veranda: l’imprenditore, appreso che il committente è morto, si dichiara disponibile a restituire l’acconto. Jane non desidera avere estranei per casa, tuttavia, poiché si rende conto che si tratta dell’ultimo regalo del marito per rendere più confortevole la casa a lei e ai bambini, accetta che il lavoro sia fatto.
Il racconto tratta essenzialmente della quotidianità della protagonista e il suo disagio esistenziale: il suo scaricare le frustrazioni su coloro che le vogliono bene o sono disponibili, non risparmia nessuno. Ne fanno le spese particolarmente padre Jake e Tug, entrambi bistrattati in più occasioni e per giunta gratuitamente. Col primo avrà un misunderstanding emotivo che le farà perdere l’equilibrio, con il secondo tarderà a capirne il valore e le potenzialità.
Quando la quotidianità, come in questo libro,  occupa buona parte del racconto, può produrre contemporaneamente due tipi di reazione: un senso di  immedesimazione perché ci riconosce nelle problematiche della vita comune e nello stesso tempo,  una forma di distacco da una storia nella quale, essendo prioritaria  la realtà,  si sente la  mancanza della componente del sogno, del progetto.
 

                             

 

L’autrice è una buona penna, sa destreggiarsi nel rendere i sentimenti della protagonista e nel descriverci il contesto in cui si muove: si capisce che è  vicina ad una maturazione stilistica di cui vedremo il risultato probabilmente nelle prossime opere.  Ma il libro, questo libro,  sarebbe stato  maggiormente apprezzabile ridimensionando alcune figure (perché parlare tanto di Cormac?) a favore di altre più interessanti,  oppure tagliando qualche ripetuta descrizione di incombenza domestica.  Peccati veniali, probabilmente, ma noi, nel nostro piccolo, ci permettiamo di evidenziarli perché anche gli autori debbono essere stimolati per produrre storie sempre più godibili.
 

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Commenti

Ritratto di Panthy

Recensione impeccabile Milly,

Recensione impeccabile Milly, ma il romanzo mi sembra lontano dalle mie corde, in questo momento preferisco letture che mi allontanino dalla quotidianità e mi facciano sognare.

Ritratto di Milly

Ti ringrazio Panthy, di certo

Ti ringrazio Panthy, di certo questo romanzo non fa sognare e affronta tematiche fin toppo realistiche quindi  fai bene a passare al momento. A me piace alternare escapismo e riflessione, però è vero che va a a momenti, in alcuni casi io stessa ho bisogno di svagarmi più a lungo del solito.

Ritratto di Lilith

Bella recensione come sempre,

Bella recensione come sempre, Milly. Questo libro l'avevo notato, ma la trama non mi convinceva del tutto, adesso invece l'ho aggiunto alla lista dei desideri!

Ritratto di Milly

Grazie Lilith,è una lettura

Grazie Lilith,è una lettura gradevole anche se non certo indimenticabile, se ce lo compri poi fammi sapere.

Ritratto di Marin

 non l'ho ancora letto ma

 non l'ho ancora letto ma appena lo faro' ti diro' la mia impressione!

Ritratto di Milly

Sono propio curiosa di

Sono propio curiosa di conoscere la tua opinione Marin, ti aspetto.

 

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