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Recensione Se fossi Te/If I Were You
Recensione Se fossi Te/If I Were You
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Recensito da

Milly
Autore: 
Lisa Renee Jones
Edito in Italia da: 
Mondadori, ottobre 2013
Formato: 
trade paperback
Traduzione: 
Teresa Albanese
Prima edizione: 
2013 by Simon and Shuster
Genere: 
erotico contemporaneo
Ambientazione: 
contemporanea, Usa
Livello di sensualità: 
burning/estremo
Voto/Rating: 
7/10

La storia prende avvio da Ella, coinquilina della protagonista Sara McMillan, che ha trovato un modo spiccio e poco inflazionato di arrotondare le entrate. Rileva alle aste il contenuto di magazzini i cui proprietari sono in arretrato o hanno smesso di pagare l’affitto. Il ricavato delle vendite viene poi ripartito con i titolare degli immobili. In uno di questi Ella trova dei diari molti piccanti scritti da una certa Rebecca Mason e pur capendo che spunterebbe un buon prezzo mettendoli sul mercato, li affida a Sara, con tutto il contenuto del magazzino, in quanto il suo ragazzo le ha proposto di sposarsi e di trasferirsi immediatamente a Parigi. Sara McMillan è un’insegnante insoddisfatta. Avrebbe voluto occuparsi di arte, passione per la quale ha una competenza specifica, ma ha dovuto rinunciarci perchè il lavoro nel settore, al di fuori degli artisti, è mal pagato e lei non può permettersi di vivere al di sotto dell’autosufficienza. Non ha legami con la sua famiglia né rapporti sentimentali, deve quindi farcela da sola e con i propri mezzi. Sara prova una misteriosa attrazione per i diari di Rebecca. Quest’ultima descrive in modo circostanziato e con grande rilevanza emotiva i rapporti sessuali con un “educatore” che la porta a scoprire forme inedite di piacere: la sua mente viene stimolata con dosi massicce di suggestioni per cui l’appagamento avviene sempre più tardi rispetto all’acme mediante temporeggiamenti, premi, punizioni e poi con il dolore. L’ultimo tratto dell’iniziazione porta alla condivisione del suo corpo con altri uomini, dominati sempre dal suo “educatore”. I diari testimoniano pure che ad un certo punto Rebecca, pur ritenendo di essere innamorata dell’uomo in questione, vorrebbe fuggire ma teme che lui non glielo permetterà. Da una visita nel deposito Sara trova elementi per stabilire che Rebecca ha lavorato in una galleria d’arte molto rinomata di San Francisco e dopo aver interpellato la direzione della stessa fingendosi una sua amica, scopre che nessuna sa dove si trova: per loro l’ipotesi più realistica è che sia partita in vacanza. Una dipendente del vicino caffè ritiene che se ne sia andata con un ricco corteggiatore. Complici l’influsso dei diari, le vacanze estive e l’amato ambiente delle gallerie d’arte, Sara decide di indagare sulla vita e sulla scomparsa di Rebecca. Questo il proposito: gli eventi disporranno diversamente. Riuscendo a casualmente a vendere, da ospite di un vernissage ad un altro ospite dei quadri di Chris Merit, uno degli artisti contemporanei che lei predilige, viene notata e assunta seduta stante dal nevrotico proprietario Mark Compton.

L’autrice ce la mette tutta nel sostenere l’impianto del racconto per scongiurare che si avverta un sottofondo di “improbabilità” che aleggia sulla storia e sui personaggi. In buona parte ci riesce perchè ad accezione di Clara, per tutte le figure e per molte situazioni, decisamente fuori dalle righe, c’è l’alibi dell’ambiente artistico e nevrotico in cui la storia si svolge. Alcuni dialoghi sono stiracchiati; certe frasi sono da memorizzare (“il mio corpo ha reagito senza mia autorizzazione”). La Jones gigioneggia nella descrizione dei rapporti hard tra Clara Chris oscillando tra compiacimento (per il possibile risvolto perverso), superlativi, ripetizioni e zone franche in cui trova posto un minimo di comunione nei sentimenti. Probabilmente è un fattore che faciliterà le vendite, ma dalla sommatoria delle scene hot, alla fine ricavi l’impressione che il più è fatto di declamazione rispetto all’unione che comunque il sesso produce. L’autrice avrebbe poi fatto bene ad equilibrare la storia con un maggior approfondimento del personaggio di Chris, e in subordine di Mark, per fugare l’impressione di figure ritagliate con l’accetta al posto dello scalpello.

E’ vero che questo è il primo libro di una triologia e forse il meglio verrà. L’autrice fa ben sperare in tal senso anche se con questo lei (o l’editore) gioca al lettore un tiro mancino. Sentite questa. Il filo conduttore della storia – lineare, molle, a volte dimenticato – è pur sempre il mistero della scomparsa di Rebecca. Bene, sul finale, nel pieno di un’azione che dovrebbe fornire ai lettori alcune risposte, lo scritto si interrompe e seguono diverse pagine bianche. Come un’allocca, pensando ad un errore di stampa, sono ritornata in libreria per trovare una copia completa scoprendo che è completa così. Vabbè, siamo ai telelibri a puntate. Evoluzione o ca…….te?

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Collegamento ad altri libri: 

Trilogia Inside Out:

SE FOSSI TE (If I Were You)
UNA PARTE DI ME (Being Me)
Revealing Us
The Master Undone (novella)

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Commenti

Ritratto di Panthy

 Devo ammettere che mi hai

 Devo ammettere che mi hai incuriosito cara Milly ma non per smentirti piuttosto per confermarti perchè non dubito della tua impeccabile recensione. Anch'io compreró l'e-book e poi confronteró il cartaceo magari sveleró il mistero delle pagine bianche 

Ritratto di Milly

Grazie cara Panthy, diventa

Grazie cara Panthy, diventa la mia Sherlock Holmes! Poi fammi sapere se il romanzo ti è piaciuto o meno.

Ritratto di Marin

Il libro ce l'ho in ebook ...

Il libro ce l'ho in ebook ... non riesco a capire quali siano le pagine che mancano al cartaceo.
Forse le ultime scene quando lei ritorna al magazzino da sola?
In effetti se si vuol sapere ... si deve andare avanti con la trilogia.
E questo è ancora un libro che può abbastanza  farlo o almeno gli si dà la seconda possibilità per capire e decidere se vale la pena di continuare.
Ce ne sono altri che dopo trenta pagine vorresti buttarlo dalla finestra come i soldi che hai speso ... scoprendo con orrore che ce ne sono ben altri due.

Ritratto di Milly

Ci sono rimasta male davvero,

Ci sono rimasta male davvero, sicuramente la storia si interrompe così per spingerti a comprare il secondo libro, però non ho apprezzato.

Hai ragione, alcuni romanzi vorresti buttarli non appena iniziati, questo non è malaccio, però queste trilogie mi fan pensare alle telenovele, e non in maniera positiva!

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