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Recensione Aiuto! Sono diventata mamma
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Recensito da

Milly
Autore: 
Loredana Ronco
Formato: 
paperback
Prima edizione: 
Delos Books, ottobre 2013
Genere: 
saggio
Voto/Rating: 
8/10

Che ci faccio io, con un libro del genere che parla della gravidanza, un’era per me lontana? Si tratta un libretto smilzo, si potrebbe anche definire anoressico, ma  sfogliandolo distrattamente,  sono stata attratta da alcune frasi che hanno attivato la mia curiosità.  
Loredana Ronco, che parla della gestazione, del parto e dei primi anni di sua figlia Anna, è divulgativa nelle sue argomentazioni ma profonda alla stesso tempo: l’intento, centrato a mio avviso, è quello di sdrammatizzare il trambusto che l’arrivo di un figlio causa alla vita di coppia, descrivere senza troppa melassa la gioia di essere diventata madre, divertire le lettrici con osservazioni acute e pillole di saggezza.  

L’autrice dice che “essere fragili non vuol dire essere deboli”; che la nascita di un figlio è “l’inizio di un’incognita e la fine di una certezza”. Che bisogna convivere con il dubbio che qualunque cosa si faccia con anche con le migliori intenzioni, potrà risultare uno sbaglio. E siccome è facile concordare con lei  sul fatto che con i figli inizia un viaggio che durerà tutta la vita, sei portata a fare delle riflessioni sul tragitto che hai fatto e come l’hai fatto. Da una parte sai in ogni tua fibra  che non c’è fatica, delusione o dolore che ti faccia pensare o desiderare una vita senza questa esperienza, dall’altra il tuo equilibrio psico-fisico rimane ostaggio dell’ umore e della  “benevolenza” dei tuoi figli.   

A volte rimani attonita dalla loro capacità selettiva di ricordarsi sempre e solo di quella determinata sgradita frase, di un atteggiamento che da educativo  veniva percepito come impositivo, dei tuoi errori (anche se ammessi e per i quali ti sei scusata decine di volte). Può capitare che tu, dopo averli voluti con tutte le tue forze (salpingografie, biopsie, bombardamenti ormonali), ti senti chiedere se li avevi desiderati veramente.

Le considerazioni dell’autrice mi hanno fatto ricordare che non ho avuto una grande creatività nel giocare con le mie figlie quando erano bambine: io potevo aiutarle in una ricerca scolastica, improvvisare in un paio d’ore un costume di carnevale, cucire per loro vestiti originali,  portarle (e rimanere) ai concerti di loro beniamini, scovare biglietti introvabili per eventi di loro interesse, fidarmi che a 11 anni –giusto ieri- potessero avere la maturità necessaria per studiare all’estero, ma per inventare giochi ero negata. Ho regalato loro le Barbie, ma facevo anche bambole di lana cercando di insegnare loro (con zero risultati) come cucire un piccolo guardaroba. Ho “scarpinato” con loro per vedere mostre (gliene scappavano poche) in  ogni dove, mentre avrei desiderato dormire, dormire…..
E non c’è giorno della mia vita in cui non abbia pensato e pensi a loro, in qualunque posto mi trovi. Non c’è amor proprio che tenga, quando vuoi mantenere il punto su qualcosa che ti ha ferito, preghi il Signore che ci sia un piccolo, piccolissimo spunto per riappacificarti e se non arriva, te lo inventi.  I figli sono per sempre, indissolubilmente e il viaggio con loro è magico, faticoso,  ma magico.

Alla fine risulta un libretto gradevole,  con risvolti in alcuni casi ovvi e in altri con la capacità di tirarti fuori alcuni sommersi sentimenti. Magari il sequel potrebbe essere:”mamma mia, sto per diventare nonna”.

Forza Signora Ronco, ci allieti ancora.

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Commenti

Ritratto di Marin

Belle riflessioni

Belle riflessioni Milly! 
Come è capitato a te, anch'io sono tornata indietro nel tempo e nei ricordi e mi ritrovo in tante cose che dici e che ha scritto l'autrice .
Figli... un pacco che ti arriva senza istruzioni, complicati più di un cubo magico, preziosi come il più raro dei diamanti. Riescono tirarti a filo e poi portarti in cielo con il loro sorriso. 
E' la tua vita che continua nella loro, fino all'ultimo momento vorresti essere la carta assorbente dei loro dolori e delle loro preoccupazioni, il filtro che li protegge dalle brutture della vita.
Tra un poco avrò bisogno anch'io di un  " Mamma mia, sto per diventare nonna!".
 

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