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RECENSIONE  I DESIDERI DI UNA CORTIGIANA (Tempt the Devil) di Anna Campbell

Prima edizione: 2009 by Avon Books

Edito in Italia da: Mondadori, I Romanzi  Passione no.37, luglio 2010

Ambientazione: Inghilterra 1826

Livello di sensualità: hot (bollente)

Voto/rating: 7/10


Julian Southwood conte di Erith  è bello, ricco e famigerato. Ha spezzato cuori e sedotto donne per mezza Europa senza rimorsi. E’ un uomo abituato ad avere ciò che vuole, quando vuole. E quello che vuole, tornato in patria dopo un’assenza di quindici anni, è la cortigiana più desiderata del paese, Olivia Raines.
Olivia dal canto suo, ha lavorato sodo per costruirsi la reputazione di migliore cortigiana in circolazione: è affascinante, sofisticata, intelligente e spietata. E’ lei a decidere chi accettare come cliente, a dettare le condizioni e soprattutto a decidere la durata della relazione. Olivia lascia sempre, non viene mai lasciata. Olivia ha tutti gli uomini ai suoi piedi e crede che anche con Erith sarà così, in modo da poter concludere in gloria una carriera che oramai le pesa moltissimo. Ma Julian, scoprirà ben presto, non è affatto malleabile e non desidera semplicemente le  sue abili tecniche e le sue accurate recite, bensì ambisce a condividere con lei il piacere. Spaventata e scossa, Olivia farà di tutto per mantenere il controllo su quel rapporto e per dominare Julian, ma la determinazione di questi sarà più forte, tanto che alla fine scoprirà una parte di sé stessa che nemmeno sospettava, così come accadrà a Erith, che rimarrà impigliato nella sua stessa rete e dovrà anch’egli soccombere. Lei scoprirà la passione, lui scoprirà il sentimento.

Per una volta tanto il titolo italiano è più azzeccato di quello originale e va al nocciolo della questione: i desideri di una cortigiana. Quali sarebbero detti desideri e perché dovrebbero interessare a qualcuno? Le cortigiane, tariffe e benefit a parte, non avevano desideri da esporre ai loro clienti dato che il lavoro delle prostitute, di basso o alto bordo, era ed è quello di accontentare le voglie di chi sollecita i loro servizi, perciò parlare di desideri di una cortigiana è una contraddizione in termini. Lo è ancor di più considerato il protagonista maschile del romanzo: alfa all’ennesima potenza, prepotente, egoista, arrogante ed egocentrico. Un uomo che ha abbandonato i figli per quindici anni e che invece di passare del tempo con la figlia che sta per sposarsi e ricucire un rapporto, è sempre in fregola e ha in testa solo una professionista del sesso appena conosciuta. Ebbene, la Campbell ci vorrebbe far credere che questo modello di delicatezza e sensibilità, questo padre esemplare, che ha modi violenti anche a letto e fa solo ciò che più gli aggrada, si dedichi alla santa missione di far godere una sgualdrina frigida. Solo un uomo che ami profondamente o che rispetti moltissimo una donna perde tempo nell’assicurarsi che lei si apra, impari a conoscere e accetti il piacere. Non un uomo che le donne se le compra e che si è sempre disinteressato a cosa avessero nel cervello o nel cuore. Agli uomini non importa se le prostitute siano soddisfatte,  solo che soddisfino loro e al limite fingano un’ estasi inesistente. D’altronde, buona parte di chi esercita questo mestiere è affetto perlomeno da anorgasmia, e ciò era risaputo allora come oggi. Quindi, è piuttosto assurdo che un tale personaggio e in un tale contesto storico e sociale, pretenda  l’orgasmo dalla povera Olivia. Inoltre quella di far godere una prostituta  è un’antica e radicata fantasia maschile: solo l’uomo più virile di tutti può riuscire in un’impresa simile; non per amore della prostituta è chiaro, ma per puro orgoglio e vanità. Dunque mi chiedo: che senso ha questa trama per un romance? Alle lettrici donne che importa di questa fantasia maschile? E come fanno ad identificarsi gradevolmente con una cortigiana o con un uomo di tal fatta? Ma più che altro, qual è il problema di Anna Campbell con il sesso a pagamento? Perché ce lo deve rifilare in ogni modo? E’ un’ossessione personale o lo fa per scandalizzare e vendere? Ancora non l’ho compreso. Apprezzo quest’autrice perché scrive molto bene ed è dotata per le scene hot, però onestamente questo libro non mi ha convinta. Olivia è un’eroina ben delineata anche se scontata e traboccante di clichees, tutti evidenti, (ben lontana dalla Francesca della Chase o dalla Coco della Ivory) e Julian, nonostante abbia dei bei momenti, rimane un immaturo vanaglorioso che non vede gli altri per ciò che sono ma per quello che gli fa comodo. Però, appunto, la Campbell è una brava scrittrice e sa quali corde muovere e quando muoverle; alla fine la lettura si rivela piacevole e decisamente superiore a tante altre. Però non mi ha coinvolta. Il libro precedente pubblicato in Italia era a mio avviso più riuscito e anche più sincero.

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