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Giovedì, 24 giugno, 2010 - 00:00
naan

Untitled

 ROMANCE PARK

Benvenute a Romance Park, il luogo dove ogni scrittrice ha la possibilità di presentare i propri lavori al pubblico!


L'estratto di questa settimana si intitola "VELENI E MISTERI", e il nick della sua autrice è JULIE FRANCES. ATTENZIONE, si tratta di nomi di fantasia, che usiamo solo per distinguere i vari estratti tra di loro: il nome dell'autrice non è questo, ed il titolo finale del libro sarà diverso.

Vi ricordiamo le REGOLE DI ROMANCE PARK ( potrete trovare maggiori dettagli qui: http://romancebooks.splinder.com/post/20213710 ) :
-- sia le lettrici che le bloggers potranno votare l'estratto con un punteggio da 1 a 10, e naturalmente commentarlo;
-- se la scrittrice lo desidera (non è obbligatorio), può rispondere ai commenti e alle domande – ma lo farà sempre usando il nick;
-- tra una settimana esatta, chiuderemo il sondaggio, e la scrittrice scoprirà che voto le è stato dato dal pubblico.
-- IMPORTANTE: la scrittrice non rivelerà la propria identità a nessuno, né prima, né durante, né dopo il sondaggio. Le bloggers che hanno collaborato con lei alla preparazione del post (cioè Naan e MarchRose) faranno altrettanto, sia nei confronti delle altre bloggers che delle lettrici, e per correttezza si asterranno dal commentare.

 

VELENI E MISTERI
di Julie Frances
Tutti i diritti letterari di quest’opera sono di esclusiva proprietà dell’autore.

 

1527 - Mossa dal desiderio di scoprire chi ha ucciso suo fratello, Anna decide di partire da Forlì per raggiungere Roma, travestendosi da ragazzo e unendosi a un gruppo di cavalieri. Il capo del drappello è il Rosso, un mercenario spietato, privo di cuore ma terribilmente affascinante. In più l’orecchino che reca sul lobo sinistro alla maniera dei saraceni, amplifica il mistero che aleggia sul suo passato. Ben presto Anna scopre che l’uomo ha più nemici che amici e che quei pochi, solo per averlo appoggiato, rischiano di venire uccisi da chi vuole fermare a ogni costo il signore di Collalto.


Scrutò sgomenta le espressioni crucciate dei due uomini poi li superò ed entrò nella camera privata di Bortolo. Il Rosso era accanto al letto e fissava la donna in silenzio, senza espressione.
Lentamente lei spostò lo sguardo dall’uomo e rimase con occhi sbarrati dall’orrore a osservare la raccapricciante scena.
La moglie di Bortolo aveva circa venti anni. I suoi capelli biondi erano sparpagliati sul guanciale e i suoi occhi verdi ormai vitrei. Il suo corpo era riverso in modo scomposto sul letto e qualcuno aveva avuto la delicatezza di ricoprirlo con una coperta.
Quello che una volta era stato il viso di una bellissima fanciulla era stato deturpato da un taglio che partiva dalla tempia e scendeva fino alla bocca dischiusa. Il sangue rappreso copriva tutto un lato della faccia fin sul cuscino. Un braccio era elevato sopra la testa mentre l’altro ciondolava verso il pavimento.
Anna si avvicinò al letto e trattenne il respiro di fronte all’odore acre del sangue chiedendosi come, quello fuoriuscito dallo sfregio, potesse produrre un simile effetto.
Si mosse di un passo e solo allora sentì dell’acqua presente sotto i suoi piedi. Abbassò lo sguardo e represse un urlo non appena si rese conto di posare le sue estremità su una pozza di sangue.
Balzò inorridita indietro ma nel movimento trascinò con sé la coperta.
La donna riversa sul letto le apparve nel suo vero stato: la sua veste era alzata fin sopra le cosce. Uno squarcio le era stato praticato al centro del busto e le sue viscere parevano voler uscire dal corpo. Il tessuto dell’abito era del tutto intriso del suo liquido venoso così come le lenzuola.
Un urlo colmo di ripugnanza salì lungo la gola e sfociò dalle sue labbra per gridare il suo orrore. Mon Dieu! N’est pas possible! gemette nella lingua cui era abituata a parlare con sua madre. Un conato di vomito l’assalì e un altro seguì dappresso. Si portò la mano alla gola tentando di ritrovare il respiro mentre tutt’attorno pareva essere divenuto buio.
Corse dabbasso lasciandosi tutti alle spalle e non appena fu all’aperto diede di stomaco finché non fuoruscì la bile. Poi, ancora sconvolta, scoppiò in un pianto isterico.
Violenti colpi di tosse l’investirono mentre un senso di vertigine l’aggrediva fino a costringerla a sostenersi a una staccionata.
Non osava restare in quel luogo e con quegli uomini un istante di più. Aveva bisogno di respirare dell’aria pura e soprattutto di allontanarsi da coloro che vivevano nella più completa tranquillità un’esperienza simile.
Lei no, non si sarebbe mai abituata a situazioni agghiaccianti come quella che si era presentata ai suoi occhi. Era una donna e se fino a quel momento aveva creduto che la sua sicurezza potesse trovare luogo accanto al Rosso e ai suoi fidati, ora era certa che sarebbe rimasta protetta solo lontano da loro e da tutti quelli che volevano morto il signore di Collalto.
Approfittando dell’assenza di tutti i suoi compagni, prese a spalla la sua faretra e l’arco, montò con rapidità sul suo ronzino e senza voltarsi fuggì il più velocemente possibile.
Riprese a gridare al vento il suo ribrezzo e il suo terrore cercando di cancellare la mostruosa scena che si ripresentava implacabile ai suoi occhi.
Le lacrime, che scendevano copiose sulle guance fino a raggiungere le labbra. le impedivano di seguire bene la strada e lasciò che il suo cavallo la conducesse ovunque lo guidasse l’istinto. Qualsiasi luogo sarebbe stato perfetto purché distante da quel posto.
Galoppò per molto tempo fino a notte inoltrata e si fermò solo quando si ritrovò accanto a un fiume: il Tevere.
Smontò dalla cavalcatura e lasciò che il suo fedele compagno di viaggio si abbeverasse.
Nelle vicinanze scorse un fienile abbandonato e vi si addentrò per verificare se poteva trascorrervi la notte. Col solo ausilio della luce lunare, cercò al meglio una torcia da accendere ma si dovette accontentare di due mozziconi di candela.
Il ricovero era di dimensioni ridotte tuttavia faceva proprio al caso suo. Il pavimento era liscio e in un angolo era deposta della paglia che le avrebbe garantito un ottimo giaciglio.
Uscì fuori e si fermò a guardare il cielo ormai spruzzato di stelle tentando di rasserenarsi al silenzio della solitudine.
Il vento soffiava leggero tra i capelli regalandole un sublime piacere che per troppi giorni aveva soffocato calcandosi in testa il vecchio cappello.
Qualche rana gracidava mentre i primi grilli cantavano immersi nel buio, regalando alle tenebre un’aria quasi magica, incontaminata dalla crudeltà del mondo.
La stanchezza della giornata si riversò d’un tratto sulle sue membra assieme alla sozzura che pareva ricoprirle la pelle. Le acque calme del Tevere sembravano richiamarla e senza pensarci due volte si svestì del tutto all’interno del rifugio, portando con sé solo la camicia che appese al basso ramo di un albero.
Adagio entrò in acqua. La corrente conduceva i lievi flutti verso il mare e ogni singolo fiotto pareva accarezzare la sua pelle.
Iniziò a strofinare con energia ogni angolo dell’epidermide cercando di cancellare immaginari schizzi di quel sangue che aveva colmato il talamo dei Celli.
Poi, a poco a poco, si rilassò e chiuse gli occhi per beneficiare di quel momento completamente suo. Le acque del fiume bagnavano silenziose il suo corpo e con calma riprese a carezzare le sue braccia per finire di eliminare le tracce di sporco accumulato in tanti giorni di marcia, regalandosi qualche coccola.
Uscì dall’acqua e rimase seduta sull’erba a osservare le stelle in attesa che il vento leggero asciugasse un poco la sua pelle. Oramai tranquilla, la sua mente iniziò a vagare: cosa era stata la sua vita in quegli ultimi giorni? E come sarebbe stata nel suo prossimo futuro?
Era spaventata dalla prospettiva di imbattersi in uomini crudeli e senza Dio come chi aveva ucciso, privo di remore, Bortolo e sua moglie. Ma non aveva più una famiglia in seno alla quale tornare, sebbene Virginia e Massimo fossero le persone a lei più care.
Sospirò rendendosi conto che purtroppo il dado era tratto. Non poteva tornare indietro. Da giorni aveva fatto la sua scelta e in solitudine avrebbe continuato quel viaggio, nella piena consapevolezza di dover affrontare chiunque si fosse messo tra lei e il raggiungimento del suo scopo. Ormai non aveva alternative.
Seguire il corso del fiume sarebbe stata la sua prossima mossa per arrivare alla città eterna.
Rinfrancata, si decise a rivestirsi della camicia e si diresse verso il vicino rifugio.
Si bloccò irrigidendosi non appena varcata la soglia: la superficie fredda di una spada affilata all'improvviso si posò sulla sua gola.
Alzò le mani in segno di resa, vagando rapidamente con gli occhi in cerca del brigante, senza esito. L’uomo era nascosto nell’angolo più buio della stanzetta.
Facendo pressione con la lama sulla sua pelle, lo sconosciuto la indusse a spostarsi verso le due candele poggiate sulla piccola feritoia che fungeva da finestra.
Al lieve chiarore riuscì infine a intravedere solo uno scorcio del lato sinistro di colui che brandiva la spada: era alto e aveva dei capelli corvini che arrivavano fino alle spalle. I suoi occhi, socchiusi in un’espressione sinistra, erano talmente scuri da non riuscirne a vedere la parte bianca, come se l’inchiostro di un calamaio vi fosse stato riversato per intero.
Chi poteva essere? Un disonesto che sperava di rubarle del denaro o il bracciale che aveva tolto prima di entrare in acqua?
Purtroppo riuscire a scorgerne i tratti in modo più nitido sembrava un’impresa impossibile. D’un colpo tuttavia si ritrovò a trattenere il fiato. Alla scarsa illuminazione qualcosa parve brillare: un anellino che portava al lobo.
Ora tutti i tasselli sembravano avere una più precisa collocazione. Si compiacque con se stesso per aver seguito l’istinto che gli aveva suggerito di mettersi alla caccia di quel giovinetto dagli atteggiamenti equivoci e intriganti.
Non avrebbe più perduto tempo a chiedersi perché quei grandi occhi grigioverdi gli suscitavano una certa inquietudine; non si sarebbe più domandato perché Costanzo aveva la pelle e le labbra delicate come quelle di una fanciulla e ancor più non si sarebbe corrucciato nel vano tentativo di trovare una spiegazione ai dubbi che lo avevano assalito.
Stefano lasciò scivolare il suo sguardo sulla figura che aveva davanti: una donna dai soffici riccioli castani umidi alle punte, l’incarnato niveo e delicato alla vista, un ovale perfetto nel quale trovavano finalmente adeguata disposizione le lunghe ciglia, gli occhi del colore del mare in inverno, il naso minuto e la bocca piccola e ben disegnata che fino a quel momento aveva creduto possedesse un ragazzino.
La camicia, appena inumidita dalla pelle bagnata, si snodava alla perfezione seguendo le curve di un corpo, che appariva morbido e sinuoso, e lasciava nude due gambe tornite.
Nonostante il suo istinto maschile, di fronte a un simile spettacolo, lo conducesse verso lussuriose immagini, una sordida rabbia gli montò in corpo costringendolo a tornare con la mente alla scelleratezza e all’avventatezza che aveva dimostrato quella fanciulla.
Farsi passare per un ragazzino! Nessuno si era mai permesso di prendersi gioco del Rosso, men che meno lo avrebbe concesso a una donna. Era giunto il momento di tirare giù la maschera.
Si avvicinò minaccioso uscendo dalla semioscurità per lasciarsi identificare e attese in silenzio che l’altra parlasse, compiaciuto nel vederla impallidire e tremare vistosamente.
La tensione che si respirava nel silenzio della notte si poteva tagliare con un coltello.
Anna sapeva di non poter più sfuggire all’ira repressa che leggeva negli occhi di colui al quale per primo aveva bramato celare la sua vera natura. La pressione del ferro sulla sua gola l’aveva spinta il più possibile vicino all’aureola di luce creata dai mozziconi di cera accesi e le sue spalle avevano ormai toccato il muro. Non aveva scampo.
L’uomo aveva occhi attenti e vigili a ogni suo minimo movimento. Un angolo della bella bocca era arcuato in un ghigno che lasciava trasparire la soddisfazione di fronte alla sua impotenza, come un leone che pregusti la carne dilaniata di un agnello.
“Quale inaspettata sorpresa mi è toccata!”esclamò con una voce tanto profonda da procurarle un’ondata di brividi di paura lungo la schiena “Spero davvero che non ricorriate ancora nella menzogna pur essendo stata scoperta. Non ve lo consiglio.”
La freddezza e la durezza della sua voce la impietrirono. Era un avviso e Anna non riuscì a non abbassare la testa di fronte alla propria sconfitta.


RISULTATO DEL SONDAGGIO  :   7,65 /10 

 

ROMANCE PARK - JULIE FRANCES
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Commenti

@ LorettaNonostante il "duro

@ Loretta
Nonostante il "duro colpo", mi ha fatto piacere sapere il parere anche di un addetto ai lavori. Mi ritengo davvero fortunata che lei abbia letto questo estratto. Cosa dire? Non mi resta che rimboccarmi le maniche e rivedere tutto. Come ho già precisato in alcuni post sopra, terrò bene a mente tutti i vari consigli ricevuti e ancor di più il suo. Di certo cercherò di rendere più fluido tutto il romanzo, senza troppi arzigogoli. Mi sento un po' come a scuola dove un brutto voto si doveva recuperare con una buonissima interrogazione successiva. Studierò e, se Dio vorrà, forse un giorno riuscirò a rendere ottima questa mia creatura fino ad arrivare alla pubblicazione (sognare non costa nulla). In tal caso approfitterò dell'invito di Naan e di Marchrose, avendo la piena soddisfazione di dire che Isn't romantic e le sue lettrici mi hanno davvero aiutata a migliorarmi. Un saluto e grazie ancora.
Julie

@julie:Mi presento: mi chiamo

@julie:

Mi presento: mi chiamo Loretta, sono di Milano e di professione svolgo servizio di editing per una grande e affermata casa editrice( senza fare nomi)
Ho letto l'estratto e non posso far altro che associarmi pienamente a Raffaella, ma soprattutto a Sonia.
Non mi dilungo a spiegare nel dettaglio ciò che non mi è piaciuto.Questo l'ha fatto egregiamente Sonia.
Esprimo solo un mio disinteressato giudizio: trama discreta, scritta in modo assolutamente "scandaloso". Ripeto: tutto è descritto con estrema chiarezza sul post di Sonia.
Per concludere il mio voto è:  4

saluti
Loretta  

@ Julie:sì, il romance park è

@ Julie:

sì, il romance park è esattamente questo: un mezzo per l'autrice per sondare la reazione del pubblico al suo lavoro. Una reazione onesta, oggettiva e sincera per definizione, perchè nessuno sa chi lei sia 
E' anche un mezzo, naturalmente, perchè le lettrici possano dire la loro e provare a giudicare un romanzo in modo un po' più completo del solito " mi piace" o " non mi piace". Un'autrice vuole sapere precisamente il perchè il suo lavoro piace oppure no!

E se poi l'autrice riesce a pubblicare... noi siamo qui, pronte a offrirle uno spazio per parlare del suo libro, come diceva Naan prima. A quel punto potrà dire finalmente chi è, e scoprire le carte!

@Julieti rispondo

@Julie
ti rispondo rapidamente...  ci sono dei periodi nel quale il soggetto è in mezzo alla frase, altri periodi lunghi e molto elaborati che hanno richiesto un'attenzione maggiore per seguire l'evolversi della scena.  Il cambiamento del punto di vista è stato improvviso, e anche lì ho dovuto rileggere.
Spero di esserti stata utile
Ciao
Cris

Ciao Julie.Ho letto il tuo

Ciao Julie.

Ho letto il tuo estratto proprio ora. Che dire? Non posso che dare pienamente ragione a Sonia.
Con tutta franchezza, certi termini che usi, non fanno altro che appesantire il tutto.
L'abilità di uno scrittore/scrittrice, secondo me, sta proprio nel fatto di rendere la lettura quanto più semplice e scorrevole possibile. Se questa prerogativa viene meno, allora il libro diventa una "mattone" e perde di "leggibilità".
Una storia può anche essere la più bella e intrigante del mondo, però, per aver successo e raggiungere il maggior numero di persone, ha bisogno di terminologia e scorrevolezza alla portata di tutti e non solo di pochi "eletti", amanti di un determinato genere letterario.
Per concludere il mio modesto intervento, voglio dire a julie, che la carriera di scrittrice/scrittore( ammesso che interessi come professione e non per diletto) è dura e difficile. Ne è la conferma il fatto, che le grandi case editrici, scartano la maggioranza dei manoscritti.

In bocca al lupo!!

Raffaella

Bè, Julie, quando i dibattiti

Bè, Julie, quando i dibattiti sono costruttivi, civili ed educati... ben vengano :D Ognuna di noi ha esposto semplicemente le proprie idee, non ci siamo prese per i capelli XD ci mancherebbe.
Lieta che, chi in un modo chi in un altro, ti siamo state utili :D
Un bacio!
Sonia

Grazie ancora per quanto mi

Grazie ancora per quanto mi avete espresso ribadendo i diversi punti di vista. Ne è nato quasi un dibattito che non era mia intenzione creare quando ho risposto a Sonia. Tuttavia, come ho appena detto, rimarco l'utilità delle vostre impressioni.
@ Cris -Chiaromattino
Poichè a me sembra tutto piuttosto chiaro, se possibile,mi farebbe piacere che tu mi dicessi quali sono i punti che ti hanno costretta a tornare indietro nella lettura.
Chiedo perdono se sto seccando le lettrici,ma è la prima volta che faccio leggere un mio estratto a qualcuno che non sia la solita amica che ti fa i complimenti e basta. Vorrei approfittare di questo spazio (siccome credo che il Romance Park sia nato proprio per far ciò), per scoprire diversi aspetti da variare. Non escludo che la struttura "complicata" sia ritrovabile in altri punti del mio romanzo e quindi vorrei poter porre rimedio. Non so se mi sono spiegata. Grazie infinite a tutte.
Julie

@Soniama io sono

@Sonia

ma io sono perfettamente d'accordo con te (forse anche io mi sono espressa male)...la lingua ha bisogno di regole ferree senza dubbio...ma bisogna essere anche bravi da saperle sovvertire creando qualcosa di diverso e lo si può fare solo osando......E' anche vero però che io non sono una scrittrice e che fortunatamente per me non ho mai avuto a che fare con un editor: sicuramente mi avrebbe bacchettato terribilmente!

Per il resto approvo in pieno la tua politica di esprimere le critiche in modo diretto...incensare qualcuno non fa mai bene a nessuno!

un saluto

vale77

XD Scusate, ho dimenticato di

XD Scusate, ho dimenticato di firmarmi!
Sonia

Ciao, Julie! Sono contenta di

Ciao, Julie! Sono contenta di esserti stata d'aiuto :) Ho capito il perché di alcune tue scelte e, anche se non le condivido, le rispetto poiché ognuna di noi ha il suo modo di scrivere, come é giusto che sia.
Per quanto riguarda il termine "deporre", sí certo che si puó usare, ma a me personalmente non piace in quel contesto perché appunto lo associo mentalmente a qualcosa di funereo, tutto qui :D
Per quanto riguarda, invece, il braccio rigido della donna, intendevo dire che non deve ciondolare, ma semplicemente stare fermo in quanto é appunto morta, poveretta. Non intendevo "rigido" in base al rigor mortis ecc... ma solo che il braccio di una persona, una volta morta, sta fermo. Evidentemente mi sono spiegata male io, scusatemi :)
Sono d'accordo con voi sul fatto che non bisogna essere troppo rigidi, ma é anche vero che molte parole devono essere inserite al momento e al posto giusto, ma questa é soltanto la mia modesta opinione, per carità.
Comunque, Julie, al di lá di tutto tu continua a inseguire il tuo sogno :D a voler , anzi pretendere di migliorare e vedrai che riuscirai a raggiungere i tuoi scopi.
In bocca al lupo!

@Soniapur trovandomi

@Sonia
pur trovandomi d'accordo con te su alcuni punti (musicalità e precisione sintattico-lessicale dei periodi) sono propensa a credere che il lessico possa essere usato in maniera molto ma molto meno rigida e schematica di quanto suggerisci tu: un termine ha più valenze e funzionalità di quanto uno pensi...la libertà di usare le parole e di unirle insieme è  prerogativa e (principale) piacere degli scrittori che certo devono agire con cognizione di causa. Se uno seguisse alla lettera il dizionario che senso avrebbe l'uso di figure retoriche come la sinestesia che serve appunto ad arricchire e rendere più pieno e colorato il nostro linguaggio?
Se vogliamo poi essere molto precisi il termine deporre (che tu trovi poco adatto al contesto) deriva dal latino "deponere" che vuol dire letteralmente (mettere giù) e può valere per qualsiasi oggetto (paglia compresa) non solo un cadavere o dei fiori.
Infine devo fare una piccola precisazione..il "rigor mortis" subentra non prima di un paio d'ore dal decesso e in modo graduale. Ci vogliono quasi 12 ore perchè il processo sia completo. Il cadavere rimarrà "rigido" solo per un giorno, un giorno e mezzo poi la decomposizione comincerà a rilasciare la muscolatura. Ovviamente questi tempi fanno riferimento a temperature ambientali normali (20°-25° gradi). Se il corpo ha già cominciato a emanare il tipico miasma della decomposizione significa che il processo del rigor mortis si è già attenuato.

ciao

vale77

Personalmente non sono in

Personalmente non sono in grado di analizzare tutti i termini corretti e non , però in sostanza mi pare discreto, e basandomi solo su un piccolo estratto (che trovo insufficente per poter giudicare uno scritto), le ho dato un sette.

Quindi prendendo nota dei vari suggerimenti, non posso che consigliarti di andare avanti  con il tuo sogno.

 CiaoCome stare da parte con

 Ciao
Come stare da parte con questa interessante discussione sulla scrittura e sull’opportunità dell’utilizzo di certi termini più o meno appropriati?
Senza dubbio Sonia tu hai una conoscenza della scrittura che va oltre il semplice impatto emotivo che può provare una lettrice che si afferra più che altro alle sensazioni evocate dal testo, e in buona parte devo riconoscere che le tue affermazioni sono esatte, tuttavia io credo che molte volte i termini possano essere utilizzati in funzione del testo e dell’azione per questo motivo le dita potrebbero mordere la carne pur non possedendo i denti, e cose del genere.

Dunque la spiegazione di Julie per me ha senso, anche se credo sia necessario che vengano assolutamente curati alcuni aspetti che rendano più comprensibile e fluido il testo. Per il registro, ossia la scelta delle parole antiquate, quella credo sia una questione anche stilistica e di certo molto personale che potrebbe catturare un pubblico nostalgico e allontanare chi invece ama espressioni più moderne, ma ripeto questo è un rischio da valutare, non tutti reagiscono allo stesso modo.

Un’ ultima cosa, trovo Sonia che il tuo discorso sia assolutamente apprezzabile, soprattutto nella parte che ribadisce quanto le critiche facciano crescere, cosa che condivido assolutamente, tuttavia la tecnica è anche un’arma a doppio taglio che quando si tratta di scrittura tende a generalizzare concetti che invece sono molto delicati e di molteplici aspetti.

Personalmente ho trovato il lavoro di Julie molto evocativo, mi sono confusa in alcune parti che ho dovuto rileggere più volte dal momento che mi è sfuggito il senso, non ho condiviso alcune scelte, ma si tratta di gusto personale, e altre invece mi sono sembrate molto azzeccate.

Credo che lavorando sul testo con cura e attenzione si possano risolvere molte cose Julie.
Dunque animo scrittrice e non perdere lo spirito che ha animato il tuo personaggio e che nonostante gli errori tecnici, ha affascinato le tue lettrici.

Cris
 

@ SoniaGrazie per gli

@ Sonia
Grazie per gli innumerevoli consigli che mi hai dato. Ne prenderò di certo nota. Devo comunque delle precisazioni. Usare termini tipo "dapprima" o "dabbasso", benchè possano risultare antiquati o obsoleti, è una cosa voluta. Li ho scelti perchè mi danno un senso di "antico", proprio come nel modo di parlare di un tempo (vedi i dialoghi anche se in questo estratto ne è presente solo un inizio).
Provvederò a rielaborare lo scritto per le parole inesatte tipo "acqua" al posto del sangue o "ciondolare"... Tuttavia mi preme precisarti pure che io uso molto i sinonimi per evitare ripetizioni o parole di uso troppo comune. Di qui "sfociare" sinonimo di "sboccare" in quanto quest'ultimo, in senso figurato, significa andare a finire, concludersi (il grido in gola quindi sfociò dalle labbra). Volevo dare proprio l'impressione di una piena,senza nulla che potesse arginare l'urlo, qualcosa di impetuoso insomma.  Il termine ricovero l'ho scelto per il motivo di cui sopra, ovvero evitare i "soliti comuni", anche perchè poi rifugio l'ho usato più giù.  In ultimo "...era deposta della paglia": ho usato deporre perchè "posata" mi suonava male...In tutto questo però, di certo nel rileggere l'intero romanzo,che ancora non è ultimato, rivedrò i diversi punti che tu e le altre ragazze mi avete fatto notare (tra cui i termini ridondanti). Anzi ti ringrazio davvero per il tuo prezioso intervento e mi piacerebbe sapere se c'è qualcun altro che è concorde con te. Anche io sono in accordo sul fatto che solo complimenti non facciano bene e che occorrano tirate d'orecchie per "crescere". Mi auguro tuttavia, che al di là delle cose che dovrò rivedere, l'estratto ti abbia coinvolto un pochino. Un saluto.
Julie 

Ciao Julie, ho letto con

Ciao Julie, ho letto con attenzione il tuo estratto e purtroppo, a differenza delle ragazze che hanno già commentato, devo dirti che non sono d'accordo con loro.
Le due scene che descrivi, quella di lei che scopre il cadavere della donna, e quella dell'incontro con lui, sarebbero state molto interessanti se tu avessi fatto più attenzione a tantissime cose. Mi spiego meglio: ho trovato molti errori, alcuni sono banali e quindi di poco conto, ma altri sono decisamente più importanti. Adesso ti riporto alcuni esempi, quelli più "eclatanti", per far sì che tu comprenda meglio ciò che voglio dirti e, nel mio piccolo, aiutarti :):
- il braccio di un cadavere non può "ciondolare" perché questo verbo indica un movimento, per l'esattezza oscillatorio. Un cadavere è rigido, perciò il braccio deve essere fermo, immobile. Quindi il braccio sarà proteso, teso, disteso ecc. verso il pavimento.
- l'odore del sangue non può essere "acre", ma magari sarà penetrante o sinonimi. Acre è il fumo.
- tu scrivi che "Anna si avvicinò al letto e trattenne il respiro di fronte all’odore acre del sangue chiedendosi come, quello fuoriuscito dallo sfregio, potesse produrre un simile effetto."Pensi davvero che una ragazza, davanti a un cadavere ridotto in quelle condizioni, si ponga una domanda del genere? Uhm, io non credo...
- Subito dopo scrivi "Si mosse di un passo e solo allora sentì dell’acqua presente sotto i suoi piedi. Abbassò lo sguardo e represse un urlo non appena si rese conto di posare le sue estremità su una pozza di sangue." Se scrivi "acqua" allora non è "sangue", l'acqua è acqua e il sangue è sangue. L'acqua è specifico. Avresti dovuto usare un termine più generale, che ne so... ad esempio "liquido".
- Sempre tu scrivi "Un urlo colmo di ripugnanza salì lungo la gola e sfociò dalle sue labbra per gridare il suo orrore." sfociò è bruttino, non è un fiume.
- termini come "dapprima" e "dabbasso" sono bruttini, a mio parere, perché li percepisco antiquati.
- "Il ricovero era di dimensioni ridotte..." non è un ospedale.
- "In un angolo era deposta della paglia... " la paglia non è una salma o una corona di fiori che si depongono.
- "Con calma riprese a carezzare le sue braccia per finire di eliminare le tracce di sporco accumulato in tanti giorni di marcia" quel "eliminare le tracce di sporco" perdonami, ma mi fa pensare al Mastrolindo :D
- "Al lieve chiarore riuscì infine a intravedere solo uno scorcio del lato sinistro di colui che... " perché scrivi scorcio? Il suo volto non è un paesaggio.
- "un ovale perfetto nel quale trovavano finalmente adeguata disposizione le lunghe ciglia" e finora, questa poveretta, dove aveva avuto le ciglia? Oltre al fatto che la struttura della frase suona male.
- "Anna sapeva di non poter più sfuggire all’ira repressa che leggeva negli occhi di colui al quale per primo aveva bramato celare la sua vera natura." questa frase è un panegirico inutile e contorto.
Capisci, Julie? Questi sono soltanto gli esempi più eclatanti. Poi ci sono errori di punteggiatura e di struttura dei periodi. Dovresti imparare, secondo me, a semplificare al massimo. Sfronda, taglia e pota più che puoi, cerca di rendere la scrittura fluida. Il lettore non deve impappinarsi ogni 3x2, ma i suoi occhi devono scorrere sulle parole con scioltezza. Il linguaggio deve essere semplice, usare vocaboli complicati e troppo tecnici non è sinonimo di bravura nello scrivere, anzi. La bravura di uno scrittore è quella di arrivare a tutti, di farsi capire.
Quando scrivi rileggi ad alta voce, impara ad ascoltare anche la musicalità delle parole quando sono una di seguito all'altra. Vai anche a "suono" :D
Scusami se sono sembrata, a te e alle altre ragazze, una rompiballe, puntigliosa, ma se ti dico questo è perché io ci sono passata per prima. La mia editor "personale", alla quale un giorno farò un monumento, mi ha insegnato a essere molto critica, soprattutto con me stessa. Sapessi quanti sfondoni ho scritto e continuo a scrivere tuttora hihihihi :D Lei mi sta aiutando a migliorare, ma devo ancora imparare molto... Comunque, se prima sorvolavo su tante cose, sia nei miei scritti che in quelli degli altri, oggi non più, sono più critica perché è solo in questo modo che si cresce come autori.
Io sono convinta che i salamelecchi servano a poco, fanno bene allo spirito certo, ma ciò che più aiuta sono le valutazioni costruttive. Io, nel mio piccolo, spero di esserci riuscita con te e con tutte le altre ragazze che sognano di scrivere e di arrivare un giorno alla pubblicazione.
La marcia ce l'hai, devi solo saperla usare meglio senza "grattare" :).
Un bacio!
 
Sonia

Molto bravami è piaciuto, un

Molto brava
mi è piaciuto, un po' più  di attenzione al cambio del punto di vista sarebbe gradita, ma un'ottima prova veramente ^_^
Ciao e complimenti
Cris

@ danielase una di queste

@ daniela

se una di queste opere verrà pubblicata e l'autrice lo vorrà, potrà sicuramente contattarci per uno spotlight, e a quel punto potrà decidere se rivelare o no il nick col quale ha partecipato al romance park.

M'è piaciuto! Ho apprezzato

M'è piaciuto! Ho apprezzato la scena a forte impatto emotivo! E poi è tutto scritto bene ^-^

E' piaciuto anche a me.

E' piaciuto anche a me. Complimenti. ^_^

Grazie infinite ragazze!Non

Grazie infinite ragazze!
Non mi aspettavo tanto entusiasmo e sono senza parole.
Prenderò nota dei vostri consigli e cercherò un modo per rendere meno "secco" lo stacco tra i pensieri dei due personaggi.
Un abbraccio a tutte.
Julie

Anche a me è piaciuto. L'ho

Anche a me è piaciuto. L'ho trovato originale e coinvolgente. Viene la voglia di scoprire cosa accadrà in seguito. L'unico appunto che ho da fare è che si passa all'improvviso dal punto di vista di lei a quello di lui. Forse avresti dovuto fare uno stacco per cambiare focalizzazione. Cmq è un bell'8 anche da parte mia.

Ciao, Julie.Complimenti

Ciao, Julie.

Complimenti per il tuo stile e spero di poter leggere presto il resto. Un bell'otto mi sembra adeguato.
Annamaria

ciao Julie,anche a me è

ciao Julie,
anche a me è piaciuto,ti ho dato un 8 pieno! vorrei anch'io sapere come procede la storia spero che alla fine di tutte le votazioni siano resi noti i titoli dei libri per poter leggere le storie complete !!
ciao daniela

L'estratto mi è piaciuto e ho

L'estratto mi è piaciuto e ho dato un 7. Ho fatto fatica a capire chi sono gli amici e i nemici ... confusione che al momento ha anche Anna
Lo stile mi piace e mi ha incuriosita.
Grazie e spero di leggere presto la storia per intero.
Lalletta

Ciao Julie,complimenti per

Ciao Julie,
complimenti per l'estratto, l'ho divorato e non vedo l'ora di leggere il seguito! E' scritto veramente bene, l'unica cosa che mi ha un pò spiazzata è stato il repentino cambio dal punto di vista di lei a quello di lui e viceversa. Comunque per me un 8 pieno.
Non so se hai già provato a farti pubblicare, ma fossi in te se non l'hai già fatto invierei subito il manoscritto alla Mondadori, che cercano nuove autrici da lanciare.
Un abbraccio e in bocca al lupo!
Susa

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