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Mercoledì, 19 marzo, 2014 - 00:20
Maet

Sesso e Romance: più fantasia che realtà-parte prima

Alla scoperta della visione di una componente sostanziale del  romance, la sessualità, che troppo spesso assomiglia più a una favola che a una fedele rappresentazione della realtà, per quanto edulcorata.

Non si può negare che, oltre ai sentimenti, nel romance sia fondamentale la parte che riguarda l’espressione fisica dei medesimi, ovvero il sesso, e d’altra parte parlare di amore tra due partner senza raccontarne la carnalità sarebbe pressappoco come scrivere un giallo senza un delitto su cui indagare.
Se in passato i costumi e la censura pretendevano una castità coatta che desessualizzava le coppie al limite dell’angelico, fortunatamente dagli anni settanta in poi del secolo scorso, grazie a Kathleen E. Woodiwiss, la porta non si è più chiusa di fronte alla camera da letto. Anzi, si è passati dalla porta socchiusa a quella perennemente spalancata con esiti a volte dubbi, che sconfinano nel trattato di anatomia o nella visita ginecologica. Non che il pubblico sembri averne abbastanza, i romanzi infarciti di scene hot o incentrati sulla sensualità più spinta, tanto da sfiorare a volte il porno, sono in grande richiesta e la tendenza è sicuramente verso l’abbattimento di qualsiasi tabù, letterario e non. Lasciando da parte il naturale voyeurismo presente in buona parte del pubblico, e una certa inclinazione a vivere l’eccitazione per via vicaria, questa attenzione al sesso sottolinea comunque l’importanza di una componente fondamentale dell’essere umano, dalla quale non si può ovviamente prescindere nemmeno in forma artistica. Dal punto strettamente narrativo la sessualità e l’intimità sono mezzi per conoscere e far evolvere personaggi e relazioni interpersonali, creando all’occorrenza background e situazioni di snodo su cui imperniare una trama. Dunque la sessualità  si carica di un doppio significato all’interno di un romanzo: come valore in sé da esplorare a vari livelli e come accessorio non secondario da utilizzare per il fluire di una storia.

Rispetto a qualsiasi altro genere, il romance ha l’onere e il privilegio di sondare come nessuno altro emozioni e sensazioni legati all’amore e all’erotismo, e proprio per questo e per il suo rivolgersi principalmente ad un pubblico femminile lo investe di una certa responsabilità riguardo ai contenuti, che non possono esaurirsi in un semplice escapismo. Ragazze, giovani donne e donne mature fruiscono del romance per molti anni, in taluni casi per tutta una vita e la lettura di questo genere di romanzi contribuisce a formare la loro idea di amore e sesso, anche solo a livello fantasmatico o di puro desiderio.
Ovviamente non c’è solo la rappresentazione positiva e gioiosa dell’amore e del sesso – al quale sarà dedicata la seconda parte di questa analisi  – ma anche l’altra faccia della medaglia, quella negativa, dannosa e pericolosa che riguarda le molestie, gli abusi e le violenze. Temi spiacevoli e difficili, ma dai quali non si può prescindere non fosse altro che per un minimo di aderenza alla realtà presente e passata. Se infatti le violenze sessuali e le molestie sono tristemente sempre attuali, storicamente erano diffusissime e reiterate grazie alla pressoché totale impunità di una mentalità maschilista che riduceva la donna a mera merce di scambio, fattrice e ricettacolo di libidine. Per quanto il romance sia solo parzialmente realistico, data la sua natura di narrativa di consumo, e cerchi di convogliare un messaggio consolatorio, talvolta a scapito della verosimiglianza appunto, non ha mai evitato di trattare tali argomenti, seppure forse non sempre con la dovuta attenzione. Non si contano i romanzi che possono vantare almeno uno stupro nella trama, soprattutto quelli storici chiaramente, ma come vengono affrontate la violenza sessuale e le sue conseguenze?

Negli anni tra i settanta e la fine degli ottanta era comune che l’eroina subisse uno stupro, non solo dal cattivo di turno ma di frequente anche dall’eroe stesso (come dimenticare, per esempio, Rosemary Rogers o il “caro” Jennifer Wilde, alias Tom E.Huff, alfieri dell’abuso come corollario al sesso?). Veniva proposto come atto normale, comune e non particolarmente grave. La protagonista versava qualche lacrimuccia, senza ribellarsi troppo e poi alla fine del libro si abbandonava felice tra le braccia del suo stupratore. “Il fiore e la fiamma” della già citata Kathleen E. Woodiwiss, il romanzo che per la prima volta ha esibito scene d’amore esplicite, inizia con una violenza sessuale. Il capitano Brandon Birmingham stupra non una, ma ben due volte la giovane Heather con la scusa di averla scambiata per una prostituta. Nonostante lei neghi più volte di esserlo e la sua totale inesperienza lo dimostri. Se il capitano non si fa scrupoli né ha particolari rimorsi di coscienza, Heather non si cruccia più di tanto della virtù perduta, né si ribella – perlomeno nel suo cuore – della gravidanza che ne risulta. Sposa Brandon e dopo la nascita del bambino lo perdona, essendosi innamorata follemente di lui nel frattempo. Questo romanzo è considerato un classico ed è stato amato da milioni di donne eppure, come molti altri similmente, minimizza e semplifica in maniera offensiva e poco rispettosa un atto gravissimo.

Ce ne sono a bizzeffe di romance dove l’eroina per prima non prova particolare orrore di fronte a ciò che sta subendo, non sente rabbia, né dolore, né disperazione, non desidera vendicarsi o non desidera farsi del male per esorcizzare l’accaduto. Ancor peggio, non odia chi l’ha aggredita e arriva ad amarlo, perché in fondo l’uomo è cacciatore e deve sfogarsi e la donna è preda e deve sottomettersi. Come in una certa cultura tuttora radicata e difficile da estirpare –  anche nei paesi del cosiddetto primo mondo –  che si riflette pedissequamente nei romance: quando la donna dice no in verità vuol dire sì, una donna che viene stuprata in fondo se lo è voluto o ha provocato l’uomo.

Tristemente, poiché le autrici sono donne, è raro trovare storie in cui una protagonista offesa nel corpo e nell’anima venga descritta  nella sua sofferenza, nelle sue incertezze e nei suoi dubbi, nel viaggio verso la guarigione, lungo e non facile, che deve percorrere. Tutto si risolve in un fastidio passeggero e in qualche riga. Problema superato, direte voi, dalla metà degli anni novanta la musica è cambiata. Non esattamente. Se è vero che l’atteggiamento generale del pubblico è cambiato e ciò che anche fino a vent’anni fa veniva considerato accettabile adesso non lo è più, tuttavia molestie e violenze abbondano ancora e se è vero che c’è una maggiore sensibilità su certi problemi, sono sempre troppe le protagoniste che a poche ore o giorni da violenze e abusi, addirittura di gruppo, subiti da soldati, delinquenti, pirati, presunti amici o parenti, riescono incredibilmente a godersi rapporti sessuali appaganti con tanto di orgasmi multipli.

E’ ovvio che gli stupri sono sovente usati come mero espediente, così come dipingere un’eroina che proviene da un’infanzia e un’adolescenza di abusi –  magari in famiglia –  ed è vero che il romance non è un trattato di sociologia o psicologia, ma in quanto genere letterario è comunque tenuto al rispetto della verosimiglianza. Inoltre, se postuliamo che almeno il sessanta per cento del pubblico femminile legge romance, all’interno di questa percentuale è probabile che perlomeno la metà conosca di persona vari tipi di violenze. Per non disprezzare queste lettrici, che meritano un’accuratezza in cui possono identificarsi, e per dare la giusta dignità a loro e a noi che amiamo questo genere, sarebbe bello incontrare più storie con maggiore veridicità e attenzione al recupero della possibilità di vivere un’intimità appassionata. Perché è vero che l’amore vince tutto, ma certe ferite non si rimarginano tanto facilmente e noi donne dobbiamo salvarci e aiutarci da sole, anche attraverso la rappresentazione che diamo di noi stesse nei romanzi. La vera forza sta nel non girare la testa dell’altra parte, mai.
 

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Commenti

Ritratto di Marin

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Ritratto di Lilith

Concordo con buona parte

Concordo con buona parte degli interventi precedenti, con la differenza che è un periodo in cui sono piuttosto scocciata con le donne scrittrici. Non con tutte, ma con quelle che stanno inondando il mercato di storie sado-maso o comunque di sottomissione fisica, psicologica e sessuale.
A che sono servite le battaglie delle nostre madri e delle nostre donne se continuiamo a proporre lo stesso obsoleto modello di donna limitate, deboli e bisognose di un uomo per vivere e pensare?
Forse sono strana io o sono in minoranza ma non mi rispecchio in queste storie e mi stupisce il successo incredibile che riscuotono, legittimando comportamenti che nella realtà meriterebbero il carcere.
Non mi piace per niente e la mia unica arma di protesta è non comprare questi libri!!!

Ritratto di Maet

La domanda infatti è: perché

La domanda infatti è: perché le autrici ci propongono questi modelli assurdi di donne -burattino e poi il pubblico le accetta comprandone in massa i titoli?
Che per gli uomini sia rassicurante, non c'è dubbio, ma per le donne? L'emancipazione equivale forse solo ad essere sguaiate e promiscue, come si evincerebbe da tante protagoniste di romance contemporanei?
Io penso che il diventare adulti faccia molta paura, compiere delle scelte e dei sacrifici assumersi la responsabilità delle proprie azioni e della propria sessualità spaventi al punto da preferire che sia qualcun altro a farlo al posto nostro, delegando preferibilmente il tutto a un maschio immaginario che appaghi anche il nostro narcisismo infantile.
L'unica protesta possibile è semplicemente non comprare questo tipo di libri; mi sembra giusto che chili mi possa trovarli nelle libreria, ma mi sembra anche giusto appagare l'esigenza di chi vuole libri adulti per adulti, e la cosa non ha nulla a che fare con il tasso di sensualità.

Ritratto di Marin

Sono con te Lilith... e io di

Sono con te Lilith... e io di erotici ne mastico parecchi.
Elimino e non compero libri e autrici che sento pericolosamente " femminicide". 
So che è forte come pensiero, ma come donna non riesco a pensare di scrivere umiliazioni e violenze su un altro essere umano. Cosa spinge una autrice donna a raccontarle? Forse si sente meno brava e alla moda se scrive di amore, rispetto e dolcezza?

 

Ritratto di Panthy

Ci vado a nozze con un post

Ci vado a nozze con un post simile, davvero impeccabile.
Credo si sia capito quanto io tenga alla condizione femminile e vorrei che sia le lettrici, ma soprattutto le scrittrici fossero solidali nel proporre una certa idea di femminilità, a volte sembra che siamo noi le nostre nemiche peggiori, prima degli uomini.
Non penso sia un problema di tradizionalismo ma proprio di mentalità che penalizza l'immagine generale del romance.

Ritratto di Maet

Ti ringrazio e concordo cara

Ti ringrazio e concordo cara Panthy. Nel proporre certi modelli obsoleti, tradizionalisti più che tradizionali e al limite del maschilismo in alcuni casi, il romance danneggia se stesso, rischiando di mettere in ombra quelle pur brave scrittrici che invece cercano di proporre qualcosa di più realistico e approfondito.

Ritratto di Milly

Cara Maet, grazie per averci

Cara Maet, grazie per averci proposto un articolo così ricco di spunti e pieno di riflessioni intelligenti, acute e anche necessarie direi. Spesso il romance davvero costruisce una falsità totalmente rosa che è troppo lontana dal vissuto reale e che rappresenta una debolezza del genere, per la mia opinione. E' vero che è narrativa popolare ed escapistica, ma come altre hanno sottolineato, questo non significa che si debba essere superficiali o in contrasto con la realtà al punto da rasentare il falso storico.
Dico questo in particolare in relazione agli stupri e alle violenze psicologiche o alle molestie varie, che si trovano a bizzeffe nei romance, non solo degli anni addietro, ma anche attuali. Come donna e come madre di due ragazzine vorrei poter mostrare loro come le donne hanno sofferto e ancora soffrono, ma sono in grado di combattere anche le peggiori umiliazioni, non trasmettere il messaggio che certi fatti non sono mai stati e non sono gravi, tanto ci si riprende subito e che in fondo l'uomo è cacciatore!
Vorrei che più scrittrici romance si ricordassero che hanno una responsabilità verso le lettrici, ma sembra invece che tentino di dimenticarselo.

Ritratto di Maet

Grazie a te Milly cara.Parli

Grazie a te Milly cara.
Parli di responsabilità e io la penso come te, chi comunica la responsabilità ce l'ha, dunque un'autrice è responsabile delle sue parole e delle sue storie nei confronti dei lettori. Piacerebbe anche me che chi scrive pensasse al pubblico, a quello che sta comunicando, senza essere seriosi per carità, ma con la consapevolezza che un romanzo può rimanere dentro l'animo di chi legge e dunque sarebbe bello che una giovane potesse trovare un esempio positivo e incoraggiante di femminilità, non una banalizzazione della realtà che sconfina nella fantascienza, a volte.
Il romance può e deve crescere e in questo senso l'atteggiamento delle lettrici è importante, sono loro che possono produrre o meno un cambiamento con le loro scelte di acquisti.

Ritratto di Marin

Un post molto bello e

Un post molto bello e interessante carissima Maet. Amo il romance e ancora di più se è ben pepato. Ma ho dei paletti oltre i quali non vado mai e che non mi attirano nemmeno se è un capolavoro da nobel: stupri, violenze e umiliazioni. Non li sopporto nemmeno romanzati e tinti di quell'alone rosato che giustifica ogni abuso e ogni azione violenta. Uno stupro è uno stupro, sempre e comunque. E non credo si dimentichi mai. La violenza, fisica o psicologica che sia, è sempre violenza. E non si dimentica nemmeno quella. Come te, trovo triste che a scrivere questi romanzi siano donne. Che siano donne a raccontare le offese e le ferite che una violenza provoca su un'altra donna. Che siano minimizzate e in qualche modo giustificate. Credo che anche rigettare certi tipi di libri possa essere un incentivo a volerci più bene e a sentirci persone e non solo corpi destinati alla soddisfazione maschile. Se non iniziamo noi per prime a cambiare mentalità e luoghi comuni ... ho molta paura che fra ventanni saremo ancora qui a parlarne.
Mi piacerebbe molto fare delle domande ad una scrittrice di erotici...
 

Ritratto di Maet

Come darti torto cara Marin!

Come darti torto cara Marin! Siamo noi donne a doverci ergere a paladine del nostro genere, anche narrativo. Se non lo facciamo noi per prime, perché mai dovrebbero farlo gli uomini?
Soprattutto, se noi per prime non mostriamo rispetto per noi stesse, non possiamo attendercelo da loro.

Cara Maet ho letto con molto interesse il tuo post........

Cara Maet ho letto con molto interesse il tuo post che rispecchia certe perplessità che ho vissuto e vivo tuttora anch’io rispetto ad un certo tipo di romance. Credo che una certa aderenza del romance alla realtà sarebbe sempre auspicabile. Perché rendere banale o almeno abbastanza insignificante lo stupro, un atto così orribile del quale aimè leggiamo le cronache pure ai giorni nostri. Una certa spiegazione me la sono data comunque. Negli anni 70/80 credo fosse inammissibile, anche dal punto di vista letterario, incontrare una protagonista che prendeva sessualmente l’iniziativa. Quindi, o la storia procedeva sul classico stampino romantico, baci e carezze, oppure perché no, scegliere lo scontro tra i due protagonisti dove l’atto di sesso, almeno all’inizio, non era consensuale. Mai far capire che pure la donna poteva godere a letto. Potremmo forse dire che fortunatamente i tempi sono cambiati? Una maggior presa di coscienza del desiderio e delle possibile attuazioni hanno portato la donna ad avere lo stesso ruolo attivo dell’uomo nell’esperienza sessuale? Mi dispiace, sarò antiquata, ma io non vedo nel romance un’evoluzione reale e non solo formale della sessualità al femminile. In fondo, anche se in pelle lucida e tacchi a spillo, sembra essere diventata nuovamente l’oggetto delle fantasie ed esigenze più narcisistiche del protagonista e oserei dire dell’autrice stessa, dato che spesso chi scrive è donna. Credo di essere abbastanza smaliziata, anche dal punto di vista sessuale, per avvalorare la tesi di quanto sia importante in una coppia sperimentare l’esperienza sessuale per non cadere nella noia. Ma nel mio caso significa anche conoscenza dell’altro attraverso il suo corpo, le sue sensazioni e le sue reazioni. Mi dispiace, ma fruste, manette, e altri ammenicoli non li includo in questo tipo di esperienza se oltre a questo non leggo altro. p.s. Se voglio proprio dare una connotazione veritiera all’esperienza sessuale in un romance, (vista come ricerca, piacere, esperienza, ma anche amore, struggimento, attesa ), ultimamente la trovo quasi esclusivamente nei romance M/M: TESTA CALDA/HOT HEAD in primis ). PATTY

Ritratto di Maet

Cara Patty, ti ringrazio

Cara Patty, ti ringrazio tanto di questo tuo contributo molto interessante.
Hai toccato un tasto dolente che merita un approfondimento a parte, ovvero il bisogno delle donne di rendersi solidali col carnefice in caso di stupri e molestie, che purtroppo si riflette pari pari nella narrativa e in certi romance. Credo che sia facile constatare quanto nella vita reale le peggiori e più grandi denigratrici delle vittime di abusi e violenze siano proprio altre donne e similmente accade in maniera più sottile con la scrittura. Poi c'è anche chi semplicemente è superficiale e usa lo stupro come un espediente narrativo, con nessuna o poca attenzione alla veridicità di una simile terribile esperienza.
E' vero che negli anni settanta/ottanta c'era una certa pruderie per cui l'eroina di turno doveva in fondo essere spronata a buttarsi nel sesso, perché come hai giustamente sottolineato, non si poteva ammettere che la donna provasse piacere e lo ricercasse attivamente. Però la violenza sessuale è ben più forte e anche oggi si continuano a scrivere baggianate al riguardo.
Devo darti ragione, se da un lato il romance si è trasformato, da questo punto di vista non si è evoluto affatto. La donna dipinte dai romanzi di questi ultimi due anni sono solo la pallida appendice di uomini immaturi e insicuri, che non sanno affrontare la propria sessualità figurarsi quella femminile.
Peccato siano le donne a crearli...

GRAZIE MAET...

GRAZIE MAET... per aver introdotto con il tuo post un argomento così interessante e, a quanto ho letto, parecchio dibattuto.
Anche il romance, in qualche modo, ci può dare una misura di come siamo.
Interessante la cosa!!!!!!
PATTY

Non ero in vena di

Non ero in vena di riflessioni oggi, vista la giornata pesante, ma la mia visita quotidiana al vostro blog non me la toglie nessuno! E ho trovato un post di grande spessore come questo...Sarebbe bello discutere di più di temi così importanti, mi sto annoiando del buonismo che c'è in giro e dell'idiozia di certi romanzi. Ma possibile che le donne o siano sceme sottomesse nello storico o nel contemporaneo oche sottomesse a fruste e manette?! Ma perché, ma che razza di visione della sessualità femminile è questa?Mah...  FrancescaT

Ritratto di Maet

Cara Francesca, spero di non

Cara Francesca, spero di non aver appesantito la tua giornata!
Questa intendeva essere una riflessione per emancipare il romance da una visione troppo rosa che rischia di danneggiarlo, secondo me. In effetti sarebbe bello considerare anche gli aspetti negativi o meno riusciti di questo genere, così forse non ci troveremmo con questa valanga di romanzi imbarazzanti con protagoniste che sembrano aver fatto passi indietro di decenni, prima del femminismo e delle varie lotte per conquistare diritti su cui adesso quasi si sputa. E' un po' triste, anche perché la realtà di tutti i giorni ci riporta troppo spesso le storie drammatiche di donne e ragazze costrette a subire e a pagare con la vita in molti casi.

Un pezzo bellissimo,

Un pezzo bellissimo, complimenti! Sono d'accordo su tutto, anzi sono cose che io penso da sempre ma tutte le volte che ho cercato di parlarne con altre lettrici di romance mi sono sempre beccata occhiate del tipo: ma che stai dicendo! Una volta mi sono permessa di commentare in modo critico la recensione di un libro dove la protagonista subiva uno stupro violento e in poco tempo diventava tipo la cortigiana super esperta. Oh mi hanno mangiata viva! Secondo loro ero una sciocca che non aveva capito la storia. Io l'ho capita eccome, ma non è che ho il prosciutto sugli occhi perché leggo libri d'amore!!!Ciao. Anna

Ritratto di Maet

Ti ringrazio Anna, sei molto

Ti ringrazio Anna, sei molto gentile.
Purtroppo anche a me capitato di constatare l'atteggiamento di cui parli, non solo in ambito romance. Le voci fuori dal coro non sono tollerate e la critica educata non viene accettata, è un peccato perché nulla è importante e stimolante come il confronto.
Punti di vista differenti ci arricchiscono, a mio avviso. Qui poi scrivere liberamente ciò che pensi, non verrai mai mangiata viva.

Un'analisi molto intelligente

Un'analisi molto intelligente e approfondita Maet, su cui ci sarebbero molti commenti da fare, perché del sesso si abusa come mezzo per attirare i lettori/compratori e raramente lo si tratta nella maniera adeguata. Ho spesso constatato questo scollamento tra realtà e descrizioni romance della sessualità, in parte comprensibile ma fino a un certo punto. Le forzature sdolcinate mi irrritano, così come mi irrita l'inadeguata considerazione per le molestie e gli stupri che le protagoniste dei romance subiscono in quantità. E' un argomento serio e importante, o lo si tratta con un minimo di cura o è meglio non trattarlo affatto. Ti ringrazio per l'utile riflessione. Rossella

Ritratto di Maet

Grazie Rossella, sono lieta

Grazie Rossella, sono lieta che la mia riflessione ti sia stata utile.
Penso anch'io che del sesso si abusi a fini commerciali e che troppo spesso la narrativa non lo tratti nella maniera adeguata, inseguendo il sensazionalismo da una parte o riproponendo modelli obsoleti e artificiosi dall'altro. Spesso il romance è stato colpevole di entrambi gli atteggiamenti, purtroppo.
Concordo che certi argomenti vadano affrontati con il giusto rispetto e l'adeguato approfondimento, altrimenti meglio evitare.

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