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Domenica, 11 maggio, 2014 - 23:26
Marin

Il selfpublishing

Negli ultimi anni la tecnologia è riuscita ad offrirci così tanti e vari servizi che ormai con un semplice click sul computer possiamo comprare e fare quasi tutto: trovare un amore, vendere qualcosa, comprare un oggetto di un paese lontano, girare dei video e metterli in rete diventando per qualche attimo la pop star del momento, la cuoca più fantasiosa del web o la scrittrice rivelazione dell'anno.
La voglia poi di condividere con gli altri una propria dote o una passione è vecchia come è vecchio il mondo.
Fino a qualche tempo fa c'erano dei canali ben precisi per riuscire a far emergere il proprio talento, passaggi lunghi e faticosi in cui si era giudicati e approvati da specialisti del settore, rifiuti e bocciature che non si potevano testare direttamente su chi poi avrebbe acquistato il prodotto che veniva presentato al pubblico.
Ci si doveva fidare, affidandosi alla capacità di giudizio e di lungimiranza di chi la gavetta l'aveva fatta prima di noi nel mondo del cinema, della musica, della moda e dell'editoria.
Adesso invece con pochi passaggi ognuno di noi può diventare, da solo, un cantante, un attore, un modello o uno scrittore.
Il risultato e il gradimento però sono equiparabili al prodotto che esce regolarmente col controllo e la trafila tradizionale?
Non mi azzardo ad entrare con discorsi o giudizi in dei campi che non conosco, ma vorrei poter parlare un poco con voi del fenomeno del self publishing che ormai impazza senza nessun freno o limite sul web. Parlarne come Marin, casalinga normale, amante della lettura, non legata a nessuna casa editrice o a correnti pensiero, che abbocca, fidandosi, tante di quelle volte che non vi dico e si prende delle fregature pazzesche.
Alzi la mano chi di noi non ha mai scritto qualcosa e ha pensato di poter diventare la nuova Balogh o Higgins o Cornwell.
Confesso che anch'io ci ho provato una volta e non per diventare famosa, ma per la necessità di non dormire nelle lunghe notti passate in ospedale con mia madre. Se leggevo prendevo sonno, la televisione disturbava e allora aprivo le mie agende e scrivevo fitto fitto il mio racconto... i miei 3 lunghi racconti per essere precisi.
Quindi, da parte mia, non c'è e non ci sarà mai nessun giudizio negativo per chi vuole intraprendere questa avventura.
Ma scrivere è una cosa seria, non si crea un libro senza un'adeguata preparazione e la capacità di inventare e portare avanti una storia che appassioni il lettore dalla prima  all'ultima pagina.
Se con i classici canali della pubblicazione tradizionale che passava e passa ancora per editor, correttori e via dicendo, molta roba veniva eliminata e rinviata al mittente, adesso con l'autopubblicazione siamo nella giungla del caos.
Ogni aspirante scrittore è convinto, a torto o a ragione, di avere in mano "il libro" dell'anno ed è convinto che i giovani autori siano penalizzati dall'editoria, incline al nome famoso che fa cassetta più che al contenuto del romanzo.
Può darsi...ma penso anche che pur di avere il proprio nome sulla copertina di un libro da regalare a parenti e amici, ci sono persone che riescono a scrivere la lista della spesa e se la pubblicano.
Ma se si legge pochissimo in Italia, come si fa ad avere così tanti piccoli scrivani che sfornano ogni giorno decine di romanzi, si autopubblicano e pure si recensiscono da soli?
Siamo noi lettori a non capirli e a non apprezzarli perchè temiamo il nuovo che avanza? Perchè li evitiamo preferendoli allo straniero o all'usato sicuro di un marchio o di un nome famoso?
L'autopubblicazione in formato digitale ha notevolmente aiutato la marea di autori che cercano di farsi conoscere al grande pubblico. Basta aprire una piattaforma come Amazon e ci si perde nella marea di titoli di autori emergenti che ci vengono proposti a pochissimi euro.
Ma vale la pena di spendere poco per avere ancora meno?
Perchè, secondo la mia piccola esperienza, c'è veramente poco nella stragrande maggioranza di questi titoli.
In tantissimi casi c'è lo scopiazzamento bello e buono di altri lavori.
E' vero che la trama di un libro d'amore più o meno è sempre quella, ma l'abilità di uno scrittore secondo me è quella di raccontare la solita storia con quell'ingrediente misterioso che te la fa sembrare sempre nuova.
I selfpublishing che ci vengono proposti cavalcando la tendenza del momento, quasi sempre sono erotici. E per farsi notare dal pubblico... esagerano e a volte anche di brutto.
Scrivere non è cosa da tutti, riconosciamolo con onestà. Ci vuole passione, tecnica, intelligenza e cultura. Bisognerebbe conoscere la grammatica, l'analisi logica, la storia e la geografia...
Congiuntivi, aggettivi, pronomi, avverbi non sono optional da usare alla bisogna, ma le fondamenta principali su cui si dovrebbe poi sviluppare tutta la narrazione.
Eppure riusciamo a leggere delle cose talmente impossibili e astruse da chiedersi se l'autore non sia qualche alieno appena sbarcato sul nostro pianeta.

E chi scrive è permaloso, non accetta e liquida ogni critica a volte con molta scortesia e maleducazione.
Il lettore non è autorizzato a nessun tipo di commento che non sia positivo pena essere  tacciato da incompetente o da "non adeguato" al giudizio.
Ma la critica, se fatta con educazione e garbo, che male può fare all'aspirante scrittore che si lancia autonomamente nel mondo dell'editoria?
Io credo che ci sia sempre qualcosa da imparare e nella critica, capire quello che si può migliorare.
Invece molti tirano avanti per la loro strada, incuranti di qualsiasi voce che non sia quella favorevole al loro lavoro.
Non si può piacere a tutti per carità, ma un minimo di autocritica e di riflessione potrebbe aiutare molto.
Nessuno rifiuta a priori la novità ma col selfpublishing ci troviamo davanti decine di nuovi impreparati aspiranti scrittori che inalcuni casi danneggiano chi invece si affaccia con serietà e preparazione a questa arte.
Che dire poi di chi sponsorizza questa squadra di scribacchini promuovendola a scrittori?
Come posso fidarmi di un blog o di un forum che mi presenta in maniera entusiasta un libro definendolo la novità dell'anno, quando poi non riesco nemmeno a leggerlo da quanto è sconclusionato e svirgolato?
Non sto parlando a caso, badate bene.
In queste settimane mi sono letta parecchi selfpublishing, alcuni presi a caso, altri su preciso consiglio di alcuni forum.
Ho buttato via soldi 8 volte su 10.
Romanzi  presentati come deliziose piacevoli scoperte che nulla hanno da invidiare ai grandi nomi, narrazioni che tolgono il fiato, commedie romantiche a colpi di battute e dialoghi spumeggianti alla fine si sono rivelati noiosi e ripetitivi, scopiazzati senza troppi problemi e privi di personalità.
Alla scrittrice di uno di questi mi piacerebbe far notare che un libro non può essere un discorso diretto dall'inizio alla fine e che esistono anche i periodi in cui spiegare le situazioni e dare fiato al lettore.
Ad un altra vorrei far notare che non si ricevono più punti usando un linguaggio triviale e sboccato o sguazzando in argomenti che fanno scandalo. Che dire a chi invece ha usato la trama di altri tre libri per fare il suo?
Ma guai a fare un commento "ni", ad essere fuori dal coro ... vieni spellata viva e cosparsa di sale.
Mi è stato fatto notare che se a scrivere certi libri fosse stato un nome famoso, non ci sarebbero state critiche. Sì, forse sì se si appartiene agli ovini e si segue il gregge.
Personalmente, se una cosa non mi piace può averla fatta anche Calliope o Talia e non cambierei una virgola del mio parere.
Stesso giudizio negativo devo purtroppo anche darlo a quelle autrici note che si cimentano in romanzi brevi e si autopubblicano. Non voglio generalizzare e fare di tutta un'erba un fascio, ma dopo averne letti alcuni mi è sorto il dubbio che siano lavori di gioventù quando ancora stavano affilando le penne per la zampata finale. Ma riproporli adesso non li fa certo diventare capolavori o chicche preziose di una stella ai primi albori .
Se così non fosse allora dentro di loro convivono due entità con capacità diverse perchè alcuni sono pessimi e solo guardando quattro volte il nome dell'autrice sulla copertina riesci a convincerti che sia proprio quella che ti ha fatto sospirare in quel bel romanzo appena preso...
Voglio però tranquillizzarvi sulle autopubblicazioni, perchè ci sono veramente delle pietre che luccicano preziose nella marea di grigiore di questa editoria fai da te.
Nomi e titoli che riescono ad imporsi col tam tam del passaparola e della recensione sincera libera da ogni raccomandazione o ruffianeria. Libri con una storia, scritti con passione e abilità e pensati per il gusto di chi legge.
Possono parlano d'amore, di sesso, di amicizia, di sport o di vampiri ... racconti letti mille volte in tutte le salse e in tutte le lingue. Ma queste nuove penne che ce li propongono riescono a farli propri, li arricchiscono con le loro spezie miscelando il tutto con bravura e fantasia.
Questo è il self publishing che io apprezzo, che continuerò a comperare e di cui parlerò nei miei post.
Tutto il resto lo lascio volentieri agli altri.
 

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Commenti

Ritratto di Milly

Che post interessante cara

Che post interessante cara Marin.Premetto che leggo principalmente in cartaceo, quindi la mia opinione probabilmente è incompleta, tuttavia per me è importante che ci sia un editing e una revisione prima che un libro arrivi ai lettori. Nell'autopubblicazione questo non avviene e ciò espone l'autore a molti pericoli non sempre evitabili, primi fra tutti refusi, problemi nella sintassi e nella trama, nella credibilità ecc. Non che con le case editrici questi pericoli scompaiano del tutto, ma di certo sono molto minori. L'autopubblicazione è democratica, è vero, ma dona a tutti l'illusione di essere dei veri scrittori.

Ma avete presene quanto è

Ma avete presene quanto è difficile farsi pubblicare in Italia, se non si hanno santi in paradiso o conoscenze? Che senza una forte raccomandazione il tuo maoscritto verrà immediatamente cestinato dall'editor di turno? Meno male che c'è il self publishing adesso, dico io! Così molte persone possono avere una possibilità che altrimenti non avrebbero mai, compresi quelli che han poco talento, ma a essere onesti anche con le grandi case editrici ti capitano scrittori imbarazzanti. Poi è vero che anche nel self publishing all'inizio va più avanti chi viene spinto da blog e forum, ma in altri casi grazie al passaparola hanno avuto successo romanzi interessanti e validi, che la pubblicazione tradizionale aveva scartato magari.

Ritratto di Marin

Carissima anonima, posso

Carissima anonima, posso capire la difficoltà di chi  vuole farsi conoscere e non ha le spalle coperte. Ma per un attimo prova a metterti anche nei panni di chi compra e si ritrova nelle mani il nulla nella stragrande maggioranza dei casi.
Questo discorso vale anche per i libri che ci offrono le case editrici sai, non faccio differenze.
Il selfpublishing potrebbe essere sicuramente un ottimo mezzo per presentare il proprio lavoro, ma ormai ce ne sono talmente tanti che diventa un'impresa trovare quello giusto.
L'entusiasmo iniziale di poter avere una grande varietà di scelta, sta scemando tristemente perchè c'è poco, veramente poco e i soldi non si buttano via nemmeno se sono pochissimi centesimi.
Ho letto in un articolo, che se gli scrittori esordienti non riescono ad emergere non è colpa delle librerie o degli editori, ma del lettore che non dà fiducia al nuovo che si propone e che sceglie lettura spazzatura.
E il lettore che conserva  intatta l'intelligenza viene esortato a fidarsi delle piccole case editrici ( non viene menzionato il selfpublishing, ma per me anche l'autopubblicazione è la propria piccola personale casa editrice).
Chi non lo fa  ha qualche perdita di intelligenza e gode a sguazzare nella spazzatura allora?
Se compro sbaglio, se non compro sbaglio...
Difficile decisione ... sono solo una casalinga e forse non ho la cultura e la preparazione giusta per capire il vero talento.
 

Ritratto di Bluefly

Cara Marin, mi trovo in

Cara Marin, mi trovo in sintonia con le tue riflessioni. Vi sono alcuni autori eccellenti che hanno cominciato con l'autopubblicazione, senza la quale probabilmente non avremmo mai conosciuto il loro talento. Ma sono, ovviamente, una minoranza. Sto parlando di scrittori e scrittrici di lingua inglese, in quanto sono esterofila, almeno per quanto riguarda letteratura, cinema e serie tv. Anche altro ma lasciamo stare. Per le sgrammaticature e il resto, basterebbe prendere in mano qualche manuale di scrittura per capire dove mettere la punteggiatura, ma pare che per alcuni aspiranti scrittori questo sia uno sforzo eccessivo (lo dico con cognizione di causa perché troppo spesso, per lavoro, devo correggere mostruosità e non faccio l'editor). Ma il self publishing è un'arena democratica, dove senza spintarelle da parte di editori o di politici vince chi vale. Quindi ben venga. Non sempre arrivano in libreria i lavori degli scrittori più validi, spesso a scegliere sono o sono stati altri parametri non meritocratici. Inoltre, l'Italia è un Paese con dei lettori tradizionalisti. La letteratura di genere è ghettizzata e poco pubblicata. L'autopubblicazione può dare forse un po' di ossigeno e magari una spinta in più.

Ritratto di Marin

Purtroppo la mia capacità di

Purtroppo la mia capacità di leggere in inglese è molto limitta, ci riesco molto meglio in spagnolo ma non ho mai cercato autopubblicazioni di questo tipo. Sono d'accordo cara Bluefly quando dici che potrebbe essere una boccata di ossigeno per invogliare le persone a leggere, ma onestamente anch'io che vivo di libri, inizio a stancarmi. Il selfpublishing che ho preso in mano ieri mi ha dato l'ennesima conferma : a puntate (almeno scrivessero che è una trilogia), trama d'amore e paranormale e firmato da un nome straniero... O la traduttrice aveva bevuto un bicchierino di grappa o era la Cozzolina in incognito.
Quello che mi chiedo è se vale la pena di continuare a buttare via soldini, che anche se pochi sono sempre soldi.
E lo stesso vale per i libri delle CE.

Ritratto di Bluefly

E' vero, spendere anche pochi

E' vero, spendere anche pochi soldi per libri scritti male, soprattuto per forti lettori, non è mai davvero poco.Mi viene sempre in mente l'esperimento letterario di uno scrittore spagnolo, ora famoso a livello internazionale, Manel Loureiro. Avvocato di professione, per divertirsi aprì un blog dove periodicamente inseriva dei capitoli di un romanzo in divenire, sugli zombie. I post erano così ben scritti, divertenti e insoliti che attirarono moltissimi lettori e infine l'attenzione di una CE, che lo pubblicò. I suoi post erano gratis. Forse se scrivessi un libro autopubblicato, lo farei gratuito. Poi, se una CE avesse la bontà di pubblicarlo, allora sarebbe un'altra storia.

Ritratto di Daisy d

Condivido in parte questo

Condivido in parte questo giudizio sul selfpublishing perché è vero che alcuni libri sembrano "scopiazzati" o una brutta copia di altri già letti e riletti ma lo stesso si può dire anche di alcuni libri che si comprano in libreria ma che però costano MOLTO di più.
Scegliere tra le tante proposte di lettura ogni mese o settimana è molto difficile e quindi una si deve destreggiare tra gli scaffali delle librerie e gli scaffali virtuali.....non nego che ultimamente (ho il kindle da pochissimo) allettata dai prezzi ho scelto di privilegiare letture di selfpublising .....finora mi è andata abbastanza bene vedremo per il futuro.

Ritratto di Marin

Che l'autore si chiami

Che l'autore si chiami Bartolomea Cozzolina ( nome inventato) o che  vanti un cognome famoso, se ha scritto male o ha scopiazzato in giro, il mio parere non cambia cara Daisy.  Nemmeno se il libro costa 1 centesimo o me lo regalano.
Di sicuro quando ci viene proposto un nome nuovo è tutta un'incognita, ma se c'è la qualità, anche se ancora grezza e acerba, la senti ... eccome se la senti.
 

Ritratto di Daisy d

La qualità si sente dalle

La qualità si sente dalle prime righe anzi dalle prime parole di un libro, hai perfettamente ragione. Quello che però volevo dire io è che la critica che hai rivolto al selfpublishing la si potrebbe girare tranquillamente anche alle case editrici che pubblicano libri a oltranza con storie che molto spesso sembrano uguali tra loro ma che prima di arrivare a noi lettrici hanno avuto un percorso completamente diverso rispetto a chi pubblica i suoi romanzi da solo senza passare attraverso persone che dovrebbero, penso, come minimo correggere la traduzione o il testo almeno a livello di grammatica ......ma non sempre è così.
Quando parlo del costo di un libro parlo da acquirente che deve scegliere ogni mese cosa comprare visto che non posso prendere tutto quello che mi piacerebbe e quindi se mi trovo tra le mani una storia scadente ma ho speso 1,00 euro ci rimango male ma se ho speso 10/15,00 ....la cosa mi infastidisce notevolmente di più e credimi di libri ciofeca comprati in libreria ne ho trovati parecchi nella mia vita di lettrice! Con questo non voglio dire che il selfpublishing a priori sia sempre bello o talentuoso penso solo che visto l'impegno che molti nuovi autori mettono nelle loro opere meriterebbero un po' di indulgenza in più rispetto ai libri pubblicati dalle case editrici, questo però e solo il mio parere.....non arrabbiarti....;-)))

Ritratto di Marin

Arrabbiarmi Daisy, scherzi???

Arrabbiarmi Daisy, scherzi??? Mi trovi perfettamente d'accordo con te quando dici che la critica andrebbe fatta anche alle CE e con più severità secondo me perchè di mezzi ne hanno molti di più per trovare le cose migliori.  E non sempre passare per dei filtri dà la garanzia di una buona lettura. 
Nel selfpublishing non c'è nessun tipo di regola però.
E' vero, butto via poco se il libro è proprio una ciofeca, si deve essere indulgenti e avere pazienza perchè nessuno nasce "imparato ... ma resto del parere che c'è molta pochezza in giro.  E tante volte anche nei nomi famosi, italiani e stranieri
Il coltello dalla parte del manico lo abbiamo sempre e comunque noi lettrici scegliendo cosa acquistare e cosa rifiutare.

 

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