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Ciao Julie, ho letto con

Ciao Julie, ho letto con attenzione il tuo estratto e purtroppo, a differenza delle ragazze che hanno già commentato, devo dirti che non sono d'accordo con loro.
Le due scene che descrivi, quella di lei che scopre il cadavere della donna, e quella dell'incontro con lui, sarebbero state molto interessanti se tu avessi fatto più attenzione a tantissime cose. Mi spiego meglio: ho trovato molti errori, alcuni sono banali e quindi di poco conto, ma altri sono decisamente più importanti. Adesso ti riporto alcuni esempi, quelli più "eclatanti", per far sì che tu comprenda meglio ciò che voglio dirti e, nel mio piccolo, aiutarti :):
- il braccio di un cadavere non può "ciondolare" perché questo verbo indica un movimento, per l'esattezza oscillatorio. Un cadavere è rigido, perciò il braccio deve essere fermo, immobile. Quindi il braccio sarà proteso, teso, disteso ecc. verso il pavimento.
- l'odore del sangue non può essere "acre", ma magari sarà penetrante o sinonimi. Acre è il fumo.
- tu scrivi che "Anna si avvicinò al letto e trattenne il respiro di fronte all’odore acre del sangue chiedendosi come, quello fuoriuscito dallo sfregio, potesse produrre un simile effetto."Pensi davvero che una ragazza, davanti a un cadavere ridotto in quelle condizioni, si ponga una domanda del genere? Uhm, io non credo...
- Subito dopo scrivi "Si mosse di un passo e solo allora sentì dell’acqua presente sotto i suoi piedi. Abbassò lo sguardo e represse un urlo non appena si rese conto di posare le sue estremità su una pozza di sangue." Se scrivi "acqua" allora non è "sangue", l'acqua è acqua e il sangue è sangue. L'acqua è specifico. Avresti dovuto usare un termine più generale, che ne so... ad esempio "liquido".
- Sempre tu scrivi "Un urlo colmo di ripugnanza salì lungo la gola e sfociò dalle sue labbra per gridare il suo orrore." sfociò è bruttino, non è un fiume.
- termini come "dapprima" e "dabbasso" sono bruttini, a mio parere, perché li percepisco antiquati.
- "Il ricovero era di dimensioni ridotte..." non è un ospedale.
- "In un angolo era deposta della paglia... " la paglia non è una salma o una corona di fiori che si depongono.
- "Con calma riprese a carezzare le sue braccia per finire di eliminare le tracce di sporco accumulato in tanti giorni di marcia" quel "eliminare le tracce di sporco" perdonami, ma mi fa pensare al Mastrolindo :D
- "Al lieve chiarore riuscì infine a intravedere solo uno scorcio del lato sinistro di colui che... " perché scrivi scorcio? Il suo volto non è un paesaggio.
- "un ovale perfetto nel quale trovavano finalmente adeguata disposizione le lunghe ciglia" e finora, questa poveretta, dove aveva avuto le ciglia? Oltre al fatto che la struttura della frase suona male.
- "Anna sapeva di non poter più sfuggire all’ira repressa che leggeva negli occhi di colui al quale per primo aveva bramato celare la sua vera natura." questa frase è un panegirico inutile e contorto.
Capisci, Julie? Questi sono soltanto gli esempi più eclatanti. Poi ci sono errori di punteggiatura e di struttura dei periodi. Dovresti imparare, secondo me, a semplificare al massimo. Sfronda, taglia e pota più che puoi, cerca di rendere la scrittura fluida. Il lettore non deve impappinarsi ogni 3x2, ma i suoi occhi devono scorrere sulle parole con scioltezza. Il linguaggio deve essere semplice, usare vocaboli complicati e troppo tecnici non è sinonimo di bravura nello scrivere, anzi. La bravura di uno scrittore è quella di arrivare a tutti, di farsi capire.
Quando scrivi rileggi ad alta voce, impara ad ascoltare anche la musicalità delle parole quando sono una di seguito all'altra. Vai anche a "suono" :D
Scusami se sono sembrata, a te e alle altre ragazze, una rompiballe, puntigliosa, ma se ti dico questo è perché io ci sono passata per prima. La mia editor "personale", alla quale un giorno farò un monumento, mi ha insegnato a essere molto critica, soprattutto con me stessa. Sapessi quanti sfondoni ho scritto e continuo a scrivere tuttora hihihihi :D Lei mi sta aiutando a migliorare, ma devo ancora imparare molto... Comunque, se prima sorvolavo su tante cose, sia nei miei scritti che in quelli degli altri, oggi non più, sono più critica perché è solo in questo modo che si cresce come autori.
Io sono convinta che i salamelecchi servano a poco, fanno bene allo spirito certo, ma ciò che più aiuta sono le valutazioni costruttive. Io, nel mio piccolo, spero di esserci riuscita con te e con tutte le altre ragazze che sognano di scrivere e di arrivare un giorno alla pubblicazione.
La marcia ce l'hai, devi solo saperla usare meglio senza "grattare" :).
Un bacio!
 
Sonia

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