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Venerdì, 16 ottobre, 2009 - 21:17
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ROMANCE PARK

Benvenute a Romance Park, il luogo dove ogni scrittrice ha la possibilità di presentare i propri lavori al pubblico!


L'estratto di questa settimana si intitola "L'ULTIMO CREPUSCOLO", e il nick della sua autrice è EUDORA GRAY. ATTENZIONE, si tratta di nomi di fantasia, che usiamo solo per distinguere i vari estratti tra di loro: il nome dell'autrice non è questo, ed il titolo finale del libro sarà diverso.

Vi ricordiamo le REGOLE DI ROMANCE PARK ( potrete trovare maggiori dettagli qui: http://romancebooks.splinder.com/post/20213710 ) :
-- sia le lettrici che le bloggers potranno votare l'estratto con un punteggio da 1 a 10, e naturalmente commentarlo;
-- se la scrittrice lo desidera (non è obbligatorio), può rispondere ai commenti e alle domande – ma lo farà sempre usando il nick;
-- tra una settimana esatta, chiuderemo il sondaggio, e la scrittrice scoprirà che voto le è stato dato dal pubblico.
-- IMPORTANTE: la scrittrice non rivelerà la propria identità a nessuno, né prima, né durante, né dopo il sondaggio. Le bloggers che hanno collaborato con lei alla preparazione del post (cioè Naan e MarchRose) faranno altrettanto, sia nei confronti delle altre bloggers che delle lettrici, e per correttezza si asterranno dal commentare.

 

L'ULTIMO CREPUSCOLO
di Eudora Gray
Tutti i diritti letterari di quest’opera sono di esclusiva proprietà dell’autore.

 

Nell'estremo nord dell'Alaska la città di Barrow si prepara ad affrontare l’ennesimo inverno. Per quattro mesi sarà notte perenne e il cielo sarà illuminato soltanto dalla luce crepuscolare, dalla Luna e dalle frequenti aurore boreali.
I preparativi per la festa in onore dell’ultimo giorno di sole fervono fin dalle prime ore del mattino. Come di consueto il programma della serata prevederà la classica cena all’interno del circolo ricreativo seguita da danze e giochi ed essendo una delle poche occasioni di ritrovo i cittadini ne sono molto entusiasti.
Tutti tranne una: Prudence Wood.
L’ultima cosa di cui ha voglia Prudence è uscire di casa, malgrado ciò sembra non avere scelta. Norah ha organizzato ogni cosa e Prudence sa che deluderla significherebbe perdere definitivamente la sua amicizia.
Così, se pur controvoglia, si prepara e raggiunge l’amica riscoprendo, nel corso della serata, la piacevole sensazione della compagnia e del divertimento.
Per Prudence è una vera sorpresa tanto che le sembra impossibile aver dimenticato, anche se solo per poche ore, l’ossessione nei confronti del suo datore di lavoro.
Ma verso la mezzanotte il Dottor Lucas Champbell, colui che da mesi popola i suoi pensieri e monopolizza involontariamente la sua vita, fa il suo ingresso al circolo e
la serata si trasforma in un romantico incontro.
Tutto sembra perfetto ma Prudence non ha la minima idea di quello che le sta per accadere. Non può nemmeno immaginare che dietro l’immacolato Lucas Champbell si nasconde il peggiore degli incubi.

 


Barrow, Alaska
17 Novembre, 2000




L’orologio segna le 16:45.
Spengo il computer e la radio, ho bisogno di silenzio.
Il mio sguardo si sposta inevitabilmente alla mia destra.
Sulla targa in acciaio, fissata accanto alla porta dello studio, si riflette la luce artificiale della lampada al neon mettendo in evidenza l’elegante incisione che compone il nome del Dottor Lucas Champbell.
E’ appesa lì da solo quattro mesi eppure è come se quel posto fosse sempre stato suo. Un po’ come l’ultimo pezzo di un puzzle sul quale non si ha alcun dubbio sulla sua posizione.
Mi rattrista ammetterlo, ma non ho la minima nostalgia del defunto Dottor Derrik. Non che non fosse una brava persona anzi, era amato e stimato da tutti i suoi pazienti, ma nonostante ciò stento addirittura a ricordarlo. Ho persino dimenticato i tratti del suoi viso e ciò è alquanto sconcertante visto che abbiamo lavorato insieme per ben quattro anni.
Colui che invece ho ben presente è il Dottor Champbell, e non solo perché la sua porta dista meno di due metri dalla mia scrivania. Da quando ha fatto la sua apparizione a Barrow il mio passato sembra essersi dissolto nel nulla.
La mia mente ha un unico pensiero, i miei occhi un'unica direzione e il mio cuore un solo battito che sembra essere l’ultimo ogni volta che non gli sono accanto.
Sono assolutamente consapevole che il Dottor Champbell non nutre il minimo interesse nei miei confronti e nella mia testa, dove è ancora vivo un barlume di giudizio, so che non avrò mai speranze. Certo, non posso negare che sia gentile, premuroso, comprensivo ma questo lo annovera solamente nella categoria del “perfetto datore di lavoro”!
E’ inutile, ormai non riesco a pensare ad altro, non ho alternative! O forse le ho ma il mio cuore finge di non vederle.
Ed è per questo motivo che sono qui, con le unghie conficcate nel legno della scrivania in attesa di udire un piccolo, impercettibile rumore provenire dallo studio.
Ma niente, intorno a me c’è solo silenzio. Un eloquente e tormentoso silenzio.
Mi dirigo verso le finestre, devo assolutamente distrarmi.
Nonostante la nebbia riesco ad intravedere le luci del Barrow Arctic Science Consortium. Il contrasto col buio delle piccole finestre illuminate è talmente vivace da far sembrare il paesaggio davanti ai miei occhi una dolce cartolina natalizia.
Sospiro, non provo nulla.
Per un’intera vita non ho fatto altro che sognare quel posto di lavoro. Ho studiato tanto passando le selezioni di ammissione a pieni punteggi ma, quando due giorni fa è arrivata l’attesa lettera di convocazione, non ho fatto altro che chiuderla in un cassetto. Ho una settimana per presentarmi al colloquio. Mi basterebbe una semplice telefonata per prendere un appuntamento e il gioco è fatto ma ormai non mi interessa più andarci. Il mio posto è qui.
Mi rivolto nuovamente verso la porta dello studio. Ancora silenzio.
Sono ormai venti minuti che la signorina Sanders è dentro ed è inutile negarlo, non è sicuramente qui per una banale visita specialistica.
Da tre mesi a questa parte si presenta in ambulatorio ogni venerdì alla stessa ora, quando ormai non ci sono più pazienti e non ha di certo l’aria di una persona malata. Arriva col suo lungo cappotto color porpora, dalla quale s’intravedono un paio di stivali scuri dal tacco vertiginoso e, in tutta la sua bellezza, si dirige direttamente nello studio.
Si trattiene per mezz’ora, a volte poco di più e quando esce ha la tipica espressione soddisfatta di chi ha ottenuto ciò che voleva.
Mentre spingo l’interruttore per chiudere le serrande automatiche la porta dell’ambulatorio si apre.
La signorina Sanders esce sorridendo, richiude la porta dietro di sé e con passo felino attraversa la stanza fino a raggiungere l’uscita. Si ferma un solo istante, giusto il tempo di sistemarsi il cappotto, poi se ne va senza dire una sola parola, nemmeno un saluto di cortesia.
Il crampo al pollice mi fa notare che le serrande sono ormai chiuse, non ho più motivo di inveire su quel povero interruttore così torno alla scrivania, prendo la borsa e la mia vecchia giacca a vento e mi dirigo davanti allo specchio.
Mentre mi sistemo la sciarpa non posso fare a meno di osservarmi.
Generalmente le persone mi ritengono piuttosto bella tuttavia io mi sono sempre considerata poco interessante. Ho dei banalissimi capelli castani, troppo lunghi per stare al loro posto. Gli occhi sono dello stesso colore e la carnagione è chiarissima, come quella di mia madre.
Se avessi solo un quarto della bellezza della signorina Sanders in questo momento sarei io ad uscire con l’espressione soddisfatta o probabilmente non starei affatto uscendo.
Invece sono pronta per rientrare a casa, più nervosa e triste che mai.
Un po’ci sono abituata lo ammetto, perchè mi sento sempre così al venerdì sera. E non solo perché odio quella donna ma perché mi attendono esattamente due giorni distanti dal Dottor Champbell.
Non so nulla della sua vita privata, se non che vive a Atqasuk, a ben 60 milia da qui.
Irraggiungibile dunque, sotto tutti i punti di vista soprattutto ora che sta per iniziare la notte artica.
Continuo a fissarmi nello specchio cercando così di prolungare il più possibile la mia presenza in ambulatorio.
Questa sera mi sento più agitata del solito, ho come la sensazione che stia per accadere qualcosa di terribile, ma non mi so spiegare cosa.
A interrompere i miei lugubri pensieri è l’acuta suoneria del mio cellulare. Frugo spasmodicamente nella borsa e non faccio in tempo a sollevare la cornetta che già sento le lamentele di Norah.
<Si può sapere cosa ci fai ancora lì? Non mi dirai che a quest’ora ci sono ancora dei pazienti? Guarda che pensi di saltare la cena non te lo perdonerò e sappi che non ti rivolgerò la parola per i prossimi venticinque anni!>
In preda ad un forte senso di colpa soffoco un grido, mi ero completamente dimenticata della cena ma almeno ora ho capito il motivo della mia agitazione.
Norah fa parte del comitato organizzativo e come tale sono giorni che si occupa della preparazione del circolo. Non ricordo il programma della serata per cui non ho modo di deviare la conversazione tuttavia mi sono ripromessa che questa volta non sarei mancata.
<Non ti preoccupare ho già indossato la giacca. Il tempo di chiudere l’ambulatorio e arrivo.>
<Tesoro ti ricordo che l’ultima volta che mi hai risposto così sei arrivata dopo due ore! Ti concedo dieci minuti!>
Norah riattacca la cornetta, attendere una mia inutile controbattuta sarebbe solo un ulteriore perdita di tempo.
<Prudence.>
Il nome, che a volte dimentico di avere, mi avvolge come un dolce e sensuale abbraccio.
Mi volto consapevole della presenza del Dottor Champbell sulla porta.
Capelli scuri rigorosamente legati alla nuca, naso dritto, labbra sottili e due occhi azzurri come il cielo, di quelli che si vedono solo sulle riviste.
Immacolato, nel suo camice bianco, mi sorride e si dirige verso di me.
<Mi servirebbe la cartella clinica del Signor Nigel Moore per cui scusami ma devo riaccendere il tuo computer.>
Con il cuore che batte vorticosamente mi allungo verso il pulsante d’accensione ma la sua mano anticipa la mia.
<Non preoccuparti, non c’è alcun bisogno che ti trattieni, posso fare da solo.>
Sorrido. Dovrei sentirmi sollevata dalla sua comprensione invece mi sento come se mi avesse pugnalato alla schiena. La mia preoccupazione non è restare ma andarmene.
<Oh ma non è un problema, posso tranquillamente fermarmi.> rispondo decisa allungandomi nuovamente verso il computer.
Il Dottor Champbell ritira la mano e io mi sento immancabilmente offesa. Non mi ha mai toccata, nemmeno per caso.
Ingoio l’amarezza e sfoderando un gentile sorriso mi metto alla ricerca della cartella richiesta. Purtroppo il sistema gestionale è talmente perfetto e veloce che non mi da nemmeno il tempo di digitare l’ultima lettera che già mi offre tutti i Moore presenti.
<Eccola qui, vuole che gliela stampo?>
<Non è necessario grazie, ho soltanto bisogno di verificare alcuni dati. E credimi non è nemmeno necessario che ti soffermi. Ho alcune cose da sbrigare per cui mi fermerò ancora un po’. Chiudo io stasera.>
Rassegnata mi sposto per concedergli di sedersi sulla sedia e mentre lo osservo sistemarsi comodamente non posso fare a meno di pensare alla signorina Sanders. Se ci fosse stata lei al mio posto dubito che l’avrebbe liquidata così velocemente.
<D’accordo come desidera.>
Ora dovrei augurargli un buon fine settimana, prendere la borsa e uscire dall’ambulatorio ma è più forte di me, non riesco a muovermi. I miei piedi sembrano inchiodato al pavimento.
Sento di nuovo quel senso di agitazione. Senza rendermene conto mi porto una mano alla gola e allento la sciarpa, ho l’impressione di soffocare.
<Prudence ti senti bene?>
La voce del Dottor Champbell mi riporta alla realtà e il respiro torna regolare.
<Sì… sì sto bene, grazie. Deve essere colpa del riscaldamento, ho dimenticato di abbassarlo. Rimedio subito.>
<Prudence aspetta.>
Il Dottor Champbell si alza dalla sedia e si avvicina a me, ovviamente mantenendo sempre un’insensata distanza.
<Credo che tu sia stanca e tra l’altro questa sera, c’è la cena al circolo ricreativo per cui non intendo trattenerti oltre. Voglio che te ne vai a casa, che ti riposi e che ti preoccupi solo della cena.>
Le ultime parole sono accompagnate da un gentile sorriso d’incoraggiamento e questo mi fa sentire ancora più immotivata nei confronti dell’imminente serata.
<Verrà anche lei?>
Quella domanda mi esce di bocca senza preavviso. Non ho la più pallida idea di quando il mio cervello l’ha formulata ma non posso tornare indietro per cui aggiungo: <E’ l’unica occasione mondana che offre Barrow, sarebbe un peccato perderla.>
La sua espressione mi fa sentire ridicola. Il suo sguardo compassionevole è più eloquente di ogni parola tuttavia, spinto probabilmente dall’educazione, mi risponde.
<Verrei molto volentieri credimi ma non posso, ho già preso un altro impegno.>
Il suo volto cambia espressione, sembra quasi sincero malgrado ciò, non mi resta altro che andarmene.
Così ci salutiamo cordialmente e stringendomi nella sciarpa esco dall’ambulatorio.


RATING FINALE :  7,29 /10

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Commenti

e' piaciuto anche a me! ^_^

e' piaciuto anche a me! ^_^

Grazie Naan. Nessun problema,

Grazie Naan. Nessun problema, se Eudora vuole contattarmi ( cosa di cui sarei veramente molto felice, ancora di più se potessi leggere il suo romanzo una volta terminato), può scrivermi a questo indirizzo: melqart@virgilio.it
CIao
ELeonora

@ Eleonora finito il

@ Eleonora

finito il sondaggio se l'autrice vorrà contattare qualcuna in privato lo potrà senz'altro fare, mantenendo l'anonimato sul blog. Questo significa che dovrete essere voi a lasciare qui o alla mail del blog il vostro indirizzo email, per permetterle, se lo desidera, di scrivervi.
 

Mi sembra davvero un buon

Mi sembra davvero un buon lavoro! Avrei voglia anche io di leggere il seguito! Brava Eudora!
Libera

A me è piaciuto. L'ho trovato

A me è piaciuto. L'ho trovato scritto bene e molto coinvolgente.

Naan: finito il sondaggio mi

Naan:
finito il sondaggio mi puoi dare la tua benedizione per contattare l'autrice?
Grazie
Eleonora

Buongiorno a tutte.

Buongiorno a tutte.
Vi domando scusa se non ho risposto prima ai vostri commenti ma purtroppo non ne ho avuto il modo.
E' la prima volta che partecipo ad un'iniziativa simile per cui apprezzo moltissimo la vostra partecipazione e vi ringrazio per il tempo che mi avete concesso per cui intendo rispondere ad ognuna di voi.

Veronica e Cristina essere originali non è facile. Tuttavia la scelta della locazione non è stata fatta in base a questa intenzione. In verità, ho scelto come ambientazione l'Alaska unicamente  si prestava perfettamente alla storia che avevo intenzione di scrivere.
Qui mi riallaccio al commento di Mornash.
La storia tratta appunto di vampiri quindi mi serviva un luogo che fosse buio e soprattutto lontano dalla classica vita quotidiana. Barrow rispecchia tutte queste caratteristiche in quanto la notte artica, con la sua oscurità e il suo gelo non permette alcun tipo di svago. La cittadina infatti, pur continuando le normali attività è pressochè deserta e questo mi ha reso possibile inserire i diversi protagonisti che subentrano in seguito.
Mornash mi chiedi di dire  qualcosa in più e spero di accontertarti scrivendoti che tra Prudence e Lucas nascerà un forte legame che tuttavia è molto lontano dal classico amore dei romanzi. Sarà una lotta continua tra due esseri della stessa razza ma completamente diversi. Non vado oltre o rischio di svelare il fulcro del romanzo ma immagino che, da queste parole, abbiato intuito che Prudence Wood non è ciò che sembra.

Alicia, Susa e lady vampiretta grazie. Il romanzo, nonostante sia finito, non l'ho ancora proposto a nessun editore. E' una cosa che vorrei fare ma non sono ancora certa di essere pronta ad un passo del genere. Ogni volta che lo rileggo aggiusto inevitabilmente qualcosa per cui sono dell'idea che non sia ancora all'altezza di una simile opportunità.
Ho un'amica che sostiene che dovrei proporlo a puntate in un blog ma anche qui non so cosa fare. Io non avrei il tempo materiale di seguirlo per cui sarebbe triste farlo e non poter conversare con chi lo commenterebbe.

Andreina di errori ce ne sono e come! Mormash ne ha segnato appunto uno, quello dell'orario. Inizialmente avevo usato l'orario americano ma poi temevo che non fosse immediato per cui mi sono dirottata sull'orario nostro. Ammetto di non sapere quale sia il più corretto! Sia a te che a Eleonora rispondo che sarei onorata di farvi leggere il mio romanzo tuttavia finchè non lo sento pronto preferirei evitare. Mi farebbe comunque piacere mettermi in contatto con voi, magari tramite mail. Immagino però di non potere lasciare la mia mail vista la questione dell'identità ma posso provare a chiedere alla ragazza che ho contatatto per l'estratto.

Vitty ciò che scrivi è vero, dal primo capitolo non si intuisce il genere del romanzo. E' una cosa voluta così come lo è la scelta della prima persona ma so che questo non cambierebbe la tua opinione ed è giusto così. Sono lettrice anche io e mi è capitato moltissime volte di non amare un romanzo già alle prime righe.
Penso che quando ci si mette in discussione come ho fatto con questo estratto bisogna essere consapevoli che non si può piacere a tutti, talvolta non si piace a nessuno. Ti ringrazio comunque per gli auguri.

Grazie ancora
Eudora Gray

io forse vado controcorrente,

io forse vado controcorrente, però non sono rimasta molto coinvolta da questo estratto. Lo so che è solo l'inizio, ma se non ci fosse la copertina non si capirebbe che parla di vampiri, e non dà neanche un indizio per farlo sospettare, e poi, ma questa è una mia limitazione probabilmente, la prima persona abbinata al presente proprio non mi piace.
Comunque faccio i migliori auguri all'autrice.
Vitty

Anche io come Andreina vorrei

Anche io come Andreina vorrei leggere questo libro ( non ho problemi a lasciare un eventuale indirizzo di posta personale),  e faccio tantissimicomplimenti all'autrice. Ho già lasciato un bel voto!.
In bocca al lupo
Eleonora

Mi piace, non mi sono

Mi piace, non mi sono soffermata  su errori o altro se ci sono perchè l'estratto ha attirato la mia attenzione!
Sono curiosa e mi piacerebbe poterlo leggere per intero!!!
c'è qualche possibilità?
il mio voto sarà alto!!

per tutte: ragazze, quando

per tutte:

ragazze, quando avete letto l'estratto ricordatevi di votare cliccando sul tasto giallo in fondo al post.
E' molto importante per l'autrice, che così ha un modo concreto di capire quanto il suo lavoro sia effettivamente piaciuto a chi legge. C'è tempo una settimana per leggere, e votare. Il voto è assolutamente anonimo, non dovrete temere per la vostra privacy :-)
 

Caspita,proprio bello! Mi fa

Caspita,proprio bello! Mi fa venire voglia di sapera come va a finire e chi è in realtà il misterioso dottore(spero proprio un vampiro!!!) Unico appunto:deve propio portare il codino? Scherzo! Complimenti ancora

Ciao Eudora, non commento

Ciao Eudora,
non commento quasi mai al Romance Park, ma stavolta volevo farti i complimenti per il tuo estratto, davvero bello, ti ho dato un 8.
Anche io vorrei sapere come va a finire, quindi spero vivamente che qualche editore punti su di te!
Un abbraccio e in bocca al lupo!
Susa

Mi è piaciuto molto il tuo

Mi è piaciuto molto il tuo stile, davvero! Certo, dal titolo posso immaginare che ci siano vampiri ( o sbaglio? ) e questo è poi un genere che prediligo. In più ambientare il romanzo nella mia location preferita è a dir poco! Alaska! Fantastico! Infatti la mia curiosità appena ho letto Barrow è salita alle stelle!

Per il resto, beh sono stata perplessa quando ho letto 16.45, non si usa 04.45pm? Però credo che sia una cosa di poca importanza rispetto al resto. In ogni caso, complimenti!

P.s. Un pò di spoiler?? xD

Anch'io come Veronica non

Anch'io come Veronica non leggo abitualmente romance paranormali, però, ho apprezzato in questo caso l'originalità dell'ambientazione e lo stato di tensione e incertezza che l'autrice è riuscita a costruire nello stralcio proposto.
Cristina

Ciao sono passata per caso  

Ciao
sono passata per caso   volevo rispondere a due commenti che mi hanno lasciati due gentili lettrici al mio romance park e mi sono imbattuta nel tuo.
Bellissimo.
Voglio farti i miei complimenti, perchè è molto avvincente, ben strutturato e interessante. Molto molto brava.
Mi piacerebbe saperne di piu.
Ancora complimenti.
Ciao
Alicia

Wow, era un po' di tempo che

Wow, era un po' di tempo che non commentavo per prima!
Ciao Eudora, ho letto il tuo estratto e come ho già scritto in altri estratti di questo genere premetto, che i romanzi paranormali non sono esattamente la mia passione.
Sulla trama non mi sbilancio, in quanto c'è troppo poco per azzardare un opinione tuttavia non mi dispiace.
Mi voglio invece sbilanciare sull'originalità della locazione. Non ho mai letto nulla di questa Barrow ma visto e considerato che adoro l'inverno e il buio ne deduco che sarebbe il mio luogo ideale . Mi hai incuriosito anche quando hai citato il Barrow Arctic Science Consortium, credo proprio che andrò a cercarmelo in rete! 
Ti auguro un grosso in bocca al lupo.

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Partecipate al giveaway di Mariangela Camocardi, avete tempo per lasciare un commento fino al 9 novembre, quindi registratevi al sito se ancora non lo avete fatto e buona fortuna!

 

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