Per prima cosa complimenti a maet per la recensione, che ho trovato molto ben fatta e molto utile per comprendere il tipo di serie che è True Blood.
Personalmente confesso che tutta questa tematica della discriminazione, di cui tanti  (se non tutti) dicono True Blood sia una metafora, a me sa tanto di pretestuoso tentativo atto a nobilitare un prodotto in extremis.
Io ho guardato sia la prima sia la seconda stagione in lingua originale e ciò che ho visto è stata una serie urban fantasy di pura evasione/intrattenimento. Non mi è mai sembrato di assistere ad un'allegorica riflessione sulla società americana (e se True Blood è davvero questo, allora mi domando come andrebbero definiti I Simpson...).
A parer mio, i vampiri di True Blood sono dei veri vampiri nella loro resa, perché tutti (chi più chi meno) si misurano con quelle che ritengo siano le autetiche caratteristiche del vampiro. Certo sono grotteschi e kitsch, come l'intera serie è grottesca e kitsch. Concordo pienamente con le osservazioni di maet riguardo la recitazione degli attori, la sceneggiatura e la caratterizzazione dei personaggi: d'accordo che a Bon Temps non ci sono geni (Lafayette escluso), ma l'idiozia palese di tante scelte e situazioni diventa surreale (altro che vampiri e mutaforma!).
In generale io mi sono divertita a seguire questa serie: tutti i suoi oggettivi difetti non hanno mai (o almeno: ancora) finito col risultarmi insopportabili ed ogni episodio mi lasciava sempre con la curiosità di proseguire con la visione.

Un caro saluto!
Lener