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Non c'è niente che non va, almeno credo/The Opposite of Maybe
Non c'è niente che non va, almeno credo/The Opposite of Maybe
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Recensito da

Admin
Autore: 
Maddie Dawson
Edito in Italia da: 
Giunti, settembre 2014
Formato: 
rilegato
Traduzione: 
Roberta Zuppet
Prima edizione: 
aprile 2014 by Broadway Books
Genere: 
women's fiction
Ambientazione: 
USA, contemporanea
Livello di sensualità: 
warm/caldo
Voto/Rating: 
7/10

Recensione by Samy

Connecticut, giorni nostri. Lei è Rosie, ha 44 anni, tiene corsi d'inglese per adulti e ha una nonna alla quale è legatissima. Lui è Jonathan, ha 45 anni e, dopo un appagante passato da vasaio, ha iniziato per necessità a lavorare in una fabbrica di ceramiche e a dedicarsi, solo per hobby, alla collezione di tazze da tè antiche. Rosie e Jonathan stanno insieme da quindici anni ma, a differenza dei loro amici, non hanno mai sentito il desiderio di sposarsi e nemmeno quello di avere dei figli. Vivono in una casa che sembra arredata da due studenti universitari e tutto sommato è la loro stessa vita di coppia ad apparire un po' stravagante. All'improvviso, quella che sembra una relazione piuttosto fuori dal comune ma comunque ben consolidata, subisce una scossa, perché a Jonathan viene proposto di partecipare alla fondazione di un museo a San Diego (California). Come reagisce Jonathan all'idea di trasferirsi sull'altra sponda dell'oceano per svolgere un'occupazione ai suoi occhi assai appagante? Con enorme e immediato entusiasmo. Tanto che, spinto dall'euforia del momento, finisce per fare qualcosa che non aveva mai fatto: chiede a Rosie di sposarlo. Di sposarlo e poi seguirlo in California, dove (secondo lui) la sua compagna non avrà difficoltà a trovare una nuova collocazione come insegnante. Ma come reagirà, invece, Rosie di fronte all'ipotesi di sposarsi e poi trasferirsi in un altro paese? Come reagirà, soprattutto, all'ipotesi di separarsi da sua nonna Soapie, peraltro sempre più anziana e bisognosa di cure? Ecco, da questo momento in poi Rosie si troverà a dover prendere delle scelte e, soprattutto, a decidere quale corso far prendere alla sua vita.

Direi innanzitutto che al personaggio di Rosie mi sono proprio affezionata. Ho trovato convincente tutta la descrizione del suo improvviso e crescente trambusto interiore e plausibile (forse anche tenera) la sua intenzione di rimettere in sesto la sua vita senza lasciare troppi cocci attorno a sé. Nel descrivere il personaggio di Rosie, l'autrice, secondo me, è stata assai brava nel presentarci all'inizio del romanzo una donna convinta di essere sull'orlo della menopausa e più in generale - questo, secondo me, il dettaglio importante - a un passo da quella che potrei definire la modalità mentale "Game Over" e nel consegnarci poi, alla fine del libro, una donna che ha riconquistato la sua vitalità. Per intenderci: la Rosie delle prime pagine, per quanto vagamente insoddisfatta della sua vita e desiderosa di più romanticismo all'interno del suo rapporto di coppia, sembra quasi una donna rassegnata al corso degli eventi. Una donna che ha smesso di aspettarsi grandi miglioramenti. La Rosie finale, invece, sarà una donna tornata alla gioia di vivere.
Ben descritto nel corso di tutto il romanzo è anche, secondo me, il personaggio di Jonathan. Anche lui, come Rosie, non è felice. Si sente insoddisfatto ma, a differenza della sua compagna, tende a incolpare l'età. A 45 anni appena compiuti, Jonathan si sente vecchio: lo dichiara scherzando davanti ai suoi amici, nel giorno del suo compleanno, ma sotto sotto è proprio così. Jonathan pensa davvero di essere entrato nella fase calante della sua vita. E invece si sbaglia perché anche per lui, come per la sua compagna, la vita tornerà a dargli un'opportunità.
Davvero spassosa, poi, Soapie, la nonna di Rosie, o per meglio dire colei che ha cresciuto la nipote al posto della figlia (Rosie è infatti orfana di entrambi i genitori). A 88 anni, Soapie si presenta come una vecchietta arzilla, arguta, anticonformista e capace come nessun altro di aiutare Rosie a guardare dentro di sé e capire quale sia l'unica e fondamentale scelta da prendere. La più difficile ma anche la più determinante.

Infine ho apprezzato molto Tony, il giovane accorto e adorabile giardiniere-badante di Soapie. Un uomo che, pur avendo un matrimonio naufragato e un figlio che vorrebbe vedere assai più spesso, non ha perso la sua vitalità e sembra intenzionato a non farla perdere nemmeno a chi lo circonda.
In generale "Non c'è niente che non va, almeno credo" è un romanzo che mi è piaciuto. La storia di Rosie, nel suo essere la storia di una donna che riconquista (o conquista per la prima volta?) la sua vitalità, ricorda a tutti quanto sia sempre possibile cambiare rotta. Il punto è proprio questo: a volte ci sembra che la nostra esistenza sia destinata a proseguire secondo i medesimi schemi o addirittura a entrare metaforicamente in "menopausa" - ossia in una fase destinata a non generare e a non regalarci più alcuna opportunità  - e invece la verità è che certi meccanismi, per quanto consolidati, possono sempre essere azzerati e reimpostati in maniera diversa. Sta soltanto a noi non spaventarci di fronte all'ipotesi di un cambiamento e trovare il coraggio per rimescolare le carte in tavola.  

Qual è, invece, un punto debole di questo romanzo? Per me che l'ho letto nella sua versione italiana, direi la traduzione, in certi punti un po' farraginosa. Peccato anche, a mio avviso, per la scelta del titolo ("Non c'è niente che non va, almeno credo"), intrigante ma diverso da quello originario ("The Opposite of Maybe"). A romanzo letto devo confessare che un titolo più fedele a quello originario (per esempio "Il contrario di ogni pronostico"  o "Il contrario di ogni probabilità") mi sarebbe piaciuto di più, perché avrebbe contribuito a mantenere il giusto risalto al messaggio del romanzo. Il giusto risalto dato al rapporto spesso sorprendente fra ciò che reputiamo probabile e ciò che finisce per accadere nella realtà.
Quanto alla storia in sé, l'ho trovata coinvolgente ma non proprio dalle prime pagine. Direi che ho iniziato ad appassionarmi dopo i primi capitoli. Ma, lo ripeto, ad appassionarmi parecchio. Perciò, in generale, è un romanzo che consiglio.
 

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Commenti

Ritratto di Marin

Ho iniziato questo libro ma

Ho iniziato questo libro ma sono andata avanti a salti perchè non mi ha preso molto.
La trama avrebbe potuto anche essere interessante ma non riesce, almeno per me cara Samy, ad "acchiappare". 
I personaggi non li ho amati molto, mi sono sembrati due eterni bambinoni che non hanno mai  preso in considerazione l'idea di diventare grandi.
L'unica che si salva un poco è la nonna, ma è veramente troppo poco per vivacizzare una storia abbastanza piatta e disordinata.

 

Ritratto di Samy

Ciao, Marin! Scusa se ti

Ciao, Marin!
Scusa se ti rispondo solo ora, ma nei giorni scorsi ho avuto problemi con la connessione a internet.

In effetti la prima parte del libro è meno coinvolgente e anche io, all'inizio, avevo pensato che questo fosse un punto debole del romanzo. Poi però, andando avanti nella lettura e cominciando a rimanere sempre più coinvolta, ho cambiato idea. Ho iniziato a supporre che l'andamento iniziale, palesemente fiacco, fosse in qualche modo lo specchio dei personaggi, lo specchio della loro relazione diventata piatta. Fosse, cioè, qualcosa di voluto e non una pecca dell'autrice. 

Il tuo commento, però, mi fa sorgere una domanda (interessante): ammesso che sia stato tutto voluto, ammesso che sia stata proprio l'autrice a volerci prima far "annoiare" e poi "risvegliare" insieme ai suoi personaggi... non avrà per caso esagerato nel rendere fiacche le prime pagine? In effetti, sono proprio quelle le pagine cruciali, quelle che possono indurre chi legge a mollare e orientarsi direttamente su un altro libro. 

Che dire.. sarei curiosa di sentire altri pareri ;)

Un abbraccio

Samy

 

 

 

 

 

 

Ritratto di Marin

E' un bel rischio però Samy

E' un bel rischio però Samy quello di iniziare volutamente in maniera noiosa e piatta un romanzo. C'è il rischio come è stato per me che si molli dopo qualche capitolo per eccesso di sbadigli.
Leggo di tutto è vero, ma mi piacciono le letture adrenaliniche sotto ogni punto di vista.
Qui a volte mi veniva la tentazione di mettere in fila su una mensola tutte le tazze e romperle con la fionda per vivacizzare un poco...

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