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Romance? Sì, grazie.

Avvincente, divertente, emozionante. La letteratura sentimentale ha origine in un passato illustre, che ha generato opere di grande prestigio, preferendo rivolgersi a un vasto pubblico, anche popolare. È dunque questo il suo limite?

 

Nonostante il termine romanzo sia stato coniato nel medioevo, il concetto in sé affonda le sue radici in un passato lontano, a quando ancora le storie potevano essere solo raccontate. È dunque nella notte dei tempi che si perdono le origini di quella letteratura popolare, e per certi versi sentimentale, che pone le basi per uno dei generi di maggior interesse ed enorme seguito. Solo qualche secolo più tardi, con l’avvento dell’Ellenismo, questo genere letterario assume dei contorni più chiari, divenendo il progenitore di ciò che oggi chiamiamo comunemente romanzo.
Che in origine fosse il prodotto della tradizione orale e che poi abbia acquisito la dignità di nomi come mythos, drama, historìa, non ha importanza poiché il significato ultimo era, ed è, quello di un’opera di divulgazione che per la prima volta tiene in conto i desideri del suo lettore, combinandoli con quello dell’autore.
É così che nasce il romanzo popolare o di evasione.
Probabilmente è questo patto tra lo scrittore e il lettore ad aver alimentato una sorta di condiscendente dileggio verso il romanzo d’intrattenimento, che per sua natura trova giustificazione nel piacere stesso del narrare. Infatti tutto ciò che viene consumato, ed è fruibile dalla maggior parte del pubblico sembra perdere la sua prestigiosa caratteristica di letteratura elitaria.
Questo d'altronde è ciò che è accaduto a opere di straordinario pregio artistico letterario e di grande successo popolare, che al loro esordio furono considerate non solo minori, ma di discutibile moralità.

E stessa sorte subirono i romanzi pubblicati a puntate nei giornali, comunemente conosciuti come romanzi d’appendice o feuilleton. Per farvi un esempio di quanto oggi la questione sia stata rivalutata, posso solo dirvi che in questa modalità estremamente fruibile e divulgativa furono pubblicati romanzi come Madame Bovary di Flaubert, La freccia Nera di Stevenson e molti altri che oggi, al contrario, vengono definiti assoluti capolavori.

Eppure negli ultimi anni, la condiscendenza iniziale per il romanzo d’evasione e di genere, si è trasformata in una sorta di derisorio disprezzo.  
Potremo provare ad attribuire la responsabilità di questo fatto ai temi, che sono divenuti profondamente romantici, e palesemente sessuali, ma io ho il sospetto che la questione sia più complicata e trovi la sua spiegazione in un ambito molto meno obiettivo e più sociale. Il fatto che si tratti di romanzi dedicati a un pubblico femminile ma scritti, a differenza dei secoli scorsi, prevalentemente da donne, li definisce quasi automaticamente.

Dimmi cosa leggi, e ti dirò chi sei! Esistono davvero motivi di biasimo verso il tema amoroso? Si tratta forse del vecchio pregiudizio che vuole la logica contrapposta al sentimento? O ci sono altri aspetti più oggettivi che lo giustificano?

 

Romanzi di serie b. Ne vogliamo parlare?

Il romance, insieme alla letteratura sentimentale, in Italia viene considerato un sottogenere, e questo per voler usare un eufemismo. Raramente si trova in libreria, ma quasi sempre è reperibile in edicola. Già questo fatto, che è una caratteristica tutta italiana, dovrebbe far riflettere. Questa collocazione è certamente indicativa del valore che già all’origine, viene attribuita al prodotto. A questa tristezza si aggiunge un altro aspetto veramente poco apprezzabile, ossia il suo aspetto.
Generalmente il romanzo sentimentale è confezionato con una veste grafica discutibile, che informa malamente il lettore e che ne esalta alcune caratteristiche tipiche, oscurandone volutamente altre e dando un’idea illusoria ed estremamente riduttiva di ciò che racchiude in sé un’opera di questo tipo.
Per capirci è come se a un thriller mettessero in copertina i resti umani di una vittima.

Non si tratta dunque solo di temi, di poca attinenza con la realtà, di anacronismo storico, tutte accuse infondate rivolte al genere sentimentale. Ciò che fa davvero storcere il naso a chi il romance proprio non lo conosce è l’immagine che anche l’editoria ha contribuito a creare, e che delega ad una coppia in abiti succinti e in atteggiamento inequivocabile, il compito di rappresentare una profonda, o tormentata, oppure anche divertente storia d’amore, nata e sviluppata in un contesto storico o contemporaneo.

C’è inoltre un ulteriore aspetto di cui tenere conto, che di certo non gioca a favore della qualità del romance. Si tratta dell’apporto di tipo manageriale ed economico che gli amministratori di grosse aziende hanno deciso di adottare  come linee guida, e che hanno come unico obiettivo cavalcare i numeri. Questi teorici e tecnici hanno standardizzato al massimo ogni aspetto della questione sentimentale, ricavandone schemi e imponendoli alle autrici, che per poter pubblicare sono costrette a piegarsi a norme ed esigenze editoriali specifiche. 

Non entro nel merito della questione, ma sono abbastanza sicura che un atteggiamento di questo tipo non potrà che danneggiare il genere, già ampiamente stereotipato.  
Tutta questa serie di considerazioni potrebbe spiegare perché uno dei generi letterari che comunque sostentano il mercato dell’editoria mondiale, sia universalmente così denigrato.
I numeri, infatti, parlano chiaro. Cifre come un miliardo e mezzo di romanzi venduti in America nel solo ultimo anno, non possono essere né travisate, né tantomeno discusse. E anche se l’obiettivo dei ben pensanti sia negare l’evidenza, il fenomeno è talmente palese da far cadere nel ridicolo chiunque tenti di relegare questo genere destinandolo all’ipotetica soddisfazione dei bisogni insoddisfatti di una certa categoria di povere donne. Sesso compreso.
Le sue origini inoltre, come ho già accennato, sono le medesime di tutta la letteratura, anzi a voler essere più precisi è proprio il sentimento uno dei pilastri che sostiene le varie vicende epiche e storiche che fanno parte della tradizione, ed è sempre l’amore il protagonista di secoli di produzione letteraria. Tuttavia è anche vero che non sempre in queste opere si giunge all’atteso e sospirato lieto fine, che invece è caratteristica del romanzo d’evasione.

A disturbare una certa cerchia d’intellettuali e benpensanti è dunque la soddisfazione di quegli elementi fondamentalmente romantici che fanno sognare e sospirare gli ammiratori di questo genere, che sono in gran parte donne.
Il fatto che il romance e il romanzo sentimentale siano letti e scritti dalle donne, che rappresentano anche la categoria più importante di lettori, è un’ulteriore prova a sostegno di quelle tesi che relegano il romanzo sentimentale a genere letterario di serie B.
Sarebbe doveroso un approfondimento in questo senso, che dopo un’analisi lucida e accurata possa rispondere a questo tipo di accuse infondate, e scaturite da una profonda misoginia della società non solo maschile, ma anche di ciò che resta di quella corrente di pensiero che vuole le donne finalmente libere dal giogo della famiglia e della maternità.
Molti non comprendono che è nella condivisione dell’amore, nell’esaltazione della femminilità, nell’accettazione dei propri bisogni che in definitiva la donna cerca e poi trova la soddisfazione del suo immaginario, e non di certo nella sottomissione.
Ma sorvoliamo la spinosa questione, vi risparmierò le infinite teorie contro il romance che vanno dal danno psicologico che provocherebbe nelle giovani menti, all’istigazione al vittimismo. Come se i violenti, i prevaricatori, gli stalker fossero il prodotto collaterale di un certo tipo di lettura.

Leggo ciò che mi pare, e non ho motivo di vergognarmi. Questo è il concetto che riassume una serie di iniziative nate per divulgare e sostenere la letteratura sentimentale. Siamo forse a una svolta?

 

Possibili soluzioni e alternative

Negli altri paesi il genere romantico gode di riconoscimenti, ha riviste dedicate, spazi nei quotidiani più seguiti, siti on-line, premi prestigiosi quali il RITA che viene deciso durante il congresso annuale dell’associazione degli scrittori americani di romance ( RWA).
Che non si premi un'unica opera, ma che ci siano diverse categorie che vanno dal miglior esordio, al paranormale, all’Inspirational romance, fino a toccare tutti i generi possibili, dà un’idea abbastanza precisa di quanto il genere abbia la sua giusta considerazione. Ma le associazioni di autori offrono anche un altro importante servizio, infatti molti di loro si sono riuniti in blog e siti che si occupano di trasmettere le loro conoscenze scaturite da anni di lavoro, competenza  e da successi conclamati.
Divulgazione dunque è la parola chiave per trascinare fuori dalla ghettizzazione questo genere letterario che merita considerazione e rispetto, e che va preso per ciò che è, un mezzo per trascorrere ore liete, avvincenti, romantiche, commoventi e anche di riflessione.

Visto che noi donne non solo rappresentiamo la categoria più numerosa dei lettori, ma siamo per natura fornite di notevole buon senso, abbiamo sentito il bisogno di cambiare le cose. È dunque nata sotto la spinta di questa esigenza la prima Mailing List di discussione sui romanzi rosa, fondata da Sonia aka Ainos, e che a tutt’oggi conta centinaia di iscritti. In seguito il primo blog Isn’t It Romantic? ha allargato il discorso inglobando realtà europee e poi mondiali dedicate al romance in tutti i suoi aspetti, dall’arte alla musica, e dando visibilità alle autrici non solo straniere ma anche italiane.

Ben presto altre donne intraprendenti e dinamiche hanno voluto interpretare questo genere letterario, così sono nati altri blog, Forum e gruppi di discussione e lettura che giornalmente si occupano di diffondere la passione per la lettura sentimentale.

E siamo solo all’inizio…

 

Pubblicato su Romance Magazine n° 0

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