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Home | Recensione Trilogia Io ti guardo, Io ti sento, Io ti voglio

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Carissima Panty, mi spiace ma

Carissima Panty, mi spiace ma non ho proprio lo stomaco per raccogliere il tuo accorato invito alla lettura di questa ennesima trilogia, neanche per dare credito a questa scrittrice italiana in erba , che ha deciso di entrare nell'olimpo delle letterate percorrendo la strada più facile, ossia " il genere erotico" che oramai STUFA. Dopo aver finto, con estrema fatica, il primo volume ( ..non giudico mai a scatola chiusa!) sono stata tutt'altro invogliata all'acquisto degli altri due, nonostante il prezzo " civetta". Ti riporto una mia recensione che enuclea il mio pensiero. Grazie per il consiglio, ma io PASSO. Ho appena finito di leggere questo romanzo e voglio mettere subito sulla carta le prime impressioni a caldo.Innanzitutto l'ho trovato scorrevole e non ho fatto particolare fatica a finirlo, anche perché sono rimasta sostanzialmente distaccata da tutti gli eventi, mai coinvolgenti. L'impressione è di una donna che non sa cosa vuole dalla vita e, quindi anche dall'amore, non essendosi mai innamorata sino a 29 anni( il precedente fidanzato non fa testo, si è trattato di routine) non lo riconosce, non lo metabolizza è solo una dipendenza, che le consente di affrontarlo senza decidere nulla. Per trovare spirito d'iniziativa Lei ha sempre bisogno di qualcosa estraneo a sé, droga, alcool e pratiche sessuali( anche azzardate ed assolutamente improbabili). Non decide nulla, rendendo manifesta così la propria inettitudine: è un'adulta deludente! Per i due uomini il discorso è diverso. Ho stimato molto Filippo, così attento dei tempi e delle esigenze di Lei, deciso nel corteggiamento allorquando ha intuito essere arrivato il momento giusto ed ugualmente deciso nel dire No alle intemperanze di Lei, che lo voleva utilizzare come un rimpiazzo. Leonardo, invece, caratterizzato " romanticamente" dall'autrice come il prototipo del genio e sregolatezza mi ha fatto un pò pena. Bello, sexy, sicuro di sé e del suo potere seduttivo sceglie di adoperarlo su donne fragili, insicure, represse.E che gusto c'è dove non vi è confronto alla pari? Un pigmalione del sesso un pò patetico, che l'autrice tenta di umanizzare con sprazzi di nostalgica melanconia. MAH!! Trattasi di opera prima, ancora embrionale dal punto di vista di una seria introspezione. Presuntivamente appartenente al filone erotico, che ormai ricomprende un pò tutto, ma che nel caso di specie non incontra il benché minimo brivido ( più giocosità e ginnastica, anche confusa, dove non c'è mai alcun vero coinvolgimento)il romanzo non coglie l'obiettivo, anche se i 5 euro del prezzo li vale, almeno per la carta e la grafica! Non so se acquisterò gli altri due.. ma propendo per il no, poiché questa visione delle donne automi non fa per me. Saluti. Filomena

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