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Venerdì, 3 agosto, 2012 - 00:09
Maet

I luoghi che ispirano la scrittura-Rita Charbonnier

Al termine del mio ultimo romanzo Le due vite di Elsa, uscito nel 2011, si trova una lunga serie di ringraziamenti. Il primo è per mio fratello Leonardo e per sua moglie, che mi hanno ospitato per un’estate nella loro casa di campagna in Toscana, dove ho elaborato la prima stesura del libro. Avevo scritto i due romanzi precedenti a casa mia, a Roma, in piena città (in due diverse case, per la verità) e devo dire che la possibilità di un “buen retiro” mi ha fatto comprendere come l’isolamento e la pace favoriscano l’emergere dal pozzo creativo di pensieri, idee, suggestioni e sentimenti.
Ho ritrovato una email che in quel periodo inviai a un’amica e nella quale descrissi in breve, con ironia e una certa quantità di anacoluti, l’esperienza che stavo vivendo. “Non faccio che leggere e scrivere e lavare i piatti, una pace invidiabile, un esclusivo farmi i cavoli miei che manco gli scrittori (maschi) dell’800 i quali si piazzavano in campagna serviti e riveriti e ti credo che producevano meraviglie.”

A proposito di Ottocento: la località in questione è Crespina, in provincia di Pisa, nota agli esperti delle arti figurative perché negli ultimi anni della sua vita vi dimorò, e ne ritrasse diversi angoli e abitanti, il pittore Silvestro Lega, tra i maggiori esponenti del movimento dei macchiaioli. Fu ospite della famiglia Tommasi, che abitava nella dimora esattamente adiacente a quella dei miei parenti.
E qui vado a esporre una curiosità a beneficio degli amanti delle strane coincidenze. Silvestro Lega era originario di Modigliana (Forlì), grazioso paese che vanta almeno tre cittadini illustri: (1) Lega, appunto; (2) Don Giovanni Verità, l’uomo che salvò la vita a Giuseppe Garibaldi in fuga da Roma nel 1849; (3) Maria Stella Chiappini-Orléans, la protagonista del mio romanzo uscito nel 2009, La strana giornata di Alexandre Dumas. Ora, quando arrivai a Crespina non avevo la minima idea che il pittore originario della cittadina a me ben nota avesse soggiornato a pochi metri dal luogo nel quale soggiornava la molto meno rilevante mia persona. Lo scoprii per caso e con emozione grazie a una lapide, che fotografai col cellulare. Ma quel cellulare è andato perso, e con lui la foto.
Resta il ricordo, il caldo ricordo di un periodo che non può più tornare. Se ogni luogo ha un valore simbolico, è inevitabile che l’evolversi dei rapporti e il mutare delle circostanze inducano a cercare nuovi simboli e valori. Non potrò scrivere altri libri in quelle campagne; diversi luoghi, anche della mente, premono per essere occupati. Ma lo specifico significato di quella estate è immutabile e immutato, custodito in una zona affettuosa, sempre pronta a rischiudersi qualora le circostanze dovessero nuovamente evolversi.

Se è vero che la pace, l’isolamento e la lontananza dalle preoccupazioni quotidiane possono favorire la scrittura, francamente non credo sia imperativo stabilirsi in campagna per riuscire a scrivere bene, in barba ai romanzieri ottocenteschi. Basta una stanza tutta per sé, come ci insegna Virginia Woolf; basta crearsi uno spazio che sia prima di tutto interiore. E quello spazio, naturalmente, può trovarsi ovunque, anche al centro di una metropoli.

Mi torna in mente un aneddoto che mi hanno raccontato su Marcel Proust. Lui scriveva a casa sua, a Parigi, di notte; per cui il giorno dormiva. Ma d’un tratto nella casa accanto iniziarono dei lavori di ristrutturazione, ovviamente rumorosi (ai suoi tempi come ai nostri). Proust non riusciva più né a dormire né a scrivere. Disperato, andò dal proprietario della casa vicina supplicandolo di desistere dalla ristrutturazione, e offrendogli del denaro a titolo di risarcimento! Il proprietario non ne volle sapere e Proust fu costretto a cambiar casa. Non so se l’aneddoto sia vero, ma se non altro prova come la stanza tutta per sé vada non solo creata, ma anche difesa (e come i tappi per le orecchie, ai tempi di Proust, fossero meno efficaci che ai nostri).

Credo che scriverò il mio prossimo romanzo nella mia nuova casa. Una casa nella quale ho già vissuto, ma che si appresta a essere completamente rinnovata, e non solo nel colore delle pareti. “Sarà la casa della riconciliazione”, ha detto una persona a me particolarmente cara. Anche il romanzo, a ben pensarci, avrà molto a che fare con il tema della riconciliazione. Un caso? Un’altra strana coincidenza?

I libri sono fasi della vita. Senz’altro per chi li scrive, e in alcuni casi fortunati anche per chi li legge.
 

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Commenti

Ritratto di Maet

Grazie a Rita Charbonnier

Grazie a Rita Charbonnier, per questo bell'intervento che apre un'ulteriore finestra sul rapporto tra luoghi fisici e cretività per un'autore. A volte gli stimoli visivi e dell'ambiente che ci circonda rimangono latenti nel subconscio, per poi riemergere quando meno ce lo aspettiamo con assoluta naturalezza e aiutare nella composizione di un'opera.

Forse la campagna non è necessaria per stimolare la creatività, però di certo offre tanti spunti, come per esempio la deliziosa località di Crespina, che a questo punto dovrà essere visitata quanto prima!

Ritratto di Lilith

Un luogo per sognare

Ecco, un altro libro che aggiungo subito alla mia lista, soprattutto ora che so dove è stato scritto per la gran parte LE DUE VITE DI ELSA.

L'idea di un buen retiro dove concepire e creare liberamente mi affascina molto, io vivo costantemente nel chiasso e nel disordine, avendo dei bambini piccoli e molte volte mi chiedo se non produrrei di più in un ambiente diverso. Però i bambini ti riempiono di energia, forse non creativa, ma sicuramente molto potente. Grazie per il post Rita! 

Ritratto di Marin

Concordo in pieno con te

Concordo in pieno con te Bluefly : quanti libri ho scoperto e apprezzato con questo forum! E adesso se n'è aggiunto un altro.

Grazie anche alla signora Charbonnier per la boccata di aria pura che mi ha fatto respirare leggendo queste bellissime righe. Mi riporta con la mente alle mie estati in campagna dai nonni paterni...l'ombra del grande ontano piantato vicino al fiumiciattolo a fianco dei campi...mio nonno mi raccontava che con quegli alberi è stata costruita Venezia. Come volano i ricordi grazie alle sue parole!

Non sono una scrittrice...scrivo quello che penso e che sento un maniera molto semplice e lo faccio soprattutto di notte, nel silenzio. Penso che ogni luogo in cui stiamo bene con noi stesse sia il posto ideale per dare sfogo alla nostra creatività...scrivere, ricamare, dipingere.

 

Ritratto di Bluefly

 Che bell'articolo, dovrò

 Che bell'articolo, dovrò leggere Le due vite di Elsa. Quanti libri che perderemmo se non ci fosse internet a richiamarli alla nostra attenzione. Ringrazio quindi Rita per questo intervento, che offre diversi spunti di riflessione. Sono una persona che scrive molto, anche se non narrativa. Ricordo però che "quando ero più giovane", e amavo scrivere racconti fantasy, il luogo di massima goduria per farlo era il giardino dove passavo le vacanze, un luogo meraviglioso che immaginavo pieno di creature incantate. Tuttavia, la mia camera in città funge altrettanto bene. Infondo per chi scrive il vero luogo dove ha inizio e fine la creazione è la mente.

Ciononostante... quanto starei meglio in quel giardino ora, invece che nella mia camera in città

Ritratto di Rita Charbonnier

Grazie!

Grazie di cuore alle amiche di Isn't it romantic per la bellissima pagina! E grazie a Simona del commento...e dell'intento di leggere Le due vite di Elsa. Poi fammi sapere! 

Auguro a tutte le persone creative di trovare sempre nuovi spazi fioriti dentro di sé, e a tutte le lettrici e ai lettori del blog un'estate piena di raccolti. Abbracci.

Rita

Bella Crespina

Ma che scoperta interessante Crespina, io non l'avevo mai sentita nominare questa località mi sa che devo rimediare! Grazie alla signora Charbonnier per tutte le utili informazioni che ci ha dato, non ho letto " Le due vite di Elsa" e anche in questo caso dovrò rimediare. Simona

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